Pasta

Qualche tempo, in visita da conoscenti, il piatto del giorno erano le lasagne (peraltro buone).
Come tutti, faccio la coda in cucina per prendere la mia porzione e torno al tavolo. Una volta seduto, mia moglie mi dice “e l’insalata? non l’hai presa?”
Come ho potuto dimenticare una cosa così importante? Le lasagne si mangiano con l’insalata! 😀

In generale, la pasta è comunque un piatto apprezzato qui in Svezia, anche se il concetto generale è abbastanza diverso da quello della nostra, vera, pasta.
Innanzitutto, non esistono “primo” o “secondo”. Ci sono gli antipasti (se li vuoi), e poi il piatto unico. Piatto unico che, di conseguenza, deve essere sostanzioso.

La pasta qui è sempre estremamente “piena”, spesso con pezzi di carne, funghi, etc. Un piatto come “aglio olio e peperoncino” sarebbe praticamente inconcepibile: se lo dovessi servire, probabilmente ti guarderebbero dicendo “e il cibo dov’è?”
In generale, i sughi sono sempre molto cremosi e grassi, con la panna (o equivalente) come ingrediente quasi fisso.
La salsa di pomodoro, invece, è il più delle volte assente, o comunque appena accennata: fa sicuramente eccezione la köttfärssås, l’equivalente locale del ragù. In compenso, quando se la fanno in casa, a molti svedesi piace infilarci dentro (tenetevi forte!) il ketchup!

Quando mi è capitato di fare in casa la vera carbonara, senza panna, non è stata apprezzata in quanto non abbastanza cremosa. E pensare che mi era venuta benissimo.

La consistenza della pasta, il più delle volte, è ok. Non troppo al dente o stracotta, anche se la seconda opzione può comunque capitare.

Una delle cose positive, quando vai al ristorante, è che non hai mai sorprese sul prezzo: se un piatto è indicato a 110 corone, puoi tranquillamente uscire dal ristorante pagando solo quella cifra. L’acqua (di rubinetto, ma buona e senza sapori strani) è sempre gratis, concetti come coperto e servizio non esistono e la mancia è gradita ma non “obbligatoria” (come negli States).
In compenso, se lo vuoi, rischi di pagare il pane: il 99% dei piatti svedesi (non la pasta, chiaramente) sono comunque accompagnati da patate servite in qualche forma, ad assolvere la stessa funzione.

Il contorno, generalmente patate e/o qualcos’altro, è sempre incluso nel piatto (e nel prezzo): se ordini la bistecca, non ti arriverà mai solo la bistecca. Molti svedesi, quando vengono in Italia, fanno l’errore di ordinare “bistecca” e ci rimangono malissimo quando gli arriva solo la bistecca.
Altra cosa fondamentale, è che il modo di mangiare svedese “prevede” (probabilmente per questioni storiche legate alla mancanza di sapore dei singoli ingredienti) che tu mischi sempre un po’ di tutto quello che hai nel piatto, prima di metterlo in bocca: se hai carne con patate, qualche salsa ed altro “devi” inforchettare un pezzo di carne con un pezzo di patata e inzuppare il tutto nella salsa prima di portarlo alla bocca. Se non lo fai, dai l’impressione di mangiare in maniera strana, anche se gli svedesi sono sempre così riservati da non commentare. Inutile dire che me ne frego in ogni caso. 😀

Tornando alla pasta, personalmente, tendo ad evitarla: nelle occasioni in cui l’ho mangiata (o assaggiato quella di mia moglie, che ne è ghiotta), devo dire che, il più delle volte, l’ho apprezzata.

Una delle paste del pub White Horse in Väsby

3 pensieri riguardo “Pasta

  1. …che devo di…io forse farò l’emigrante all’eta della pensione , ma x il resto posso solo condividere le mie esperienze col popolo romeno…alcune cose , sopratutto con il cibo si assomigliano con quelle che stai proovando in svezia , al posto dell’insalata c’è il ketchup da tutte le parti dove non ci dovrebbe stare ( pizza e pasta sopratutto )…. see ya

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  2. “Amen” su tutta la storia.
    Un unico appunto: quando si va al pub o al ristorante non si paga coperto, acqua, contorno, salcazzo, ma è buona norma essere pronti a dover spendere 20 corone per il guardaroba, che è obbligatorio per ragioni di spazio e suppongo per sicurezza (via di fughe libere etc).

    Considerato che la stagione fredda qui è abbastanza lunga, va sempre tenuto presente… e andare a tazzare in giro per pub come ai navigli rischia di diventare uno minima costoso 😉

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    1. Giusto, il guardaroba me l’ero dimenticato (anche se non è obbligatorio in tutti i ristoranti, soprattutto al di fuori di Stoccolma).
      Fra l’altro, si mormora che gli stessi siano in realtà appannaggio del racket delle gang motociclistiche, al punto che, anche vendendo un locale, la gestione del guardaroba resta alle stesse persone di prima.
      La cosa è probabilmente vera per alcuni locali, quelli appartenenti all’ “area” di controllo di determinate gang (certi pub), ma altrettanto probabilmente non lo è in assoluto.

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