Un mondo senza schiaffi

Questo articolo, quasi sorpreso, di un quotidiano italiano, mi ispira a scrivere questo mio post di oggi.
In breve, per chi non avesse voglia di leggerlo, un politico di Canosa di Puglia è stato arrestato a Stoccolma per avere, a quel che dice la polizia, schiaffeggiato in pubblico il figlio un po’ capriccioso.
Ora, per tanti Italiani tutto questo può sembrare strano: per molti lo scappellotto, lo schiaffo e la sculacciata hanno ancora un valore educativo insostituibile.
In Svezia non è più così da quarantacinque anni. Nel 1966, infatti, i genitori hanno legalmente perso il diritto di punire fisicamente i propri bimbi, nel 1979 la cosa è stata esplicitamente proibita.

In pratica, gli Svedesi sotto i quarantacinque anni sono cresciuti in un mondo senza schiaffi. Per loro la sculacciata non è solo un gesto proibito dalla legge, ma è un’aberrazione vera e propra, e le mamma e i papà che osano ricorrere a certi mezzi sono visti molto molto male.
Come risolvono, quindi, i genitori il problema del dissuadere o educare i propri bimbi? Semplice… parlando con loro! Molto tranquillamente (è davvero raro vedere qualcuno urlare), ma molto fermamente e spiegando semplicemente il perché delle loro decisioni.
In tutta sincerità, non mi pare che, in questa situazione, i bimbi svedesi escano fuori più maleducati di quelli italiani. Nè che gli adulti cresciuti in questo modo abbiano meno rispetto per le autorità o per i propri doveri. E, se fossi maligno, aggiungerei anche “anzi”.

In ogni caso, la lezione è sempre quella: quando andate in un paese diverso dal vostro, anche per una breve vacanza, informatevi sempre sugli usi e costumi e, soprattutto, sulle leggi, perché ci possono sempre essere delle conseguenze! Ricordatevi delle sensazioni di fastidio che provate quando un turista o un immigrato si comportano come a casa loro e, soprattutto, se venite a trovarmi in Svezia non sculacciate i vostri bimbi (o quelli di qualcun altro)!

19 pensieri riguardo “Un mondo senza schiaffi

  1. Ho letto l’articolo questa mattina sui giornali perché mi ha molto sorpreso. Non ero a conoscenza di questa legge e mi sono chiesta a quali metodi, se non si può ricorrere allo sculaccione, – lo schiaffo lo escludo a priori – si può ricorrere in caso di crisi. Poi mi sono anche detta che alzare le mani su qualcuno, qualunque età abbia, è un gesto estremo. Certo che non scherzano, questi svedesi…

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  2. Comunque la Svezia è un paese tutto in contradizzione….Sono scioccati per uno schiaffo dato a un bambino, ma la Svezia è il paese dove c’è il più di donne maltratatte in Europa…..
    E non sono per i schiaffi ai bambini…solo tanto una sculacciata quando è veramente troppo..

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  3. Io vorrei fare un semplice domanda ai sostenitori di questo modo di fare dei svedesi: secondo voi cosa è piu traumatico per un bambino: ricevere un semplice schiaffo (che non ha mai fatto male a nessuno) o vedere il proprio papà essere ammanettato e vivere tutto quello che probabilmente starà vivendo il povero ragazzo? Certo che questi “scandinavi” fanno tanto i moderni e poi si “perdono” in queste cose….d’altronde si vedono i risultati: ogni tanto esce qualche esaltato che fa qualche strage e la legge gli fa il solletico in confronto al crimine compiuto (Vedi strage in Norvegia)…forse qualche scappellotto in piu da bambino gli avrebbe messi sulla giusta riga….

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  4. Con tutto il rispetto, ma mi sembrano motivazioni un po’ deboli: che il ragazzo resti temporaneamente scioccato dalla situazione è prvedibile, ma forse la cosa può contribuire ad aprirgli gli occhi e fargli capire che, quando sarà il suo turno di essere padre, si potrà fare qualcosa di diverso che ricorrere allo schiaffo. Fra l’altro capita spesso che le vittime di violenze familiari (grandi o piccole) soffrano, paradossalmente, per le conseguenze patite dal genitore (o chi per lui) quando questo viene scoperto.
    Che poi lo schiaffo “non faccia male a nessuno” è anche possibile, ma sicuramente non è educativo come una chiacchierata fra padre e figlio. E una violenza, per quanto piccola, inutile, è una violenza di troppo. La strage in Norvegia non è qualcosa che succede “ogni tanto”, è stato un caso assolutamente eccezionale. E le stragi, nella storia Italiana, non mancano di certo (anzi).

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  5. Sto leggendo cose deliranti. Tralascio gli strafalcioni (stragie in Norvegia per via degli schiaffi non dati e fesserie simili), ma veramente pensate che noi italiani siamo più civili degli svedesi?
    Sicuramente chi pensa certe cose è il primo a litigare e menarsi per questioni di traffico o di vicinato. Poche storie: giuste o no le leggi dei paesi scandinavi FUNZIONANO, e come civiltà sono anni luce avanti a noi. Con questo non voglio dire che sono avanti perchè vietano i ceffoni, ma che sono avanti E BASTA, se poi volete dei figli insicuri, sottomessi, o irascibili, svogliati o violenti? insomma degli sfigati?: schiaffeggiateli, magari sulla faccia, ancora meglio davanti agli altri, in modo da umiliarli il piu’ possibile. Ci riuscirete.

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  6. Io sono stata picchiata di santa ragione e senza troppi complimenti da bambina, dai miei genitori. Non ho mai percepito la cosa come educativa, ma solo come uno sfogo da parte di persone piú forti di me e a cui non potevo sfuggire.
    Molto piú educativo é stato l’esempio che mi é stato dato riguardo a moralitá integritá e cose simili, oppure frasi appropriate dettemi al posto giusto nell’occasione giusta.
    Ho perció giurato che mai e poi mai picchieró i miei figli, nemmeno se in Svezia fosse permesso.

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  7. Personalmente ho qualche perplessità su come viene discussa questa storia (non qui nello specifico, sia chiaro). Mi sembra che tutti si sentano in dovere di considerare la “punizione fisica” come una cosa assolutamente irrilevante o un male assoluto e devastante.
    Per quanto mi riguarda non metto in questione la legge svedese, anche perché non la conosco nei dettagli (per esempio: è denunciabile lo stesso schiaffo dato in casa? Non è un dettaglio), né mi riferisco al singolo episodio visto che i dettagli veramente non si sanno (per non parlare del fatto che ci sono 2-3 versioni diverse, più o meno interessate).
    Io non penso che in sé la coercizione o punizione fisica sia sempre un male, o meglio: penso che a volte sia un male necessario, soprattutto nella situazione in cui il bambino vuole spingere il limite; ed è una dinamica normale per il bambino, perché scoprire quali sono i limiti e quali le conseguenze è parte integrante del processo di crescita. E davanti alle varie forme del “Non puoi farmelo fare” (o a minicrisi isteriche, se così vogliamo chiamarle, o semplicemente comportamenti pericolosi in cui il tempo di ragionarci su è un lusso che non ci si può permettere), dire “ma tanto ci mettiamo a parlare e lo faccio ragionare” non è sinceramente realistico.
    Questo a mio avviso non legittima qualsiasi tipo di punizione, anzi, è proprio il motivo per cui la cosa deve essere della minima entità possibile perché il problema è quello di “scuotere”, non di fare del male o umiliare. Per quanto mi riguarda lo schiaffo è praticamente ingiustificabile: colpisce in un’area dello spazio personale molto delicata, è particolarmente umiliante perché il dolore dura e resta visibile, e in pubblico ancora peggio. E come conseguenza del ragionamento una punizione fisica “a freddo” è a mio avviso priva di senso.
    Mi rendo conto che certi distinguo possano sembrare un po’ cinici, ma secondo me fanno parecchia differenza, almeno per quella che è la mia esperienza da entrambi i lati della questione.

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  8. Ritengo che, se la Svezia ha ritenuto opportuno di decretare per legge che è reato dare uno schiaffo al proprio figlio, ci siani stati molti casi di violenza fisica e molestie sui minori e non semplici scapellotti. Sicuramente il regista Ingmar Bergman ha descritto molto bene situazioni famigliari, relazioni di coppia ed altro nel suo paese e lascio a chi ha veramente visto i suoi film ogni commento….
    Come spiegare poi il fatto che la Svezia sia in Europa uno dei paesi con il più alto tasso di suicidi ? C’è qualcosa nell’educazione dei giovani che non va ?
    Grazia

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    1. Io penso che troppo spesso si blateri per sentito dire, senza approfondire realmente le questioni. Morgaine ha spiegato molto bene la questione dei suicidi e dell’alcolismo nel suo blog. E le è bastata una semplice ricerca fra le statistiche. Fra l’altro, pare che in Svezia si contino come suicidi anche molti casi che in altri paesi vengono annoverati fra le “semplici” overdose.
      I film di IB non rappresentano necessariamente un’analisi realista della società svedese, società svedese che, peraltro, è comunque cambiata parecchio negli ultimi 30 anni.
      Fra l’altro, la tua conclusione iniziale mi pare decisamente priva di fondamento logico: in un paese serio non servono molti casi per far nascere una legge.

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  9. Ritengo che i bambini Italiani (non tutti, la maggior parte) siano isterici nervosi ed ansiosi e che ciò derivi dal modo in cui vengono educati dai loro genitori. La maggior parte dei genitori Italiani pensa che gridando e schiaffeggiando o meglio menando un bambino riusciranno a creare un individuo sicuro di se, rispettoso e forte?
    E’ affascinante come tutti quanti parlino per stereotipo e menzionino i numeri di suicidi in Svezia. Che tristezza! informatevi e vedete le statistiche. dovremmo allora menzionare tutti gli omicidi familiari che avvengono in Italia?
    Una Italiana in Svezia

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    1. Di solito quel tipo di problematica non dipende dal tipo di punizione ma dall’arbitrarietà. È la reazione al fatto di non sapere se un limite o una regola esistono veramente o solo per un certo momento e se quindi sono “in gioco” o meno (quindi nevrosi da incertezza e capricciosità per vedere “se stavolta passa”).
      Detto questo, pur non avendo statistiche specifiche in mano, ho l’impressione che dire che la maggior parte dei bambini italiani siano isterici e ansiosi sia un po’ come lo stereotipo dei suicidi in Svezia (molte descrizioni di “bambini fastidiosi” che sento in giro non sono altro che descrizioni di bambini che si comportano da bambini, ma chi racconta a volte ha aspettative un po’ vittoriane a riguardo).

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  10. penso che i bambini siano lo specchio dei genitori, o meglio del comportamento che i genitori tengono con loro (e che con altri adulti, probabilmente, non si permetterebbero mai). se io urlo per dire le cose, sculaccio, mi impongo con la forza e mortifico in pubblico e in privato mio figlio, questo è il comportamento che lui riprodurrà come valido, a livello sociale. molti bambini in Italia sono “isterici” perché educati come metodi isterici da genitori poco coerenti, autoritari solo con chi se lo possono permettere.

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  11. non sono molto convinto della genuinita´di questa azione legale del tribunale svedese contro questo politico “pugliese”, La corte di appello di Bari ha respinto un mandato di arresto nel 2008 di un tribunale svedese per sottrazione di minori di un altro padre “barese” che aveva portato i figli ndietro dopo una vacanza in Svezia con la moglie rimasta qui- e la Corte di Cassazione gli hs dato ragione decretando che i bambini drbbono vivere in itslis, quindi dopo la causa internazionale,,, c´e´qualche motivo di rivalsa non essendo prevalsa la impostazione del proprio diritto

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  12. Intervengo a mesi di distanza, ma ho trovato per caso questo bel blog…sono immigrato in Svezia quest’anno, anche un primo approccio lo feci nel 2008…con mia moglie, che è di Östersund, abbiamo deciso di trasferirci a Stoccolma quest’anno….detto questo, penso che le punizioni corporali siano sempre ingiustificate, io sono cresciuto senza ricevere una singola sberla, e non mi sembra di essere maleducato o irrispettoso delle regole…l’unica critica che muovo al loro modo di fare, degli svedesi, sono le contrattazioni eterne con i bimbi, sono un pedagogo di formazione, percui penso di sapere ciò che dico…secondo me va bene la spiegazione del perché è del per come una cosa vada o non vada fatta, di certo non si può dire è così senza dare una spiegazione…ma ad un certo punto bisogna anche saper dire è così ora, si fa come dico io(è la legge, giusta o sbagliata che sia), poi in un secondo momento si può tornare sull’argomento e discutere…sui suicidi non penso che c’entrino sberle o meno, e neanche sulle stragi, anche perché a parte Breivik non mi sembra ci siano così tante stragi ogni anno,c’è ne sono di più in Usa, e in Italia ci sono più omicidi familiari….penso sia collegato al fatto che qua ognuno si fa abbastanza i fatti suoi, c’è meno Unione, anche all’interno delle famiglie, e poi il clima, nel nord d’inverno che non aiuta certo, in Italia i tassi di suicidio più alti sono nel Nord sulle montagne…

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  13. E quelli più ‘discoli?
    Cioé quelli che non si fermano e continuano a far danni nonostante siano stati sgridati?
    La coercizioni fisica a volte credo sia necessaria, a meno che non si voglia ricorrere a metodi molto più barbari, tipo la somministrazioni di farmaci dallo psichiatra, moda piuttosto in voga in molti paesi occidentali, America in primis

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    1. Non mi risulta che in Svezia (un paese dove per ottenere qualcosa che non sia aspirina o paracetamolo si suda mille camice) vengano dati farmaci (ma scherziamo?).
      Ci sono sempre altri modi. A volte neanche “sgridare” è la soluzione giusta: in molti casi responsabilizzare il bambino aiuta, anche nei casi più difficili. O forme varie di ars maieutica.
      In Svezia, se ho visto bambini viziati e problematici è soprattutto fra i figli di immigrati (anche europei, sia chiaro), molto di meno fra quelli abituati al metodo svedese.

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      1. secondo me in questa discussione bisogna fare anche chiarezza sulle età dei bambini, perché non si può di certo paragonare un bambino di 2 anni con uno di 10. A prescindere che dare sberle o sculacciate non risolve proprio un tubo, dato che il bambino di 2 anni non capisce cosa succede e quello di 10 capisce invece che con la forza si risolve tutto.
        Aggiungo però che bisogna anche andare oltre il modello svedese, nel senso che anche il confronto continuo non va bene. A volte bisogna anche che l’adulto prenda la decisione, punto. Il bambino in quel caso deve adattarsi, fa capricci? Gli passerà.
        Io vedo qua a volte troppe discussioni con i bambini che durano tempi lunghissimi, anche a scuola dove lavoro ad esempio i genitori che stanno decine di minuti a convincere il bambino a vestirsi perché fuori fa freddo. (In questo caso in una scuola materna).
        Detto questo però bisogna anche riconoscere che mediamente un bambino invece più grande, sui 10 anni, è più responsabilizzato di uno italiano, e anche in classe è molto più facile da gestire(lavorando a scuola io posso portare questi esempi soltanto). Mentre non vedo differenze tra uno svedese e uno immigrato.

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