Le Colline

Se per la stragrande maggioranza degli Svedesi i giorni passati sono stati quelli di Midsommar, per me sono stati giorni di lavoro: l’unico scampolo di festa è stato rappresentato una piacevole (e immancabile) grigliata a casa di amici la sera del venerdi, graziata da un tempo davvero apprezzabile.
A parte questo, il venerdi sono stato uno dei pochi in tutta la nazione a doversi recare in ufficio, mentre nel resto del weekend sono stato impegnato con il proseguimento dei lavori successivi al trasloco, iniziato nel fine settimana precedente.

Quello in cui ci siamo trasferiti è il quarto appartamento in due anni, da quando ci siamo spostati a Malmö. Per fortuna è anche quello che ci piace di più, nonché quello da cui non ci sposteremo per un po´ di tempo, visto che, finalmente, abbiamo ottenuto un contratto di prima mano.

L’area di Kirseberg è appena ad est del centro esteso di Malmö, a 10 minuti a piedi dal punto nevralgico di Värnhem. Per molti versi, pur appartendendo a tutti gli effetti al comune di Malmö, è una vera e propria cittadina nella città, dotata di una particolare anima propria: non è un caso che il nucleo principale si chiami Kirsebergs-staden (staden è il vecchio termine svedese per “città”), a rimarcare il carattere proprio della zona.
Kirsebergs-staden sorge su due colline, cosa piuttosto inusuale per la piattissima Malmö: anche per questo l’area viene chiamata informalmente Backarna, “le colline” appunto.
Il nome Kirseberg (pronuncia approssimativa “scirseberi”) potrebbe derivare dalle piantagioni di ciliegie (körsbär) che un tempo si trovavano sulle colline o da un vecchio verbo, ormai non più utilizzato, che significa “scegliere” e imparentato con l’inglese to choose: pare che gli abitanti della zona eleggessero infatti i loro capi, cosa evidentemente non troppo comune nell’area durante il Rinascimento. Berg vuol dire “montagna”, ma può essere usato anche per “collina”.

Le Colline hanno iniziato a popolarsi in maniera intensiva sulla fine dell’800, diventando un’area per la classe operaia. Accanto alle piccole, e suggestive, casette monofamiliari risalenti più o meno al 1850 sono stati via via costruiti condominî e ville più moderne. Ad un certo punto, il crescente sviluppo della zona ha portato alla conversione in abitazioni della vecchia cisterna dell’acqua: la Tornet (“torre”) è ancora adesso uno degli elementi più caratteristici del panorama locale.
Nel corso del XX secolo Kirseberg ha avuto momenti di degrado: in particolare, negli anni ’70 e ’80 era una zona piuttosto malfamata, in cui pochi volevano vivere. A partire dagli anni ’90 è iniziata la rinascita del quartiere, rinascita che ha portato ad una progressiva valorizzazione dell’area.
Come gran parte di Malmö, escludendo giusto le area più centrali, Kirseberg è un’area multiculturale: il 28% dei residenti (più uno, contando il sottoscritto) è nata all’estero; questo valore è anche quello medio di Malmö. Oggi le Colline sono considerate un posto sicuro, anche se il furtarello occasionale in cantina è qualcosa che, di tanto in tanto, capita ancora.

Fare una passeggiata nella “staden” `può essere davvero intrigante: in particolare, la piccola microarea di Korngatan e dintorni, composta delle piccole casette dell’800 è davvero suggestiva, come può testimoniare una visita virtuale con Google Street View…

Attorno a questa zona ci sono piccoli condomini a pochi piani, più o meno moderni, che danno comunque una gran bella sensazione di vivibilità.
A due passi da casa abbiamo un piccolo supermercato Coop aperto ogni giorno fino alle 10 di sera, e un più grande, ma con orari più stretti, Netto (catena danese abbastanza simile alla Lidl): se si vuole qualcosa di meglio, l’area di Värnhem è decisamente fornita.
Attorno a noi ci sono comunque negozietti, alimentari, fioristi, centri di benessere e altri piccoli esercizi che rendono la zona molto viva. A pochi passi da casa abbiamo anche un pub/ristorante che, nel weekend, offre musica blues e jazz dal vivo fino a tardi. Non abbiamo ancora avuto modo di provarlo, ma l’atmosfera sembra quella giusta.
Dietro casa nostra c’è anche una gigantesca prigione, ma non contiamo di visitarla negli anni a venire. 😀
Uscendo dalla staden, a Kirseberg c’è anche altro: due grandi parchi (di cui uno ricavato dal vecchio e dismesso aeroporto di Bulltofta), piscine, aree sportive e tante altre cose che dobbiamo ancora scoprire. Avremo sicuramente modo e tempo per farlo…

Il nostro appartamento è al “terzo” piano (in Svezia si considera primo già quello che in Italia è il “terra”) di un piccolo edificio risalente probabilmente (ipotizzo) agli anni ´20 del ventesimo secolo. Il tutto è un po’ spartano: non abbiamo ascensore, la cucina è un po’ vecchiotta ma, almeno, il bagno è stato rifatto di recente. Anche la Tvättstuga, la sala condivisa con lavatrici e asciugatrici, è stata rimodernata da poco. L’appartamento è composto da ingresso, cucina abitabile, due camere, un interspazio e una sala con un piccolo terrazzino. Abbiamo finestre su tre lati, cosa che contribuisce a rendere la casa soleggiata. Sopra di noi abbiamo solo la soffitta con i förråd (“scantinati” è la traduzione che mi viene in mente, ma mi sembra strana trattandosi di soffitta), mentre nel seminterrato si trovano la tvättstuga e degli altri, più piccoli, ripostigli.
Nel complesso, anche se ci sarebbero alcuni lavoretti da fare, ci troviamo decisamente bene e sicuramente non abbiamo intenzione di muoverci da qui per lungo tempo.
Per quanto riguarda me, l’unico aspetto negativo è che dovrò contare una decina/quindicina di minuti in più, sia al mattino che la sera, per andare e tornare dal lavoro: già prima, per arrivare nell’area di Gunnesbo (ufficialmente parte di Lund, ma, in pratica, in tergis ad lupos) ci mettevo un’oretta scarsa, ora mi troverò a sforare. Abitare a Triangeln mi piaceva poco, ma era decisamente comodo, dato che avevo il treno a due passi.
Le Colline sono comunque ben servite da un paio di autobus che passano di frequente, anche se in questo periodo dell’anno in cui il numero di corse viene ridotto in maniera sensibile.
Adesso non ci resta che aspettare e vedere se, nei mesi a venire, cambieremo idea: per ora l’impatto è stato molto positivo!

Korngatan in Kirseberg

Una settimana a Malmö ed una sera a Copenaghen

Sono separate solo da un ponte, appartengono entrambe alla famiglia Scandinava, ma, quando si tratta di vita notturna, Svezia e Danimarca sono davvero due nazioni completamente differenti.
Tanto controllata e ripulita è la Svezia, quanto, al confronto, è disinibita e caciarona la patria di Hans Christian Andersen.
Il primo shock si ha camminando per lo Strøget, una lunga via pedonale che è al tempo stesso la strada dello shopping (come la stoccolmese Drottninggatan) e della vita notturna. Bisogna sempre stare con gli occhi aperti per evitare di essere investiti dai divertentissimi (se sei a bordo) taxi-bicicletta, guidati ad alta velocità da (per lo più) immigrati polacchi con qualche birra di troppo in corpo. Un’attività del genere, tantopiù completamente in nero, sarebbe assolutamente inconcepibile nella “sicura” Svezia.
Diverso mi è sembrato anche il modo di porsi della gente nei confronti dell’uscita del fine settimana: mentre gli svedesi, e soprattutto gli stoccolmesi, si mettono molto piú in tiro, i loro cugini biancorossi sembrano avere un approccio più quotidiano.

Ma la vera differenza si nota all’interno dei locali: la gente beve molto più liberamente, avendo la possibilità di farlo. Non è raro vedere persone camminare in maniera decisamente traballante di fronte alle guardie della sicurezza senza che queste facciano nulla, altra cosa assolutamente inconcepibile al di qua del ponte, dove si verrebbe gentilmente, ma fermamente, accompagnati alla porta.
Forse i danesi non bevono necessariamente di più, e magari gli svedesi hanno semplicemente imparato a nascondere meglio il proprio stato di ubriachezza, ma ora mi è chiaro come mai i primi abbiano, per i secondi, la fama di grandi beoni.

Anche lo stile dei locali ci riporta più ad una dimensione europea: da appassionato di hard rock, sono abituato a frequentare posti come il Pub Anchor, il Rocks e l´Harry B. James di Stoccolma, o il Distortion Club di Malmö o ivari Debaser. tutti posti che, pur rivolti ad un certo pubblico, sono sempre curati e molto ben tenuti… Beh, l’impatto con il The Rock, il locale più importante della scena di Copenaghen, mi ha riportato all’Europa continentale, a quei club che un po’ puzzano (c’è anche una maleodorante sala per fumatori), che hanno dei bagni poco invitanti, e in cui gocciola quando piove. Tutto questo nonostante un palco per la musica dal vivo spettacolare, con un impianto sonoro fantastico.
Insomma… tutto molto meno “fighetto”, nel bene e nel male, di ciò cui mi ero abituato negli ultimi anni.

Tornando invece alla nostra Malmö, la scorsa settimana è stata davvero particolare, perché il capoluogo dello Skåne è stato reso ancora più vitale per via del Malmöfestivalen, grande evento culturale che ha fatto sì che le strade del centro città fossero invase da tanta gente, proveniente da tutta l’area.
Fra concerti gratuiti (hanno chiuso i The Ark), bancarelle, luna park, manifestazioni, la città è apparsa più bella e vitale che mai, e se mai vi venisse voglia di venire di fare una visita da queste parti, i giorni del Festivalen sono fra i migliori in assoluto. Persino il tempo, dopo il primo giorno, è stato sorprendentemente clemente: l’ultima serata faceva persino fin troppo caldo, cosa davvero inusuale per la fine di un agosto particolarmente piovoso!

Resto sempre più convinto che vivere a Malmö sia un’esperienza davvero particolare e godibile, proprio per la possibilità di essere a tiro di schioppo da una realtà per molti versi differente, godendo al tempo stesso di alcune delle cose migliori che la Svezia può offrire. Sicuramente, al momento, me la godo decisamente di più di Upplands Väsby. 😉

Il palco del Festivalen

Folla in strada

Festivalen

Bancarelle

Spettacoli in strada

Malmö, Skåne

Malmö, con meno di 300.000 abitanti, è la terza città della Svezia, nonché capoluogo dello Skåne (Scania). È situata nel profondo sud del paese su quello stretto di Öresund che separa la Svezia dalla Danimarca, cui è collegata da quella meraviglia architettonica che è l’omonimo ponte.

Il ponte di Öresund sullo sfondo

Il clima dello Skåne è molto diverso da quello dell’area di Stoccolma: gli inverni sono molto più piovosi e ventosi, con poca neve, mentre l’estate arriva prima, dura di più ed è più piacevole.
Viaggiare in auto per lo Skåne durante la bella stagione è una gran bella esperienza: i panorami sono verdi e magici, i laghi sono magnifici e l’atmosfera fantastica. Nello Skåne, e nell’area di Malmö, ci sono anche tante spiagge e luoghi di balneazione, parecchio frequentate nei mesi caldi.

Si prende il sole e ci si fa il bagno

Anche la durata delle giornate è molto diversa da quella Stoccolmese: d’estate ci sono meno ore di luce, d’inverno ce ne sono di più.
Nello Skåne si parla una variante particolare dello svedese, comunque considerata ufficiale: le parole sono le stesse, ma la pronuncia è molto più aspra, ruvida, e simile al danese. La maggior parte degli svedesi considera spesso lo skånska duro da comprendere… potete immaginare come sia stato per me in occasione dell’ultima visita! 😀

Particolare di un'abitazione
Il legame fra Skåne e Danimarca è molto forte, dato che quest’area della nazione è stata a lungo proprio sotto la dominazione danese. L’architettura è suggestiva e particolare, più mitteleuropea rispetto alla capitale ma comunque non priva del particolarissimo fascino scandinavo. Se la periferia è quella di una normale città di dimensioni medie, il centro è davvero bellissimo ed affascinante, e non può fare a meno di catturarti. In particolare l’asse rappresentato dalla più monumentale Stortorget (Piazza Grande) e dalla più intima e suggestiva Lilla Torg (indovinate?) ha davvero un che di speciale!

Un angolo di Lilla Torg

Vista su Lilla Torg

Le sensazioni che da Malmö sono molto diverse da quelle che può dare Stoccolma: se quest’ultima è pur sempre una grande metropoli, per quanto decisamente più tranquilla di una qualunque città italiana, Malmö dà più l’impressione del grande paese. Traffico pressoché inesistente e atmosfere rilassatissime danno un’idea di massima vivibilità: se Stoccolma, da questo punto di vista, è già fantastica, Malmö riesce a metterti ancora più a tuo agio!
Ma Malmö è anche una città vera, con industrie dell’innovazione, servizi fiorenti, un porto internazionale. Insomma: è una città in cui non manca davvero nulla!

Due meraviglie moderne: il Turning Torso e il Ponte.

Malmö ha, però, anche un lato oscuro: è la città svedese delle grandi tensioni sociali, con un alto numero di immigrati e la più alta percentuale di musulmani. Non è un caso che Sverigedemokraterna, il partito xenofobo antiislamico, si sia conquistato qui la sua roccaforte elettorale.
In particolare, il quartiere di Rosengård, l’area con una popolazione di origine estera superiore all’85% da cui viene l’amatissimo Zlatan, è considerato una vera e propria bomba ad orologeria sociale.

Quando agli abitanti di Malmö non basta la loro città, la soluzione è semplice: basta prendere il ponte (per carità: non esattamente economico, se si va in auto) e, nel giro di una ventina di minuti, ci si ritrova a Copenahgen, la vera metropoli della zona! Personalmente, devo dire di averla sempre trovata un po’ sopravvalutata, con un architettura monumentale che mi prende solo in parte (i celebri Giardini di Tivoli sono meravigliosi), ma mi si dice che la vita serale è notturna è davvero eccellente!
Copenaghen e la Danimarca non hanno, poi, molti dei controlli sociali (alcohol in primis) da cui gli Svedesi si sentono oppressi, e non è raro che molti attraversino il ponte per fare la scorta di birre o passare la serata.

A due passi da Malmö (venti chilometri), troviamo anche Lund, una delle più importanti città universitarie del Nord Europa nonché sede di importanti multinazionali come Sony Ericsson e Tetrapak. Non ho, personalmente, avuto ancora modo di visitarla, ma non mancherò di farlo molto presto.

Beach Volley sotto il Torso

Il mare di Malmö

Bagnanti e zona industriale

Ancora Lilla Torg

La crociera

Uno dei passatempi preferiti degli Stoccolmesi è la minicrociera di un giorno (o, meglio, una notte) verso Åland, la regione-arcipelago posta a metà strada fra Svezia e Finlandia.
Åland (in finlandese Ahvenanmaa, in latino Alandia) ha una storia particolare: appartiene politicamente alla Finlandia, ma è autonoma, neutrale e la lingua prevalente ed ufficiale è proprio lo svedese.
In realtà, ai croceristi frega poco e nulla di tutto ciò, e la stragrande maggioranza di loro non mette neanche piede sull’isola principale (Fasta Åland): per farlo, dovrebbero alzarsi alle 6:30 del mattino dopo una notte di bagordi! Gli unici che scendono sono quelli che effettivamente devono andare nella capitale Mariehamn (abitanti del luogo o, durante l’estate, turisti) o quelli che vengono espulsi dalla nave, e consegnati alle autorità, per comportamenti poco consoni.
Per quei pochi che devono, la nave fa anche da traghetto, per cui è possibile anche caricare l’auto a bordo.

Gli armatori concorrenti che organizzano le crociere sono due: la Birka Cruises e la Viking Line.
Io ho viaggiato sulla Cinderella, la nave della Viking che parte dall’area di Slussen alle ore 18:00 e che è stata, per un certo periodo, la più grande nave da crociera al mondo.
Cinderella (e, come lei, Birka Paradise, che ci segue a distanza per tutto il viaggio), si ferma per un paio d’ore in mezzo al mare, per evitare di arrivare troppo presto e permettere ai festeggiamenti a bordo di continuare. In questo periodo dell’anno la cosa non ha particolare rilevanza, ma, durante l’estate, quando le ore della notte sono illuminate a giorno, sembra che l’effetto sia meraviglioso, soprattutto per chi sta sul ponte panoramico o nei più piccoli ponti esterni.

Gli alcoolici "ingabbiati" nel duty free
Appena saliti a bordo, molti passeggeri hanno avuto una terribile sorpresa: da qualche tempo le regole sono cambiate, e, nei fine settimana, il tax free shop interno alla nave vende alcool solo ed esclusivamente durante il viaggio di ritorno a partire dal mattino.
Avreste dovuto vedere le facce furiose di alcuni clienti mentre discutevano animosamente con il responsabile, risentiti per non essere stati avvisati in anticipo: lo avessero saputo, non avrebbero mai comprato il biglietto!
La Viking ha messo in atto questa decisione per contrastare il fenomeno di chi acquistava litri di alcool al duty free (a prezzi decisamente più bassi che al Systembolaget) per poi andare a devastare se stessi e le cabine in party privati, anziché prendere da bere nei bar e nei pub della nave. Viene da chiedersi se anche la Birka Cruises abbia preso iniziative simili: in caso negativo, il numero di passeggeri aumenterà per loro in maniera consistente!
Queste misure hanno comunque prodotto dei risultati reali e, alla resa dei conti, non ho assistito a quelle scene apocalittiche che hanno un po’ contribuito a creare la fama di questo tipo di nave: la gente sbronza, alla fine della serata e persino il giorno dopo, non mancava… ma nulla a che vedere con quelle sequenze da gironi danteschi di cui tanto si racconta. Mia moglie, che era stata sulla Cinderella l’ultima volta due anni fa, mi ha confermato di aver visto un cambiamento radicale, sia alla sera che al giorno dopo.
In ogni caso, anche comprare alcool ai pub e ai bar della nave costa decisamente meno che negli equivalenti di Stoccolma, e non c’è inoltre l’onnipresente security pronta a cacciarti via non appena cominci a traballare. Per quelli cui piace divertirsi sfondandosi di alcool, la Cinderella resta comunque una sicura fonte di gioia.

Rock'n'roll allnite
Ma anche per quelli per cui l’alcool si beve con moderazione (che, nonostante quello che si può pensare, in Svezia sono comunque la maggioranza), la nave ha tanto da offrire: ristoranti, un casinò, una stazione termale e, per la sera, oltre all’Admiral Hornblower’s Pub (con tanto di “menestrello”), ci sono una discoteca (piccola e bruttina) e, soprattutto, il Fun Club, la grande sala da ballo su cui si esibiscono, in alternanza due band. La musica live parte dai classici disco, dance e pop (come Village People, Gloria Gaynor, gli obbligatori Abba) per poi allargarsi, nel prosieguo della serata sul rock e l’hard rock di U2, Stones, Sweet, Kiss, Deep Purple, Metallica, Judas Priest, Thin Lizzy, Europe, Twisted Sister e compagnia schitarrante. I musicisti sono bravissimi e l’effetto divertimento è garantito, per cui la sala è sempre piena fino alla sua chiusura, alle 3 del mattino.

Per quanto riguarda noi, abbiamo speso circa cinquecento corone a testa (una sessantina di euro) per un pacchetto che ha incluso una cabina su lato mare e una cena con megabuffet “mangia-quanto-ti-pare” in uno dei ristoranti della nave. Durante la cena, persino vino e birra (la finlandese Lapin Kulta) erano disponibili liberamente e gratuitamente, cosa impensabile per la Svezia. Il cibo era, comunque, eccellente!

Il viaggio di ritorno è stato davvero splendido: in questi giorni è letteralmente esplosa la primavera, e il lungo passaggio in mezzo alle isole del suggestivo Arcipelago di Stoccolma è stato una gioia per gli occhi e per il corpo, rinfrancato dalle piacevoli temperature. Infilatici nel fiordo di Saltsjön abbiamo anche potuto godere della vista dei meravigliosi palazzi di Djurgården (inclusa la nostra Ambasciata) prima di rivedere la meravigliosa skyline di Gamla Stan (come sempre rovinata in parte da quell’insulsa scatola da scarpe che è la sagoma del Castello) e attraccare nell’area di Slussen. Nella hall della nave, alcune meravigliose facce da “giorno dopo” (non parliamo di quelli, sbronzissimi, con ancora un cocktail in mano), ma anche tanti volti felici di persone che si sono goduti una piccola fuga dalla vita cittadina!

E Åland? Beh, non vorrete mica che mi svegliassi alle 6:30 del mattino dopo una notte di festeggiamenti, vero?

Carta di credito? No grazie!

La Svezia è sempre stata famosa come uno di quei posti dove puoi pagare qualunque cosa, anche un francobollo, con carta di credito.
Per molti versi è ancora così: supermercati e grandi catene (da Pressbyrån a Seven Eleven passando per i distributori di benzina, che sono sempre dei veri e propri negozi/piccoli supermercati) accettano la carta anche per prezzi davvero irrisori.
Ho notato che, però, da qualche tempo, le cose stanno cambiando nei pub, nei ristoranti e in altri settori della ristorazione (tipo i chioschi Grill onnipresenti in città): molti hanno iniziato a mettere un limite minimo di spesa, altri hanno innalzato quello pre-esistente (si parla anche di 120 corone, più di 13 euro)… addirittura, il mio adorato Restaurang & Pub Anchor ha preferito abolire in toto l’utilizzo della carta di credito, installando un bancomat all’interno del locale.
Un paio di sere fa, in un locale rock della capitale, mi hanno detto che non avrebbero accettato più la mia carta, dopo il primo pagamento, perché, essendo una carta internazionale, non utilizza lo stesso sistema di codice pin di quelle svedesi, e il tipo del bar “non aveva l’autorizzazione” (o, forse, la voglia) per controllare la carta d’identità ogni volta. Una volta, almeno nei pub e nei ristoranti, il documento non veniva controllato praticamente mai.

I motivi di questa piccola inversione di rotta sono a me ignoti: ho cercato su alcuni siti d’informazione, ma non ho trovato nulla di specifico al riguardo. Probabilmente le banche hanno alzato le commissioni, altrettanto probabilmente c’è stato un insorgere di casi di clonazioni o contestazioni che hanno messo in difficoltà gli esercenti… non so.
Fatto sta che, incredibilmente, anche nell’avanzatissima Svezia, sempre più spesso Cash Is King. Chi l’avrebbe mai detto?

Upplands Väsby

Väsby della regione di Uppland (ci sono altre Väsby, in Svezia) è una città da hinterland metropolitano, chiaramente in chiave svedese.

Distante circa 15-20 minuti in auto dal centro di Stoccolma, e circa 10 minuti dall’aeroporto di Arlanda, riesce comunque ad essere una realtà completamente autosufficiente: in Väsby ci sono aziende importanti (come la Siemens o la cioccolatiera Marabou), un grosso centro di business (Infra City), c’è uno dei più frequentati mall della nazione (Väsby Centrum), ci sono centri sportivi (fra cui le fantastiche piscine moderne di Vilunda), c’è davvero di tutto.
Il motivo per cui mi sono trasferito qui, in questa città da 35.000 abitanti patria degli Europe e di tanti altri rocker svedesi, è abbastanza semplice: la persona che sarebbe diventata mia moglie viveva già qui. In un primo momento mi sono trasferito da lei, poi abbiamo cercato una nuova casa assieme. Ho tenuto il vecchio appartamento in Bromma fino alla scorsa primavera quando, con un tempismo perfetto, io e David ci siamo sentiti per dirci che lui ne aveva bisogno e che a me non serviva più. Un po’ meno felice il mio amico Dario, che sperava di prenderlo in mia vece. 😀

Adesso abitiamo in una zona residenziale, composta da appartamenti/mini-villini a schiera, ognuno con il suo piccolo giardino. L’area dove sono gli appartamenti è chiusa al traffico, ma si può entrare con l’auto per operazioni di carico/scarico. Vicino a casa abbiamo il posteggio riservato, la sala della spazzatura, più alcuni servizi essenziali. Il negozietto all’italiana (latteria, panificio, fruttivendolo, drogheria, etc.) qui non è praticamente mai esistito e, d’altronde, va scomparendo anche in Italia: a pochi passi da casa abbiamo comunque un mini supermercato utile per prendere al volo quello che può servire in caso di emergenza. Vicino a casa, ci arriviamo anche a piedi nel caso, abbiamo anche due distributori di benzina (Statoil e OK/Q8) che sono aperti ventiquattr’ore su ventiquattro e che hanno, ognuno, un altro piccolo supermercato all’interno: se hai bisogno di carta igienica nel mezzo della notte non resti sprovvisto.

Väsby Centrum è leggermente più distante, ma comunque raggiungibile a piedi senza problemi: al fine di favorire la concorrenza ci sono due grossi supermercati (Coop ed ICA), cosa quasi impensabile per un centro commerciale italiano, dove gli spazi vengono dati in esclusiva. Ci sono poi tanti store vari, dall’elettronica al fai da te, dalle cartolerie/librerie all’abbigliamento dall’alcol (il Systembolaget di cui ho parlato in passato) a posti in cui mangiare.
Come già per i supermercati, si favorisce un regime di concorrenza: per questo ci sono due ottici, due farmacie (il sistema farmaceutico è stato liberalizzato da qualche mese), due cartolerie e così via…
Anche nella zona di Infra City ci sono negozi, store e ristoranti, mentre il centro “operativo” della città, con gli uffici e i servizi comunali è a due passi dalla stazione, nella via principale Centralvägen.

Per la vita serale non ci si può lamentare: ci sono parecchi pub e ristoranti di qualità, dove si mangia bene a prezzi accessibili. L’unico problema può essere fra la domenica e il lunedi, dato che chiudono, alla svedese, un po’ prestino. Per il resto, non ci si può lamentare.
Decisamente meno interessante la vita notturna (post 23), per cui conviene decisamente andare a Stoccolma. Quello che, mi si dice, era il locale più divertente di Väsby, il pub Magasinet è ora malfrequentato e malfamato, con la Polizia che deve intervenire spesso per sedare risse e problemi… e non sempre riesce a farlo!
In ogni caso, andare a Stoccolma non è un grosso problema: se proprio vuoi fare nottata bevendo (il limite per la guida è sempre molto basso), nel fine settimana si può tornare a Väsby con i frequenti bus notturni o con il taxi (con quelli “non proprio ufficiali” puoi concordare un prezzo abbastanza contenuto).

Non nascondo che il fascino della grande città, e di Stoccolma in particolare, mi manca un po’: soprattutto la comodità di avere la metropolitana e ritrovarti in pieno centro nel giro di pochi minuti, era una pacchia da poco. Devo dire però che a Väsby, per quanto non sia esattamente la città più affascinante del mondo, non si sta per nulla male. Fra l’altro, se ci si coordina bene con il sistema di autobus e treni, sempre eccellente, si riesce ad essere nella metropoli in 35 minuti, il che non è malaccio.
Il mio sogno, per il futuro, resta un appartamento in Södermalm ma, per ora, non ci lamentiamo.

La zona di casa
Infra City

Alcohol

Mentre in Italia si cerca di tirar fuori nuove leggi, senza riuscire al contempo ad applicare quelle vecchie, la questione alcol in Svezia è da sempre parecchio sentita.

Penso che più o meno tutti sappiano che qui si beve parecchio, non solo birra ma anche tanti superalcolici.

Uno dei metodi messi in atto dallo stato per contrastare il problema è il monopolio della vendita dell’alcohol per uso domestico: qui non puoi comprare da bere al supermercato (salvo certe birre a bassa gradazione) ma devi andare nei negozi della Systembolaget, la cui funzione dichiarata è “minimizzare i problemi relativi all’alcol, tramite una vendita responsabile senza fini di profitto”.

All’interno di questi shop non ci sono pubblicità di marchi, non ci sono offerte speciali, e ci sono tutta una serie di restrizioni (orari predefiniti, regole interne) che servono a dissuadere dall’acquisto. Gli stessi negozi sono diffusi in maniera ben definita sul territorio, perché una proliferazione degli stessi sarebbe dannosa.

Capita spesso che molti svedesi, quando vanno all’estero, si carichino la macchina di bevande alcoliche per il viaggio di ritorno! 😉

Il Systembolaget, che è un monopolio di stato, è in piedi dal 1955, ma già prima l’alcohol veniva venduto con limitazioni tramite  varie compagnie che dovevano utilizzare impopolari sistemi di razioni.

Diversa la questione per i locali: ovviamente qui la vendita è libera, ma bisogna comunque fare attenzione. Le attività che vogliano ottenere la licenza di vendita di alcohol devono adempiere a molte regole e affrontare una lunga trafila burocratica: fra le altre cose, sono tutti obbligati ad avere una cucina in cui si preparino i piatti in loco (microonde e precotti non vanno bene). E, per tutto il tempo in cui servono alcool devono sempre offrire cibo, senza poter chiudere la cucina. 
Pub, discoteche e compagnia, sono praticamente obbligati a reclutare delle forze di security esterne, fornite da compagnie di professionisti.
La security è estreamente ferra: non lascia entrare nel locale chi sia già in stato (anche solo lievemente) alterato, ed al primo segno di eccesso o mancanza di lucidità ti sbatte fuori senza troppi se e ma. 

In genere, quelli che per primi sono sbattuti fuori sono i turisti (italiani e spagnoli in primis) che, abbagliati dal mare di belle ragazze, non usi a bere quanto le controparti scandinave e assolutamente non a conoscenza delle strette regole di sicurezza, finiscono subito per passare il limite.

Il giudizio dell’addetto di sicurezza è insindacabile: se uno di loro ha deciso che sei fuori, sei fuori. Molti di loro sono persone esperte che sanno fare il loro lavoro e riconoscere i veri problemi, altri sono tavolta dei nuovi arrivati e tendono ad essere troppo zelanti.
Personalmente (ma è un caso limite) mi è capitato di essere sbattuto fuori perché ero fatto, come si poteva capire dalle mie pupille dilatate e gli occhi rossi, senza che il tipo e i suoi compari ne volesse sapere che portavo le lenti a contatto e soffrissi di occhio secco.
Solo l’intervento di un’amica poliziotta, che ha garantito per me, mi ha permesso di rientrare.

Personalmente ho la fortuna di non avere mai esagerato troppo con il bere, quindi riesco a contenermi ed evitare brutte sorprese: dopo aver bevuto birra mi ritrovo spesso ad ordinare della Red Bull, per la sorpresa del barista che, talvolta, finisce per infilarci dentro, automaticamente, della vodka non richiesta. (“Red Bull, just Red Bull”!)

Conosco i miei limiti, sono un pessimo bevitore, e, come dico spesso ai miei amici scandinavi, “non ci penso assolutamente a provare a starvi dietro”. Anche perché, quando capita…

In ogni caso (negozi, locali), la vendita è vietata ai minori, e le persone che dimostrano “fino a 25 anni” sono obbligate a mostrare un documento di identità. Una volta è stato chiesto, con mia grande sorpresa, pure a me.