Una delle cose che leggo/sento più spesso, quando sento parlare della strategia svedese è “la Svezia è riuscita contenere la pandemia senza sovraccaricare gli ospedali”. Vorrei controbattere a questa affermazione con due grafici, presi direttamente dal sito di Folkhälsomyndigheten e quindi ufficialissimi.

A sinistra trovate i nuovi decessi per giorno. A destra i nuovi ricoveri in terapia intensiva per giorno. Ecco, adesso soffermatevi sulle differenti scale, e riflettete un attimo. Penso sia chiaro: per ogni due persone che morivano, ne provavano a curare una. Capito perché non si è andati in saturazione?
È una cosa di cui avevamo già discusso in passato: come spiegato nell’aggiornamento al post Di anziani e terapia intensiva negata, effettivamente si è deciso di iniziare a fare selezione all’ingresso al riguardo di chi aveva diritto alle cure.
E sia chiaro, non si parla solo delle terapie intensive più acute, come le intubazioni. Un larghissimo numero di anziani è stato lasciato nelle abitazioni e negli ospizi senza cure di base. Solo morfina e cure palliative. Niente ossigeno, niente anticoagulanti, niente endovene.
Lo racconta (fra gli altri) il Dagens Nyheter, uno dei quotidiani più autorevoli di Svezia, non certo una testata complottara o apioristicamente antigovernativa.
Bisogna conoscere un medico per poter vivere?
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In primavera si diceva che era importante proteggere gli anziani dal COVID-19. Ma proprio la maniera in cui sono stati trattati gli anziani lascia una ferita aperta
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Perché gli anziani sono stati lasciati morire senza cure?
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Nonostante ci fossero posti disponibili, agli anziani malati di COVID-19 sono state negate le cure a più riprese
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(Viene raccontata la storia di un anziano salvato dal figlio medico, che all’ennesimo rifiuto ha sfruttato i propri agganci per costringere l’ospedale a farlo ricoverare)
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Ciò di cui si necessitava non era trattamento coi ventilatori, ma le cose con cui le cliniche geriatriche lavorano normalmente: trattamento endovena, anticoagulanti, ossigeno.
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Il sapere questo ha salvato la vita di Claes Hildebrands. Ma c’è stato bisogno di un figlio capace di affrontare la discussione, che in più era un medico.
Si dirà, “anche in Italia ad un certo punto si sono lasciati gli anziani senza cure”. Vero (probabilmente). La differenza è che in Italia lo si è fatto quando si è arrivati alla saturazione, e solo nelle zone interessate. In Svezia lo si è fatto per non andare in saturazione. Razionalmente e cinicamente potrebbe essere stato un approccio giusto, per riuscire a garantire le cure a chi aveva una possibilità maggiore di salvarsi. Moralmente ed eticamente lo sarebbe stato solo se si fosse fatto qualcosa per evitare di arrivare a quella situazione, se si fosse cercato seriamente di limitare il contagio. Il problema è che questo qualcosa non lo si è fatto, e quindi la scelta è stata eticamente inaccettabile.
Quello che non si può fare a meno di chiedersi è come sia possibile che le persone che hanno sbagliato tutte le valutazioni e le previsioni da febbraio ad oggi, possano essere ancora al loro posto. Se finalmente si cominciano a vedere qualche crepe nella fiducia nei confronti di FHM, è davvero intollerabile vedere Anders Tegnell e i suoi ancora lì. In qualunque altro posto, chi ha letteralmente sbagliato tutto sarebbe stato mandato a casa da tempo.

Fonte: https://twitter.com/DrEricDing/status/1327770748036009987/photo/1
Ormai sono in molti a concordare nel fatto che l’atteggiamento di FHM, il loro sottovalutare continuamente il problema e mandare segnali discordanti, abbia contribuito a fare sì che 1) le regioni siano arrivate impreparate alla seconda ondata 2) la popolazione si considerasse fuori pericolo cominciando ad avere atteggiamenti più liberi.
Forse anche per questo, Stefan Löfven e il Ministro della Salute Lena Hallengren hanno iniziato a farsi vedere più di frequente in televisione. Speriamo che sia l’inizio di un cambio importante!