La Svezia lascia l’Unione Europea

La notizia era nell’aria da tempo, ma i negoziati delle ultime giornate e la decisione di ieri sera del Riksdag (il Parlamento Svedese) hanno dato l’accelerata finale: quest’oggi verranno infatti ratificati gli accordi che porteranno all’uscita della Svezia dall’Unione Europea.
La pianificazione non è stata semplicissima, ma è comunque agevolata da una serie di fattori: la Svezia non ha mai aderito alla moneta unica a nessun livello (a differenza, ad esempio, della Danimarca, che ha legato la propria corona al valore dell’Euro) e resterà comunque nell’orbita Schengen, permettendo ancora, almeno per qualche tempo, la libera circolazione della persone.
L’euroscetticismo degli Svedesi è cosa nota, sin dai tempi in cui si dovettero battere per poter conservare, unico paese nell’Unione, il diritto ad acquistare lo snus (tabacco da gengiva): negli ultimi tempi, però, la situazione si è irrigidita e i sondaggi di opinione hanno spinto decisamente il governo di centro destra verso i negoziati dissolutivi.

Cosa vorrà dire, tutto ciò, in termini pratici? Nel futuro breve cambierà poco: gli accordi prevedono che, ancora per quattro anni, la Svezia e i restanti paesi dell’Unione continueranno ad operare in regime di libera circolazione delle merci, con la possibilità di rinnovare questa decisione alla scadenza. Non vedremo, quindi, almeno nell’immediato, popolarsi i gabbiotti doganali sul ponte dell’Öresund, né code infinite all’aeroporto di Arlanda.
Parzialmente più complessa la situazione per le persone: in base a quelli che sono gli accordi, i cittadini Europei che siano entrati in Svezia fino ad oggi conserveranno, per il prossimo anno solare, lo status di “comunitari”. Passato questo periodo, si entrerà nella cosiddetta fase-Schengen, che permetterà comunque la libera circolazione delle persone anche se renderà più complicati alcuni aspetti burocratici relativi, ad esempio, alla ricerca di un posto di lavoro.
I cittadini europei che volessero entrare in Svezia a partire da domani lo faranno invece direttamente nell’ambito degli accordi di Schengen, a meno che non possano dimostrare in qualche modo (biglietti aerei, prenotazioni alberghiere, dichiarazioni di potenziali datori di lavoro) di avere già pianificato il viaggio in precedenza: in quel caso scatterà nuovamente lo status di “comunitario”.
Come l’apparato del Migrationsverket possa riuscire a gestire questo immane bordello è tutto da vedere, e molti immaginano che l’ente rimarrà ingolfato nonostante l’ingente quantitativo di assunzioni previsto per le prossime settimane.
A titolo personale cambierà ben poco: avendo io un lavoro ed essendo registrato in un regolare matrimonio con una cittadina svedese, tutto resterà come prima fino al giorno (Giugno 2013) in cui potrò richiedere a mia volta la cittadinanza.

In ogni caso, la Svezia non ha alcuna intenzione di restare isolata: l’obiettivo è quello di rinforzare l’alleanza del Consiglio Nordico, l’unione con gli altri quattro Paesi del Nord antecedente all’Unione Europea, trasformandola in una vera alternativa al troppo burocratico Parlamento di Strasburgo.

Chiaramente, c’è un particolare occhio di riguardo nei confronti degli altri due paesi scandinavi: se, da un lato, c’è molto dispiacere per la scelta della Danimarca di non seguire la Svezia nell’uscita dall’UE, dall’altro il rapporto con la Norvegia (che dell’Unione non ha mai fatto parte) si è fatto più saldo che mai.
Oltre agli accordi economici e diplomatici, la notizia più importante riguarda le due famiglie reali: è stato infatti deciso il matrimonio fra la neonata Estelle (figlia della futura regina Victoria) e Sverre Magnus, il primo figlio maschio dell’erede al trono di Norvegia Haakon Magnus. Il matrimonio, che si celebrerà nel giorno del diciottesimo compleanno di Estelle, porterà all’unione delle due famiglie reali. Tutto ciò rappresenterà un ritorno al passato per i due Stati che, come nel periodo 1814-1905, torneranno ad essere due Nazioni distinte unite sotto un’unica monarchia.
La notizia è stata, ovviamente, accolta con grande entusiasmo dai tradizionalisti scandinavi, che vedono nell’unione il rafforzarsi di un’identità culturale comune.
Si stanno già facendo speculazioni su quale sarà la nuova bandiera che rappresenterà l’unione: c’è che vorrebbe rivedere la vecchia Sillsallaten (il nomignolo scherzoso della vecchia “union jack” fra Svezia e Norvegia, traducibile come “pasticcio d’aringa“), che ha sempre numerosi estimatori, e c’è chi vorrebbe vedere qualcosa di più moderno e attuale. Chi vivrà vedrà: in diciotto anni avranno tutto il tempo per mettersi d’accordo!

Sillsallaten (Orlogsgjøs in Norvegese)

Una proposta moderna
Una proposta moderna

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33 pensieri riguardo “La Svezia lascia l’Unione Europea

      1. Quando l’ho letto ho storto il naso… Mi sembrava strano, però boh, ho detto: vabbè, hai visto mai, magari so’ così tradizionalisti, che ancora fanno ste cose.
        E dopo dieci minuti di googlata su questo fatto, ho letto i commenti al post: che pirla che sono. :/

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    1. La cosa che mi da da pensare è che, dopo un anno di post seri, ne faccio uno goliardico… e ne risulta il giorno con più visite in assoluto della storia del blog (e mancano ancora ore alla mezzanotte)! Forse ho sbagliato tutto. 😀

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      1. 🙂 probabilmente in fondo un po’ tutti pensiamo che forse l’europa non è stata una gran cosa e quindi l’idea che uno stato come la Svezia possa uscirne ha suscitato curiosità….personalmente avrei omesso il matrimonio combinato, quello è stato molto rivelatore

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  1. Bellissimo articolo, Daniele. 😀
    L’ho letto oggi e… ci sono cascata, anche se troppe cose mi risultavano strane. :#D Se non avessi letto i commenti, molto probabilmente me ne sarei uscita proponendo una petizione a favore dei due poveri sciagurati costretti a sposarsi… e ho detto tutto. :DDD

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  2. Vivere in Scandinavia è vivere.
    Qui la situazione italica è in mano ai cattivi.
    Spero di vivere da pensionato fra la Norvegia e la Svezia e di non rivedere più l’Italia.

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