Cervicale

Mia moglie soffre di cervicale.
Ok, non sono un medico e, ovviamente, potrei prendere un’enorme cantonata, però ha tutti i sintomi (mal di testa, stordimento, perdita di equilibrio, dolore cervicale) di un qualcosa che potrebbe far pensare alla cervicale. Qualunque medico italiano sospetterebbe, quantomeno, il problema e valuterebbe la possibilità di far fare una radiografia al collo.
Mia moglie non ha mai sentito parlare della cervicale, non sa cosa sia e come lei il 99% della popolazione svedese e del Nord Europa.
Il medico che l’ha visitata venerdì, dopo un piccolo spavento, le ha prescritto delle analisi del sangue per valutare la presenza di un’infezione e non ha mai menzionato neanche per sbaglio l’equivalente svedese dei termini “vertigini da cervicale” o “artrosi cervicale””. Ha, anzi, detto: “se le analisi non evidenziano un’infezione, probabilmente è solo stress ma, se proprio non sei convinta, qui abbiamo anche un otorino”.

Noi italiani, siamo generalmente visti all’estero come un popolo di schizzati ipocondriaci che hanno malattie che conoscono solo loro: questo (peraltro divertentissimo) articolo della BBC ne è un perfetto esempio. Basta cercare un po’ su google per rendersene conto: colpo d’aria e congestione sono esempi leggendari.
Helena non aveva mai sentito parlare neanche di questi due problemi, né della colite o della “stanchezza di primavera”; resta sconvolta ogni volta che, ad un piccolo sintomo, le dico “probabilmente è Xxx, mi sa che dovresti prendere Yyyy”; non ha mai preso una limonata calda per problemi di stomaco (probabilmente perché in pochi avevano visto un limone fino a qualche decina d’anni fa: manca, quindi, questo tipo di saggezza popolare); in pochissime occasioni ha visto di persona delle proprie radiografie, né, tantomeno, ne ha mai portate a casa (mia mamma ha ancora tutte le lastre dei miei problemi di schiena e ginocchio dagli anni ’90 ad oggi).
Noi italiani, forse per via della nostra capacità di arrangiarci, siamo più propensi all’automedicazione: abbiamo sempre la scorta di medicinali in casa, ci facciamo fare le iniezioni in famiglia o da conoscenti, siamo maestri dell’autodiagnosi (giusta o sbagliata non importa) e andiamo dal medico già convinti di sapere cosa può essere.
E soffriamo di cervicale.
La cosa strana è che cercando in rete, ad esempio, cervical vertigo le informazioni in inglese al riguardo non mancano, quindi non può essere certo un’invenzione tutta nostra. Eppure la “cervicale” sembra essere un problema comune solo da noi.

Però anche qui hanno le loro malattie: ogni svedese ha gli incubi pensando alla vinterkräksjuka, la malattia invernale del vomito. Chiaramente è qualcosa che c’è anche dalle nostre parti, un virus responsabile di molte gastroenteriti, ma, a quello che senti dire, pare che qui assuma dimensioni epocali. Ogni Svedese sa infatti che i bambini, d’inverno, saranno automaticamente contagiati a scuola, portando a casa la malattia e infettando tutta la famiglia, con il risultato di far passare a tutti parecchi giorni chini sulla tazza del water. La cosa sarebbe un fatto accettato e puntuale, ormai da parecchi decenni a questa parte: non so se le cose siano cambiate negli ultimi anni, ma, personalmente, non ricordo di averne mai sofferto, non in questa maniera, da bambino. E voi?

20 pensieri riguardo “Cervicale

  1. Io da bimbo c’avevo sinusite, polmonite, bronchite… tutti troiai delle vie respiratorie, maledette loro! 🙂 Purtroppo ho le cavità facciali tipiche da sinusitico, e non ci posso fare niente…

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  2. paese che vai, malattie che trovi! 😀
    Comunque no, di virus vomitini da piccolo non me ne ricordo, in compenso ricordo bene gli effetti degli eccessi col vino da grande…

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  3. Quello che dici è tutto vero. Compreso il fatto che tutti i medici svedesi associno le cause dei nostri piccoli mali allo stress. Che a volte può anche starci, per carità. In Italia, almeno dalle mie parti, per ogni piccola cosa rifilano sempre un antibiotico, il che è anche peggio probabilmente.

    Verissimo anche il fatto sui colpi d’aria e le congestioni: da bambino guai se facevo il bagno al mare nelle fatidiche “3 ore” di digestione! Qui invece… 😉

    Saluti

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    1. La congestione pare essere un mito tutto italiano, in effetti.
      In realtà pare che possano esserci problemi di cuore per persone che già hanno delle situazioni particolari (magari senza saperlo), ma che non si muoia in quel modo per un blocco digestivo.
      Qui c’è una spiegazione al riguardo.

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  4. Proprio questa mattina le maestre dei miei 3 piccoli mi hanno detto di stare attento alla gastrointerite che ha cominciato a colpire anche il loro asilo.
    É vero anche che l´80% delle volte che siamo andati dai medici con i bambini, la risposta é stata… aspettiamo che passi, per fortuna nella maggiorparte dei casi é passata (solo una volta eravamo piú spaventati noi della bambina!!

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  5. E’ vero!Noi italiani siamo fissati con cervicale e colpo d’aria! Però da noi è normalissimo prendere il virus della gastroenterite, soprattutto se si hanno bambini piccoli che vanno all’asilo…bisognerebbe girare con le mascherine in casa! Complimenti per il blog!L’ho scoperto da poco!sara 🙂

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  6. Mah, la vertigine da artrosi cervicale (non da traumi o problemi vascolari) è messa in discussione nell’ambiente medico, c’è chi dice che non esista proprio e comunque il meccanismo sottostante non è chiarito. In ogni caso è una diagnosi di cui a volte si abusa per giustificare sintomi poco chiari. Però i colleghi svedesi con cui ho lavorato io la conoscevano. Escludere altri problemi come ha fatto il medico di tua moglie mi sembra corretto, anche perché certe infezioni sono più frequenti qui.
    Mi piace il link sulla “congestione”, è spiegato bene!
    Io l’ho avuta la gastroenterite da piccola – e anche da grande, purtroppo 😦 – oltre a tutte le varie sfighe che ha elencato negrodeath. È una delle prime cause di ospedalizzazione dei bambini piccoli, sia qui che in Italia, perché si disidratano facilmente. Stranamente, mentre in Italia il pediatra consigliò per mio figlio un vaccino opzionale, che protegge contro alcuni dei virus responsabili, qui non è possibile farlo (ora che ci penso devo approfondire ‘sta cosa).

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  7. Beh, che noi italiani soffriamo un po’ troppo di ipocondria è vero.
    Che spesso andiamo dal medico per qualsiasi stupidaggine, anche.
    E nella mia esperienza finora qui in Svezia, mi è sembrato di intuire che gli svedesi (almeno quelli che conosco io) sono un po’ “uomini d’acciaio”…
    Mai una malattia, non si preoccupano di niente, categorizzano qualunque malessere come “non è niente, fra un po’ passa”…
    Le uniche persone che ho visto preoccuparsi per ogni problema di salute, sono due ragazze che hanno figli piccoli…

    Piuttosto, un po’ OT. Io che non ho la residenza in Svezia, e non ho il personnummer, se mi serve un dottore, come faccio?
    E’ possibile farsi assegnare temporaneamente un medico, o se ho qualcosa (anche banale) devo andare in ospedale munito di tessera sanitaria italiana?
    Me lo stavo domandando questi giorni, perché ho raffreddore, mal di gola, tosse, e tra le medicine che ho mi manca un antibiotico, se mi dovesse servire…

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    1. In teoria, con la tessera sanitaria Europea dovresti avere ogni tipo di assistenza medica. Io ero andato al vårdcentral di mia moglie (quando ancora non era tale), prima di avere il personnummer.
      Comunque, che ti diano un antibiotico da tenere in casa, scordatelo… l’antibiotico te lo danno solo dopo averti fatto le analisi del sangue e verificato che tu abbia un’infezione batterica (quelle virali non valgono :-D)… Piuttosto fattelo spedire da casa.

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    2. Fra l’altro, che gli svedesi non siano “mai malati” non mi trova molto d’accordo. Storicamente era il paese con uno dei più alti livelli di assenza per malattia dal lavoro… non so se le cose siano cambiate dopo le ultime riforme.
      Comunque è ancora molto facile assentarsi dal lavoro: puoi stare una settimana a casa sulla fiducia, senza certificato medico e, paradossalmente, il fatto che non ti paghino il primo giorno è un incentivo a starsene a casa (“se non mi pagano, nessuno si può lamentare se sto a casa un giorno”).

      Che io sappia è raro che ci sia un ufficio in qui non c’è qualcuno malato. 😀

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      1. Allora mi ricordavo bene. Basta la tessera sanitaria. Era una cosa che avevo letto sul sito del Ministero.
        Riguardo agli svedesi e alla malattia, faccio mea culpa…
        In realtà in effetti gli svedesi che conosco sono per lo più studenti, e quindi non sono informato riguardo alle statistiche di “malattiasulpostodilavoro”… 😉
        Quindi mi fido, e rimangio quello che ho detto…;)

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  8. Io questo inverno mi sono beccata questa maledetta vinterkräksjuka… Parecchio brutto. Ho avuto una sola volta una cosa simile in vita mia, presa a 12 anni durante una gita scolastica in Transsilvania (in Romania). In Ungheria mai.
    In Ungheria invece sono fissati con il c.d. felfázás, che potrebbe essere tradotto tipo “freddo da sotto” con cui provano sempre a intimidire le bambine. Quindi guai a sederti per terra o su una pietra quando fa freddo.

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  9. Io piuttosto a scuola ero l’inventore degli scioperi impossibili 🙂
    ma devo dire che anche negli ultimi anni, in Italia ho assistito ad una evoluzione della struttura sanitaria, se prima chi entrava nel pronto soccorso era carne da macello, ora almeno è trattato e curato come un essere umano… Nella maggior parte dei casi 🙂

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    1. Certo, ma ti tocca andare autonomamente e costa un patrimonio ogni volta. Inoltre ci andresti senza analisi mediche alle spalle.
      Comunque alla fine tutto risolto: dopo l’ennesima visita si sono arresi di fronte alla cervicale (anche se non la chiamano così, dicono semplicemente “è il collo”) e le hanno fatto fare delle sessioni di agopuntura e chiroterapia, tutte gratis, che stanno risolvendo il problema.

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