Vota Antonio, Vota Antonio!

A chi, nelle ultime settimane, non è capitato di ritrovarsi i social network intasati di indicazioni di voto da parte di amici, parenti e conoscenti (e mi aggiungo all’elenco dei responsabili)?

Chi non si è ritrovato in una cena fra amici in cui, inevitabilmente, si finisce col parlare di Berlusconi, Grillo, Bossi, Monti e compagnia?
Ecco, in Svezia tutto questo non succede. Mia moglie mi ha detto più volte di essere rimasta sorpresa di quanto gli italiani parlino sempre di politica: ad esempio non le è proprio mai capitato di trovarsi ad una cena con amici, anche i suoi amici più cari, e discutere di questo o quel ministro, parlamentare o candidato.
Personalmente, poi, non mi è mai capitato di parlare con uno svedese che lasciasse trapelare le sue simpatie o le sue intenzioni di voto. Helena è l’unica persona di cui conosco le scelte. Neanche mio suocero, che pure è uno cui piace dire la sua su molte cose, mi ha mai fatto una “lezione di politica”.

Qualche anno fa scrivevo su queste pagine:

Anche la questione della segretezza del voto, che per noi è quasi un dogma, è, apparentemente, meno sentita.

La cosa, però, vale soprattutto per quanto riguarda la rilassatezza delle procedure di voto.
Quando si tratta di vita sociale, in Svezia la politica sembra essere un tabù, uno di quegli argomenti che non si toccano mai.
A meno di casi particolari (mi viene di pensare ad un attivista, ma non ne conosco nessuno), sentire un amico o un parente che ti dice “mi raccomando, vota XXXX, che se no…” è praticamente impossibile. E sarebbe quasi inaccettabile a livello sociale.
Per carità, non è che ci sia disinteresse, ma evidentemente si preferisce maturare le proprie convinzioni in riservatezza, anziché discuterne in pubblica piazza.
Insomma, ad una qualunque cena con amici, in Svezia si parla di sogni, viaggi, musica, interessi, futuro e passato. Forse hanno capito qualcosa più di noi, sul vero senso della vita?

19 pensieri riguardo “Vota Antonio, Vota Antonio!

  1. Io penso che la politica deve appartenere a tutti.purchè il confronto sia civile e basato su proposte di programmi concreti. In Italia molte volte si intende la politica come tifo (Roma – Lazio = Sinistra – Destra)
    Questo e molto comodo per chi intende governare un paese senza un programma di governo e “butta tutto in caciara”.

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    1. Guarda, io penso sempre che chi riduce la politica ad una questione di tifo, sia solo chi non si informa (tipologia che esiste a destra come a sinistra).
      Però probabilmente è vero: noi Italiani mettiamo la politica sopra ogni altra cosa.
      Basti vedere la prima pagina di un qualunque quotidiano italiano: nel mondo può succedere qualunque cosa, ma il titolo principale sara`nel 95% dei casi dedicato ai bisticci di turno fra partiti.

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      1. Scusa, ma abbiamo avuto gli ultimi 20 anni fatti solo di slogan, da: “Io ce l’ho duro” al più gettonato ” Roma ladrona” al ” chi non salta comunista é”. Conclusione? Popolo di disinformati. Caro Daniele in Italia c’è un popolo di beoni che crede agli asini che volano e condizionano il resto del paese. Vedrai tra poche ore l’effetto del… restituiremo l’IMUrestituzione

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  2. Questo aspetto degli svedesi, un po’ mi va bene, ma anche un po’ no.
    Qui parlo regolarmente di politica con il mio compagno e, talvolta, anche con i suoi genitori, ma loro sono le uniche eccezioni. Delle mie amiche svedesi, che conosco da quasi un decennio, ignoro tuttora le opinioni politiche, il che un po’ dispiace dal momento che i discorsi diventano sempre molto politicamente corretti, se non vaghi, e non riesco a penetrare fino in fondo la mentalitá e la visione del mondo di chi mi sta davanti.
    Tra il tifo calcistico degli italiani e l’abbottonamento totale degli svedesi preferirei una via di mezzo, dal momento che le ideologie e le decisioni politiche ci coinvolgono direttamente e non guasterebbe manifestare delle opinioni a proposito.
    Fralaltro, quando mi sono trasferita qui e ho potuto votare per Regione e Comune, avrei avuto piacere di sentire qualche opinione riguardo ai politici locali, cosa avevano fatto, eccetera, invece tutti i miei conoscenti si sono ben guardati dal fare un solo commento.

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  3. Ho solo un esperienza di un paio d’anni.
    Ok qui in Svezia si vede che il paese funziona bena. La serietà della gente e dei politici garantisce alla popolazione che chiunque sale al governo “non sarà poi così male”.
    Inoltre, per quello vedo qui non ho mai sentito qualcuno dire qualcosa troppo fuori dagli schemi della società.
    Inoltre, c’è da aggiungere che per quanto il Re si tenga fuori, la Svezia è pur sempre una monarchia.

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  4. Secondo me invece questo atteggiamento rende le persone indifferenti alla politica, che fatta bene, é una cosa importante. Riflette molto l’atteggiamento di non confrontarsi su niente, lasciando fare agli altri. Ora funziona fino a quando tutto va bene, ma nel momento in cui le cose iniziano a non funzionare cosa succede? Anche per questa mancanza di discussione serena salgono nel silenzio i partiti razzisti al potere…

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  5. Concordo con Morgaine e Gattosolitario. Sarebbe importante confrontarsi sulle questioni politiche. La mia esperienza personale è che capisco di più della politica parlandone con la gente che leggendo i giornali o guardando la tv…

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  6. Comunque voglio proprio vedere se il Grillo Parlante realizza anche solo un centesimo di quello di cui ha blaterato fino adesso… Voglio anche vedere se il Berlusca toglie l’IMU come ha promesso o torna a fare bugna-bunga. Bersani che farà?
    Insomma, sono proprio curiosa!

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  7. Gli svedesi non sono indifferenti alla politica solo perché non si scannano in discussioni attorno al tavolo mentre cenano.
    La politica è un argomento delicato e, come nella migliore tradizione svedese, è viene evitato in nome del pacifico convivere; lo svedese cerca infatti di evitare il confronto diretto: preferisce le vie laterali.
    La discussione politica si fa dove va fatta: durante i dibattiti in TV (nella maggior parte dei casi, discussioni civili senza insulti e parolacce) o nelle piazze.
    L’ascesa dei partiti xenofobi è un fenomeno europeo, quindi legarlo alla natura degli svedesi è incorreto.

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    1. Sono paesi che non hanno mai vissuto il brivido della dittatura mono-partitica e degli anni di piombo, e la gente tende per natura a farsi i fatti suoi… hanno per forza di cose un approccio più rilassato.
      Sul voto di scambio… mi viene da ridere. O da piangere. 😀

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      1. Assolutamente, e poi non immaginano perchè tu dovresti rubare la tessera elettorale del vicino 🙂 poi ai seggi con candeline, caffÈ e biscottini è un’altra musica. Per non parlare della campagna davanti al seggio. (che tanto nessuno cambia idea, davanti al seggio 🙂 )

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