Secondo quanto riferito da Aftonbladet, ci sarebbero grossi problemi per i dipendenti di Intimissimi, la catena di negozi di abbigliamento italiano di proprietà di Calzedonia.
Diverse dipendenti attuali e passate raccontano di condizioni di lavoro orribili, con le commesse che vengono sgridate apertamente, costrette al pianto, monitorate tramite telecamere, cazziate se bisognose di andare in bagno in orario di lavoro, licenziate in caso di protesta, costrette a lavorare senza pausa (anche 18 giorni di fila senza compenso extra, fino ad 80 ore alla settimana). Anche le responsabili dei negozi dicono di essere ipersfruttate, spesso costrette ad essere raggiungibili anche ad orari tardi, indipendentemente da quanto lavorato durante il giorno. Si parla anche di bonus saltati per essere arrivati in ritardo al lavoro un solo giorno, e di persone che hanno dovuto lasciare perché completamente bruciate.
L’azienda non ha un contratto sindacale collettivo: non è obbligatorio averlo, ma può essere spesso sintomo di chi non vuole adeguarsi al sistema svedese che prevede un reale rispetto dei lavoratori.
Il capo esecutivo della catena, l’italiano Manuel Scarfone, nega di essere a conoscenza di qualunque problema. Dice anche che l’azienda continua a ricevere candidature ogni giorno, e che un posto in Intimissimi è anzi molto ambito.
Diverse commesse hanno ora deciso di scrivere a Bianca Ingrosso, nota influencer italo-svedese, figlia della cantante Pernilla Wahlgren e del ballerino Emilio Ingrosso, nonché volto commerciale della catena, per chiedere di intervenire a nome loro. Bianca ha detto di ritenere inaccettabili le cose che ha sentito, e che se si sta dando da fare, per come le è possibile, per fare risolvere i problemi.
Ora… ovviamente quanto sopra è tutto da verificare e confermare, anche se l’inchiesta sembra seria e Aftonbladet, per queste cose, è generalmente attendibile. Bisogna solo sperare che non sia un altro caso di imprenditori italiani che finiscono per rovinare la reputazione a tutti i connazionali!
Autore: Daniele
Le elezioni svedesi ad Aria Pulita
Oggi all’ora di pranzo siamo stati ospiti di Alberto Maio su 7Gold Emilia Romagna, dove abbiamo parlato delle elezioni svedesi.
Potete vedere l’intervento qui:
Elezioni 2022: la parte svedese
Ho appena votato, in anticipo di qualche giorno, alle elezioni svedesi per il Parlamento, il comune di Tomelilla e la regione Skåne.

Le modalità sono sempre quelle di cui avevo parlato anni fa, quindi potete leggere il relativo post. La differenza rispetto ad allora è che nel frattempo sono diventato cittadino svedese, e che quindi posso ora votare per il parlamento.
Sul sito del Com.it.es abbiamo anche scritto un articolo che spiega ai cittadini italiani come votare in Svezia.
Sono elezioni particolari, che secondo i pronostici potrebbero indicare il passaggio da un governo a guida Socialdemocratica ad uno di centro destra, grazie ad un probabile accordo fra Moderati e il partito di estrema destra dei Democratici Svedesi. Se questo verrà fatto tramite un appoggio esterno o con la partecipazione diretta di Sverigedemokraterna all’esecutivo è tutto da vedere. Se, come sembra, gli stessi Moderati saranno il terzo partito (in caduta libera rispetto al passato), è molto improbabile che possano aspettarsi di fare un governo senza lasciare ministeri al gruppo di Åkesson.
I Socialdemocratici saranno, probabilmente, ancora il primo partito. Ma, a seguito della decisione dei Liberali di tornare ad un orientamento di centro-destra, è molto improbabile che riescano a governare. Con il Partito Ambientalista al limite della soglia di sbarramento del 4%, e la compatibilità pressoché nulla fra il partito del Centro e quello della Sinistra (che fra l’altro non ha gradito per nulla l’adesione richiesta alla NATO), ben difficilmente avrà i numeri per un governo, anche solo di minoranza come negli ultimi anni.
L’alternativa sarebbe una grande alleanza fra Socialdemocratici e Moderati, alleanza richiesta da alcune forze centriste del paese, ma che per ora non sembra essere nei programmi dei due partiti. Dopo le elezioni, ovviamente, potrebbe cambiare tutto!
Poi, se tutto va bene, domani riceverò probabilmente il plico elettorale per le elezioni italiane. Due votazioni in pochi giorni!
Parlando di Svezia e Genoa
Nel fine settimana mi sono ritrovato a parlare della Svezia e del mio Genoa (da perfetto incompetente) come ospite di “Genoani… si resta“, il podcast dei genoani all’estero!
Trovate la registrazione della puntata qui:
Se vi interessa la parte sulla Svezia, la prima parte della puntata è dedicata all’argomento.
Ringrazio ancora una volta Gagge, Ceva e Talla per l’ospitalità!
Utilizzi creativi
Mia figlia ha trovato modo di sfruttare le schede referendarie arrivate oggi, fuori tempo massimo per potere votare.

P.S.: Abbiamo lanciato ieri il sito del Com.It.Es svedese, di cui sono onorato di far parte. Mi troverete anche lì.
Diritto negato
Per la prima volta da quando risiedo in Svezia, non mi sono arrivate in tempo utile le schede per votare ai Referendum. Al di là di quali fossero le mie intenzioni al riguardo (votare o meno, e a quali quesiti) resta comunque un diritto che è stato negato a me e tanti altri. Sì, perché, a quanto pare siamo proprio tanti in Svezia a ritrovarci in questa situazione.
Con i Comites di Stoccolma indagheremo nei prossimi giorni le ragioni della cosa e discuterne assieme al Consolato per evitare che il problema si ripresenti.
NATO ieri
Come probabilmente saprete, la Svezia ha deciso di rompere con la propria tradizione di neutralità (cosa che in realtà era già avvenuta in parte con l’adesione al Trattato di Lisbona dell’Unione Europea) e mandare la richiesta di ingresso nell’Alleanza Atlantica. L’invio formale è avvenuto ieri, uno storico 18 maggio 2022.
Ciò che si teme è, ovviamente, un’invasione da parte della Russia. Qualcuno può ancora chiedersi cosa possa mai volere Putin dal Regno delle Tre Corone, ma la questione è nota da tempo: l’isola di Gotland è strategica per il controllo del Baltico e per la protezione dell’enclave di Kaliningrad, nel caso la Russia decida di esercitare pressioni (o peggio) sulle repubbliche baltiche.
Personalmente quella dell’adesione è una scelta che non condivido: trovo che la neutralità conferisse al paese un ruolo di livello più alto nelle mediazioni internazionali e che, soprattutto, la decisione esponga maggiormente il paese a possibili conseguenze e rischi di escalation militare. Inoltre mi piace molto poco l’idea di una Svezia soggetta ai ricatti di gente come Erdoğan, o ai capricci del presidente americano di turno (ammetto di essere molto preoccupato per un possibile ritorno al potere di Trump). Insomma, trovo che i possibili vantaggi dell’appartenenza alla NATO siano decisamente minori rispetto agli svantaggi e i rischi ad essi associati.
Magdalena Andersson e il resto del governo svedese non la pensano però così. E hanno tutto il diritto di farlo, e agire di conseguenza.
Si sta discutendo molto, anche fra gli italiani residenti qui, di come un governo eletto senza un mandato per aderire all’Alleanza (fino a Febbraio, i socialdemocratici erano assolutamente contrari) abbia deciso di farlo in fretta e furia, senza consultare il popolo in un referendum.
C’è che dice che lo abbia fatto perché i sondaggi post-invasione dell’Ucraina mostrano una forte voglia di adesione, e che così facendo si eviti di farne una questione elettorale in vista delle prossime elezioni autunnali.
Ammetto senza problemi di essere stato il primo a pensarlo, ma alla fine bisogna riconoscere che è in buona parte dietrologia.
I punti fondamentali sono questi:
- Io “pago” un governo per prendere decisioni importanti e veloci nei momenti di crisi. Che io condivida o meno queste decisioni è una questione a parte, e alle prossime elezioni deciderò se premiare o meno le scelte di governo di questi ultimi anni: la democrazia rappresentativa funziona così!
- La Andersson e i suoi ministri hanno accesso ad informazioni sulla sicurezza nazionale cui io non ho accesso, e che non possono essere diffuse per ovvi motivi
- Se anche avessi per qualche strano motivo accesso alle suddette informazioni, probabilmente sarei in grado di capirle solo per sommi capi e finirei per avere ancora più dubbi che prima
Insomma, per quanto non approvi l’iniziativa, a differenza di diversi altri connazionali (di entrambe le nazioni), non ho obiezioni sul fatto che si sia presa una decisione al riguardo senza passare da una consultazione popolare: quella del governo è una scelta assolutamente legittima la cui urgenza è stata giustificata dalle circostanze attuali. Speriamo solo di non pagarne le conseguenze!

Vi fa inorridire la pizza con l’ananas?
Sappiate che dalle mie parti c’è una pizzeria che propone la “Pizza Flygande Jakob”, basata sul piatto omonimo fatto con banane, pollo, curry, arachidi e, sempre lui, l’immancabile ananas.

Il Flygande Jakob è una della folli invenzioni degli anni ‘70, quando l’accesso a nuovi ingredienti portò gli svedesi ad ogni tipo di sperimentazione culinaria e nella versione classica del piatto, invece di curry e ananas, ci sono panna e pancetta.
All’epoca la portata divenne molto popolare, ma oggi sono molti, soprattutto fra le nuove generazioni, a considerarla disgustosa.
Ma se pensate che sia finita qui, non vi illudete!
- la numero 34 (“Cinque”) è una pizza con champignon, cozze, gamberi e… ananas.
- la numero 42 contiene filetto di maiale, pomodori freschi, salsa bernese e champignon e… ananas.
- in un incrocio internazionale ai massimi livelli c’è una “Kebab messicano” (41) con carne di kebab, jalapeño, salsa tacos, aglio pressato e condimento per tacos
Nota: tutte le suddette pizze sono salsa di pomodoro e “formaggio”, un mix generico di formaggi che non sono mozzarella. Sì, mettono le cozze sopra a questo mix. E, ovviamente, il tutto viene servito con l’insalata per pizza!

Resta la grande domanda: ma qualcuno ordinerà e mangerà davvero queste pizze, o il ristoratore le mette lì solo per fare scena, avere un’offerta molto ampia ed, eventualmente, fare parlare di sé? Sinceramente… non voglio proprio saperlo!
Un mondo all’incontrario
Uno degli svantaggi del vivere in campagna è che spesso hai a che fare con persone dalla non troppo ampia apertura mentale e comprensione di ciò che sta succedendo nel mondo. Quello che però non ti aspetti è a che a presentarsi in questa maniera siano le persone che lavorano nel sistema educativo.
Ora, cominciamo con una premessa: l’inizio scolastico di Aurora non è stato dei più fortunati. Proprio in coincidenza dell’apertura dell’anno didattico, mio padre si è malato gravemente, ed è poi venuto a mancare. Quindi, fra viaggio in Italia, quarantena che ci siamo imposti (perché moglie e figlia si sono prese un forte raffreddore al rientro) ed altro ancora, Aurora ha effettivamente perso dei giorni di scuola all’inizio. Ma ha comunque recuperato in fretta (qui si procede molto lentamente, e lei sa già leggere bene), e a scuola va sempre volentieri.
Alla direzione e al personale scolastico, però, questo inizio non è andato bene, e soprattutto non va bene una cosa: Aurora è l’unica bambina a scuola a preoccuparsi di 1) indossare la mascherina 2) cercare di mantenere le distanze. E sia chiaro che non la costringiamo noi: lei è ben felice di portare la mascherina e ci tiene a non avere altri bambini incollati a lei.
All’inizio dell’anno scolastico, ancora, qualcosa per provare ad arginare la pandemia si faceva. La ginnastica si faceva all’aperto, non si faceva la doccia a scuola, le classi pranzavano separate. A nostro avviso era troppo poco, ma comunque meglio che niente. Da metà settembre, nulla di tutto ciò. Ginnastica al chiuso, Aurora obbligata condividere la doccia con un’altra bambina (!), banchi raggruppati ad isola, alunni incoraggiati a suonare a turno lo stesso strumento a fiato (!!), a massaggiarsi (!!!) Insomma: secondo la nostra scuola (che sicuramente seguirà alte direttive), la pandemia non esiste.
Il vero problema, per loro, è la mascherina. Più volte è stata invitata a togliersela dal personale docente (indecente?) perché “non ti sentiamo bene”, “ma perché la porti?”, “se fai la doccia la devi togliere”. Lei, giustamente, si rifiuta.
Poi sia chiaro, ci sono state altre assenze occasionali. Se Aurora un giorno è fortemente raffreddata o ha la temperatura alta, quel giorno non la mandiamo a scuola, in giornata la testiamo (abbiamo comprato i test rapidi salivari, che facciamo a casa) e se tutto è a posto la mandiamo il giorno dopo. Cerchiamo di avere un approccio responsabile.
Ora, da oltre una settimana Aurora ha una febbriciattola che si trascina: nulla di serio (speriamo!) ma stiamo indagando con il vårdcentral per capire cosa sia esattamente, visto che non è la prima volta che succede. La diagnosi sta prendendo più tempo del previsto perché all’inizio non eravamo sicuri che la febbre fosse una conseguenza del vaccino anti-influenzale e poi perché l’ambulatorio non ha accettato (giustamente!) il risultato del test rapido e, prima di visitarla, ha voluto il risultato di un tampone molecolare.
Bene: approfittando di questa assenza, la preside della scuola ha deciso di segnalarci ai servizi sociali. Per le assenze? Anche, ma soprattutto perché “costringiamo la bambina ad indossare una maschera a scuola”. Oggi abbiamo chiamato la responsabile dei servizi sociali per fissare un appuntamento, ma ci ha chiesto subito “ma che maschera è?” E quando le abbiamo spiegato che è una mascherina per evitare il Covid-19 si è messa a ridere, ha risposto “ma io vi capisco!” e ci ha detto che rispedirà la segnalazione al mittente. Qualcuno con cervello, in un mondo all’incontrario, c’è.
La simpatia di Byggmax
La compagnia di negozi di materiali edili ha deciso di prendere per i fondelli la Torre di Pisa, definendola “edificio fregatura”…

Ricordiamo loro che uno degli orgogli nazionali è una bellissima nave affondata da sola pochi minuti dopo il varo.

Vovve, Volvo, Villa
Si dice che il sogno di ogni famiglia svedese sia di possedere le “tre V”: vovve (cane, nella parlata dei bambini), Volvo (l’auto, ovviamente), villa (la casa indipendente). Noi abbiamo un gatto, una Dacia e una Ford, ma abbiamo appena messo una spunta sulla terza casella.

Ci siamo trasferiti a Smedstorp, comune di Tomelilla, nell’Österlen, a poco più di un’ora da Malmö. Ne parleremo più avanti!
Due grafici
Una delle cose che leggo/sento più spesso, quando sento parlare della strategia svedese è “la Svezia è riuscita contenere la pandemia senza sovraccaricare gli ospedali”. Vorrei controbattere a questa affermazione con due grafici, presi direttamente dal sito di Folkhälsomyndigheten e quindi ufficialissimi.

A sinistra trovate i nuovi decessi per giorno. A destra i nuovi ricoveri in terapia intensiva per giorno. Ecco, adesso soffermatevi sulle differenti scale, e riflettete un attimo. Penso sia chiaro: per ogni due persone che morivano, ne provavano a curare una. Capito perché non si è andati in saturazione?
È una cosa di cui avevamo già discusso in passato: come spiegato nell’aggiornamento al post Di anziani e terapia intensiva negata, effettivamente si è deciso di iniziare a fare selezione all’ingresso al riguardo di chi aveva diritto alle cure.
E sia chiaro, non si parla solo delle terapie intensive più acute, come le intubazioni. Un larghissimo numero di anziani è stato lasciato nelle abitazioni e negli ospizi senza cure di base. Solo morfina e cure palliative. Niente ossigeno, niente anticoagulanti, niente endovene.
Lo racconta (fra gli altri) il Dagens Nyheter, uno dei quotidiani più autorevoli di Svezia, non certo una testata complottara o apioristicamente antigovernativa.
Bisogna conoscere un medico per poter vivere?
(…)
In primavera si diceva che era importante proteggere gli anziani dal COVID-19. Ma proprio la maniera in cui sono stati trattati gli anziani lascia una ferita aperta
(…)
Perché gli anziani sono stati lasciati morire senza cure?
(…)
Nonostante ci fossero posti disponibili, agli anziani malati di COVID-19 sono state negate le cure a più riprese
(…)
(Viene raccontata la storia di un anziano salvato dal figlio medico, che all’ennesimo rifiuto ha sfruttato i propri agganci per costringere l’ospedale a farlo ricoverare)
(…)
Ciò di cui si necessitava non era trattamento coi ventilatori, ma le cose con cui le cliniche geriatriche lavorano normalmente: trattamento endovena, anticoagulanti, ossigeno.
(…)
Il sapere questo ha salvato la vita di Claes Hildebrands. Ma c’è stato bisogno di un figlio capace di affrontare la discussione, che in più era un medico.
Si dirà, “anche in Italia ad un certo punto si sono lasciati gli anziani senza cure”. Vero (probabilmente). La differenza è che in Italia lo si è fatto quando si è arrivati alla saturazione, e solo nelle zone interessate. In Svezia lo si è fatto per non andare in saturazione. Razionalmente e cinicamente potrebbe essere stato un approccio giusto, per riuscire a garantire le cure a chi aveva una possibilità maggiore di salvarsi. Moralmente ed eticamente lo sarebbe stato solo se si fosse fatto qualcosa per evitare di arrivare a quella situazione, se si fosse cercato seriamente di limitare il contagio. Il problema è che questo qualcosa non lo si è fatto, e quindi la scelta è stata eticamente inaccettabile.
Quello che non si può fare a meno di chiedersi è come sia possibile che le persone che hanno sbagliato tutte le valutazioni e le previsioni da febbraio ad oggi, possano essere ancora al loro posto. Se finalmente si cominciano a vedere qualche crepe nella fiducia nei confronti di FHM, è davvero intollerabile vedere Anders Tegnell e i suoi ancora lì. In qualunque altro posto, chi ha letteralmente sbagliato tutto sarebbe stato mandato a casa da tempo.

Fonte: https://twitter.com/DrEricDing/status/1327770748036009987/photo/1
Ormai sono in molti a concordare nel fatto che l’atteggiamento di FHM, il loro sottovalutare continuamente il problema e mandare segnali discordanti, abbia contribuito a fare sì che 1) le regioni siano arrivate impreparate alla seconda ondata 2) la popolazione si considerasse fuori pericolo cominciando ad avere atteggiamenti più liberi.
Forse anche per questo, Stefan Löfven e il Ministro della Salute Lena Hallengren hanno iniziato a farsi vedere più di frequente in televisione. Speriamo che sia l’inizio di un cambio importante!
No, non è un complotto
Questo articolo del Post spiega ottimamente perché le politiche svedesi sul Coronavirus non stiano funzionando. Il pezzo racconta molto bene come, a paragone dei paesi vicini (gli unici cui si possa paragonare, per questioni demografiche, culturali e sociali), la Svezia stia andando malissimo.
Ovviamente, le reti sociali sono però ovviamente strapiene di rincoglioniti che immaginano complotti inesistenti, che si inventano giornalisti al soldo di Conte per certificare la validità delle scelte del governo italiano e denigrare la libera Svezia.
Uno dei video che gira più spesso è quello di un presunto giornalista di un sito complottaro che paragona la curva del grafico svedese a quella italiana. Peccato che il tipo non consideri assolutamente due fattori e non sia assolutamente in grado (o non abbia intenzione di farlo) di capire i numeri svedesi.
Esattamente come per la prima fase, la seconda ondata è arrivata in ritardo rispetto all’Italia. Ed è arrivata sul serio.
Il secondo fattore è che in Svezia i numeri arrivano spesso in deciso ritardo, e che quindi non si possono considerare attendibili quelli degli ultimi 10-15 giorni.
Questa animazione fatta la scorsa primavera mostra come la curva dei decessi tenda, in in un determinato momento, ad apparire molto più piatta di quanto non sia in realtà. Una volta che i numeri siano arrivati e siano stati inseriti nel giorno giusto (fenomeno che qui si chiama eftersläpning, ovvero rilascio ritardato), ecco che la situazione per lo stesso giorno apparirà molto diversa.
Chi, come il sottoscritto, ha guardato i numeri quasi quotidianamente sa che in determinati periodi l’inattendibilità dei dati è arrivata a quasi tre settimane.
Dire che non c’è una seconda ondata, perché si guardano i dati delle ultime due settimane e sembrano piatti è semplicemente incapacità di guardare i dati conoscendo il loro contesto. O malafede.
Con queste premesse, è molto probabile che una proiezione credibile dei dati attuali dei decessi sia quella di questo grafico.
Per quanto riguarda la psichiatra italiana che lavora a Stoccolma, vorrei ricordare quegli “illustri” medici italiani che parlavano di virus clinicamente morto, o stupidate del genere. Non commento.
L’articolo di Expressen sulla seconda ondata mostra una situazione decisamente più tragica e realista. Fatevi un favore, usate Google Translate e leggetelo. Il link è questo.
Se poi pensate che i giornali italiani siano al soldo di Conte, devo dedurne che dobbiate pensare la stessa di cosa di quelli svedesi, ogni volta che appare una dura critica alla strategia locale. La lunga mano del Presidente del Consiglio ha dell’incredibile!
Per diversi mesi Folkhälsomyndigheten e l’epidemiologo di stato Anders Tegnell hanno detto di non credere ad una seconda ondata. Ora crescono il numero dei morti e la pressione sulla sanità, mentre la capacità di fare test ha raggiunto il limite in diverse parti del paese. Responsabili della sanità e politici ritengono cue gli errori di valutazione dell’autorità abbia influenzato la loro capacità di essere preparati e la volontà degli svedesi di seguire le restrizioni.
La strategia svedese non protegge i più deboli
La strategia svedese non regge più.
Critica contro la Svezia. Tattica sbagliata – ci sono stati più morti
Insopportabile, poi, leggere da parte di chi la Svezia l’ha vista solo col cannocchiale, celebrazioni di una sanità che è in realtà molto carente (scarso accesso ai medici, personale sovraccarico di lavoro, pochissimi letti d’ospedale, pochissimi esami preventivi) e del senso civico degli svedesi, quando ancora adesso nessuno è in grado di quantificare esattamente quanti non seguano le raccomandazioni di FHM (ancora di recente ho visto girare da parte di medici cifre a caso fra il 20 e il 50%), dato che non esiste alcun numero attendibile al riguardo.
Quindi, per tutti quelli che si augurano una strategia alla svedese in Italia, una bella domanda: se una strategia si rivela la peggiore possibile in una regione (il nord Europa) dove, per questione demografiche, culturali e sociali, è più “facile” contenere il virus… quanto bisogna essere cretini per pensare di poter proporre la stessa strategia in una regione in cui è più complicato farlo?
(e, sia chiaro… tutto questo senza esprimere alcun giudizio di merito su quanto si sta facendo in Italia)
Nota: questo articolo vi è stato offerto da un assegno pagato dal Presidente del Consiglio Conte.
E anche il Fatto Quotidiano…
… si inventa una rivolta di 300 anti-islamici che non c’è mai stata.
Complimenti a Michela Danieli per il fantagiornalismo!
Per sapere come sono andate le cose, vi rimando ovviamente a Tarquini e Repubblica lo fanno di nuovo
Sia chiaro: tutto questo senza volere sminuire i problemi legati all’estrema destra. Ma la verità non si inventa!
Tarquini e Repubblica lo fanno di nuovo
Una notizia semplice semplice:
- Un provocatore svedese, invitando un noto provocatore danese, organizza un rogo pubblico del Corano nel quartiere “ghetto” di Rosengård
- La polizia non dà l’ok a fare la cosa lì, ma la permette in una zona più tranquilla della città (cosa che non si può impedire, per via della libertà d’espressione)
- In ogni caso, cercano di sabotare l’iniziativa bloccando l’ingresso nel paese del provocatore danese
- I sostenitori dell’iniziativa vanno avanti lo stesso e bruciano* il Corano. È una piccola manifestazione con quattro gatti, ognuno di loro un perfetto imbecille.
- 300 musulmani teste calde, per protesta, mettono a ferro e fuoco parte della città (peraltro condannati dalle associazioni islamiche locali).
Un buon riassunto in inglese si trova su The Local.
Ora, cosa si inventa Tarquini?
Si inventa che quelli che hanno messo a ferro e fuoco la città sono gli scandinavi di estrema destra. Non vi linko l’articolo su Repubblica, perché certa rumenta non se lo merita.
Ovviamente il luminare delle bufale viene sbugiardato da tutti i connazionali che lo accusano giustamente di avere scritto stronzate, e lui cosa fa?
Li accusa di essere di estrema destra.


Ho il serio sospetto che qualcuno risponderà così:
Fino a quando Repubblica permetterà di pubblicare cose così vergognose, e a tollerare un simile atteggiamento da parte dei suoi giornalisti? Non lo sappiamo proprio!
* correzione. Alla fine lo avrebbero “solo” preso a calci.