Articolo 48 della costituzione (ovvero: avete rotto!)

Costituzione

Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.

Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.

Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

Non mi è mai piaciuto esprimere opinioni politiche tramite questo blog perché ritengo che non sia questo lo scopo dello stesso, e, quando qualcosa è trapelato, la cosa è sempre avvenuta in maniera misurata.

Al referendum io ho votato, come ogni volta che mi è stato possibile, esercitando il mio diritto/dovere. Cosa ho votato non è importante in questo contesto e non lo dirò qui: potrei tranquillamente aver votato per il sì come il per no. Potrei anche avere annullato la scheda (scelta che ho sempre ritenuto legittima).

Quello che però mi sta facendo sempre più imbufalire, negli ultimi anni, è il continuo tentativo di delegittimare il voto degli italiani all’estero. Allucinante poi, che questi tentativi di delegittimazione avvengano da esponenti politici che dovrebbero avere ben chiara la costituzione (che magari si vantano anche di difendere) e che dovrebbero invece rallegrarsi del fatto che i cittadini partecipino alla vita politica. Questa volta, quindi, mi sfogo.

Voti comprati

contro-salvini

La costituzione parla chiaro: leggetela qua sopra, stampatevela nella testa e fatevene una ragione.

Ora, non sta a me di spiegare perché la vita degli italiani all’estero sia comunque influenzata in maniera diretta dagli eventi che accadono in Italia. Potrei elencare le mie questioni personali, ma sarebbe comunque una delle mille sfaccettature dell’argomento. Potrei parlarvi della gestione della politica estera, delle tasse sulle proprietà, delle famiglie divise su due nazioni, della necessità di interfacciarsi con le autorità italiane e di mille altre cose… ma c’è tanta letteratura al riguardo che spiega queste cose meglio di quanto farei io, e vi invito a cercarla (e leggerla!) in rete.

Quello che però mi fa veramente incazzare è il concetto, ribadito spesso, per cui “se vincono gli altri col voto degli italiani all’estero è perché ci sono dei BROGLI

Dipende da chi vince!
Dipende da chi vince!
Gente che non ha assolutamente idea dei meccanismi elettorali e straparla di schede che votano in sedi di partito.
Gente che non ha assolutamente idea dei meccanismi elettorali e straparla di schede che votano in sedi di partito.
E quando vincono gli altri?
E quando vincono gli altri?

Ora, sinceramente, piantatela.
Tutti: destra, sinistra, sopra, sotto, in mezzo, si, no, boh, bla, non me ne frega nulla.

Gli italiani all’estero hanno tutto il diritto di votare e, di conseguenza, il loro voto ha il diritto di essere decisivo se le circostanze lo prevedranno. Rispettate il concetto di democrazia, per cui può vincere anche l’altra parte, evitate di fare vergognosi piagnistei e insinuare sospetti vergognosi e patetici quando i cittadini fanno il loro dovere.

Poi vogliamo discutere? Discutiamo.

  • Ius sanguinis: forse è vero. Forse l’Italia lo estende per troppo a lungo anche a generazioni che, ormai, hanno perso ogni contatto con la terra d’origine. Ricordatevene però anche quando la vostra squadra preferita compra il giocatore brasiliano grazie al passaporto italiano di mille generazioni fa, o quando si provano a proporre lo ius solis o una naturalizzazione facilitata (perché se i figli di uno che va all’estero devono perdere la cittadinanza, devono poi per forza potere acquistare quella del paese in cui vivono). La Svezia fa così: se i discendenti non fanno attivamente richiesta per mantenerla al compimento della maggiore età, possono perdere la cittadinanza. Però la Svezia concede la naturalizzazione molto più facilmente dell’Italia. Vi va bene?
  • Immagino che Gabriele, che scrive sulla pagina di Salvini, sia favorevole a dare il voto agli stranieri residenti in Italia, dato che devono preoccuparsi di dove vivono.
    Immagino che Gabriele, che scrive sulla pagina di Salvini, sia favorevole a dare il voto agli stranieri residenti in Italia, dato che devono preoccuparsi di dove vivono.
  • I cittadini all’estero non devono poter votare: è la costituzione, baby, ed è un diritto per cui ci si è battuti. Al limite si può fare come fanno altri paesi che, a intervalli regolari, prevedono che i residenti all’estero si ri-registrino come elettori, invece che mandare automaticamente tutto a casa anche a chi non se ne è mai curato. Parliamone.
  • Il voto per posta vuol dire che si possono fare brogli: il voto per posta si utilizza in tanti paesi (a volte anche internamente) per garantire ai cittadini la possibilità di esercitare un diritto. Il meccanismo utilizzato (l’ho già descritto in passato, evitate di parlare della bufala delle schede vidimate, che qui non si usano) è, tutto sommato, un compromesso abbastanza funzionale fra segretezza e certezza del voto. Tocca poi ai rappresentanti delle parti in gioco vigilare sull’operato degli scrutatori. Esattamente come in qualunque seggio. Dove i brogli non sono mai esistiti (sarcasmo). Al limite si può rivedere leggermente il meccanismo: in Svezia, ad esempio, c’è forse una maggiore certezza su cui abbia effettivamente votato (si firma la busta, e due testimoni controfirmano), ma di conseguenza c’è anche meno segretezza. Dai e togli, sempre un compromesso è.

Ma ripeto: non è una questione di cosa io abbia votato, perché in realtà non lo sapete. Questo post e i commenti ripresi da Facebook sono per difendere la legittimità del voto e solo per quello: difenderò il risultato qualunque sia, anche se non dovesse essere quello che ho espresso io. E, soprattutto…

SVEGLIAAAAA!
SVEGLIAAAAA!

16 pensieri riguardo “Articolo 48 della costituzione (ovvero: avete rotto!)

  1. Non ci siamo.
    Se un italiano all’estero vuole avere i miei stessi diritti e deve anche avere i miei stessi doveri e quindi: alzate le chiappe dalla sedia e recavetevi al Consolato più vicino con un documento valido e la tessera elettorale, lì troverete alcuni di voi che fanno gli scrutatori, altri il presidente ed il vice presidente ed qualcun altro assume la funzione di sostituto ufficiale di Pubblica Sicurezza. Poi fate lo scrutinio e consegnate il verbale al Console che lo farà pervenire con valigia diplomatica a chi di dovere. Perchè no? Cosa c’è che in tutto questo non vi garba? Forse che per andare al più vicino Consolato ci vuole una giornata? pazienza, la democrazia vuole i suoi sacrifici!

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    1. Bello. Forse non sai che in Svezia (e in gran parte degli altri paesi) non esistono consolat realii, c’è solo la cancelleria di Stoccolma.
      Poi ci sono consoli onorari che lavorano gratis in casa o in locali che affittano per altri scopi, e che dedicano per qualche ora alla settimana all’attività.
      Ma, a parte tutto, proprio perché si parla di diritti, anche andare a un consolato non è equiparabile a chi ha un seggio a pochi chilometri da casa.

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    2. Condivido pienamente con Nino.
      Senza documenti si intende dire che a porre il segno nella scheda puo´ essere l´elettore o chiunque altro interessato al risultato del voto.

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      1. Certo, ma così facendo ci sarebbero più reati, a partire da appropriazione indebita di posta indirizzata ad una persona.
        Poi, a punto, è una questione di compromessi fra due esigenze diverse, entrambe riconosciute dalla costituzione stessa: la certezza del voto e la possibilità di garantire a tutti la possibilità di votare. Qualcosa devi concedere.
        Come detto, per il voto postale in Svezia ci sono due testimoni che controfirmano e garantiscono che è stata una certa persona a firmare. A me andrebbe bene anche così, anche se il voto diventerebbe meno segreto (le buste attuali italiane sono completamente anonime, salvo il tagliandino con il codice del votante). È sempre una questione di compromessi: per qualcosa che dai, devi togliere qualcosa.

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  2. Ho diviso il post volutamente in due parti.
    Se in Svezia si vota per posta o al supermercato e senza documenti sono loro ad essere nello sbagliato non noi. Nelle votazione si deve sempre essere sospettosi, a prescindere. Io non dico che il voto degli italiani all’estero è fasullo, ci mancherebbe! ma che la possibilità di barare è alta .

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  3. In Svezia si vota per posta con un voto controfirmato da due testimoni. Se la pensi così hanno ragione coloro che affermano che i voti degli italiani all’estero inquina la realtà sociale italiana perchè vivono in….un altro modo…Eh si, perchè se uno afferma una simile cosa (sicuramente vera) vive proprio fuori dal mondo italiano…un napoletano (i napoletani hanno la nomea di essere dei bravi imbroglioni..anche sui catanesi non si scherza) al solo pensiero dei trucchi ipotizzabili si sganascerebbe dal ridere! Siamo seri: il solo sospetto di brogli all’estero, ed ogni volta è la solita storia, butta veleno sull’esito elettorale…e fra il veleno e l’eliminazione della circoscrizione estero preferisco la seconda.

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    1. Tu quindi preferisci togliere un diritto a milioni di cittadini. Io preferisco, a nome di quei milioni di cittadini, mandarti apertamente e senza ipocrisie a fare in culo. Buona giornata a te.

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  4. Onestamente tutta questa polemica ha proprio dell’assurdo. Il voto e’ un diritto e un dovere legato alla cittadinanza. Molti italiani all’estero (io in primis) non votano poi cosi’ spesso. Si vota se si e’ inforati e si prende parte alla vita politica italiana. Vendere il voto? Ma dove vivete? Io sono in Svizzera, onestamente tutta questa cosa dei brogli ha dell’assurdo proprio. Anch’io sono d’accordo sul fatto che la cittadinanza italiana forse e’ estesa troppo a lungo, il che pero’ e’ un altro discorso. E dato che non si puo’ essere apolidi o si mantiene la propria cittadinanza o ci si naturalizza. A diffeenza di molti altri paesi in Italia la naturalizzazione non e’ cosi’ semplice. Tra l’altro mi immagino questi personaggi da 4 soldi cosa avrebbero detto all’idea di un voto referendario fatto dagli “immigrati”. Quindi alla fine non si puo’ avere tutto. Riguardo ai seggi consolari, spero sia uno scherzo. In Svizzera ci sono circa 600,000 italiani. Come potrebbero mai votare in due o tre miseri uffici consolari??!!

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  5. Nino sei in torto marcio. C’è gente che è da 20 anni all’estero ma che comunque si sente italiano (perché non dovrebbe dico io!), e si informa e magari ne sa più di molti italiani che manco hanno avuto la voglia di leggersi il quesito referendario, con in testa “Renzi a casa!”. Fare di tutta l’erba un fascio non ha senso, nè da una parte nè dall’altra. Il discorso di pensare anche solo di togliere il voto ai cittadini all’estero è per me FUORI DAL MONDO. Noi inquiniamo il voto? Ma sei fuori, eh. “I napoletani hanno la nomea di essere dei bravi imbroglioni… anche sui catanesi non si scherza”: io sono ligure, ma… ti sembra un discorso da fare dico io? Si, certo ora Renzi avrà fatto un elenco dei catanesi e napoletani e ha mandato uno a bussare di porta in porta “Salve, sono un funzionario dell’ambasciata. Le andrebbe andare a votare sì per 20 euro?”. Suvvia. Nino ti voglio dare comunque in parte ragione: al referendum la percentuale di schede nulle (quasi 10%) dall’estero rispetto al poco più dello 0,5% in Italia fa capire che certe volte la cittadinanza è effettivamente estesa per troppe generazioni, verissimo. Dovrebbe esserci un limite da parte della legge, ma dire che una persona nata in Italia figlio di italiani che per lavoro o per questioni di matrimonio sta all’estero deve essere privato di un suo diritto fondamentale ha dell’incredibile per me.
    Il modo in cui parli fa capire che non hai mai avuto una esperienza di vita all’estero e che consideri noi, quasi 5 milioni di persone, cittadini di 2° categoria. Mi spiace per te. Comunque Renzi deve imparare a brogliare meglio le schede e a trovarsi matite copiative migliori perché evidentemente tutti i presunti sforzi che ha fatto non l’hanno salvato. Pace all’anima sua.

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