Multilinguismo

Alle medie ho studiato francese, ma sono poi passato all’inglese, che parlo e capisco piuttosto bene. Ovviamente, dopo il mio trasferimento in Svezia ho iniziato a studiare svedese, che è ancora la mia terza lingua ma che va via via migliorando.
Con mia moglie, ormai, parliamo quasi sempre svedese, anche se a volte ce ne dimentichiamo e ricominciamo con l’inglese.

È comunque davvero curioso come funzioni il cervello di un adulto: quando vado in Francia e provo a rispolverare il mio francese scolastico, mi ritrovo puntualmente a mischiarlo con lo svedese. Non l’italiano nè l’inglese, ma proprio lo svedese, la terza lingua.
Al di là delle cose più banali (mi viene da dire “men” al posto di “mais“, entrambi significano “ma” e si confondono facilmente), mi ritrovo a ringraziare con “tack så mycket!” o, addirittura, a iniziare una frase in francese e continuarla in svedese, col risultato di restare, io stesso, basito.

Il punto è che, se tutto va bene, a fine marzo/inizio aprile nascerà la bimba, e, a quel punto, la questione linguistica diventerà ancora più importante: come parleremo con lei, per evitare che la sua lingua madre diventi una sorta di esperanto o interlingua, ma fare in modo che si conservi comunque almeno l’anima bilingue svedese e italiana? La parlata locale sarà, ovviamente, quella veramente indispensabile per lei, ma, chiaramente, ci teniamo anche al fatto che possa esprimersi nella lingua paterna.
L’idea di base è di parlare svedese quando saremo in tre; mentre l’italiano verrebbe usato quando sarò io a parlare con lei da sola o durante le sessioni via Skype con i miei genitori.
Da quello che ci è stato detto, un sistema di questo tipo è piuttosto funzionale: il cervello di un bimbo è molto più flessibile di quello di un adulto, e la piccola dovrebbe riuscire a passare da una lingua all’altra senza troppi problemi e senza fare troppa confusione.
Per l’inglese, possiamo aspettare: alla fine lo imparerà come tutti gli altri svedesi.

Ovviamente il nostro vero incubo è un altro: vivendo e interagendo con gli altri bambini a Malmö, la bimba finirà inevitabilmente per parlare il dialetto skånska, col risultato che sia io che mia moglie avremo serie difficoltà a capire ciò che dirà. Ma questo è uno scenario apocalittico cui, al momento, non vogliamo pensare troppo. 😉

32 pensieri riguardo “Multilinguismo

  1. Ciao!
    Noi abbiamo avuto una bambina 2 anni e mezzo fa. Mio marito svedese, io italiana. Parliamo da 11 anni in inglese nonostante che abbiamo imparato l’uno la lingua dell’altro.
    La bambina oggi come giorno e’ piuttosto fluente in svedese, decentemente in italiano e ogni tanto parlucchia in inglese. Capisce perfettamente le prime due e abbastanza bene la terza.
    Lui parla in svedese, io parlo in italiano. Quel poco di TV che vede e’ un misto fra le tre lingue.
    Di italiano sente principalmente me.
    Non ho mai partecipato a nulla che implicasse che io le parlassi in svedese, non l’ho mai fatto.
    Abbiamo amici che sono italiani (ma lei e’ meta’ svedese) e la bimba, secondo me, e’ molto piu’ sullo svedese che non sull’italiano. Lo capisce ma la sento parlare sempre in svedese. Loro parlano in italiano fra di loro, ma il padre ogni tanto parla in svedese con lei.

    Vivendo in Svezia, se non vuoi che perda l’italiano, raccomando di non mischiare la lingua che parlerai tu esclusivamente con lei. Mentre se avete deciso che “la vostra lingua” e’ lo svedese dovrete stare accorti che non annulli l’italiano (molti bambini poi rifiutano la lingua minore).

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  2. Non c’è nulla di strano nel tuo mischiare il farncese con lo svedese e non con l’italiano o l’inglese.
    Anche per me, in teoria, l’inglese è la seconda lingua… ma quando cerco di parlare francese o olandese mi scopro a mischiarli col tedesco più che con l’italiano o l’inglese.
    Perché? Perché lo svedese per te e il tedesco per me sono le lingue in cui viviamo immersi, pur non essendo le nostre madrelingue, e sentendoci “stranieri” viene spontaneo usare una lingua familiare, familiarissima, ma comunque “straniera”.
    Almeno, questa è la mia teoria 🙂
    Saluti,
    Mauro.

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  3. allora, fate così. le parlate in svedese quando siete insieme. quando sei solo le parli in italiano e, se tua moglie sa l’inglese, quando è sola le parla in inglese. quindi quando andrà a scuola imparerà lo svedese, con gli amici lo skansa (scusa per gli accenti). così alla fine saprà 4 lingue! 😉

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  4. Senti, penso che sia megliore voi parlate con lei/lui in italiano.
    Perché? Ad ogni modo lei/lui imparerá la lingua svedese nella scuola. Ho una coppia di amici brasiliani (io sono brasiliani) che abitano in Amsterdam.
    Loro sempre parlano con i suoi figli in portughese brasiliano. I bimbi parlano anche il ollandese però soltanto con i suoi amici nella scuola. A casa soltanto portughese.
    Ovviamente I miei amici sanno parlare un poco di olandese anche perché a volte o bimbi capiscono migloire alcune parole in questa lingua, per esempio nell’ora di litigare. Penso che a casa si deve parlare sempre la lingua di genitore o di genitore straniere perche la lingua del paese dove si abita si impara nella strada.

    Abbraccione
    Dani

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  5. Non ti preoccupare. Mia nipote vive in Spagna a Maiorca. Mamma italiana, padre argentino, scuola inglese, lingua ufficiale catalano. Puoi immaginare il frullatone di lingue che deve digerire! Non ti devi spaventare se all’inizio sarà un po’ più lenta rispetto ai parametri dei monolingua e se si inventerà un sacco di parole. Magicamente, alla fine saprà parlarle tutte e distinguere anche i contesti in cui usarle. Comunque ti confermo anch’io che la cosa migliore è associare una particolare lingua a una specifica persona per crearle una sorta di ordine nel caos linguistico.
    Con tanti auguri, un saluto rosicato dall’invidia per il posto in cui vivi.

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  6. Pensa che un amico messicano si è sposato con una ragazza svedese ed entrambi quando vengono a trovarci parlano benissimo in italiano. Le loro 3 figlie parlano quindi spagnolo, inglese, svedese, italiano e una delle 3 pure il francese!

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  7. Mia figlia parla Lituano e Italiano. Tra poco ci trasferiremo in Svezia così imparerà lo svedese e l’inglese a scuola. Ed ha appena 7 anni.
    Mia moglie parla Italiano. Lituano, inglese, russo e sta studiando lo svedese. Il bimbo ha tre anni ma sta crescondo bilingue. Io sono il più ignorante in quanto parlo italiano ed inglese, capisco il lituano, ma non vado oltre l’A2. Però sto studiando lo svedese…

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  8. Il metodo OPOL (one parent one language) viene indicato come il migliore ed é quello che applichiamo. Io parlo esclusivamente italiano coi bambini quando mi rivolgo direttamente a loro, sempre, in qualunque situazione, se ci sono altri svedesi eventualmente traduco per loro (se vogliono sapere cosa ho detto). Il mio moroso non sa l’italiano, quindi con lui devo parlare svedese, ma vedo che a forza di dai e dai, sta capendo quello che dico ai bambini.
    Abbiamo notato che, a partire almeno dagli 8-9 mesi entrambi i bambini capivano lo stesso concetto in entrambe le lingue. Gli anni successivi sono stati misti, con prevalenza dello svedese. Verso i 3-4 anni il mio primogenito ha avuto un periodo di rifiuto verso l’italiano, che sta rientrando adesso, grazie anche al lavoro delle maestre d’asilo che propongono il suo bilingusmo come elemento di stimolazione nel gruppo, per cui altri bimbi sono incuriositi e lui é orgoglioso d’insegnare loro alcune parole, i numeri, cose cosí.
    Attualmente la sua lingua prevalente é lo svedese, ma capisce tutto in italiano e lo parla se sollecitato. Il livello grammaticale e il vocabolario sono un po’ scarsi ma non ne faccio una questione, imparerá gradualmente. Ha anche l’insegnante di modersmål all’asilo

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    1. Ovviamente sono ironico. 🙂
      Il problema è che è difficile da capire, se hai studiato il “riksvenska” e in famiglia parli solo quello.
      Mia moglie, che pure è svedese, ha a volte delle difficoltà. Io ne ho molte di più.

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  9. Dani, io con Eddie (quando siamo io e lui) parlo solo in inglese, ed ora (2 anni e 9 mesi) fa quello che gli dico di fare e ripete molte parole (a modo suo, va da se…). Sono delle spugne, e direi che mi trovo molto d’accordo con Marco Zuodar.
    Poi, per il fatto di capirla quando comincerà a parlare in skånska, credi di riuscire a capire un ragazzino italiano quando parla coi suoi amici? 😉

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  10. Il mio consiglio é di mettere in pratica quello che hai scritto é cioé di parlare tu con la bimba in italiano. Io evito di parlare in svedese con i miei figli anche per evitare che imparino suoni e parole per cosí dire non proprio svedesi 😉 i miei due figli di 10 (Anna) e di 12 (Emil) parlano fluentemente italiano. Io ho peró un piccolo vantaggio cioé quello che mia moglie ha imparato l´Italiano e lo parla fluentemente dunque quando mi rivolgo a lei lo faccio in italiano e da qui i nostri figli possono ascoltare ed imparare. Mia moglie si rivolge sempre ai bambini in svedese per lo stesso motivo di prima cioé quello di evitare che i bambini possano imparare suoni o parole non proprio italiane. Per quanto mi riguarda sta funzionando benissimo e sono contento dei risultati e cioé che principalmente i bimbi possano parlare con nonno zii e cugini in italiano e tu sai che non é poco. Ciao 🙂 Ah dimenticavo una cosa importante se i miei figli si rivolgono a me in svedese faccio sempre finta di non capire cosí si sforzano a cercare di esprimersi in italiano ed anche se oggi sono grandicelli e sanno che capisco e parlo fluentemente lo svedese il giochino funziona ancora 😉

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    1. Luca, quindi i tuoi si prestano al giochino di “io no capisce svedese” :D? Perché se lo faccio col mio primogenito, che ha un caratterino, s’arrabbia come una jena visto che sa benissimo che lo svedese lo capisco e lo parlo. Devo porre la questione nei termini “preferisco che tu mi parli in italiano perché lo capisco *meglio*”.

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  11. secondo me il metodo migliore è quello esposto da Luca,
    io sono cresciuto come bilingue italiano/francese, mia mamma mi ha sempre parlato in francese anche in presenza del babbo, e viceversa il babbo sempre in italiano. Importante, come ha sottolineato Luca, non mischiare, ovvero tu che sei italiano devi parlare sempre italiano,anche in presenza della mamma, e viceversa tua moglie sempre in svedese anche in tua presenza. io vedo anche tutti i miei cugini in Svizzera (ne ho una carrellata), parlano con la mamma loro in francese (essendo del cantone francese) e col papà il tedesco, essendo lui di un cantone tedesco. Se tu parli in svedese con loro, in presenza della moglie rischi di confonderli. poi quando saranno grandi potrai tranquillamente.tanto quando sono piccoli non fai grandi discorsi economici-filosofici etc…

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  12. Ho sempre pensato che i bambini con genitori di diversa nazionalità, fossero fortunati, da un punto di vista linguistico. Imparare due lingue al prezzo di una. In Svezia poi l’inglese viene da sé, mentre mia figlia al massimo impara le forme dialettali delle mie parti, nemmeno il dialetto vero che solo i nonni parlano e di solito quando lei non c’è.

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  13. Guarda, noi italiani siamo tutti bilingui (quasi tutti, dai) perché sappiamo o capiamo anche il dialetto della nostra zona. E come abbiamo fatto? Automaticamente, perché ci parlavano i nonni e lo sentivamo. Quindi non ti preoccupare. Tu parla in italiano e lei lo apprenderà. Certo, scriverlo sarà un’altra cosa, ma per parlarlo lo parlerà. Io ho un’amica svedese sposata in Italia e le sue bimbe parlano svedese con lei e italiano a scuola e col papà. Svedese lo parlano fluentemente.

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  14. I bambini fino a 12 anni circa sono molto più elastici nell’imparare una lingua. Non ho esperienza diretta (lingua madre italiano, seconda inglese, più reminescenze di francese e, dai, latino dalla scuola 🙂 ). Vedo però le famiglie che dalla Romania vengono qui. I genitori hanno come prima lingua rumeno, seconda italiano. Con i figli parlano sempre in rumeno. I figli però “magicamente” hanno un accento italiano perfetto (se sono nati in Italia). Quindi credo (ed è solo una mia supposizione) che l’ambiente in cui crescono sia il principale stimolo. Poi capiranno anche altre lingue che i genitori parlano. Quindi, come hai detto tu, credo che imparerà lo svedese che sentirà ogni giorno e in più italiano e inglese.
    Invidio questi bambini fortunati che parlano già da piccoli 3 o 4 lingue 🙂
    Tanti auguri per quando sarà 😉

    PS. Ricordo di un mio compagno delle elementari/medie che, avendo i genitori di un paese diverso da quello in cui è cresciuto e in cui sono cresciuto anch’io, riusciva a cambiare dialetto a seconda che parlava con gli amici o con i genitori, proprio come se fossero 2 lingue diverse. Il cervello umano è infinitamente potente 🙂

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  15. Caro Daniele, non devi preoccuparti di nulla, mio fratello che ha due figlie e vive in Olanda, ha usato il metodo mamma parla olandese e papa italiano la cosa ha funzionato egregiamente, l’unica cosa che ha fatto è mandarle per la grammatica e la forma a scuola d’Italiano.
    un caro saluto

    un caro saluto

    un carpo saluto

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  16. Concordo con te Daniele, anche io quando sono all’estero (fuori dall’Italia o dalla Svezia) mi viene automaticamente di parlare lo svedese, anche se potrei rispondere nella lingua locale (esempio inglese o spagnolo). E’ una cosa incontrollabile e cosi’ curiosa..
    Per la bimba non ti preoccupare. Io ho moglie svedese e alla nostra piccola parliamo rispettivamente la nostra lingua madre. Lei ascolta e assorbe tutto, ci mette forse un po’ di piu tempo dei suoi coetanei a parlare (chissenefrega).. ma riesce a gestire le 2 lingue agevolmente (molto meglio di me..).

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  17. Intanto in bocca al lupo! Immagino questi mesi carichi di pensieri ed emozioni e deve essere davvero bello! Per quanto riguarda il bilinguismo, se è quello che volete veramente (cioè siete motivati e determinati entrambi a farle parlare due lingue) allora il metodo OPOL è il migliore: un genitore una lingua. Lei comprenderà che a quel genitore ci si rivolge solo in quella lingua e le distinguerà.
    Perchè ti dico della motivazione? Perché a volte succede che quando si vive immersi in un contesto linguistico dove una delle due lingue ha il sopravvento il genitore “minoritario” un po’ alla volta si scoraggi e lasci perdere. Ma tu tieni duro! Vogliamo un italianina a Malmo! (Non ho gli accenti, scusa!)

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  18. Salve, ho avuto 3 figli da padre finlandese e ciascuno di noi genitori parlava la propria lingua, senza mai derogare, ai figli e fra di noi parlavamo inglese. Il primo figlio aveva 5 anni e mezzo e parlava le 3 lingue (frequentava una scuola materna anglofona 2 pomeriggi alla settimana) quando ci siamo trasferiti in Lussemburgo da Helsinki ed è stato catapultato in una scuola materna francofona. Siccome dopo 2 mesi cominciava già ad esprimersi in francese, sono saltata sull’occasione (in previsione del nostro successivo trasferimento in Belgio) per introdurre la lettura serale in francese. Ha seguito i suoi studi nella sezione finlandese della scuola europea, dove ha studiato l’inglese, lo svedese e lo spagnolo con profitto (sottolineo il profitto piuttosto che lo studio perché quello non mi sembra ci sia mai stato) senza mai perdere il francese grazie anche ai vari corsi di musica, sport e alle attività culturali che gli proponevo in francese, e naturalmente agli amici. Le prime difficoltà a metabolizzare un’ennesima lingua le ha avute quando ha cominciato l’università in Olanda, ma bisogna dire che, svolgendosi gli studi in inglese e essendo i compagni di svariate nazionalità ma raramente olandesi, gli stimoli a fare lo sforzo ad esprimersi in un’altra lingua erano scarsi, anche se naturalmente capiva tutto… Tutto ciò per dire che più presto le lingue sono proposte più presto sono imparate, ma anche che le reazioni possono variare molto da bambino a bambino, per esempio le sorelle parlano rispettivamente solo 5 e 4 lingue.

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  19. Io faccio un po’ fatica a parlare italiano a mia figlia quando siamo in mezzo a svedesi, perché nessuno capisce niente e quindi ‘cedo’ io. So che non é corretto ma sul serio mi mette in imbarazzo dover ripetere tutto due volte. A quanto vedo, comunque, c’é una mini-comunitá di genitori italiani a Malmö. Quindi quando il/la bimbo/a sará in etá da asilo, potrá sicuramente incontrare qualche amichetto che parla italiano.

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  20. Ciao Daniele e a tutta la comunità. Mi sono trasferito da quattro mesi anche se frequento queste terre da quasi otto anni. Trovo sempre molto utile (e divertente) questo blog per tutte le questioni pratiche da affrontare nel quotidiano. Per quel che riguarda la lingua ovviamente il mio svedese è ai minimi termini (riesco a comprendere l’essenziale ma il mio cervello ancora si rifiuta di elaborare frasi che abbiano un minimo senso compiuto) e la via meno complicata per me è l’inglese. Vorrei farti le mie congratulazioni per la pargola in arrivo e ringraziarti per le informazioni utili che ci fornisci.

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