Si cambia!

Dopo due anni e mezzo in Atea, a lavorare per Tetra Pak, da oggi inizia una nuova avventura: mi prendo il rischio di un contratto temporaneo in QlikTech, una compagnia che sviluppa software di business intelligence.
Mi occuperò di fare assistenza ai clienti per la parte server.
I motivi di questa scelta sono molteplici: voglia di cambiare, tornare a fare un lavoro più in linea con il mio livello di competenze, avere uno stipendio (decisamente) migliore.
Un bonus: pur essendo il lavoro sempre in Lund, mi risparmio un quanto d’ora a viaggio, dato che mi evito di prendere il treno.
Se la scommessa pagherà è da vedere, ma sono decisamente ottimista.
Si comincia!

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Tutto il mondo è paese

Ieri sera il sud della Svezia è stato colpito da una dei più grandi uragani che si ricordino, la prosecuzione di quello che in Inghilterra è stato chiamato Saint Jude. Per questioni di santi sul calendario, che sono diversi, il nome assegnato localmente a questa tempesta di vento è stato Simone, ma il succo è stato lo stesso. Certo, dopo avere sfogato la propria potenza in Irlanda, Regno Unito, Olanda e Danimarca, la tempesta di vento ha sicuramente perso un po’ di forza al suo arrivo da queste parti, ma i disagi non sono mancati. Ci sono stati ingenti danni alle cose, ma pochi alle persone: la cosa è stata merito dell’organizzazione di sicurezza, che ha saputo gestire ottimamente l’emergenza.
L’autorità Trafikverket ha disposto la chiusura senza precedenti di tutto il traffico ferroviario, senza mezzi sostitutivi, già dal primo pomeriggio, costringendo di fatto molti pendolari al rientro anticipato. Gli asili sono stati chiusi, e molte aziende (ma non la mia, ovviamente) hanno autorizzato i dipendenti a rientrare a casa prima dell’arrivo della tempesta. Persino Emporia ha chiuso con un paio d’ore d’anticipo!
Rientrare a casa nel mezzo dell’uragano non è stato per nulla bello, con la macchina in balia del vento, e oggetti ed edifici che se ne volavano qua e là. Ad Entrè, il centro commerciale in prossimità del quale i colleghi mi hanno lasciato, ho avuto la fortuna di vedere una porta di vetro andare in pezzi proprio nel momento in cui stavo per passare; sotto casa ho dovuto accuratamente evitare un angolo in cui cadevano le tegole dal tetto.
Dentro casa si stava tranquilli, ma non troppo: abbiamo cercato di mettere in sicurezza la porta del terrazzino, mentre il vento pulsava forte contro le finestre (ricordo che qui non esistono serrande o persiane) e le tegole continuavano rumorosamente a cadere sulla strada, il marciapiede, e le auto sottostanti. A quelcuno è andata peggio: noi almeno avevamo la corrente elettrica, mentre 70.000 persone sono rimaste senza.

Tegole cadute, questa mattina.
Tegole cadute, questa mattina.

Insomma, non ce la siamo passata bene ma, tutto sommato, poteva andare molto peggio: un po’ grazie all’organizzazione, un po’ grazie alle caratteristiche orografico-territoriali (in Italia sarebbe stato un disastro), lo Skåne ne è uscito benino. Qui una minigalleria fotografica.

Ancora questa mattina ci sono pesanti disagi, con molti treni cancellati o in ritardo, ma la situazione sta tornando alla normalità. Il cielo è coperto ma, per ora, non piove e non c’è vento.

In tutto questo casino, quale era, secondo voi, la notizia principale sui siti web dei giornali locali, ieri sera, dopo che l’allarme era passato? Ma, ovviamente, la vittoria nel campionato di calcio del Malmö FF!

Malmö FF Guld

E anche stamattina le locandine non scherzavano.

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Insomma. Per tutti quelli che dicono “Solo in Italia, il calcio…”

Berit

Ieri ci è venuta a trovare Berit.
Berit è la più grande tempesta che abbia colpito la Svezia da parecchi anni a questa parte: sabato la parte principale del ciclone (noto anche come Xavier) ha colpito il Norrland e la Norvegia, mentre domenica sera la “sorella minore” Berit Junior ha pensato bene di fare visita nello Skåne e sulla costa ovest (Göteborg e dintorni).
Venti gelidi con velocità simili a quelle della Bora, grande pioggia, chiuso il ponte di Öresund verso la Danimarca (ma non ai treni), sospensione quasi totale del traffico ferroviario (ma non sulla tratta Malmö-Copenaghen, per l’appunto), le autorità che invitavano la gente a chiudersi in casa e non uscire per nessun motivo.

Indovinate chi stava provando a fare un trasloco nel bel mezzo di tutto ciò?

Ci sono stati danni ingenti, con circa 50.000 persone isolate senza corrente e servizi, ma nulla di neanche lontanamente paragonabile alle recenti alluvioni che hanno colpito Liguria, Toscana e Sicilia. In Svezia, per motivi storici, geografici e di popolazione, non esiste il dissesto idrogeologico che tanti problemi sta causando in Italia.
Per quanto riguarda noi, a parte il fatto che il vento è riuscito a rovesciarci in strada una scatola piena di posate e a parte qualche palla dell’albero di Natale che ha letteralmente preso il volo direttamente dal furgone, non abbiamo avuto problemi enormi. Escludendo, appunto, la quantità d’acqua che ci siamo presi e una gran fatica.
Helena, che non è per nulla abituata a queste cose (l’area di Stoccolma è molto più misurata dal punto di vista metereologico, e questa era anche una situazione straordinaria), era letteralmente terrorizzata. Io, che sono abituato a certe tempeste genovesi, l’ho vissuta in maniera più normale, anche se alcune scene sono state sicuramente impressionanti.
Il gatto, nel caso vi interessi, sta bene e ha patito stress solo all’inizio delle operazioni.

Sto iniziando a soffrire il tardo autunno/inizio inverno dello Skåne, che è decisamente più antipatico di quello di Stoccolma. Mentre lì ci sono temperature molto basse, neve (ma gli ultimi due anni sono stati eccezionali, in tal senso) ma anche poco vento e umidità, con situazioni meteorologiche decisamente più misurate (lagom)
qui ci sono grandi correnti d’aria, più pioggia, forti tempeste e si patisce decisamente di più. Penso proprio che l’inverno di Stoccolma mi mancherà parecchio, quest’anno…

Treni e mezzi pubblici

Il treno appena arrivato

Uno dei primi paragoni che mi viene da fare fra Stoccolma e il sud è quello relativo ai mezzi pubblici.
Nonostante sia affidato a società diverse (nella capitale, la potente Storstockholms Lokaltrafik, qui Skånetrafiken, che coordina compagnie differenti), il servizio dei treni offre un livello qualitativo simile: la maggior parte dei convogli è in orario, non è infrequente qualche leggero ritardo (la Svezia non è la Svizzera), mentre più rari, e generalmente legati a guasti o intoppi seri, sono i ritardi superiori ai 5 minuti o le cancellazioni. Le corse, soprattutto sull’asse Malmö-Lund sono comunque talmente frequenti da mettere generalmente, al riparo da situazioni antipatiche, quantomeno se non ci si aspetta di arrivare all’ultimo secondo.

L'Öresundståg è il treno che porta in Danimarca, ma è anche molto utilizzato sulle tratte locali.

Fa sempre piacere notare la cura delle vetture: confortevoli, ci sono sezioni specifiche per biciclette, per chi ha bisogno di viaggiare con animali, e ci sono anche sezioni “mute” per chi si vuole godere il viaggio in silenzio, senza essere disturbato dal chiacchierio altrui o dallo squillare dei cellulari.

Pur viaggiando sempre in ora di punta, non mi è ancora capitato di restare in piedi: persino nei giorni del Malmöfestivalen, che attira sempre tante persone in città, ho sempre trovato il posto a sedere.

 

Il "4" a Lund, in un normale giorno lavorativo: completamente vuoto o quasi!
Per gli autobus la situazione cambia di poco: generalmente poco affollati, frequenti e comodi, offrono ben altra qualità del servizio rispetto ai loro cugini italiani. Curiosamente, però, qualcosa di strano succede sul numero 4 che mi porta dalla Stazione Centrale di Lund al lavoro e viceversa: se al mattino il servizio è sempre puntuale, al pomeriggio non ha mai rispettato una volta l’orario previsto, e l’arrivo in stazione per il rientro è sempre un’incognita. Nulla di cui lamentarsi, visto che l’autobus è sempre vuotissimo e quindi comodissimo, e comunque i treni per il ritorno a Malmö non mancano.
Insomma, nulla a che vedere con le peripezie cui sono sottoposti i pendolari italiani, a partire dalla puntuale e tragicomica segnalazione “il treno taldeitali non è stato effettuato” (ovviamente annunciata sempre all’ultimissimo minuto, anche quando l’informazione avrebbe dovuto essere disponibile da tempo).

Tutto il sistema, è, come dicevo, coordinato da Skånetrafiken, che si occupa anche di biglietti ed abbonamenti: il costo di questi ultimi è un forte elemento di differenziazione rispetto a Stoccolma. Mentre nella capitale si paga una quota fissa (690 corone) per girare in tutta l’estesa contea, qui il sistema è modulare, e si può andare dalle 310 corone (una zona) alle 1060. Io pago esattamente come a Stoccolma, ma sono più limitato nei movimenti, visto che posso utilizzare l’abbonamento solo ed esclusivamente nelle 6 zone che riguardano il mio percorso.
Fino a giugno si potevano comprare i biglietti direttamente sull’autobus, ma ormai vale la regola del kontantfritt: si può salire sul mezzo solo avendo già un biglietto, che si può comprare presso certi rivenditori, via sms, oppure utilizzando le carte prepagate ricaricabili JoJo (che offrono uno sconto del 20%). Se viaggiate con un parente o un amico, potete acquistare i biglietti Duo, che permettono di avere ulteriori sconti. In giro per Malmö ci sono persino le pubblicità che ti invitano a trovare un compagno di viaggio direttamente in stazione, al fine di risparmiare soldi (soprattutto in caso tu vada a Copenaghen, visto che il costo non è proprio irrisorio)! In compenso, ottima cosa durante l’estate: per due mesi, dal quindi giugno al quindici agosto, si viaggia in tutto lo Skåne per 450 corone complessive, un prezzo davvero irrisorio rispetto al resto dell’anno.

Un treno "non effettuato" può capitare anche qui... ma è raro!

Ho vissuto abbastanza da vedere anche questo

Arriva il treno

La grande nevicata che mette completamente in ginocchio la grande organizzazione stoccolmese.
Nelle ultime 24 ore ne è venuta tanta da farci ritornare ai livelli dicembrini e questa notte è stata particolarmente intensa.
Il tragitto casa-fermata del bus l’ho fatto, in alcuni momenti, con la neve quasi alle ginocchia.
L’attesa per il 565, che mi avrebbe portato diritto alla Folk Universitetet, è stata eterna: dopo quaranta minuti di nulla (in cui era peraltro impossibile reperire info tramite l’applicazione mobile dell’SL) mi sono arreso e ho deciso di tornare a casa, prendere l’auto e dirigermi lentamente alla vicina stazione ferroviaria di Rotebro.
Anche lì, arrivato alle 8:25, poca fortuna: il pendeltåg delle 7:35 era in clamoroso ritardo, e non sarebbe arrivato prima delle 8:58.
Come se non bastasse, dopo solo due stazioni il treno si è dovuto fermare per un quarto d’ora circa, perché qualcuno si è fatto/sentito male rendendo necessario l’arrivo di un ambulanza. Dopo essere stato in piedi in un treno insolitamente affollato (quanto un autobus genovese in qualunque giorno feriale), ho quindi deciso di scendere a Karlberg, farmi altri 500 metri sotto la neve, e prendere la metro fino alla scuola. Alla fine, sono arrivato in ritardo di quasi due ore rispetto al solito…

Il treno pieno
Una strada a Stoccolma

È tornata la neve!

Dopo qualche spolverata nelle settimane passate (spolverata che avrebbe messo in ginocchio buona parte delle città italiane) è finalmente arrivata la prima vera neve. Nonostante le perplessità di mia moglie, che mi guarda come fossi un alieno, la cosa mi rende, per qualche strano motivo, naturalmente felice.

Stoccolma non è in una zona della Svezia particolarmente tendente all’imbiancata, quantomeno negli ultimi 20 anni. Fino al 2009, generalmente, la neve si vedeva qui pochino. L’inverno 2009-2010, però, è stato il più freddo e nevoso da parecchi anni a questa parte, e, in molti abitanti della zona, ha riportato alla memoria ricordi d’infanzia, quando invece era molto più normale. Alla fine, contando che siamo stati in bianco da metà dicembre (Santa Lucia, qui una festa importante) ad inizio aprile, per quelli come me è stato un inverno davvero spettacolare.

Adesso si dice che l’inverno 2010-2011 sarà più o meno sulla stessa falsariga, cosa che mi rende felice come un bambino.

Chiaramente i disagi ci sono anche qui: nonostante le ottime gomme da neve, aumentano i rischi in autostrada e tutto il traffico ne risente. I mezzi pubblici patiscono ritardi e anche la metropolitana soffre di allagamenti e casini vari. In questo momento sto scrivendo dal bus che mi porta da Väsby a Stoccolma per il mio corso, e devo dire che è una vera fortuna che gli autobus possano circolare sulle corsie di emergenza: il resto dell’autostrada è decisamente trafficato! Se, poi, prendi l’auto al mattino devi calcolare quei dieci-quindici minuti in più per rimuovere neve e ghiaccio dai vetri

Chiaramente è nulla rispetto a quello che succederebbe in Italia in situazioni simili, però… qui l’organizzazione è davvero ottima, anche perché, altrimenti, si arriverebbe alla paralisi nazionale. Persino l’aeroporto di Arlanda non risente troppo della situazione meteo, mentre qualche problemino in più ce l’ha Skavsta, la piccola aerostazione (distante in realtà circa un’ora e mezza da Stoccolma) utilizzata da innominabili compagnie low-cost.

Non mancano anche i rischi per i pedoni, in particolare quando camminano su un marciapiede che costeggi edifici: il rischio di essere sommersi da una valanga proveniente dai tetti è sempre presente. Chi fa la manutenzione degli edifici ha il dovere di tenere d’occhio la situazione e fare il possibile per evitare questo rischio: in molti casi alcuni marciapiedi vengono dichiarati off-limits, e si creano dei corridoi per i pedoni sulle strade.

Nonostante tutti questi problemi, la neve continua a piacermi da morire: mi mette un inspiegabile sensazione di buonumore che mi permette di sopportare meglio il freddo e il gelo (comunque decisamente meno penetrante di quello che puoi provare a volte in Italia, nonostante le temperature più basse)!

Ecco alcune foto scattate ieri mattina a partire dalle 7:30 in Väsby… Nel frattempo la neve è decisamente aumentata! 🙂

Upplands Väsby

Väsby della regione di Uppland (ci sono altre Väsby, in Svezia) è una città da hinterland metropolitano, chiaramente in chiave svedese.

Distante circa 15-20 minuti in auto dal centro di Stoccolma, e circa 10 minuti dall’aeroporto di Arlanda, riesce comunque ad essere una realtà completamente autosufficiente: in Väsby ci sono aziende importanti (come la Siemens o la cioccolatiera Marabou), un grosso centro di business (Infra City), c’è uno dei più frequentati mall della nazione (Väsby Centrum), ci sono centri sportivi (fra cui le fantastiche piscine moderne di Vilunda), c’è davvero di tutto.
Il motivo per cui mi sono trasferito qui, in questa città da 35.000 abitanti patria degli Europe e di tanti altri rocker svedesi, è abbastanza semplice: la persona che sarebbe diventata mia moglie viveva già qui. In un primo momento mi sono trasferito da lei, poi abbiamo cercato una nuova casa assieme. Ho tenuto il vecchio appartamento in Bromma fino alla scorsa primavera quando, con un tempismo perfetto, io e David ci siamo sentiti per dirci che lui ne aveva bisogno e che a me non serviva più. Un po’ meno felice il mio amico Dario, che sperava di prenderlo in mia vece. 😀

Adesso abitiamo in una zona residenziale, composta da appartamenti/mini-villini a schiera, ognuno con il suo piccolo giardino. L’area dove sono gli appartamenti è chiusa al traffico, ma si può entrare con l’auto per operazioni di carico/scarico. Vicino a casa abbiamo il posteggio riservato, la sala della spazzatura, più alcuni servizi essenziali. Il negozietto all’italiana (latteria, panificio, fruttivendolo, drogheria, etc.) qui non è praticamente mai esistito e, d’altronde, va scomparendo anche in Italia: a pochi passi da casa abbiamo comunque un mini supermercato utile per prendere al volo quello che può servire in caso di emergenza. Vicino a casa, ci arriviamo anche a piedi nel caso, abbiamo anche due distributori di benzina (Statoil e OK/Q8) che sono aperti ventiquattr’ore su ventiquattro e che hanno, ognuno, un altro piccolo supermercato all’interno: se hai bisogno di carta igienica nel mezzo della notte non resti sprovvisto.

Väsby Centrum è leggermente più distante, ma comunque raggiungibile a piedi senza problemi: al fine di favorire la concorrenza ci sono due grossi supermercati (Coop ed ICA), cosa quasi impensabile per un centro commerciale italiano, dove gli spazi vengono dati in esclusiva. Ci sono poi tanti store vari, dall’elettronica al fai da te, dalle cartolerie/librerie all’abbigliamento dall’alcol (il Systembolaget di cui ho parlato in passato) a posti in cui mangiare.
Come già per i supermercati, si favorisce un regime di concorrenza: per questo ci sono due ottici, due farmacie (il sistema farmaceutico è stato liberalizzato da qualche mese), due cartolerie e così via…
Anche nella zona di Infra City ci sono negozi, store e ristoranti, mentre il centro “operativo” della città, con gli uffici e i servizi comunali è a due passi dalla stazione, nella via principale Centralvägen.

Per la vita serale non ci si può lamentare: ci sono parecchi pub e ristoranti di qualità, dove si mangia bene a prezzi accessibili. L’unico problema può essere fra la domenica e il lunedi, dato che chiudono, alla svedese, un po’ prestino. Per il resto, non ci si può lamentare.
Decisamente meno interessante la vita notturna (post 23), per cui conviene decisamente andare a Stoccolma. Quello che, mi si dice, era il locale più divertente di Väsby, il pub Magasinet è ora malfrequentato e malfamato, con la Polizia che deve intervenire spesso per sedare risse e problemi… e non sempre riesce a farlo!
In ogni caso, andare a Stoccolma non è un grosso problema: se proprio vuoi fare nottata bevendo (il limite per la guida è sempre molto basso), nel fine settimana si può tornare a Väsby con i frequenti bus notturni o con il taxi (con quelli “non proprio ufficiali” puoi concordare un prezzo abbastanza contenuto).

Non nascondo che il fascino della grande città, e di Stoccolma in particolare, mi manca un po’: soprattutto la comodità di avere la metropolitana e ritrovarti in pieno centro nel giro di pochi minuti, era una pacchia da poco. Devo dire però che a Väsby, per quanto non sia esattamente la città più affascinante del mondo, non si sta per nulla male. Fra l’altro, se ci si coordina bene con il sistema di autobus e treni, sempre eccellente, si riesce ad essere nella metropoli in 35 minuti, il che non è malaccio.
Il mio sogno, per il futuro, resta un appartamento in Södermalm ma, per ora, non ci lamentiamo.

La zona di casa
Infra City

Tunnelbana

La Tunnelbana è la metropolitana svedese, un’esperienza che va assolutamente raccontata.

L'interno di un trenoSiete abituati ai mezzi pubblici italiani affollatissimi, modello carri di bestiame? Ecco, dimenticateveli pure: non mi è mai capitato di viaggiare stipato, e si trova quasi sempre posto a sedere su comode poltrone in tessuto.
Lo stesso discorso vale per gli autobus, assolutamente organizzati e capillari.

Molte cose qui si fanno ancora all’antica: se è vero che tessere e abbonamenti sono gestiti tramite tessere magnetiche, per i biglietti ordinari c’è il gabbiotto con il buon vecchio bigliettaio (sugli autobus se ne occupa direttamente il conducente), che vi prende/vende i coupon o timbra la striscia.

Il sistema dei coupon è un po’ particolare: per viaggiare nella zona “urbana” (che comunque include i comuni dell’hinterland, come Bromma o Solna), o comunque in una sola zona, bisogna usare due coupon. Se sconfini in un’altra zona i coupon sono tre, mentre se le zone sono tre i coupon diventano quattro.

Due coupon (il biglietto ordinario urbano, per intenderci) costano 30 corone (2,7 euro), e durano un’ora. A differenza che in Italia, però, si può utilizzare liberamente in detto lasso di tempo: puoi quindi uscire e rientrare dalla metropolitana tutte le volte che ti pare.
Spesso il bigliettaio, se vede che hai sforato di poco l’ora, ti fa passare comunque. Altre volte, quando ha finito il turno, mette un cartello “chiuso” e fa segno di passare liberamente. In occasione di eventi (come concerti o fiere), quando la gente rientra a casa, per evitare code interminabili alle barriere le aprono e fanno entrare tutti senza biglietto.

 

Biglietto cumulativo della metro
Biglietto cumulativo della metro

 

Se si vuole risparmiare un po’ rispetto ai prezzi dei biglietti (più cari che in Italia, anche se il servizio non è neanche lontanamente comparabile) ci sono le cosiddette travel card (24 ore, 72 ore, 7 giorni, 30 giorni, trimestrali o annuali) che non sono comunque economicissime, e convengono soprattutto a chi i mezzi pubblici li prende davvero spesso.

Una possibile alternativa sono le “strisce” (vedi foto), che funzionano come i coupon (uno spazio sulla striscia equivale ad un coupon, su una striscia ce ne sono 16) ma che, dato che li compri in blocco, ti costano un po’ di meno(2€ per il biglietto urbano da un’ora). Una striscia può anche essere utilizzata per fare entrare più persone contemporaneamente allo stesso varco.

In alternativa i biglietti possono essere acquistati alle macchinette automatiche, oppure via sms (basta far vedere il codice di ritorno al conducente/bigliettaio): in tal caso il costo è uguale a quello standard, ma il biglietto dura 75 minuti anziché un’ora!

La Tunnelbana, fra l’altro, ha lunghi tratti che passano in superficie (per lo più è solamente la parte di Stoccolma città ad essere sotterranea), cosa che permette di ammirare alcuni scorci notevoli, in particolare al crepuscolo. Purtroppo le foto, scattate con il telefonino (quando esco la sera non mi porto dietro la macchina fotografica) non rendono giustizia alla loro bellezza.

Viste serali dalla metroViste serali dalla metro-2Alla stazione

Le linee della grande T sono 3, con un certo numero di diramazioni. Sono inoltre integrate con la rete dei treni, che funzionano molto bene e possono essere presi utilizzando gli stessi biglietti/coupon della metro.

Un nuovo inizio

Chi mi conosce sa che frequento la Svezia – e Stoccolma in particolare – da parecchio tempo.
La mia decisione di trasferirmi qui non dovrebbe, quindi, aver colto nessuno di sorpresa. Decisamente più sconvolgente, probabilmente, il fatto che abbia letteralmente mollato tutto – incluso un posto di lavoro eccellente dal punto di vista retributivo – e che me ne sia venuto qui senza avere nulla in mano, un nuovo posto, nessuna certezza, in un momento in cui la Grande Crisi investe in maniera decisa l’economia di mezzo mondo.
Fatto sta che, ormai, sono qui, e visto che, almeno per ora, il tempo libero non mi dovrebbe mancare, spero di riuscire ad aggiornare con regolarità questo nuovo blog che vi informerà sulle mie vicissitudini.

La mia nuova vita svedese inizia, all’incirca, alle 17:30 di oggi (“ieri”, dato che questo articolo sarà pubblicato dopo la mezzanotte) lunedi 13 luglio 2009, nel momento dell’atterraggio all’aeroporto di Arlanda.

Prelevati i bagagli e cambiata la valuta, sono quindi salito sull’Arlanda Express, il “trenino” che collega l’aerostazione con Stoccolma. L’A.E. non costa poco (circa 22 euro per la sola andata), ma è davvero un ottimo servizio che, in una ventina di minuti, ti porta nel pieno centro della città.
Arrivato alla Centralstation ho dovuto attendere che un’amica mi portasse le chiavi dell’appartamento che mi aveva procurato, subaffittato da un suo amico.

A questo punto è doverosa una chiosa su come funzioni il mercato degli appartamenti a Stoccolma e nella nazione: a differenza che in Italia, la percentuale di persone che sono proprietarie dell’appartamento in cui vivono è davvero bassa. Comprare ha spesso dei costi proibitivi, soprattutto se cerchi casa in città, o in una zona comoda.

Ma anche affittare è tutto fuorché facile! Il cosiddetto “affitto di prima mano” è infatti una chimera che gli stessi svedesi rischiano di inseguire per molti anni: le case sono infatti di proprietà di grandi “landlord” (spesso lo Stato o il Comune), che hanno liste di attesa lunghissime, anche di anni.
La conseguenza di tutto ciò è che chi ha un contratto “di prima mano” se lo tiene a vita (le possibilità di essere sfrattati sono quasi inesistenti) anche se non ha alcun interesse a vivere in quell’appartamento.
Ecco quindi che le case vengono generalmente “subaffittate” con accordi a tempo (3 mesi, 9 mesi, 1 anno) assolutamente informali e senza che nulla venga messo su carta. C’è ovviamente un altra alternativa: la cessione dei contratti di prima mano, fatta utilizzando accordi privati arzigogolati (e non è sempre detto che il landlord accetti), spesso sotto forma di baratto di appartamenti o dietro il versamento – rigorosamente in nero – di una congrua cifra. Questa congrua cifra, nel caso di una zona centrale o prestigiosa di Stoccolma, può raggiungere cifre decisamente consistenti (parliamo di decine di migliaia di euro).

Il primo appartamento che mi è stato offerto (sempre da amici di amici) utilizzava proprio questa formula: contratto di prima mano a 7000 corone (meno di 700 euro) al mese per un monolocale (ma al catasto svedese è registrato come “studio”) in una delle zone più affascinanti del centro di Stoccolma, ma la cifra per rilevare il tutto era di un certo peso. Affittare il mio appartamento di Milano, a questo punto, non mi sarebbe più bastato: avrei dovuto venderlo, pagare con una quota il dovuto, estinguere il mutuo, e tenermi il resto per sopravvivere a Stoccolma.

A malincuore (mi sarebbe davvero piaciuto vivere in quella zona) ho quindi optato per un contratto di seconda mano, sempre per un monolocale, questa volta lontano dal centro città. La cifra, però, era talmente conveniente (4000 corone al mese tutto incluso, e parliamo di arredamento, corrente, gas, connessione internet, etc.) da non potermelo lasciare scappare. Ok, Bromma (tecnicamente uno dei paesi dell’hinterland anche se, in realtà, siamo a meno di 8 km dal centro) non è esattamente Stoccolma, ma l’appartamento è vicino ad una fermata della metro (e la tariffa per arrivare in centro è urbana!) e in più, come appurato su Google Maps, è pure in una zona piena di verde.

Oggi, finalmente, intorno alle 20 (e dopo avere speso 25 euro di Taxi per arrivare qui dalla stazione centrale) ho avuto modo di mettere piede nella mia nuova dimora. Abituato ai prezzi delle città del nord Italia, mi aspettavo un posto al limite della vivibilità e, invece, l’appartamento si è rivelato una graditissima sorpresa: una stanza spaziosa, un cucinino, un bagnetto con mezza vasca, una dispensa-armadio. E, intorno, tanto verde, un parco giochi per bambini, un centro sportivo. L’appartamento è fornito di tutto: televisione, router internet, stoviglie. Manca, piccolo particolare, solo il letto (ero stato avvisato, ovviamente) e, per ora, mi dovrò accontentare di un materasso sul pavimento. Quando avrò un attimo (e un mezzo di trasporto), sarà inevitabile l’escursione all’IKEA!

Ovviamente, non avendo nulla da mangiare, ne ho approfittato per un’escursione in centro: nel breve tragitto verso la metro (“Tunnelbana”) ho notato che, in zona, ci sono una pizzeria (sicuramente la fanno buonissima, la pizza, ma non ho esattamente voglia di provarla!) e altri ristoranti, ma, come da perfetta tradizione scandinava – se non sei in centro città – poco dopo le 21 sono già chiusi.

Si va quindi ad Hötorget, una delle piazze principali di Stoccolma. Il tempo di cenare (21 euro, con filetto, onion rings, patatine, birra e caffè) e sono le 22:30. Un breve giro per Drottninggatan (c’è ancora luce, il crepuscolo è affascinante) e si rientra. Domani comincia il bello!