Venti di guerra

L’altro ieri, il comandante in capo delle Forze Armate svedesi, il Generale Micael Bydén, ha introdotto il suo discorso alla conferenza nazionale Folk och Försvars (Popolazione e Difesa) mostrando immagini dell’Ucraina bombardata.

Ha poi invitato in toni piuttosto drammatici (“È l’ora di svegliarsi!”) la popolazione a prepararsi per la guerra, chiedendo a tutti di essere pronti a resistere per diversi giorni da soli (quindi assicurandosi di avere scorte a sufficienza) e di aiutare a garantire la continuità dei servizi essenziali.

Bydén al Dagens Nyheter: “Se non ci si è già organizzati per cavarsela senza elettricità e acqua per diversi giorni, è l’ora di farlo adesso”.

Alla domanda esplicita se la guerra possa arrivare in Svezia, ha risposto che, sì, c’è un rischio tangibile, indipendentemente dal fatto che la Svezia entri nella NATO o meno.

A molti queste parole non sono piaciute, e c’è chi, come lo scrittore Göran Greider, dice che Bydén è il classico generale che “non vede l’ora di andare alla guerra”, probabilmente anche in cerca di maggiori fondi (già raddoppiati dal 2020 ad oggi).

Il governo, in compenso, è allineato alle parole del generale: ieri il primo ministro, il moderato Ulf Kristersson, ha ribadito che è compito della popolazione contribuire alla difesa totale (totalförsvaret) della nazione. Ha poi attaccato quegli immigrati che prendono la cittadinanza svedese pensando di non avere alcun dovere nella difesa del paese. “La cittadinanza è per la difesa della Svezia, i nostri valori e il nostro stile di vita – con le armi in mano e la nostra vita in prima linea. La cittadinanza non è un passaporto per viaggiare”.

Le parole del primo ministro sono state criticate come divisive e basate su pregiudizi infondati sia dalla leader dell’opposizione, la socialdemocratica Magdalena Andersson, che da diversi opinionisti. La Andersson ha anche aggiunto che “anche se la situazione è seria, non abbiamo la guerra alla porta di casa“, condannando la retorica del primo ministro.

Costruire una difesa è costoso – puntare il dito contro certi cittadini è gratis per Kristersson“, scrive il caporedattore del DN.

Dall’altra parte, anche il ministro della difesa, il moderato Carl-Oskar Bohlin, ha detto chiaramente che la guerra può arrivare, e che bisogna essere pronti a tutti i livelli, incluso il rischio di attacco nucleare. Tutti i cittadini vengono invitati a partecipare alla difesa civile della nazione, e le autorità, i comuni e le regioni devono lavorare per mettere in piedi organizzazioni e piani per la guerra.

Nel frattempo, dopo l’ampliamento della leva militare (tornata in vigore qualche anno fa), è prevista la reintroduzione della leva civile, mentre diverse famiglie che sono proprietarie di minibus, furgoni, fuoristrada o altri veicoli strategici, hanno ricevuto un avviso che dice che i loro mezzi sono ora nella lista di quelli che sono “a disposizione dello stato”, e che possono essere confiscati a fini di guerra in qualunque momento senza ulteriore preavviso.

Sul fronte dell’ingresso nella NATO, avviato due anni fa, la Svezia continua ad aspettare l’approvazione della Turchia, ogni volta spostata in avanti. Ora si parla ancora una volta della “settimana prossima“, ma non è certo la prima volta che Ankara trova motivi vari per rimandare la decisione. Nel frattempo, però, è già stato trovato un accordo per dare agli USA accesso alle basi militari svedesi, e il governo afferma già che la Svezia sarà protetta dal sistema di difesa missilistico dell’Alleanza.

Ma perché, si chiederà qualcuno, la guerra dovrebbe arrivare proprio in Svezia? A parte una “banale” estensione su scala globale del conflitto Ucraino, c’è un motivo ricorrente: Kaliningrad. I Russi, ancora di più con i blocchi attuali, non tollerano il fatto che per loro sia impossibile muoversi liberamente fra l’exclave e il territorio principale del paese. Da tempo, i falchi di Mosca propongono quindi di riaprire, con le buone o le cattive, il corridoio di terra fra l’antica Conisberga e l’amica Bielorussia, annettendoselo militarmente. Questo corridoio passa fra Polonia e Lituania: se il Cremlino ne prendesse il controllo, le integrità territoriali sia dell’Unione Europea che, soprattutto, della NATO ne verrebbero intaccate. Per difendere l’azione militare, Mosca avrebbe bisogno di mettere in piedi anche un “corridoio di mare” basato sull’isola svedese di Gotland: occupandola, la Russia sarebbe in grado di avere basi navali ed aeree da cui tenere sotto scacco i paesi baltici e difendere militarmente la propria posizione.

da Apple Maps. Io, al momento, abito presso il pallino blu.

Insomma, viviamo in tempi sempre più interessanti…

Qual è il posto più noioso in cui abbiate mai guidato?

Per me, ve lo dico subito, quel posto è l’autostrada E4 lungo lo Småland, la provincia storica che sta subito a nord dello Skåne e che è la patria dell’IKEA.

Un’area dove crescono solo conifere, per boschi su boschi che ti fanno affogare nella noia più totale. Se già a salire verso Stoccolma il tratto è davvero pesante, a discendere verso casa la sera è semplicemente un tragitto infinito: da Jönköping ad Örkelljunga (ma poi bisogna aggiungere anche un prolungamento ulteriore in Skåne) sono quasi 200 chilometri dove l’unico brivido può venire da un cantiere stradale o dal breve tratto in cui l’autostrada diventa una statale. Anche lì resta tutto uguale dato che cambiano solo i limiti di velocità, e ci sono passaggi ad una sola corsia.
Il panorama. Non. Cambia.

La verità è una sola: in Småland i chilometri sono più lunghi. Enoncelodicono!

Kivik, Österlen

L’Österlen, la parte sud est della Scania, è una delle zone turistiche più suggestive e amate di Svezia, grazie al suo clima temperato, al mare, ai frutteti, ai paesaggi suggestivi e ai piccoli borghi idillici che sanno di serenità.
Fra questi, spicca sicuramente Kivik, una frazione di Simrishamn che, nel tempo, è diventata la “capitale” svedese della coltivazione delle mele, oltre che una suggestiva e pittoresca cittadina con nomi di vie speciali quali “Via del Pirata” o “Via del cucù-sette”.

L’abbiamo visitata una prima volta durante l’estate, e ne siamo rimasti affascinati al punto che – per almeno un giorno – abbiamo valutato seriamente l’ipotesi di prendervi casa, prima di arrenderci al fatto che la distanza dal mio posto di lavoro è davvero eccessiva.


Nei dintorni di Kivik c’è anche un monumento importante: la Tomba del Re (Kungagraven), una grande sepoltura risalente all’Età Nordica del Bronzo.

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Ma Kivik è anche e soprattutto sinonimo di mele e di succhi di mele (oltre alla Kiviksmusteri, una delle più grandi aziende produttrici di succhi di frutta, ci sono tanti laboratori artigianali che producono le loro varianti), ed ecco che, ad ogni fine di settembre, viene allestito un importante mercato visitato da tutta la Svezia.
A rendere il tutto più suggestivo, viene costruito ogni anno un gigantesco quadro fatto di diverse varietà di pomi, quadro che viene poi lasciato in prossimità del porticciolo a risplendere illuminato dalla luce del sole (che, la sera, tramonta alle spalle del mare), per un effetto davvero impressionante.
Quello di quest’anno era di 108 metri quadrati e per la sua creazione sono state utilizzate circa 35 mila mele di quattordici varietà differenti.
Per questioni di lavoro ci siamo persi la giornata del sabato, che è la più importante, e siamo arrivati giusto un paio d’ore prima della chiusura della domenica (cosa che ci ha permesso di risparmiare di pagare l’ingresso), ma ne è comunque valsa la pena: ci siamo goduti un giorno caldo e vissuti un’esperienza sicuramente speciale.

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Dragør

BiciclettaIl bello del vivere a due passi dal ponte sull’Öresund è che, quando vuoi, puoi sempre andare a visitare anche le bellezze danesi. Sabato scorso siamo andati a vedere Dragør, un antico borgo di pescatori a pochi minuti dall’aeroporto di Kastrup. La cittadina è famosa per il suo centro storico, fatto di suggestive case gialle dai tetti rossi, ma anche per il porto turistico.
Purtroppo il tempo è stato un po’ inclemente, soprattutto nel pomeriggio, e, fra pioggia e vento gelido, abbiamo dovuto anticipare il rientro senza potere passeggiare fra le barche. Siamo però davvero rimasti affascinati dalla suggestiva atmosfera del borgo, cui queste foto non rendono giustizia.
Ci torneremo presto di sicuro, sperando in una giornata migliore.
Dragør
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Due sabati

Approfittando dell’estate svedese, abbiamo dedicato gli ultimi due sabati ad escursioni a basso costo in due apprezzate località turistiche scaniche, Mölle e Båstad.

Mölle

Mölle, sulle pendici del promontorio di Kullaberg, è un altro di quei piccoli borghi originariamente devoti alla pesca e poi evolutisi in apprezzato luogo di villeggiatura. Adorata dai tedeschi (a inizio ventesimo secolo c’erano addirittura treni diretti da Berlino), è una cittadina affascinante e suggestiva, la cui vista è dominata dallo spettacolare Grand Hotel. Nonostante una giornata nuvolosa, siamo riusciti a godercela grazie ad una temperatura piacevolissima.
Alle spalle di Mölle giace la riserva naturale di Kullaberg, che abbiamo esplorato velocemente nel tardo pomeriggio, scovando un luogo suggestivo come la mini spiaggia di Ransvik.

Ransvik
Ransvik pier

Sempre nei pressi di Mölle si trovano il castello di Krapperup e un caratteristico café di nome Flickorna Lundgren. Se il primo è il tipico castello svedese, le cui parti più interessanti sono il giardino e l’aia esterni, il secondo è un posto con un che di magico, che serve dolci davvero deliziosi.

Krapperup Castle
Flickorna Lundgren

In serata, ci siamo poi lanciati in una mini spedizione lampo nella vicina Ängelholm, ma lì, più che il bel centro, non abbiamo visto praticamente nulla.

Due giorni fa, invece, è stata la volta di Båstad. Nota agli appassionati sportivi per i Swedish Open di tennis, la cittadina offre sensazioni decisamente diverse rispetto al feeling caratteristico di Mölle: la parte vicino al porticciolo è dominata dalla spettacolare arena tennistica e da hotel e ristoranti moderni, mentre nella periferia si trovano ville lussuose con splendida vista mare. Sarà che vi siamo capitati, senza saperlo preventivamente, negli ultimi giorni della manifestazione, ma anche il tipo di turisti presenti ha dato sensazioni differenti: decisamente più in tiro e “stoccolmese” (inteso, in particolare, come stoccolmese di Stureplan, il quartiere posh della città) rispetto a quello visto in Mölle o Grebbestad.
A fare la differenza in Båstad è sicuramente la bella spiaggia: mai come sabato, in una giornata perfino troppo calda, ho rimpianto di non essermi portato dietro il costume da bagno!

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Come molte altre spiagge svedesi, anche quella di Båstad è dominata dalla Kallbadhuset, una costruzione posta in mezzo al mare in cui è possibile cambiarsi per poi immergersi direttamente in acque abbastanza profonde (il declivio, da queste parti, è generalmente piuttosto lento). Molte Kallbadhus includono anche una sauna, per coloro cui piace alternare le due sensazioni.
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Båstad in the evening
Anche il porticciolo di Båstad è particolarmente bello, pieno di locali, negozietti ed altro ancora. Certo, in qualche modo, però, sembra mancare quel feeling speciale che pervade posti più sinceramente caratteristici. Purtroppo, però, non abbiamo avuto il tempo di visitare i Giardini di Norrviken, che ci hanno detto essere splendidi, e probabilmente torneremo un giorno solo per questi.
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Una curiosità: tanto da Mölle/Kullaberg quanto da Båstad partono due strade note come Italienska Vägen (“La Strada Italiana”) per via del loro inerpicarsi su promontori a ridosso del mare. E, in particolare, quella di Kullaberg mi ha proprio dato, a tratti, l’impressione di trovarmi quasi in Liguria. Una sensazione quasi surreale!

Italienska Vägen con Mölle negli anni '50 Foto di pubblico dominio.
Italienska Vägen con Mölle negli anni ’50
Foto di pubblico dominio.

La costa ovest

La settimana scorsa, per celebrare il nostro quarto anniversario di matrimonio, ci siamo presi una minivacanza di due giorni sulla västkust, uno dei tratti più suggestivi della Svezia.
In particolare, dopo una breve tappa a Gotemburgo, abbiamo passato la sera nella splendida Grebbestad, villaggio sperduto di pescatori che è anche una rinomata meta turistica.
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Il giorno dopo, sulla via del ritorno, ci siamo fermati anche a Fjällbacka, altro magnifico borgo caratteristico.
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Fjällbacka
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La Costa Ovest è la parte della Svezia che, vista anche la vicinanza, è più simile alla Norvegia, con fiordi che lasciano senza fiato. In tutta sincerità, nonostante il tempo non proprio clemente, ci abbiamo lasciato il cuore, quindi contiamo di tornare quando il tempo e i soldi lo permetteranno. Purtroppo, le foto di questa pagina non rendono giustizia ai luoghi.
Anche Gotemburgo, nella breve toccata e fuga, ci è piaciuta parecchio e ha confermato quello che si dice: la Svezia, oltre a Stoccolma, ha una sola vera grande città. Ed è anche a suo modo molto bella e vitale: prima o poi torneremo per godercela con più calma.

Il continente

Mi ha sempre fatto impazzire il fatto che gli svedesi si riferiscano a Copenaghen come “continente”, quando la capitale Danese è posta su un isola, mentre la Svezia è parte di una penisola che, del continente Europeo, fa parte sul serio.

La recente visione di un documentario (in svedese) del 2006 sul dialetto scanico, mi ha permesso di capire veramente il modo di pensare degli Svedesi. Il documentario (purtroppo non ho trovato sottotitoli di alcun tipo) è davvero interessante, e porta avanti una tesi importante per cui il “confine continentale” non sarebbe quello marino dello stretto di Öresund, ma andrebbe invece identificato all’interno del territorio svedese.

Immagine presa dal documentario della tv di stato Svenska dialektmysterier
Immagine presa dal documentario della tv di stato Svenska dialektmysterier

Ci sono alcune differenze fondamentali che, ancora oggi, separano lo Skåne dal resto della Svezia. Le più evidenti sono nella lingua e nell’architettura, ma anche in certe situazioni pubbliche.
Il giornalista autore del servizio fa infatti notare come nei caffè e nelle Konditori del sud si venga talvolta ancora serviti ai tavoli, cosa che gli Svedesi associano allo stile di vita continentale. Nel resto del paese bisogna portarsi da soli cibo, caffè e tazze dal banco o da grosse tavolate appositamente predisposte.
Ed effettivamente, a pensarci, anche la mia pasticceria preferita di Svezia, la suggestiva ed elegante Sundbergs a Stoccolma, è basata sul “self service”.

Sulla lingua ho già fatto qualche accenno in passato: gli svedesi trovano ostico il dialetto skånska, le cui due peculiarità principali sono la erre arrotolata (presente anche nel danese e di origine francese) e i particolari dittonghi (minuto 17:40 del documentario). Questi ultimi sono invece una caratteristica unica condivisa solo con i danesi dell’isola di Bornholm, la sola zona in cui si parla ancora il “danese orientale” che è alla base, appunto, dello skånska.

Ma è con l’architettura che le cose si fanno più interessanti anche per chi non coglie le sfumature del parlato: uno degli elementi simbolo dei panorami svedesi sono infatti le celebri case di legno colorate in Rosso Falun, diffusissime in tutta la nazione. Tutta la nazione tranne lo Skåne.

Da Wikipedia - foto di Susann Schweden. Licenza Creative Common
Da Wikipedia – foto di Susann Schweden.
Licenza Creative Common

Abitazione a Mullhyttan
Abitazione a Mullhyttan

Qui nel sud è infatti molto più tipico il mattone con intelaiatura a traliccio (Korsvirke in svedese), in forme simili a quelle molto diffuse, appunto, nel continente e Inghilterra (le cosiddette “case Tudor”).
Abitazioni di questo tipo sono molto frequenti nelle campagne, ma se ne trovano spesso anche in città, come nel caso di Lilla Torg a Malmö, o di buona parte del centro storico di Ystad.

Case in korsvirke ad Ystad
Case in korsvirke ad Ystad
Da Wikipedia – foto di Jorchr.
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Lilla Torg
Lilla Torg

I motivi di queste differenze sono soprattutto storici e geografici. Lo Skåne apparteneva infatti alla Danimarca fino al 1658, anno in cui, durante una delle molte guerre del periodo, l’esercito Svedese marciò dalla Polonia fino alla Danimarca del sud per poi attraversare (a piedi e cavallo!) i tratti di mare ghiacciato del Piccolo e del Grande Belt, arrivando a sopresa alle porte di Copenaghen. Nonostante le promesse iniziali, secondo cui l’allora Danimarca dell’Est avrebbe conservato lingua e leggi originali, ci fu una spietata assimilazione, con il divieto di parlare danese e il rogo di tutti i testi che non fossero in svedese. Quello che resta di questa operazione di pulizia è, appunto, lo skånska, la versione svedesizzata del vecchio danese dell’est.
Ma anche la geografia ha avuto il suo ruolo: la Scania è situata nella penisola Scandinava, ma è, in realtà, separata dal resto della Svezia da paesaggi aspri e fitte foreste che rendevano piuttosto complicati gli scambi, mentre lo stretto di Öresund poteva, invece, essere percorso agevolmente da imbarcazioni. Insomma, la cultura continentale riusciva ad arrivare piuttosto facilmente a Malmö e dintorni, ma si fermava sulle foreste che separano lo Skåne dal resto della Svezia.

Il giornalista di SVT ha fatto un semplice esperimento: è risalito lungo le campagne da Malmö per cercare il punto in cui le case in korsvirke vengono rimpiazzate da quelle in legno rosso. Lo ha trovato (minuto 21:07) in Örkelljunga, cittadina in cui le due tipologie abitative coesistono.
A fare da controprova, l’area di diffusione dei dittonghi dello svedese del sud coincide, più o meno, con lo stesso territorio.
La conclusione del servizio è quindi che il confine fra il “continente” e un non specificato “non continente” (il “Nord”?) sia da trovare proprio a Örkelljunga e nei paesi che fanno parte della stessa fascia.

Personalmente, non so come reagire a questo tipo di pensiero. Devo dire che il sud è la zona del Regno che ho visitato per prima, e quindi, per me, è quasi naturale associare questo tipo di architettura alla Svezia. Per mia moglie, invece, non è proprio così: sin dalla prima volta che siamo scesi assieme al sud non ha mai mancato di farmi notare come tutto per lei fosse “danese” o, appunto, continentale. Ed, effettivamente, le sensazioni ambientali che ricevi da una città come Lund sono decisamente diverse da quelle che hai da Uppsala, giusto per citare due località paragonabili: lo Skåne è sicuramente il ponte culturale che unisce la Svezia alla Danimarca, così come la Danimarca è il ponte fra il Nord e la Mitteleuropa. Pur con questo assunto, devo dire, però, che trovo davvero difficile pensare che il continente finisca ad Örkelljunga…

Luglio e Agosto

Dopo due mesi di “quasi vacanza” (dal blog), eccomi a rifare il punto della situazione prima di ricominciare.
A Luglio, con mia moglie e mia suocera, siamo andati un paio di settimane a trovare i miei genitori in Calabria. Se ogni volta che rientro in Italia c’è sempre un certo “shock”, quando vado al Sud la situazione è anche peggiore.

Giusto per elencare qualche punto:

  • l’aeroporto di Catania è davvero il peggio organizzato in cui sia mai stato
  • la Salerno-Reggio Calabria è sempre un pianto
  • i pazzi criminali che guidano in autostrada incollandotisi al didietro e lampeggiando mentre stai facendo un sorpasso sono tutti da arrestare
  • gli storditi che utilizzano l’auto per fare una “passeggiata” sul lungomare (magari fermandosi a chiacchierare nel mezzo della strada con l’amico che arriva in senso opposto) sono una delle cose più irritanti che ci sia (le passeggiate si fanno a piedi, che fa anche bene!)
  • la sanità è qualcosa di davvero imbarazzante (due medici su due hanno dato a mia suocera dei medicinali, senza tenere conto che avrebbero creato dei problemi con quelli che lei prende regolarmente, al riguardo dei quali erano stati avvisati. Per fortuna niente conseguenze serie, ma grazie per il rischio e la bella figura!)

Tutte cose che, per come sono abituato ora (ma anche un po’ per la mia mentalità), vanno dall’assurdo all’alieno.

Però, tolto questo piccolo sfogo (permettetemelo! :-P), ovviamente sulla bilancia ci vanno anche gli aspetti positivi: la famigghia, il mare, i posti splendidi, il cibo delizioso e i prezzi stracciati dello stesso… tutti elementi che fanno pendere abbondantemente l’ago dalla parte del “più”, facendone comunque una piacevolissima vacanza.
È però innegabile che lo shock ci sia sempre. 😀

Palmi's Tonnara: Panorama
Tropea from the beach

Al ritorno in Svezia, è stato il momento di un ritorno lampo alla buona vecchia Upplands Väsby per il Väsby Rock Festival, un piccolo festival metal che si è tenuto il tre agosto nel parco di Vilunda. Nonostante Väsby sia una delle piccole “capitali” del genere (per gli appassionati, basti sapere che band come Europe, Candlemass, Malmsteen e Therion sono nate, o hanno mosso i primi passi, qui), l’evento è stato un flop clamoroso. Forse non è stata grande idea organizzare un evento proprio nel periodo in cui la gran parte è degli svedesi è appena rientrata (se non deve ancora rientrare) dalle vacanze, e in concomitanza con il più grande evento mondiale di genere (il Wacken, che si tiene nel nord della Germania nello stesso periodo). Anche una popolazione decisamente “rock” come quella Svedese ha, evidentemente, i suoi limiti.
Nonostante la pochissima gente e un deciso caldo bestiale (c’erano poche aree all’ombra) il festival è stato comunque decisamente godibile, e si è concluso con una grande performance degli U.D.O.

U.D.O. @ Väsby Rock Festival

Tornato a Malmö, è stato il momento di rientrare al lavoro. In quello che faccio, mi interfaccio (principalmente) con le filiali italiane di Tetra Pak, quindi, come potete immaginare, è stato un agosto fin troppo tranquillo, viste le chiusure aziendali e le ferie di gran parte del personale.
Il tempo, in compenso è stato per lo più magnifico con, a parte qualche giorno, belle giornate di sole ma mai troppo calde: un bel contrasto rispetto alle notizie che arrivavano dall’Italia, da cui sentivo di alluvioni o di temperature torride.

Metà agosto ci ha visto affrontare un viaggio in direzione Mullhyttan, piccolo paese di campagna nella provincia storica del Närke in cui vivono i parenti (lato madre) di Helena. L’occasione è stata quella di un matrimonio, svoltosi secondo quelli che ho già descritto come i “canoni classici” del matrimonio alla svedese.
Mullhyttan, pur essendo fondamentalmente un semi-agglomerato di villini/fattorie sparsi fra campi e foreste, mi piace da morire: quando sono lì mi sembra di essere nella Svezia più pura, fra gente semplice e accogliente, e con una natura splendida. Non nascondo di apprezzare anche il fatto di riuscire a capire tutto quello che la gente dice, mentre a Malmö, dopo oltre due anni, continuo ancora ad avere qualche difficoltà con lo skånska. Che, ci posso fare? Sono lento! 😀
Una cosa curiosa di Mullhyttan, ma anche di quasi tutti i paesi simili, è che gran parte delle abitazioni non ha un indirizzo vero e proprio: essendo che molte delle case sono sparse nei campi o nei boschi, lontano dalle vie centrali, l’indirizzo è spesso il nome stesso dell’abitazione (regolarmente registrato). Non vi stupite, quindi, se leggendo un indirizzo svedese doveste trovare qualcosa con appendice torp, termine che vuol dire, più o meno, “cottage”.

Mullhyttan
Mullhyttan

Con la seconda metà del mese siamo, di fatto, entrati, almeno a livello metereologico, nell’autunno. È ancora un autunno molto piacevole e si può stare in maniche corte, ma le temperature si stanno abbassando velocemente e, soprattutto, le giornate si sono decisamente accorciate! Ormai è solo una questione di una ventina di giorni per arrivare all’equinozio, che porterà all’annuale sopravvento dell’oscurità rispetto alla luce. Tempi bui in arrivo… (a Malmö neanche poi troppo, in realtà :-D)

Mangiare a Malmö

Stimolato dalle domande di Notturno Express (a proposito: per la registrazione della trasmissione potete andare sulla loro pagina di Facebook e scaricare il podcast della terza puntata), eccovi una mini lista di posti in cui io e mia moglie ci siamo trovati bene a mangiare, nel caso vi capiti di fare un salto da queste parti.

Vi ricordo che, in Svezia, i prezzi non hanno sorprese: quello che vedete sul menu pagate, i piatti hanno sempre un loro contorno, l’acqua di rubinetto è inclusa nel prezzo, il pane no (ma nel contorno ci sono quasi sempre le patate, che svolgono una funzione simile).
Quindi, generalmente, ci si può tranquillamente nutrire, a seconda dei posti, con prezzi fra i dodici e i venticinque euro (qualcosa in più se prendete il dessert), bevande escluse.

Paddy’s Bar:
Il mio top assoluto. Piatti svedesi moderni (delizioso il polpettone di cervo e formaggio di capra, molto buoni anche agnello e anatra), ma anche il cibo “da pub” (l’immancabile hamburger, che non ha nulla a che vedere con quello deii fast food) si fa rispettare. Nel weekend dovete assolutamente prenotare.

Mello Yello:
Nella splendida cornice di Lilla Torg, ha tavoli all’aperto dalla primavera fino alla fine di ottobre. Ottimi piatti, sempre in stile “Svezia moderna”, l’hamburger è notevole. Il locale è davvero meritevole per le serate estive, quando si crea un atmosfera davvero suggestiva e speciale.

La Trattoria:
Se proprio non potere fare a meno della Pizza in vacanza all’estero, questo piccolo, ma dalla bella aria intima, posto ha la più buona che abbia mangiato in Svezia. Il gestore è un Siciliano trapiantato da parecchi anni.

Mascot
Situato nel mezzo della multiculturale Möllan (la Soho di Malmö), è ideale per chi ama il cibo da pub o la molto diffusa plankstek (piatto di origine ungherese con carne, purè in stile pomme duchesse e verdure serviti su una tavola di legno). Andateci però d’estate quando potete mangiare fuori, perché all’interno c’è un’irritante musica techno a tutto volume.

Mando
Ottima steakhouse nei pressi di Lilla Torg.

V.E.S.P.A.
Questo ristorante, dedicato al celebre scooter Piaggio, ha più filiali, tutte in quest’area della Svezia. Noi abbiamo provato quella in Västra Hamnen (il bel quartiere residenziale sul mare di Malmö) e ci siamo trovati molto bene, anche solo per la cornice. Le pizze erano ottime, l’arredamento simpatico. Molto poco svedese il fatto che, all’interno, fosse illuminato a giorno: qui si preferiscono, generalmente, luci più morbide.

Un ristorante, invece, dove non consiglio assolutamente di mangiare è un piccolo posto di nome Dal Cuore, vicino alla granda sala cinematografica Filmstaden: fra birre servite calde, cibo fra il passabile e lo scarso e una cameriera che non aveva assolutamente idee di cosa sia il servizio al cliente (e sia chiaro: non parlo di “forma”… In Svezia l’informalità è la norma), la nostra esperienza è stata decisamente negativa.

La crociera

Uno dei passatempi preferiti degli Stoccolmesi è la minicrociera di un giorno (o, meglio, una notte) verso Åland, la regione-arcipelago posta a metà strada fra Svezia e Finlandia.
Åland (in finlandese Ahvenanmaa, in latino Alandia) ha una storia particolare: appartiene politicamente alla Finlandia, ma è autonoma, neutrale e la lingua prevalente ed ufficiale è proprio lo svedese.
In realtà, ai croceristi frega poco e nulla di tutto ciò, e la stragrande maggioranza di loro non mette neanche piede sull’isola principale (Fasta Åland): per farlo, dovrebbero alzarsi alle 6:30 del mattino dopo una notte di bagordi! Gli unici che scendono sono quelli che effettivamente devono andare nella capitale Mariehamn (abitanti del luogo o, durante l’estate, turisti) o quelli che vengono espulsi dalla nave, e consegnati alle autorità, per comportamenti poco consoni.
Per quei pochi che devono, la nave fa anche da traghetto, per cui è possibile anche caricare l’auto a bordo.

Gli armatori concorrenti che organizzano le crociere sono due: la Birka Cruises e la Viking Line.
Io ho viaggiato sulla Cinderella, la nave della Viking che parte dall’area di Slussen alle ore 18:00 e che è stata, per un certo periodo, la più grande nave da crociera al mondo.
Cinderella (e, come lei, Birka Paradise, che ci segue a distanza per tutto il viaggio), si ferma per un paio d’ore in mezzo al mare, per evitare di arrivare troppo presto e permettere ai festeggiamenti a bordo di continuare. In questo periodo dell’anno la cosa non ha particolare rilevanza, ma, durante l’estate, quando le ore della notte sono illuminate a giorno, sembra che l’effetto sia meraviglioso, soprattutto per chi sta sul ponte panoramico o nei più piccoli ponti esterni.

Gli alcoolici "ingabbiati" nel duty free
Appena saliti a bordo, molti passeggeri hanno avuto una terribile sorpresa: da qualche tempo le regole sono cambiate, e, nei fine settimana, il tax free shop interno alla nave vende alcool solo ed esclusivamente durante il viaggio di ritorno a partire dal mattino.
Avreste dovuto vedere le facce furiose di alcuni clienti mentre discutevano animosamente con il responsabile, risentiti per non essere stati avvisati in anticipo: lo avessero saputo, non avrebbero mai comprato il biglietto!
La Viking ha messo in atto questa decisione per contrastare il fenomeno di chi acquistava litri di alcool al duty free (a prezzi decisamente più bassi che al Systembolaget) per poi andare a devastare se stessi e le cabine in party privati, anziché prendere da bere nei bar e nei pub della nave. Viene da chiedersi se anche la Birka Cruises abbia preso iniziative simili: in caso negativo, il numero di passeggeri aumenterà per loro in maniera consistente!
Queste misure hanno comunque prodotto dei risultati reali e, alla resa dei conti, non ho assistito a quelle scene apocalittiche che hanno un po’ contribuito a creare la fama di questo tipo di nave: la gente sbronza, alla fine della serata e persino il giorno dopo, non mancava… ma nulla a che vedere con quelle sequenze da gironi danteschi di cui tanto si racconta. Mia moglie, che era stata sulla Cinderella l’ultima volta due anni fa, mi ha confermato di aver visto un cambiamento radicale, sia alla sera che al giorno dopo.
In ogni caso, anche comprare alcool ai pub e ai bar della nave costa decisamente meno che negli equivalenti di Stoccolma, e non c’è inoltre l’onnipresente security pronta a cacciarti via non appena cominci a traballare. Per quelli cui piace divertirsi sfondandosi di alcool, la Cinderella resta comunque una sicura fonte di gioia.

Rock'n'roll allnite
Ma anche per quelli per cui l’alcool si beve con moderazione (che, nonostante quello che si può pensare, in Svezia sono comunque la maggioranza), la nave ha tanto da offrire: ristoranti, un casinò, una stazione termale e, per la sera, oltre all’Admiral Hornblower’s Pub (con tanto di “menestrello”), ci sono una discoteca (piccola e bruttina) e, soprattutto, il Fun Club, la grande sala da ballo su cui si esibiscono, in alternanza due band. La musica live parte dai classici disco, dance e pop (come Village People, Gloria Gaynor, gli obbligatori Abba) per poi allargarsi, nel prosieguo della serata sul rock e l’hard rock di U2, Stones, Sweet, Kiss, Deep Purple, Metallica, Judas Priest, Thin Lizzy, Europe, Twisted Sister e compagnia schitarrante. I musicisti sono bravissimi e l’effetto divertimento è garantito, per cui la sala è sempre piena fino alla sua chiusura, alle 3 del mattino.

Per quanto riguarda noi, abbiamo speso circa cinquecento corone a testa (una sessantina di euro) per un pacchetto che ha incluso una cabina su lato mare e una cena con megabuffet “mangia-quanto-ti-pare” in uno dei ristoranti della nave. Durante la cena, persino vino e birra (la finlandese Lapin Kulta) erano disponibili liberamente e gratuitamente, cosa impensabile per la Svezia. Il cibo era, comunque, eccellente!

Il viaggio di ritorno è stato davvero splendido: in questi giorni è letteralmente esplosa la primavera, e il lungo passaggio in mezzo alle isole del suggestivo Arcipelago di Stoccolma è stato una gioia per gli occhi e per il corpo, rinfrancato dalle piacevoli temperature. Infilatici nel fiordo di Saltsjön abbiamo anche potuto godere della vista dei meravigliosi palazzi di Djurgården (inclusa la nostra Ambasciata) prima di rivedere la meravigliosa skyline di Gamla Stan (come sempre rovinata in parte da quell’insulsa scatola da scarpe che è la sagoma del Castello) e attraccare nell’area di Slussen. Nella hall della nave, alcune meravigliose facce da “giorno dopo” (non parliamo di quelli, sbronzissimi, con ancora un cocktail in mano), ma anche tanti volti felici di persone che si sono goduti una piccola fuga dalla vita cittadina!

E Åland? Beh, non vorrete mica che mi svegliassi alle 6:30 del mattino dopo una notte di festeggiamenti, vero?

Castelli e roccaforti

La Svezia terra di castelli? Anche, ma…
Davvero: da fan di questo paese e ammiratore delle antiche roccaforti, se c’è una cosa che non mi esalta dell’architettura storica di questa nazione sono proprio gli slott!

La prima delusione viene proprio dal Palazzo Reale di Stoccolma, ma la cosa nasce fondamentalmente da un equivoco: in realtà si tratta di una reggia settecentesca (peraltro non bellissima: fondamentalmente un parallelepipedo con la corte all’interno) che gli Svedesi hanno continuato a chiamare Slott come la precedente costruzione, che era un castello vero e proprio distrutto da un incendio nel 1697.
In generale, però è raro che ci sia un castello svedese che abbia un fascino per me paragonabile a quello degli equivalenti tedeschi, anglosassoni, francesi o italiani.


The Royal Castle, Stockholm
Il Castello Reale, ricostruito nel '700

Ad occhio, tendo a dividere i castelli svedesi in due categorie: quelli più antichi, che avevano anche una funzione militare, e quelli costruiti a partire dal ‘600, che sono in realtà molto più simili a certe nostre residenze nobiliari o ville, pur conservando, in maniera più o meno accentuata, elementi tipici del castello.

Vaxholm

Fra i primi annovero, ad esempio, quelli di Örebro, Uppsala e Vaxholm, roccaforti massicce e probabilmente inespugnabili, ma prive in qualche modo dell’attrattiva romantica esercitata in maniera quasi automatica dalla parola “castello”.

Il Castello di Örebro

Per quanto riguarda i secondi, ce ne sono sicuramente molti di più, ma, spesso, si tratta per l’appunto di costruzioni più simili alle nostre ville che a castelli veri e propri.

Åkeshofs slott
Stora Väsby slott Årsta slott

Molte di queste costruzioni, sia di un tipo che dell’altro, sono state poi profondamente modificate e “addolcite” nel corso dei secoli: d’altronde la Svezia è un paese unito e indipendente sin dal 1593, e la mancanza di guerre intestine ha sicuramente favorito lo sviluppo di un’architettura meno drammatica ed evocativa.

Fra le altre cose, è sicuramente mancato (o non ha avuto la stessa forza dal punto di vista architettonico) quel movimento romantico che, in Germania, ha portato alla costruzione, nel corso dell’800, di roccaforti meravigliose come il Burg Hoenzollern o l’ancora più celebre Schloss Neuschwanstein. Quel movimento ha avuto invece un impatto anche su alcune città italiane (a Genova c’è il piccolo MacKenzie)

Sicuramente la parte più sud della Svezia (Skåne, Västra Götaland, le grandi isole) è stata la più esposta alla cultura “continentale” (lo Skåne è stato a lungo parte della Danimarca), e probabilmente per questo troviamo qui dei castelli più tradizionalmente affascinanti. Fra quelli che mi piacerebbe vedere dal vivo un giorno, ci sono sicuramente quelli di Läckö e Trolleholm.

Läckö Slott Slott

Un caso particolare è rappresentato da Visby, capoluogo dell’isola di Gotland. Non ci sono castelli ma la città antica, con le vecchie mura ancora quasi completamente intatte e le rovine delle chiese rase al suolo dai Lubeccani, è di per sè, un gioiello che ci riporta a tempi antichi.
Visby Nov 16th 2008 Visby Nov 16th 2008
Visby - 134

Riassumendo, quindi, in Svezia ci sono sicuramente castelli magnifici ma, in generale, quando ne sento nominare uno, non provo ormai la stessa curiosità e voglia di andarlo a visitare che invece mi è sempre venuta con quelli di altre parti d’Europa… Troppo spesso mi sono ritrovato a pensare: “sì, ok… carino, ma sembra, al massimo, una villa un po’ più grande”. Insomma: la faccia sorpresa e ammirata che ha fatto mia moglie quando si è ritrovata per la prima volta di fronte allo Sforzesco è stata davvero un’altra cosa!