Comprare un negozio

Mia moglie ha deciso da poco di mettersi in proprio ed avviare una propria attività. In attesa di terminare il lavoro attuale, ha già avviato le pratiche per comprare un negozio a Stoccolma. O meglio, per comprare il contratto di affitto.

Perché, esattamente come per gli appartamenti in cui si vive, quello che compri è, in questo caso, un hyresrätt, ovvero il diritto di affittarlo.

In pratica, il titolare del contratto te lo vende passando per un agente immobiliare (anche in questo caso niente notaio), ma il tutto deve poi essere approvato dai proprietari dell’immobile, che sono quelli che, poi, ti affittano effettivamente lo spazio.
Sono loro ad avere la decisione finale: possono decidere di annullare la transazione se non ti ritengono affidabile, o se considerano l’attività che intendi intraprendere come non gradita. Per questo è necessario preparare una descrizione dettagliata dell’attività, con informazioni anche sulle modalità di finanziamento della stessa.

I costi non sono poi così mostruosi come avrei pensato: per un locale da 45 metri quadri in centro a Stoccolma (in una via non principale ma comunque con un discreto passaggio), mia moglie andrà a spendere circa 16.000 euro per rilevare il contratto, più circa 800 euro al mese di affitto (affitto che include anche le spese di amministrazione ed alcuni servizi, come nel caso dell’abitazione).

Qualche giorno fa c’è stata la firma e il versamento di un primo anticipo. Adesso siamo in attesa della decisione di chi di dovere per sapere se l’affare andrà in porto…

22 pensieri riguardo “Comprare un negozio

  1. Dov’è?

    Gli immobili a scopo commerciale so che hanno condizioni diverse dalle normali residenze. C’è lo stesso sistema di code? È un “förstahand”? Son curioso 🙂

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    1. Il sistema è proprio diverso. Non ci sono code: chi ha il contratto lo vende legalmente (quando compri un contratto di bostadrätt lo fai sul mercato nero) tramite agenzia immobiliare.
      Poi, una volta versato l’anticipo, il proprietario dell’immobile deve accettare di affittartelo, altrimenti la vendita del contratto è considerata nulla.
      Un’altra differenza rispetto agli appartamenti è che, per la vendita, non c’è stata asta. Il prezzo era fisso, la prima persona che dice “lo prendo” (non importa l’ordine in cui hai visitato il posto) firma.

      Non ho idea di cosa possa succedere alla fine del contratto di affitto (che è a tempo determinato): l’agente immobiliare ha detto che è una questione puramente burocratica, e che vengono rinnovati sempre. Immagino che, nel peggiore dei casi, il proprietario dell’immobile ti debba comunque risarcire i soldi spesi per acquistare l’hyresrätt (anche perché, se no, ci sarebbe un rischio di impresa troppo grosso per chiunque avvii un’attività).

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      1. Sto/stiamo facendo un po’ di confusione.

        Per quanto riguarda le residenze l’hyresrätt ha il famoso sistema di code e il bostadsrätt è generalmente ad asta da quanto so io. Il bostadsrätt è acquistabile secondo le norme di legge anche su “mercato bianco”. In genere il vantaggio rispetto all’hyresrätt è che non ci sono code appunto e il månadsavgift è più basso, ma richiede un capitale di investimento che può essere tutt’altro che indifferente.

        Il mercato nero ha a che fare spesso con gli hyresrätt, quando un soggetto affitta in seconda mano l’intero appartamento (e spesso il soggetto in questione o è in affitto a sua volta in nero un appartamento allo stesso modo o possiede due hyresrätt, che è illegale) o una sua parte, senza avere il permesso dell’effettivo proprietario dell’immobile (la bostadsföretag in questione).

        Questo è quanto so per i privati (e potrebbero esserci errori), non so per lo scopo commerciale. Non capisco bene neanche che categoria è quello di Helena. Da descrizione pare un bostadsrätt, ma il costo è irrisorio e i bostadsrätt non hanno date di scadenza normalmente a quanto so io.

        Non ho capito una cippa insomma 🙂

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        1. A quel che ho capito, per scopo commerciale non esiste il bostadsrätt (anche perché, chiaramente, nel negozio non ci abiti) ma solo l’hyresrätt, che compri e vendi legalmente e senza alcuna coda.
          Sul contratto c’è scritto chiaramente hyresrätt, quindi sono sicuro al riguardo.

          In precedenza Helena aveva avuto un’altra sua attività, e in quel caso affittava di seconda mano una stanza all’interno di un altro esercizio, anche in quel caso legalmente (ma senza che avesse dovuto pagare la cifra grossa iniziale, trattandosi di un subaffitto).

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  2. Devo proporre alla FU se hanno intenzione di introdurre un corso per spiegare il sistema immobiliare svedese… imho è tanto se ad oggi ho capito il 50% 🙂

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  3. Scusate il disturbo,
    a settembre 2011 mi trasferirò insieme a mia moglie (italiana anche lei) in Svezia, si pensava a Lunb, Goteborg o Malmo, in quanto vorremmo frequentare l’università e ri-laurearci (sarebbe la terza laurea, ahimé di lavoro in Italia nemmeno l’ombra).
    Ora, da quel che ho capito è praticamente impossibile riuscire a trovare casa, se non affidandosi al mercato nero…potete darci alcuni consigli in merito? Per ottenere il personnumer a questo punto come facciamo? Basta un domicilio qualunque (casa in sub-affitto) oppure nessun problema?

    Grazie per la cortese attenzione 🙂

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    1. Basta il domicilio, se la persona che ve lo subaffitta non è contraria: chiarite la questione con lui/lei prima di prendere la casa… Perché il problema è che poi potrebbe ricevere una lettera in cui deve autorizzare la registrazione. Fra le città universitarie valutate anche Uppsala e Umeå, che sono molto apprezzate in quanto tali.

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      1. E Umeå è in Norrland… e si sa che Norrland är bäst (non ci sono mai stato… solo attraversata, ma sostengo “la mia terra” per principio 😉
        Aggiungerei anche Luleå Tekniska Universitet (Luleå University of Technology, e qui difendo il mio territorio per davvero) se il vostro corso di laurea è nel campo.

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    2. Guardate che la crisi europea è, appunto, europea. Anche in Svezia non c’è lavoro, neanche sapendo l’inglese da madrelingua. Lo svedese ci si mettono anni ad impararlo a livello di assunzione sul lavoro. Riguardo l’università le materie umanistiche (e altre) sono insegnate in svedese e in inglese ci sono pochissimi corsi (1 o 2 in tutta l’università). Mi sa che state facendo una cavolata.

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      1. Ho un paio di obiezioni 🙂
        Dipende da che lavoro si cerchi… io ho iniziato a lavorare dopo 3 mesi con un lavoro umile, dopo un anno con un lavoro vero… diciamo che dopo 6 mesi avevo indipendenza economica, anche se a denti stretti.

        (La disoccupazione in Svezia è 8,1%…)

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        1. Concordo. Fra l’altro, lo svedese si può imparare in maniera adeguata con sei mesi di corsi intensivi (certo, non quelli SFI) e la giusta applicazione.

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  4. Peraltro la crisi sta attraversando tutti i Paesi nordici, Norvegia compresa. e la disoccupazione in Svezia è del 24%. I sussidi di disoccupazione è difficile ormai prenderli e pure quelli per studiare sono solo prestiti con interessi che poi vanno ridati indietro obbligatoriamente. Oggi gli studenti hanno fatto una rimostranza apposta per questo problema. Infine trovare casa è un bel problema. Io sono in lista da un anno e non si vede fine.

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  5. Ma no, tra i disoccupati va considerata anche la percentuale della gente che prende le sovvenzioni, i dati che ci propinano li conosco pure io… Dipende dal lavoro che si vuole. Ovvio che se fare un lavoro da laureato la musica cambia. L’indipendenza, come dite, si raggiunge ma a denti stretti. E con ‘sto freddo… Mah, alla fine per fare un lavoro qualsiasi non è meglio rimanere a casa propria?
    Secondo me in certi campi si guadagna più in Italia. Un infermiere in Alto Adige guadagna altro che qui!
    P.S. Non crederete mica alle statistiche, per caso?

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    1. Citi sempre l’Alto Adige, ma converrai anche tu che non è esattamente il posto più rappresentativo della qualità della vita in Italia. Bolzano è da sempre considerata la città con la migliore qualità della vita, i servizi al cittadino sono superiori a quelli di praticamente tutto il resto della nazione.
      Alle statistiche non posso non credere… d’altronde sono pur sempre appassionato di matematica. 😉
      Sinceramente, parlare del 24% di disoccupazione mi sembra follia. Vorrebbe dire che una persona su quattro non lavora… e tutti quelli che conosco personalmente in Svezia hanno un impiego o sono bambini o pensionati. 😀

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    2. Beh… sì! Mica posso andare in giro a intervistare 9,4 milioni di svedesi 🙂
      I dati cui faccio riferimento sono quelli del SCB ( http://www.scb.se/Pages/Product____23262.aspx ), che non solo indicano una disoccupazione molto più bassa di quella che dici tu, ma anche un tasso di occupazione (64,9, che sale al 74 se si considera la fascia di età 15-64) che è una minima più incoraggiante dei dati italiani ( http://www.istat.it/salastampa/comunicati/in_calendario/occprov/20101130_00/ )
      Non voglio suonare polemico, ma i tuoi dati che fonte citano?

      (Un infermiere guadagna in questo paese in media 27000 corone al mese al lordo… sono quasi 3000 euro… non so in Alto Adige, ma questo è uno stipendio da medico a Milano…)

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      1. C’è da dire che qui non esistono tredicesima e quattordicesima (né la liquidazione, sempre che esista ancora in Italia), quindi gli stipendi medi annuali si abbassano un po’… Però, in generale, non mi pare ci si possa lamentare. 😉

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  6. Riguardo alle lauree… anche qui il governo sta iniziando a promuovere le scuole professionali invece dell’università. Si sono accorti che se tutti si laureano di conseguenza la laurea si svaluta. Oltretutto basta con l’idea che un laureato sia meglio di uno che ha fatto le professionali o svolge un lavoro “normale”. Tanto, alla fine, tutti i lavori sono più o meno di routine.

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  7. Ciao a tutti e grazie mille delle risposte…in Italia la situazione è veramente tragica!! Noi siamo entrambi laureati in lingua russa, abbiamo vissuto anche 2 anni a Mosca dove abbiamo studiato e lavorato, e vi garantisco che la vita in Russia non è proprio semplice…

    Lo svedese lo impareremmo in 6 mesi massimo, conosciamo già 4 lingue a testa (siamo traduttori), imparare la quinta non sarebbe un problema…

    Vi garantisco che in Italia è difficile trovare lavoro anche come lavapiatti…

    Pensavamo di cambiare completamente indirizzo di studi, io vorrei fare informatica, mia moglie medicina…vogliamo e dobbiamo dare un cambio radicale alla nkstra vita e, valutando atrentamente e singolarmente gli stati dell’UE, abbiamo deciso che la Svezia è forse il paese migliore e che ci possa garantire quel qualcosa che altre nazioni per vari motivi non potrebbero offrirci per vari motivi (principalmente, università a pagamento)…

    Speriamo bene…

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    1. In bocca al lupo, per tutto… da parte mia siete benvenuti! Tieni conto che per potervi iscrivere all’università dovete passare un esame di svedese di livello accademico, che è più avanzato di quello normale e per cui esistono corsi specifici. Se l’intenzione è di iniziare i corsi per settembre 2011 vi conviene muovervi immediatamente, e ce la dovreste fare senza problemi.
      Anche trovare lavoro con le vostre competenze potrebbe non essere impossibile: so che alla Folk Universitetet cercano sempre insegnanti per i corsi di lingua, e non richiedono esattamente un pedigree da insegnante conclamato.

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