Come probabilmente saprete, la Svezia ha deciso di rompere con la propria tradizione di neutralità (cosa che in realtà era già avvenuta in parte con l’adesione al Trattato di Lisbona dell’Unione Europea) e mandare la richiesta di ingresso nell’Alleanza Atlantica. L’invio formale è avvenuto ieri, uno storico 18 maggio 2022.
Ciò che si teme è, ovviamente, un’invasione da parte della Russia. Qualcuno può ancora chiedersi cosa possa mai volere Putin dal Regno delle Tre Corone, ma la questione è nota da tempo: l’isola di Gotland è strategica per il controllo del Baltico e per la protezione dell’enclave di Kaliningrad, nel caso la Russia decida di esercitare pressioni (o peggio) sulle repubbliche baltiche.
Personalmente quella dell’adesione è una scelta che non condivido: trovo che la neutralità conferisse al paese un ruolo di livello più alto nelle mediazioni internazionali e che, soprattutto, la decisione esponga maggiormente il paese a possibili conseguenze e rischi di escalation militare. Inoltre mi piace molto poco l’idea di una Svezia soggetta ai ricatti di gente come Erdoğan, o ai capricci del presidente americano di turno (ammetto di essere molto preoccupato per un possibile ritorno al potere di Trump). Insomma, trovo che i possibili vantaggi dell’appartenenza alla NATO siano decisamente minori rispetto agli svantaggi e i rischi ad essi associati.
Magdalena Andersson e il resto del governo svedese non la pensano però così. E hanno tutto il diritto di farlo, e agire di conseguenza.
Si sta discutendo molto, anche fra gli italiani residenti qui, di come un governo eletto senza un mandato per aderire all’Alleanza (fino a Febbraio, i socialdemocratici erano assolutamente contrari) abbia deciso di farlo in fretta e furia, senza consultare il popolo in un referendum.
C’è che dice che lo abbia fatto perché i sondaggi post-invasione dell’Ucraina mostrano una forte voglia di adesione, e che così facendo si eviti di farne una questione elettorale in vista delle prossime elezioni autunnali.
Ammetto senza problemi di essere stato il primo a pensarlo, ma alla fine bisogna riconoscere che è in buona parte dietrologia.
I punti fondamentali sono questi:
- Io “pago” un governo per prendere decisioni importanti e veloci nei momenti di crisi. Che io condivida o meno queste decisioni è una questione a parte, e alle prossime elezioni deciderò se premiare o meno le scelte di governo di questi ultimi anni: la democrazia rappresentativa funziona così!
- La Andersson e i suoi ministri hanno accesso ad informazioni sulla sicurezza nazionale cui io non ho accesso, e che non possono essere diffuse per ovvi motivi
- Se anche avessi per qualche strano motivo accesso alle suddette informazioni, probabilmente sarei in grado di capirle solo per sommi capi e finirei per avere ancora più dubbi che prima
Insomma, per quanto non approvi l’iniziativa, a differenza di diversi altri connazionali (di entrambe le nazioni), non ho obiezioni sul fatto che si sia presa una decisione al riguardo senza passare da una consultazione popolare: quella del governo è una scelta assolutamente legittima la cui urgenza è stata giustificata dalle circostanze attuali. Speriamo solo di non pagarne le conseguenze!
