Logge massoniche?

Lunedì sera ho avuto un’esperienza davvero particolare. Alla ricerca di un locale per il battesimo di Aurora, ci siamo imbattuti in quello di “pranzo.se”, di proprietà dell’Ordine di Sirio.
Fissato un incontro con la signora responsabile del catering, ci siamo ritrovati in una situazione al limite del surreale. Il locale non ci è piaciuto particolarmente, e abbiamo deciso di sfruttare un’altra opportunità, ma la visione della “cappella”, la stanza decisionale in cui l’ordine si riunisce a a Lund, ha avuto sicuramente un che di speciale.
Ufficialmente un ordine di “ricchi benefattori” questo Sirius-Ordren sembra a tutti gli effetti una loggia massonica. Di quelle che, inconsciamente, mettono i brividi.
Purtroppo non ho avuto l’occasione di fare foto, se non una, ma l’iconografia della sala era davvero speciale e mi ha precipitato in sensazioni da “nuovo ordine mondiale”, qualcosa in cui generalmente non sono propenso a credere. In ogni caso, una situazione davvero particolare e curiosa.

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È arrivato un furgone carico di…

Chiunque sia stato in Svezia per un certo periodo, magari non proprio in qualche centro cittadino, è rimasto prima o poi sorpreso dal sentire in strada una musichetta vagamente simile alla celebre “Dance Of The Cuckoos” di Stanlio e Ollio.
Io stesso, nei primi tempi a Bromma, mi chiedevo cosa significasse quella curiosa melodia. Solo col tempo la rivelazione: si tratta del jingle che accompagna l’arrivo del furgone del gelato (confezionato)!

Le Hemglassbil è ormai un pezzo di storia della cultura svedese. Mi si dice che, un tempo, l’arrivo del furgone scatenava l’entusiasmo dei bambini della zona, ed era motivo di orgoglio che il furgone si fermasse regolarmente sotto la casa di qualcuno. Oggi, per quello che ho potuto verificare, l’entusiasmo è decisamente più contenuto, ma la Hemglass continua a consegnare regolarmente i suoi prodotti.
La Hemglass (Hjem-IS in Danimarca e Norvegia, Kotijäätelö in Finlandia) è stata fondata in Svezia nel 1968. Da tempo è stata acquisita dalla solita Nestlé ed ha ora sede in Danimarca.

Il suo fondatore, Eric Ericsson, si era ispirato sia alle compagnie americane che consegnano prodotti a domicilio, sia ai celebri furgoncini del gelato soft, sempre americani.

Da sempre, la Heimglass annuncia in maniera sonora l’arrivo dei propri furgoni. Dapprima la cosa veniva fatta con una campana (è ancora così in Danimarca e Norvegia) suonata a mano dall’autista; a partire dal 1980, ha preso invece piede la sopracitata melodia, composta da Robert Sund e diventata in fretta uno dei jingle più conosciuti in Svezia.

Non tutti, però, sembrano apprezzare la musichetta: nel corso degli anni la Hemglass è stata denunciata a più riprese per disturbo della quiete pubblica, inquinamento acustico, pericolo per la salute ed altro ancora da parte di svedesi che non la possono proprio sopportare. In una petizione ad un ministero, la melodia è stata persino paragonata alla tortura cinese con gocce d’acqua: una è innocua, ma l’esposizione prolungata farebbe saltare i nervi. Fino a questo momento, però, tribunali e organi giudicanti hanno sempre dato ragione alla compagnia. Il jingle della Hemglass (che è coperto da copyright e non può essere usato dai concorrenti) sembra quindi destinato a risuonare a lungo nelle strade svedesi.
Personalmente, sarà che non faccio turni di notte o non sono particolarmente stressato, la cosa mi fa anche piacere…

Du Gamla, Du Fria

L’inno nazionale svedese ha una doppia particolarità: Du Gamla, Du Fria (“Tu Antico, Tu Libero”) non è riconosciuta ufficialmente come inno e il suo testo, almeno nella versione originale, non è dedicato alla Svezia.

Nonostante sia eseguita pubblicamente in occasioni ufficiali sin dalla fine dell’800, la nationalsång non è citata nè nella carta costituzionale nè nei vari corpi di legge, e non ha mai avuto la legittimazione scritta del parlamento, del governo o della famiglia reale. Semplicemente, non ce n’è bisogno: tutti sanno che l’inno è quello e si ritiene non necessario avere un pezzo di carta che lo dica.

Du Gamla, Du Fria ha radici medievali: la sua melodia deriva infatti da quella di una ballata folkloristica intitolata Kärestans död; nel 1844 l’autore Richard Dybeck scrisse un nuovo testo per quella melodia, testo in cui dichiarava il suo amore per il “nord”. La particolarità dell’inno è proprio qui: Dybeck, che era uno scandinavista (ovvero sostenitore di quel movimento che mirava all’unione politica di Svezia, Norvegia e Danimarca), non parla mai della Svezia, ma si riferisce in maniera generica proprio al nord.

Tu antico, tu libero, tu montuoso Nord
Tu silenzioso, tu bello e ricco di felicità!
Io ti saluto, terra più adorabile del mondo,
Il tuo sole, il tuo cielo, i tuoi prati verdi
Il tuo sole, il tuo cielo, i tuoi prati verdi.

Tu siedi su un trono fatto di memorie di giorni antichi,
Quando il tuo nome volava con onore su tutto il mondo.
Io so che sei e rimarrai ciò che tu eri.
Si, io voglio vivere io voglio morire nel Nord,
Si, io voglio vivere io voglio morire nel Nord.

La nuova canzone, riarrangiata dal compositore Edvin Kallstenius, divenne in breve molto popolare, e ottenne un riconoscimento informale quando il Re Oscar II si alzò durante una sua esecuzione nel 1893.

Il progetto scandinavista fallì definitvamente con la dissoluzione dell’unione con la Norvegia (1905) e da allora sono stati fatti diversi tentativi di rendere Du Gamla, Du Fria un po’ più nazionale: autori differenti hanno creato delle strofe aggiuntive dedicate alla Svezia e la variante che ha avuto più successo è quella di Louise Ahlén (1910). Un successo relativo, però, dato che, nelle occasioni pubbliche, si cantano generalmente solo le prime due strofe originali, quelle dedicate al Nord.

Personalmente, all’inizio avevo un po’ difficoltà a capire questo inno, visto che, ascoltato alle manifestazioni sportive, mi sembrava mancare dell’impatto degli inni più celebri (Russia, Germania, Francia, Inghilterra, USA e persino il discusso Fratelli D’Italia), ma, col tempo, è cresciuto in me e ora mi piace parecchio. Ne apprezzo, in particolare, la versalità della melodia, che può essere eseguita in maniera semplice e sognante (grazie alla sua radice folk) o solenne, senza mai perdere di intensità.

Divieto di palloncini!

Nel Citytunneln, l’avveniristico sistema ferroviario sotterraneo che unisce la Stazione Centrale di Malmö a quella periferica di Hyllie (con la fermata intermedia di Triangeln) e poi alla Danimarca, è diventato da qualche tempo rigorosamente proibito entrare con palloncini.
Il motivo non è da trovare nella volontà di rendere infelici i poveri bimbi di Malmö, quanto in una serie di incidenti che hanno messo in difficoltà il sistema: le cordicelle dei palloni vaganti, infatti, finiscono talvolta per creare problemi ai contatti elettrici, causando corti circuiti e bloccando completamente la circolazione.

Nell’agosto 2011 un moderno treno X-2000 è rimasto bloccato per due ore nel tunnel, causando grossi disagi a pendolari e viaggiatori.
Altri incidenti e successivi hanno convinto l’amministrazione che era finalmente il momento di fare qualcosa e, una settimana fa circa, è entrato in vigore il gran divieto. I bimbi saranno più tristi, ma il traffico ferroviario dello stretto di Öresund è finalmente salvo!

È proprio vero che, a volte, le cose più innocenti possono causare i danni più inattesi!

Il cartello nella stazione di Triangeln

Attraversamento gatti

Attraversamento gatti

Curioso cartello nei pressi dell’Università di Uppsala.
Serve ad indicare agli automobilisti di fare attenzione, ma è anche un omaggio a Pelle Svanlös (Pete No Tail, in inglese), il gatto senza coda amatissimo dai bambini e nato nel 1939 dalla fantasia dello scrittore Gösta Knutsson.
Pelle è uno dei personaggi più famosi di Uppsala, e i libri che lo riguardavano erano anche delle allegorie contro il supporto al nazismo, movimento che aveva raggiunto una certa popolarità nella Svezia di quegli anni.

Lampade da finestra

Se avete un/una partner svedese che sia interessato/a all’arredamento della casa, c’è una battaglia che potete considerare persa in partenza: ogni finestra deve avere una lampada, che quando fa buio deve stare accesa se siete in casa (anche se in quella stanza non c’è nessuno) e, talvolta, anche se non ci siete o quando state dormendo. Perché? Perché “fa atmosfera”, e non importa se non ne capite il motivo o se spesso finisce per essere un impiccio (ad esempio quando la finestra la vuoi aprire).

La tradizione ha, chiaramente, un’origine legata ai lunghi mesi di buio e alla necessità storica di illuminare l’area nei dintorni dell’abitazione. Ancora fino a pochi decenni fa, le fönsterlampor venivano messe in soffitta durante l’estate: oggi non è più così, e le lampade restano alla finestra per tutto l’anno.

Il risultato è, effettivamente, spesso suggestivo: a girare per le arie abitate in orario tardo pomeridiano o serale si può spesso rimanere incantanti dal muro di lumi che grazia le facciate dei palazzi (un giorno dovrò ricordarmi di fare foto migliori di questi brutti scatti frettolosi).

Insomma… se siete in Svezia e non sapete cosa fare nella vita, la risposta è semplice: mettetevi a produrre o vendere lampade!

Farmacie

Un anno fa, il sistema nazionale delle farmacie ha subito una profonda trasformazione. Il vecchio mondo statale dell’Apoteket è stato mandato in pensione sostituito da un mercato aperto, per la prima volta dopo la grande nazionalizzazione del 1969.
Molte delle vecchie farmacie statali sono state vendute a compagnie private, e sono nate nuove catene alternative. Visto che l’apertura e la gestione dei negozi richiede l’adesione a regole ben precise, e l’implementazione di un sistema informatico in grado di allacciarsi a quello nazionale, non ha preso piede il sistema delle piccole farmacie indipendenti all’italiana. Ce n’è qualcuna, ma appartiene comunque ad una rete associativa che permette loro di integrarsi meglio con quanto viene richiesto.

La liberalizzazione ha portato sicuramente dei risultati immediati: ad Upplands Väsby, fino al 2009, c’erano solo due farmacie, una in Väsby Centrum e l’altra all’interno dell’Ospedale Löwenströmska. Adesso il numero totale è salito a cinque: due in Centrum, quella dell’ospedale, una nei pressi della stazione, una in Infra City.
Il sistema ha richiesto un breve periodo di assestamento: ad esempio era entrata sul mercato in gran forze la norvegese Apotek1 (pronuncia Apotekett, molto simile a quella della vecchia catena nazionale), che nel giro di pochi mesi ha preferito chiamarsi fuori, cedendo i suoi punti vendita ai concorrenti di Apotek Hjärtat. Per questo in Centrum ci sono due Hjärtat: in origine era previsto un sistema basato sull’alternativa con Apotek1.

In aggiunta alla denazionalizzazione è ora possibile acquistare alcune tipologie di medicinali presso supermercati, edicole, 7-eleven e stazioni di servizio.

Ma come funziona, esattamente, una farmacia svedese? Quasi tutte seguono lo stesso sistema: la farmacia è divisa in due parti, la parte in “stile supermercato” con gli scaffali contenenti i farmaci che non richiedono prescrizione del medico e quella in “stile banca” con gli sportelli e il numerino per la prenotazione per i farmaci che invece devono essere richiesti dal dottore. Nella parte supermercato girano comunque regolarmente commessi/farmacisti a cui è possibile chiedere consigli o informazioni.

Il modo di ottenere i farmaci prescritti è, da parecchi anni a questa parte, completamente informatizzato. Il fatto di avere avuto per decenni un monopolio nazionale ha infatti favorito la nascita di un sistema coerente e funzionale, cui i nuovi operatori si sono potuti (e dovuti) allacciare.
Quando vai dal medico, questi inserirà nel sistema il medicinale cui avrai diritto, accompagnato da una serie di informazioni: il dosaggio, la quantità di confezioni che potrai comprare, se la richiesta è rinnovata automaticamente o meno e il termine massimo della prescrizione.
Da quel momento, la tua ricetta sarà automaticamente visualizzabile dai terminali di tutte le farmacie del Regno, senza bisogno che tu debba aver dietro una ricetta cartacea: ti basterà presentarti nell’Apotek con il tuo documento (o darlo a chi lo comprerà al tuo posto) per avere quanto ti spetta.
Il vantaggio evidente di questo sistema è che, se sei in viaggio in un’altra zona della nazione, puoi chiamare in qualunque momento il tuo centro medico e farti prescrivere quello che ti serve (sempre che sia compatibile con il tuo quadro clinico a loro noto).

Ovviamente, scordatevi nella maniera più assoluta di poter fare gli occhi dolci al farmacista per avere un medicinale per cui non avete prescrizione: il metodo all’italiana non funzionerà mai. Se avete necessità urgente di un medicinale, l’unica soluzione è andare da un medico o al pronto soccorso.

I medicinali sono a pagamento ma, una volta raggiunta una determinata cifra (che al momento non ricordo e non riesco a recuperare) nell’anno solare, hai diritto a sconti sostanziali.

Una caratteristica per noi inusuale è l’ostracismo all’iniezione: le siringhe possono, di fatto, essere acquistate solo da diabetici e similari. Anche le normali intramuscolo possono essere praticate solo da personale qualificato e in apposite strutture, e non sono, quindi, generalmente prescritte a meno che non ce ne sia una grande necessità. Quando ho raccontato a mia moglie che da noi è sempre stata norma farci le iniezioni in casa è inorridita: non aveva mai sentito nulla di simile!

Stockholmia caput mundi?

Riuscireste ad immaginare gli uffici centrali di un importante ente pubblico nazionale in città come Taranto, Verona o Ancona?
Ecco, in Svezia va esattamente così! Il Transportstyrelsen (l’interfaccia al pubblico del ministero dei trasporti) ha sede in Örebro, il Radiotjänst (l’ente che si occupa della riscossione del canone televisivo) a Kiruna, la famigerata Försäkringskassan (la “mutua”) a Östersund, è così via.
I motivi certi di questa delocalizzazione non li conosco, ma posso pensare che abbiano alla base, fra le altre cose, la necessità di creare occupazione in tutta la nazione riducendo la centralizzazione (tenendo conto che già due dei nove milioni di abitanti della popolazione nazionale abitano nella Stockholms län).

Resta il fatto che la cosa fa comunque impressione, soprattutto se pensiamo che nessuna delle città in oggetto è fra le cinque più popolose della nazione!

Due piccola curiosità riguardano però Kiruna: fino agli anni ’70, quando il termine “città” è stato legalmente abolito, era “la città più grande del mondo”, per via della sua enorme estensione territoriale. Non solo: negli anni 2000, a causa di problemi di subsidenza, il centro della città è stato progressivamente spostato. Vecchi edifici sono stati demoliti e rimpiazzati, mentre quelli di interesse storico sono stati smontati e ricollocati nella nuova posizione.

Intermezzo

Che cosa porta le persone a visitare questo blog?

Spulciando le statistiche di WordPress mi sono divertito a vedere quali sono i termini che le persone utilizzano sui motori di ricerca, ottenendo come risultato (per poi cliccarci) Un Italiano In Svezia.

Ecco un elenco parziale delle parole utilizzate negli ultimi tre mesi. Per i più curiosi, metto anche a disposizione il file completo per lo stesso periodo.

 

 

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Togliti le scarpe!

Un’usanza che può lasciare sorpresi molti Italiani è quella delle scarpe: in Svezia si tolgono sempre e rigorosamente appena varcato l’ingresso della porta di casa, per lasciarle su un tappetino o un’apposita scarpiera. La cosa è dovuta sicuramente a questioni igieniche, soprattutto quando fuori c’è la terribile fanghiglia ghiaccio-neve che sta appestando l’area di Stoccolma in questi giorni.

Se doveste mai invitare uno svedese in casa, non sorprendetevi quindi se dovesse mettersi immediatamente a piedi nudi una volta entrato!

Ovviamente la cosa assume aspetti particolari quando si va in visita in casa d’altri. Da amici si rimane generalmente in calze o a piedi nudi ma, in occasioni più formali, è sempre bene portarsi delle scarpe da interni o pantofole eleganti, da indossare una volta arrivati nell’atrio!