Il reato di acquisto sesso

Dato che mi è stato chiesto qualcosa al riguardo nei commenti, chiariamo come funziona la prostituzione in Svezia: ecco… la prostituzione in Svezia non funziona! Con una legge del 1999, infatti, all’epoca unica al mondo, si decise che l’acquisto di prestazioni sessuali sarebbe stato un reato. Notate bene, l’acquisto, non la vendita.
I motivi che hanno portato a questa decisione sono sostanzialmente due. Il primo è che si è stabilito che fosse questo l’unico modo efficace di diminuire la riduzione in schiavitù di essere umani nel paese: riducendo la domanda, si sarebbe inevitabilmente ridotta l’offerta. In fase di discussione si valutò l’opportunità di discernere la prostituzione volontaria da quella involontaria, ma la cosa sarebbe stata oltremodo complicata e avrebbe offerto troppe scappatoie.
A tagliare la testa al toro, arrivò il secondo punto: l’argomentazione (sicuramente discutibile, ma efficace) per cui la prostituzione, essendo figlia di un’idea patriarcale della società è, di per sé, un retaggio contrario all’eguaglianza sociale. A questo si aggiunge il fatto che, in termini prettamente numerici, la prostituzione volontaria (quando poi lo sia effettivamente) ha un ruolo assolutamente irrilevante rispetto a quella da costrizione: visto che, in ogni caso, non ci sarebbe stata la criminalizzazione di chi si prostituisce, nessun diritto sarebbe stato, in tal senso, negato.

Su queste basi, e pur in mezzo a una miriade di discussioni e contrasti interni, le forze di centrosinistra, allora al governo, proposero la Kvinnofrid/Sexköpslagen, legge che non sarebbe mai passata se non ci fosse stato l’appoggio trasversale delle donne di centrodestra, che votarono contro le indicazioni del proprio partito.
La legge, pur avendo l’intenzione di proteggere le donne, è completamente asessuata, e riguarda quindi anche la prostituzione maschile: la decisione di criminalizzare l’acquirente si basa, oltre che su un sistema dissuasore che porti alla diminuzione della domanda, sul principio che, in presenza di un reato di questo tipo, chi vende sia di per sé in condizione di svantaggio, e non debba, per questo, essere punito ulteriormente.
Gli oppositori della legge, sostenitori di modelli simili a quelli di Danimarca, Germania e Paesi Bassi, sostennero all’epoca che, con la sua adozione, la legge avrebbe solo spinto la prostituzione in clandestinità, mettendo quindi le donne in una condizione di maggiore svantaggio, oltre al fatto di considerare ingiusto uno stato che giudichi su basi morali.

Nei fatti, però, la legge ha funzionato: i governi svedesi considerano la politica sulla prostituzione un grande successo e, anche quando c’è stato il cambio della guardia fra sinistra e destra (originariamente contraria), la legge non è stata messa in discussione. Oggi, solo una piccola minoranza di uomini e una percentuale minimale di donne è favorevole ad una sua revisione. Le voci critiche, che mettono in discussione le cifre o le metodologie alla base di esse, sono sempre più isolate, anche se c’è chi afferma che, se in pochi parlano, è solo perché il proporre modifiche è ormai diventato un tabù sociale.

Pur nella difficoltà di fare tutti i controlli del caso, chi viene beccato a comprare sesso rischia guai seri: innanzitutto la sua famiglia viene informata della cosa, e ci sono poi le conseguenze penali del caso dietro l’angolo. Non so se la cosa sia cambiata di recente ma, ancora qualche anno fa, nessuno si era fatto periodi di galera, sostituiti da pene alternative. C’è sempre, in ogni caso, chi preme per un inasprimento delle punizioni.
Dal punto di vista sociale, all’italiano che venisse in Svezia, sconsiglierei seriamente di fare battute come quelle che si sentono regolarmente fra maschi (e, talvolta, anche donne) italiani: il rischio è, infatti, quello della riprovazione e dell’esclusione!

Il sistema svedese ha iniziato, col tempo, a prendere piede anche all’estero: se la libertina Danimarca continua a non volerne sapere, Norvegia e Islanda hanno seguito la strada del regno gialloblu, e una legge simile è in discussione anche nel Parlamento francese.
In Italia, qualche anno fa, il governo di centrodestra stava varando un disegno di legge che prevedeva la criminalizzazione del cliente, subito prima che si scoprisse che il Presidente del Consiglio…

49 pensieri riguardo “Il reato di acquisto sesso

  1. Un conto è fare una legge penale un altro conto è dimostrare il reato. La proposta di legge prima e la legge (inutile) dopo ha innescato un forte dibattito culturale e gli svedesi hanni risposto con una ferma condanna sociale verso coloro che vanno a pagamento. Se uno svede va a pagamento e si venisse a sapere sarebbe (probabilmente) escluso dall’invito giornaliero per la fika… forse le donne non si siedono al tavolo con gli uomini se c’è “lui”, tutti fanno finta di non vederlo pur di non salutarlo, nessun parla più con lui, ovvero l’emarginazione sociale. Certo che queste conseguenza fanno calare e di molto i bollenti spiriti, già freddi di loro, degli svedesi ( battuta classica e vecchia ecome il cucco!  )

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    1. Beh, ma lo scopo della legge non era di condannare delle persone, ma di ridurre il traffico di esseri umani con uno strumento di dissuasione. In tal senso, non la si può considerare inutile.

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      1. La legge è stata “probabilmenteinutile” sotto il profilo penale ma la gente ne ha percepito la riprovazione sociale per cui è lecito supporre che uno svedese non compra sesso non per paura della sanzione penale quanto della emarginazione sociale.

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  2. Il traffico di essere umani è legato solo in parte alla prostituzione.
    D’altra parte esistono, nel mondo, le professioniste del sesso che operano in modo indipendente. E’ controverso, ma per esempio in Olanda esiste un servizio che si occupa in questo ambito delle persone handicappate, visto che anche loro sono esseri umani.
    Nino fa una fotografia che ritrae una società svedese piuttosto conservatrice e piuttosto ghettizzante. Purtroppo è la realtà.
    VL

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    1. Come scritto, si è discusso dell’opportunità di distinguere la prostituzione volontaria da quella che non lo è, e si è deciso che non ne valeva la candela. Peraltro è da notare come buona parte delle professioniste venga comunque “avviata” alla carriera contro la propria volontà.
      Che poi la Svezia sia un paese profondamente proibizionista, con uno stato “genitore”, non lo mette in dubbio nessuno.

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    2. Comunque sia la società svedese, a quanto pare, considera disdicevole andare a prostitute per cui la legge pare che abbia,stante le statistiche ed anche se indirettamente, raggiunto il suo scopo

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  3. E come tutti i paesi proibizionisti i suoi abitanti sfogano le proprie frustrazioni e perversioni fuori dai confini nazionali. E’ triste sapere che il numero di svedesi accusati di pedofilia e turismo sessuale in Thailandia e’ sorprendente alto. Secondi dopo gli Stati Uniti, che pero’ hanno trecentomilioni di abitanti. Sarebbe troppo semplice accusarli di ipocrisia, ma di sicuro la cosa dovrebbe far riflettere.

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    1. Il numero percentuale degli svedesi pedofili è alto perchè i pedofili svedesi sono pure scemi e si fanno beccare subito finendo di diritto al primo posto nella classifica subito dopo gli USA che hanno 300 milioni ecc…ecc…ma che ragionamento è?
      E’ ovvio che se la società svedese considera riprorevole andare a mignotte i puttanieri vanno in anonimato oltreconfine. E che hai scoperto l’acqua calda? E poi: se la società svedese considera riprorevole comprare sesso è inutile che aprano case chiuse perchè nessuno vuole correre il rischio di restare emarginato.
      Che dovrebbero fare? Osannare andare a put. per evitare che vadano all’estero?

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  4. Occhio ad una cosa, però: fondamentalmente tutta la Svezia, o quasi, va in vacanza in Thailandia ogni anno. È normale che i numeri relativi alla presenza di Svedesi lì siano così elevati.

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  5. hehe, una risposta più svedese non potevo immaginarmela.
    La cittadinanza te la meriti tutta!!
    Una spiegazione di certo tranchant, che preferisce non affrontare il problema ma giusto trovare una giustificazione che tranquillizzi tutti.
    Per dire in Svezia si trovano tranquillamente su internet siti civetta che con la scusa del nudismo ritraggono bambini nudi. E altro. Di sicuro si dirà che si vuole promuovere il naturismo.
    Le situazioni complesse non sono per Svedesi e come nel caso della prostituzione preferiscono “tagliare la testa al toro”.
    Meglio tacere quindi le statistiche che vedono la percentuale di violenze sessuali in Svezia raggiungere la cifra di 63.5 casi su 100.000, mentre in Germania (paese con più di ottantamilioni di abitanti) i numeri si fermano a 9.4 casi su 100.000. Ma si sa, i tedeschi, sti sporcaccioni, hanno una legislazione che permette alle prostitute di operare con partita iva…

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  6. Per Valerio:
    ho letto diversi articoli su com’é, invece, la situazione in Germania, Paese che ha deciso di regolamentare la prostituzione.
    La legislazione ha solo peggiorato il problema della tratta, che ha assunto proporzioni enormi (insieme all’apertura delle frontiere verso i Paesi dell’est Europa), e le ragazze sono trattate come svuotatoi per le *necessitá* maschili, le condizioni di *lavoro* (ammesso che si possa considerarlo lavoro) sono inumane e degradanti, stupri violenze e sfuttamento all’ordine del giorno. In tutto questo, la polizia ha le mani legate perché all’esterno tutto é formalmente legale e le donne si stanno prostituendo *volontariamente* sulla carta. Molti criminali si sono riciclati come magnaccia legalmente. Le prostitute che praticano veramente di propria libera iniziativa sono solo una minima parte. La malavita organizzata tiene saldamente in mano l’industria del sesso (prostituzione e pornografia, anche quest’ultima collegata alla tratta).
    Anche in Olanda stanno facendo passi indietro visto che i risultati della liberalizzazione sono stati sconfortanti.
    Quindi non vedo proprio il modello tedesco come quello ideale.
    Preferisco di gran lunga (con tutte le sue pecche ed incompletezze) l’approccio svedese.
    Io non riesco proprio a capire chi fa sesso con prostitute scegliendo di ignorare completamente le condizioni squallide e di costrizione in cui si trovano. La legislazione svedese pone (almeno in teoria) il cliente come corresponsabile dello sfruttamento del corpo di un’altra persona, e lo trovo molto giusto da un punto di vista morale. Che poi siano riusciti nell’intento é un’altra questione.

    Il fenomeno delle violenze sessuali é piú complesso da spiegare. Le percentuali di violenza sessuale dipendono sia dalla definizione di violenza presente nella legislazione del singolo Paese, sia dalla % effettiva di violenze denunciate. La maggior parte delle vittime non denuncia, e questa % percentuale puó variare da Stato a Stato (mentalitá, stigma sociale, difficoltá ad avere aiuto, ecc.).
    Suggerire (come sembra tu faccia Valerio) che le violenze sessuali sono in aumento dove la prostituzione é illegale significa suggerire che le prostitute devono esserci come *necessaria* valvola di sfogo per gli appetiti sessuali maschili, i quali, secondo questa visione, non devono e non possono essere limitati al consenso del/della partner (specifico che questi discorsi per me valgono in qualunque contesto, anche per la prostituzione maschile e quella omo, ma cito quella femminile eterodiretta perché di gran lunga piú comune). Significa anche ignorare quei Paesi (come quelli fondamentalisti islamici) dove le norme sul costume sono molto ristrette e ciononostante le violenze sessuali sono molto frequenti.
    Personalmente mi dissocio in toto da questa visione della sessualitá maschile.

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  7. sarebbe bastato leggere il pamphalet che la promotrice Merlin aveva redatto in relazione alla legge che porta il suo nome e che portò alla chiusura delle case di piacere in Italia.
    ne veniva fuori un quadro non molto dissimile da quello che hai riportato, con in aggiunta il fatto che molte delle prostitute italiane erano mentalmente ritardate e ancora di più analfabete.
    Nessuno stato dovrebbe legiferare secondo precetti morali, dovrebbe invece governare i fenomeni nel modo migliore secondo un principio di beneficialità.
    Il fenomeno prostituzione esiste, al di là che uno si associ o meno alla “visione della sessualità maschile” o peggio che dica sia “figlia di un’idea patriarcale della società è, di per sé, un retaggio contrario all’eguaglianza sociale”.
    Frasi come “Io non riesco proprio a capire chi fa sesso con prostitute scegliendo di ignorare completamente le condizioni squallide e di costrizione in cui si trovano” non sono esplicative del problema. Anzi sono figlie di una visione semplicistica della Vita, che invece è complessa.
    Il fenomeno delle violenze sessuali ovviamente non può essere matematicamente in funzione della mancanza della prostituzione legale, ma è indice invece di un Malessere interno alla società svedese che vede un approccio alla sessualità tutt’altro che disincantato. Le case chiuse possono essere una “valvola di sfogo”? Chi lo sa…

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  8. Valerio: non vedo contraddizione tra “precetti morali” e “principio di beneficialitá”. Un sistema morale (giusto/sbagliato) esiste in un certo momento storico e in un certo luogo, e da’ un’interpretazione di ció che é giusto e sbgliato a seconda della “beneficialitá” che si crede migliore in quel momento. Quando uno Stato sforna le sue leggi, applica dei concetti di “giusto” o “sbagliato” (quindi morali alla fin fine) che, a parere dei legislatori, sono quelli piú benefici per la societá del momento.
    Qualche decennio fa si credeva che il voto delle donne non fosse un beneficio sociale, e perció ne venivano escluse. Adesso c’é un’altra opinione a riguardo e quindi anche le donne possono votare. Questo per fare un esempio, ma puó valere per la pena di morte, l’omicidio, ecc.
    La societá svedese ha dei problemi di fondo legati alla violenza sessuale. In molti casi é l’uso dell’alcol: molto tutto in una volta anziché un bicchiere al giorno. Secondariamente, la mentalitá patriarcale c’é ancora, anche se sottotono, per cui esistono uomini svedesi che vivono con risentimento la perdita dei privilegi. Un altro problema é una certa deresponsabilizzazione diffusa, che puó derivare dalla politica socialdemocratica dello stato-genitore, ma anche da un sistema penale che ultimamente affibbia pene ridicolmente basse per i reati contro la persona.

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  9. bah…io non condivido questa legge. Io ho lavorato come volontario per qualche anno con un’associazione che aiutava le lucciole. Questo piaccia o meno è il lavoro più vecchio del mondo già ai tempi degli egizi c’erano le case chiuse. Voglio evitare di fare il moralista, troppo facile, senza considerare che oltre a prostitute che lo fanno anche per scelta,oltre a quelle purtroppo costrette, ci sono clienti che per diversi motivi si ritrovano a dover pagare per avere un rapporto intimo, e molte volte (almeno dai racconti delle prostitute che ho incontrato) sono persone che usano il tempo a loro disposizione anche per parlare.
    Detto questo, penso che alla fine (come succede già dalle mie parti dove viene colpito il cliente con multe attorno ai 500-700 euro)il problema lo sposti, (sempre dalle mie parti le strade si stanno svuotando per riempire gli appartamenti),e li forse è anche peggio, perché non si è sotto l’occhio di nessuno. E tutto può succedere.
    Io sono più favorevole ad un modello belga,olandese, (magari pensando a delle case chiuse più che alle vetrine sulla strada),così le ragazze non sono sfruttate in toto, sono in sicurezza sanitaria e fisica, pagano le tasse, chiaro che anche questo modello ha i suoi limiti,soprattutto sullo sfruttamento.
    Però penso anche che un sistema perfetto non esiste, e questo svedese ne è la prova, oggi prima di commentare qua mi sono fatto una ricerca su internet per incontri…il numero di pagine di escort e affini che vengono su Stoccolma è impressionante.
    Direi che questa legge onestamente ha fatto cilecca, come qualsiasi altra legge a riguardo.

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  10. Cara Morgaine,

    si può legiferare in diversi modi.
    in sistema morale (giusto/sbagliato) che come giustamente dici può essere limitato in un certo momento storico ed è il sistema su cui si basa la legislazione di alcune repubbliche islamiche.
    in principio di beneficialità che esclude di giudicare il giusto o sbagliato ma che lascia aperta la porta al dubbio. Esso decide (specie nelle questioni etiche) il “minor danno possibile”. E tanto altro che sarebbe interessante approfondire.
    Con questo non è mia intenzione far cambiare idea a nessuno, sia chiaro, ma credo, siccome siete persone intelligenti, sia giusto affrontare i grandi temi etici dipanando un quadro completo e soprattutto essendo coscienti delle situazioni complesse e contraddittorie che questi temi necessariamente si portano dietro.

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  11. Nessuna legislazione del mondo occidentale prevede il meretricio come reato penale per la semplice ragione che è impossibile da dimostrare e che lede comunque le libertà fondamentali dell’individuo.
    Può essere un reato fare sesso con una donna adulta e conseziente ?
    Ovviamente no. E se dopo aver fatto sesso le regalo dei fiori è un reato? E se invece dei fiori gli regalo un anello? E se gli presto del denaro? Neppure. Il problema penale si sposta dunque sullo sfruttamento, sull’induzione o sulla riduzione in schiavitù sul profilo penale e sul riconoscere il meretrico come lavoro sul piano morale.
    Ma riconoscere il meretricio come lavoro non vuol dire automaticamente vincere la battaglia penale.

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  12. Caro Silent,
    è molto bello il tu post, complimenti!
    Due le tematiche principali:
    la prima è che individui nei clienti una caratteristica molto comune. L’Umanità. Il cliente della prostituta non è già solamente quella persona che si immagina laida, ignorante e dallo sguardo ebete. Anzi direi che il personaggio appena descritto ha molte probabilità di piacere alle donne.
    Il cliente delle prostitute è l’umanità intera che “per diversi motivi si ritrova a dover pagare per avere un rapporto intimo”. volete un esempio? Handicappati, che molte volte vengono accompagnati dalle loro mamme. Già l’incubo che è la Vita.. spesso porta a dover sopportare anche le più grandi umiliazioni, in altri frangenti le cose si risolvono tra le pareti domestiche dando conforto ai figli che, altrimenti violenti, hanno anche loro una sessualità.
    la seconda tematica infine è l’inefficacia della legge che stabilisce un principio morale tanto caro alle parlamentari svedesi così laicamente bigotte, ma che in realtà non risolve il problema. Tolta l’efficacia cosa rimane? “La riprovazione sociale”? Non vi sembra un po’ poco?

    PS:
    Tu hai visto solo i siti visualizzabili in Italia. Ti posso garantire che molti siti che nel nostro paese sono stati oscurati dalla polizia postale qui si possono vedere tranquillamente. Specie quelli che nascondono una pedofilia strisciante, anzi direi subdola. Bene hanno fatto le associazioni anti pedofilia italiane a battersi per l’oscuramento, a quando un associazione altrettanto efficace qui un Svezia?

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    1. Deduco che tu vivi in Svezia, come me, e di siti appunto ne ho visti a dozzine. Alla fine è come il Systembolaget, aumenta soltanto il mercato nero degli alcolici, senza considerare che chi abita vicino ai confini si sposta a comprare alcol, o si fa le gite in nave (io onestamente quando mi sono sposato con la moglie svedese mi sono fatto un giretto su una nave per comprare vini e alcolici per il matrimonio)…alla fine il proibizionismo,mi sembra la storia lo insegni più che bene è controproducente. Io invece di fare leggi restrittive in tal senso, così come per l’alcol o per il tabacco, farei molta più educazione nelle scuole. Farei educazione alla sessualità, che in parte fanno, (in Italia no), ma sempre dal punto di vista più medico-tecnico che sentimentale.
      Come su tantissime cose concordo con il modello svedese, penso alle scuole (essendo maestro),dove nella mia classe ho 23 bambini e siamo 4 adulti a seguirli tra educatori e maestri…però su altre cose del sistema, come questo proibizionismo costante e latente, mi pare non produrre grandi risultati, (anche perché tra letteratura e articoli di giornali non mi pare che le cose vadano proprio benissimo qua tra le mura domestiche)…e non solo in Svezia ma ovunque nel mondo occidentale, i viaggi di quelli che non vanno solo in thailandia (a proposito le thailandesi qua in Svezia deduco siano qua tutte quante perché hanno trovato l’amore della loro vita)ma anche in altre parti del mondo,sudAmerica,Africa, magari non sfruttano il corpo di un altra persona a favore di un guadagno economico,ma il fatto che si trasferiscano da zone povere a zone ricche (pensiamo anche alle donne dell’est Europa),con un uomo occidentale, non è idea comunque di prostituzione?
      Sul punto dei diversamente abili, concordo con quello che dici, non volevo scriverlo, ma in effetti le prostitute spesse volte sono le uniche disposte a stare con queste persone che non possono avere una vita normale.
      (Per esperienza, quando ho fatto per un periodo il volontario all’ospedale di Lourdes per l’UNITALSI, o quando ero volontario in un centro per distrofici nella mia città, vedere “reazioni del corpo” di queste persone, soprattutto in vicinanza di volontarie, e vederli vergognarsi di se stessi, garantisco che non è bello. O pensare quando ci sono persone sole, che hanno un lavoro anche, ma che tornano a casa e non hanno nessuno con cui parlare, avere un contatto fisico.)

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        1. hehehhe, bella battuta!
          in realtà devi essere interessato al tema, come operatore volontario o professionale, oppure come ex vittima, oppure ancora come pedofilo.
          In realtà per avere un panorama sull’ abisso spesso basta Google.

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        2. A mio avviso la legge creerà anche problemi altrove, ma sono comunque una cosa minore rispetto al problema principale, che è stato in buona parte risolto spingendo anche ad un grosso cambiamento culturale e di mentalità. Anch’io, in passato, sarei stato per la legalizzazione della professione, ora non più.

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  13. Guarda, mi sembra una legge giusta, civile e molto al di sopra delle possibilità dell’Italia, dove la mentalità patriarcale è al di là dallo scomparire e la donna, ancora è oggetto. Un paese, il nostro dove attaccare parlamentari donne con insulti sessisti è uno sport bipartisan

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  14. Grazie per l’ennesimo post illuminante. Conoscevo già quest’aspetto della Svezia e ho sempre approvato il loro modo di approcciarsi al problema prostituzione. Non ho niente da aggiungere, mi pare che si sia detto abbastanza nei commenti precedenti (fin troppo forse? 😉 ). Buona serata!

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    1. Va bene, mi scuso se ho urtato la vostra sensibilità riferendo alcuni aspetti del problema prostituzione che spesso vengono taciuti. Evidentemente ho sopravvalutato i miei interlocutori, che in tutta evidenza preferiscono credere che qui il problema sia “in buona parte risolto”.
      saluti
      Valerio.

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  15. Nel report della polizia svedese del 2013 ho letto che solo tra il 2009 e il 2011 il numero di centri massaggi, dove sicuramente si pratica la prostituzione, sono aumentati nella solo Stoccolma da 90 a 250, per non parlare del proliferare di club privè e night club, e tutte le notti le strade dei quartieri a luci rossi si riempiono di prostitute che esercitano indisturbate.
    E’ evidente che la legge a livello pratico è stato un totale fallimento, ha avuto successo solo a livello ideologico rendendo la Svezia un paese ancora più proibizionista.
    E’ brutto vivere in un paese dove è vietato farsi un canna, andare a puttane, bere il sabato sera o vedersi un porno in hotel. Tutti questi divieti sono senza senso. Invece ho letto che masturbarsi in luogo pubblico è perfettamente lecito, che strano paese.
    Sono felice di essere italiano e considero la tua nuova nazione un paese triste e molto noioso.

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  16. Invece è bello vivere in un paese dove uno è libero di fare ciò che vuole nel rispetto di leggi che hanno un senso a differenza di quelle del tuo paese dove assurdamente vietano l’acquisto di una cosa che è lecita vendere.
    Le leggi svedesi sulla droga, l’alcool e la prostituzione sono senza senso frutto di una mentalità proibizionista e molto bigotta.
    Ma poi che senso ha vietare a un uomo di andare a puttane e poi nello stesso consentirgli di masturbarsi in luogo pubblico, come una specie di compensazione, certo che ne fanno nel tuo bel paese di leggi assurde.
    Trent’anni fa il tuo paese era bellissimo ora fa proprio schifo perché la sua mentalità è cambiata in peggio, il fatto che alle prossime elezioni un partito di ispirazione fascista rischia di prendere molti voti ne è la dimostrazione.

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  17. Se non è fascista perché nessuna altra forza politica vuole farci alleanze?
    Il suo programma politico lo letto e mi sembra parecchio fascista specie per una mentalità come quella svedese che un tempo era molto tollerante e poco propensa a dare credito a simili politici che propugnano idee così xenofobe. Ma evidentemente la mentalità svedese è cambiata.

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    1. Beh, loro non si considerano fascisti, e una delle basi dell’ideologia fascista è proprio di riconoscersi in quanto tali.
      Poi, non ho certo stima nei loro confronti, ma questo è un altro discorso.

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    2. Diamo un significato alle parole: fascista è colui che accetta disposizioni dall’alto senza criticare: credere, obbedire combattere. Qui si parla di un popolo che a suo tempo, a torto o ragione, ha innescato un dibattito sociale che ha portate a certe leggi…o forse preferivi che queste decisioni fossero state affidate ad un duce?

      Il termine fascista è molto comodo: quando non si sa che termine usare lo si tira in ballo…ma la cosa più divertente è dire che un popolo che si esprime in determinato modo è fascista, praticamente una contraddizione in termini fondandosi il fascimo sulla delega di pieni poteri ad un leader.

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      1. Il termine era riferito ad un singolo partito che non esito a definire in quel modo dispregiativo, termine che non esiterò a usare per definire la gente che avrà lo stomaco per votare un simile immondo partito alle prossime elezioni.
        Quanto al discorso sulle politiche proibizioniste del tuo nuovo paese, ribadisco la mia totale contrarietà perché inefficaci e controproducenti.
        All’inizio c’è stato un dibattito sociale come dici tu ma poi una volta approvate queste leggi sono diventate dei veri tabu sociali, chiunque osi esprimere la propria contrarietà viene duramente attaccato ed emarginato socialmente, basta vedere la televisione svedese, che seguo con la parabola, dove ogni programma sull’argomento è a senso unico, senza contradditorio, dove vengono dette sempre le stesse cose: i drogati, le prostitute, i clienti sono persone malate che vanno rieducate, anche contro la loro volontà, e devono essere messe ai margini della società perché il loro modo di vivere è moralmente contrario alla nuova morale di stato.
        Se vivessi in Svezia non avrei mai il coraggio di fare certe affermazioni, perché lo so già la brutta fine che mi farebbero fare. O aderisci al nuovo pensiero unico o finisci ai margini di questa società così perfetta che disprezza coloro che non vogliono adeguarsi.
        Tu sei un proibizionista e pertanto non puoi che ritenere giuste simili leggi che invece io radicale antiproibizionista rifiuto.
        Spero che in futuro nascerà un partito veramente liberale e antiproibizionista che darà vita a un nuovo dibattito sociale per cambiare le attuali leggi, ma non nutro grosse speranze.

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    3. Se la Xenofobia è fascismo allora gli svizzeri sono fascisiti. Ma la loro costituzione vieta la figura del capo poichè “Un’assemblea di uomini liberi non può avere capi”. Infatti non hanno un capo di stato e neppure un capo di governo.

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      1. A stento riesco ad andare dietro ai tuoi ragionamenti, comunque mi riesce difficile considerare fascista o xenofobo un popolo come quello svizzero che ha sempre usato il nobile e democratico strumento del referendum per votare le leggi più importante, se anche in Svezia ci fosse un ricorso frequente ai referendum non sarebbero state approvate molte leggi assurde. Il popolo svedese è molto più intelligente dei politici che pretendono di rappresentare la loro volontà.

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  18. Il termine fascista lo uso in maniera generica per definire partiti politici che hanno idee inaccettabili xenofobe, illiberali e fortemente proibizioniste. Sicuramente questo partito, così disprezzato dagli altri, rientra a pieno titolo in questa categoria. In Italia Forza Nuova e Fiamma Tricolore, due partiti dello 0,1%, sono i partiti più simili a questo, tant’è vero che neanche Berlusconi ha voluto stringere alleanze con loro temendo di essere accusato di essere un reclutatore di fascisti. La Lega Nord potrebbe sembrare un partito di fascisti, ma in realtà è solo un partito pieno di stupidi pagliacci capaci di fare solo ridere, tante parole pochi fatti, per questo non fanno paura e sia i partiti di sinistra che quelli di destra hanno sempre accettato di fare alleanze con loro. Recentemente i leghisti hanno addirittura proposto di legalizzare le droghe leggere e la prostituzione, queste sono le uniche due proposte intelligenti che sono riusciti a fare in vent’anni.

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    1. Sei completamente fuori strada. I Demokraterna sono decisamente più vicini a Lega e la vecchia Alleanza Nazionale che non a Forza Nuova e Fiamma Tricolore. Le forze filo fasciste di Svezia sono altre (Revolutionära Fronten in primis, negli ultimi anni) e sono fuori dal parlamento.

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  19. intervengo in quanto svizzero. (per il 50%). La Svizzera non è senz’altro fascista, ne comunista (se analizzate le due realtà sono più simili di quanto si creda),ma è senz’altro una nazione fortemente liberale,in tutti gli aspetti della vita. E’ una versione mignon dell’idea americana di uomo e di società, con alcune accortezze sociali, (ad esempio anche in Svizzera vige l’assicurazione sanitaria, ma lo stato interviene laddove ci siano difficoltà economiche, o non ci sono i casi di assicurazioni che non pagano gli interventi sanitari perché l’assicurazione non copre, ci sono ammortizzatori sociali, si vota almeno due volte l’anno i referendum, etc etc) senz’altro però la Svizzera chiede molto agli immigrati, fa discutere senza dubbio la scelta che la confederazione elvetica pone ad esempio a chi proveniente da paese svantaggiati entra in Svizzera per stabilirsi, infatti (ora le cifre esatte non le ricordo) offre dei soldi per stare fuori dal territorio svizzero, ma se uno decide di entrare e rimanere allora deve accettare tutte le regole della Svizzera e integrarsi nella società, il passaporto ad esempio viene rilasciato dopo 10 anni di permesso di soggiorno e si deve dimostrare che si conoscono almeno 10 persone (famigliari esclusi chiaramente),con cui si hanno rapporti costanti. E sapere la lingua del cantone.
    Sulla Svezia, indubbio che certi argomenti siano tabù, e come ho detto ad esempio sulla prostituzione, l’aumento di siti internet, centri massaggi particolari, club privè etc sono in aumento, io onestamente più che fidarmi di quello che giornali e politici dicono (sono tutti bravi a spacciare numeri e statistiche)andrei in giro a vedere, ora non so in città come Malmo o Goteborg (scusate ma non ho gli accenti su questa tastiera),ma a Stoccolma la situazione non mi pare diversa da città come Milano.
    Il partito di Sverige Demokraterna, è nato e ha seguito perché è stata la stessa mentalità standardizzata e omologata svedese a produrre questo movimento. Discutendone con mia moglie mi ha detto chiaramente che a scuola ad esempio non si parla molto di politica, e ad esempio quando questi di SD stavano muovendo i primi passi, venivano già isolati ai tempi, senza dare possibilità di dibattito,ma così facendo hanno soltanto creato terreno fertile,dove le persone meno preparate, e sono davvero tante qua in Svezia (basta vedere anche i giornali che tristezza che fanno),e sono state subito accalappiate con gli slogan più semplici e standard.
    Una nazione che ha avuto negli ultimi 114 anni 90 anni di guida di un solo partito, Social Demokraterna, qualche problema di dibattito vero deve avercelo.
    Chiudo dicendo che sono d’accordo uno stato proibizionista alla lunga perde la battaglia, è un fatto psicologico, proibire, come si fa con i bambini, porta solo l’effetto contrario perché aumenta la voglia di fare qualcosa di “fuori legge” il gusto per il rischio, per la trasgressione che è in noi. E’ antropologico. Invece puntare sull’educazione, fatta bene, con discussione, etc può fare molto di più di mille divieti.
    Infine penso che, almeno per le mie esperienze, il rischio che se dici la tua sei fuori dalla società, non sia così alto, come sempre dipende da chi incontri. Io ad esempio per il lavoro che faccio, non ho problemi a dire di fare in modo diverso, o che non concordo etc…se giustifichi il perché,almeno per le mie esperienze ripeto, ho sempre trovato gente aperta. Anche perché consideriamo che si parla tanto di Svezia qua e la, anche in Italia, ma ad esempio la scuola metà è basata sui modelli di Reggio Emilia e Montessori, e guardano all’Italia per tantissime altre cose. Per cui non li ho trovati così chiusi, vanno educati al confronto.

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  20. Il proibizionismo è l’acqua del pesce Mafia. E’ chiaro pensare quest’ultimo fattore. Inoltre, il divieto d’acquisto di prestazioni sessuali a pagamento tra soggetti adulti e consenzienti è una palese violazione dei diritti umani, garantiti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. http://www.webalice.it/cstfnc73/prostituzioneconvenzionedirittiuomo.htm
    In più in ambito di Unione Europea, il reddito del meretricio deve essere tassato http://www.webalice.it/cstfnc73/prostituzionetassataunioneeuropea.htm
    e di conseguenza, il cliente non potrebbe essere punibile, soprattutto se le corrispondenti professioniste godono dell’assistenza sociale per i liberi professionisti, come di recente è stato dichiarato dalle magistrature svedesi. Questo significa che la legge svedese sul sesso a pagamento potrebbe benissimo essere disapplicata.

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    1. È quel “consenzienti” che ti frega.
      Perché io sono assolutamente antiproibizionista quando si tratta della propria persona, ma quando ci sono crimini contro gli altri alla base del sistema, le mie certezze crollano.
      Se quasi sicuramente le varie olgettine che vogliono fare soldi facili con Papi hanno effettivamente scelto il loro mestiere, le ragazze che fanno il mestiere per poche decine di euro (e che rappresentano di gran lunga la grande maggioranza del sistema) sono state picchiate, violentate e messe lì non certo per propria volontà, e vivono quotidianamente in uno stato di terrore e violenza. Chi si illude del contrario, vive nel mondo delle favole.
      Poi certo: magari, quando si affrancano dal sistema continunano comunque a farlo “volontariamente” perché ormai non sanno che altro fare nella vita…

      Il problema è questo: è facile essere antiproibizionisti con i genitali degli altri. Poi sia chiaro: non critico l’idea di principio secondo cui quello che succede fra due adulti consenzienti sia solo affari loro (e, perché no, dell’ufficio tasse) ma, sulla questione, trovo che il sistema svedese sia quello che più fa per risolvere il problema più grande.

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      1. Ti sbagli. Difatti, in ambito di prostituzione tra soggetti maggiorenni, mi domando il motivo per il quale a cadere vittime della tratta di persone a sfondo sessuale debbano essere sempre le donne straniere, mentre quelle italiane ne debbano essere quasi esenti, sia in Italia, sia all’estero ed il motivo per il quale i marciapiedi del sesso a pagamento si svuotano durante le vacanze natalizie e pasquali; per non dire di vedere le stesse professioniste ai lati delle vie con un telefonino ed addirittura con un’autovettura in mano. La risposta è quella che la schiavitù del sesso a pagamento non è molto diffusa.

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        1. Condivido le cose da te dette e aggiungo che in Svezia le prostitute di strada rappresentano meno del 5% del totale quindi anche se le cose dette da Daniele fossero vere ciò non giustificherebbe una legge che senza fare alcuna distinzione criminalizza tutti i clienti.
          In Svezia il 95% e oltre delle prostitute lavorano in appartamento, nei tanti centri massaggi e club privè che fioccano come funghi da quando la legge è stata fatta, pretendendo cifre che vanno dalle 2000 corone in su per prestazioni che durano massimo mezz’ora; guadagnano tanti soldi che non potrebbero guadagnare in altro modo e a questo aggiungiamo che non sono costrette a pagare le tasse, ricordiamoci che la Svezia è il paese europeo con la più alta tassazione si arriva quasi al 50% peggio dell’Italia.
          Le prostitute sono le uniche lavoratrici in Svezia che possono evadere il fisco senza rischiare la galera perché questa legge riconoscendogli lo status di vittime le esenta dall’obbligo di pagare le tasse.
          Nelle strade svedesi trovi ormai solo prostitute anziane, tossiche, africane e le straniere senza permesso di soggiorno che sono costrette a vendersi per massimo 1000 corone non perché sono state stuprate e ridotte in schiavitù come racconta il titolare di questo blog bensì perché per ovvie ragioni non possono lavorare nei tanti bordelli che clandestinamente esistono in Svezia dove preferiscono donne giovani bianche in salute e munite di permesso di soggiorno.
          Comunque prendere 1000 corone per una prestazione che dura meno di 5 minuti, senza neanche pagare le tasse, non mi sembrano pochi soldi soprattutto in tempi di crisi; in un giorno una di queste poverette guadagna ciò che un povero svedese guadagna lavorando come un cane dalla mattina alla sera in un mese di duro lavoro pagandoci sopra pure le tasse.
          La compassione pertanto la riserverei solo per questi svedesi non certo per queste signorine che riescono a guadagnare così tanto esentasse perché i politici si sono inventati una simile legge.

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  21. Il sistema Svedese non risolve un emerito.
    basta guardare quanta prostituzione gira sul web in Svezia. (ma tu Daniele preferisci non guardare, che fa più comodo).
    La legge svedese stabilisce un principio che non è in grado di governare, e preferisce lasciare queste povere donne, queste sfortunate povere criste, ai margini della società, violentate e picchiate. Magari uccise, tanto non c’è anagrafe. Preferisce come te girarsi dall’ altra parte e lasciare che succeda. Preferisce non siano controllate a livello sanitario/psicologico e magari con una pensione. La Svezia preferisce il bigottismo. Complimenti!

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  22. Non é vero che la maggior parte delle prostitute é stata costretta a scegliere quella attività. Tra le tante risorse in rete prodotte da chi non é guidato dal dogmatismo femminista e quindi giunge a questi risultati c’é, per esempio per la Gran Bretagna, lo studio del ricercatore Nick Mai (http://theconversation.com/only-a-minority-of-uk-sex-workers-have-been-trafficked-21550) che trova un 6% di donne in qualche modo ingannate o costrette. Ma sono sicuro che si trovino risultati simili per ogni paese occidentale. Di conseguenza, non é vero che la legge svedese é stata fatta per proteggere le donne costrette con la violenza a prostituirsi, ma solo per raggiungere la cosiddetta, deprecabile, uguaglianza di genere, reprimendo e rieducando la sessualità maschile, e negandone la naturale diversità da quella femminile, differenza che si esprime anche con il ricorso al sesso a pagamento. Infine, non é vero che l’Italia ha considerato in passato il modello svedese: il disegno di legge Carfagna, linkato nel post e mai approvato dal Parlamento, indipendentemente dagli eventi giudiziari che hanno coinvolto Berlusconi, prevedeva solo la criminalizzazione della prostituzione stradale, e intendeva colpire sia la prostituta che il cliente.

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  23. Seguo sporadicamente il tuo blog, e lo trovo valido…Dal mio punto di vista, rafforzato anche da un amico che abita in Svezia con compagna Svedese, però la legge è frutto di una società eccessivamente perbenista e femminista. Se la prostituzione in Svezia fosse legale, magari i maschi locali avrebbero uno sfogo senza dover per forza sorbirsi compagne “che li tirano in strada”. Il mio amico stesso per far camminare la sua compagna al suo livello ha dovuto lottare e lo stesso per convincerla che se uno la importuna è normale che sia lui a mettere le cose in chiaro. Per non parlare della situazione economica, ora la Svezia non ha problemi, ma l’Italia si avvantaggerebbe di un’introito extra senza tassare i cittadini. In Germania fanno così, e la prima ad essere favorevole alla legislazione attuale è l’associazione delle sex-workers che riunisce escort e mistress(quindi non propriamente antifemministe anzi). Poi cose come la storia della propaganda al “pisciare seduti”(scusa l’eventuale volgarità) o la lotta al machismo sono patetiche. Le Svedesi si perdono un compagno protettivo.

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  24. “Reprimendo la naturale sessualità maschile che si esprime anche col sesso a pagamento”. Grazie, Pino 59, hai espresso perfettamente l’argomento principe che ha portato la Svezia, paese ahimè molto più civile del nostro, a intraprendere il percorso di legge di cui si discute. Ti citerò sempre, quando dovrò spiegare ciò che per me è l’acqua calda, cioè il fatto che la prostituzione è di per sé figlia della più becera cultura maschilista. E che quindi i paesi che hanno a cuore l’eguaglianza di genere non possono non stigmatizzarla.

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    1. E come mai le sex workers Tedesche sono favorevoli all’attuale soluzione(Mistress comprese), e come mai per la legge Francese le prostitute sono state le prime a protestare? Fra l’altro la prostituzione dovrebbe essere lecita anche al maschile.

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