Utilizzi creativi

Mia figlia ha trovato modo di sfruttare le schede referendarie arrivate oggi, fuori tempo massimo per potere votare.

Non si butta via niente

P.S.: Abbiamo lanciato ieri il sito del Com.It.Es svedese, di cui sono onorato di far parte. Mi troverete anche lì.

Di elezioni, mancate (?) elezioni e atti di guerra

Come preannunciato qualche giorno fa, torno ad avere un ruolo più attivo sul blog, cominciando con un piccolo riassunto di alcune cose importanti di questi giorni.

Con colpevole ritardo, vi racconto della mia prima esperienza come elettore svedese con cittadinanza. Per la prima volta, infatti, lo scorso settembre ho potuto votare non solo per le amministrative, ma anche per il Parlamento.
Rispetto a quanto scritto in passato per altre consultazioni, è cambiata solo una cosa: ho votato in anticipo. In Svezia, infatti, è possibile decidere di andare a votare per parecchi giorni, prima del giorno effettivo delle elezioni. Il mio voto è avvenuto il 12 settembre, nel centro commerciale di Caroli. L’unica differenza rispetto al passato (vedi anche il mio primo post sulle elezioni) è appunto questa: per il resto, assolutamente uguali il senso di informalità e apparente mancanza di segretezza (ho persino espresso il voto in una cabina senza tendina, perché non avevo voglia di aspettare che se ne liberasse un’altra).
Del risultato, forse avrete saputo: dopo otto anni di centrodestra, hanno vinto i Socialdemocratici, ma con una maggioranza decisamente minore rispetto alle europee di primavera. Il primo passo è stato di scaricare i compagni del Partito della Sinistra per formare un governo (di minoranza, come il precedente) con i soli Verdi, più flessibile e disposto a negoziare con i partiti di centro.
I veri protagonisti delle elezioni sono, però, i soliti Sverigedemokraterna, ormai divenuti il terzo partito di Svezia. Questa vittoria sembra però essere costata cara a Jimmie Åkesson, che pochi giorni fa si è sospeso a tempo indeterminato dalla guida del partito per via di un esaurimento nervoso.
Per il nuovo primo ministro Stefan Löfven si preannunciano però tempi duri: mentre il suo predecessore Reinfeldt aveva potuto contare spesso sull’appoggio esterno di Sverigedemokraterna, per lui non sarà così.

Decisamente più sfortunata, a quanto pare, l’esperienza elettorale italiana legata ai Comites. Questi ultimi, originariamente istituiti a metà anni ’80, sono un’istituzione che ha assunto via via un’importanza sempre maggiore a seguito dei tagli sulle spese di rappresentanza consolare e allo smantellamento di buona parte dei consolati. In pratica, un modo del governo per risparmiare, affidando a cittadini non retribuiti il compito di fare da intermediario fra gli altri cittadini e i consolati. Il problema è che la procedura per costituire una lista per le elezioni dei comitati ha dell’assurdo, se pensiamo che siano nel 2014. In pratica, cento persone devono firmare di fronte al console o suo rappresentare sottoscrivendo la lista di candidati. Ora, viste le questioni geografiche, la scarsa disponibilità dei consoli e la poca informazione, questa impresa è parecchio difficile, e il risultato è che la FAIS ha dovuto rinunciare a presentare la sua lista. Non so, a questo punto, se qualcun altro riuscirà a farlo: in assenza di liste non si tengono le elezioni, ed ecco che gli Italiani in Svezia finirebbero col non avere un loro comitato di cittadini.
Oltre al danno (una rete consolare pessima), la beffa.

Infine, chiudiamo con la grande notizia di questi giorni. L’esigua Marina Militare svedese è interamente impiegata da venerdì pomeriggio in una grande operazione di intercettazione fra i fiordi dell’arcipelago di Stoccolma. Pare che una “potenza straniera” abbia infatti inviato dei sottomarini a fare operazioni nei fondali svedesi. Forse una semplice provocazione, forse un intervento per rimpiazzare, aggiornare o riparare le armi e dispositivi di spionaggio che si sospetta essere segretamente installati dai tempi della guerra fredda. Una delle cose degne di nota è il codice deontologico della stampa: dato che non c’è una conferma ufficiale, anche se è chiaro a tutti di chi si tratti, il nome della “potenza straniera” non viene quasi mai riportato apertamente, se non con trucchetti vari (del tipo “i giornali russi non fanno nome della Russia negli articoli sulla caccia al sottomarino”). Dopo diverse provocazioni coi caccia e addirittura una simulazione di attacco nucleare, pare che lo Zar ci stia prendendo gusto e, sicuramente, nei prossimi mesi si riaccenderà il dibattito fra la minoranza che vorrebbe la Svezia nella NATO e chi spinge per ricostruire un esercito e una marina degne di questo nome.

Da DN.se
Da DN.se

Tecnologia consolare

Ieri ho mandato una mail all’indirizzo della Cancelleria Consolare di Stoccolma.
Mi è tornata indietro con questo errore:

Delivery has failed to these recipients or distribution lists:

consulate.stockholm@esteri.it
The recipient’s mailbox is full and can’t accept messages now. Microsoft Exchange will not try to redeliver this message for you. Please try resending this message later, or contact the recipient directly.

Ho riportato la cosa con una battuta sul gruppo Facebook Italiani in Svezia e mi hanno segnalato (grazie Marco!) che è così almeno dal 16 giugno.

Insomma: la casella di posta di un importate consolato è irraggiungibile da almeno due mesi perché è piena.
E nessuno la svuota.

La petizione

Per noi residenti nello Skåne (ma la questione si può probabilmente allargare anche alle altre regioni del sud della Svezia) è attualmente in corso una petizione per richiedere di potere utilizzare i servizi consolari danesi.
Se vivete anche voi qui o se anche solo simpatizzate per noi, potete firmare al link qui sotto e/o condividere la petizione. Ovviamente, se a qualche altro blogger italo/svedese (e non) va di dare una mano, la cosa ci farebbe un gran piacere.

Petizione | Possibilità per gli Italiani residenti in Scania sud della Svezia di utilizzare i Servizi consolari di Copenhagen. | Change.org.

All’attenzione di:
Ambasciata Italiana di Stoccolma
Ambasciata Italiana di Copenaghen
Ministero degli Affari Esteri

In Scania, la regione meridionale della Svezia, risiedono migliaia di cittadini italiani.
Questi cittadini dipendono in tutto e per tutto dai servizi consolari di Stoccolma, città distante parecchie ore di auto o treno.

Un cittadino italiano residente a Malmö (capoluogo della Scania) che debba svolgere pratiche per cui il consolato onorario non è sufficiente è costretto a prendere giornare di ferie e sostenere costi elevati per recarsi nella capitale.

Copenaghen è a mezz’ora da Malmö, ed è quindi molto più facilmente raggiungibile, con costi contenuti.
I cittadini italiani residenti in Svezia vengono però regolarmente respinti dalla cancelleria consolare della capitale danese in quanto “non di competenza”.
Accettare quantomeno i residenti della Scania sarebbe invece doveroso. I cittadini di Regno Unito, USA, Francia, Germania – e tante altre nazioni – che risiedono nel sud della Svezia vengono regolarmente accettati dalle rispettive cancellerie consolari di Copenaghen senza dovere fare viaggi assurdi. Non si capisce perché, nel 2014, non sia possibile organizzare qualcosa di simile anche per i cittadini Italiani.

Richiediamo quindi di potere utilizzare i servizi consolari a noi più vicini, perché l’apparato statale sia al servizio del cittadino, e non viceversa.

Voto Europeo

Per la seconda volta da quando sono qui, la prima da quando sono cittadino svedese, domenica ho votato a delle elezioni in Svezia.
L’essere cittadino, per una volta, non ha implicato cambiamenti sostanziali: tutti i cittadini europei che risiedono qui potevano infatti decidere se votare per una lista del proprio paese d’origine (in locali allestiti dai consolati) o per una lista svedese.
L’unica differenza è che chi è senza la cittadinanza doveva esplicitamente iscriversi alle liste elettorali locali (rispondendo a un modulo inviato a casa) mentre noi abbiamo ricevuto automaticamente l’opportunità di farlo in entrambe le modalità. Ovviamente, in osservanza al principio “una testa un voto” votare per entrambi i sistemi è un reato, quindi bisognava guardarsi bene dal farlo.
Io, come molti altri residenti, ho scelto di votare “da svedese”: non solo era più pratico, ma mi sono risparmiato un certo senso di orrido.

Il mio certificato elettorale riportava le indicazioni sulla scuola in cui votare oltre alle istruzioni su cosa fare nel caso non sia possibile andare a votare nel giorno stabilito.
Sì, perché, cosa molto conveniente, volendo si poteva votare in anticipo in alcuni centri preposti, già a partire dal sette maggio. L’affluenza complessiva è stata, alla fine, decisamente buona, superiore al 50%: forse il fatto di considerarla una prova generale per settembre ha aiutato.

In coda per il voto anticipato al centro commerciale Triangeln
In coda per il voto anticipato al centro commerciale Triangeln

In una Svezia che è concentrata sulle elezioni nazionali di settembre, la campagna per le Europee ha preso piede veramente solo nelle ultime settimane. Al momento l’approvazione degli svedesi per l’UE è minima, e l’interesse di molti per queste consultazioni era scarso.
Se alcuni partiti minori radicali hanno invitato apertamente al boicottaggio delle elezioni, non presentandosi, altre forze dichiaratamente anti Unione Europea, come gli ex comunisti del Vänsterpartiet o i nazionalisti degli Sverige Demokraterna, hanno deciso di esserci per imporre la propria linea in quel di Strasburgo.
Una nota positiva della campagna elettorale è sempre l’atteggiamento della stampa: mai deferente o compiacente e il più delle volte pronta a fare domande vere ai candidati.

Le schede elettorali prestampate. Notare le professioni. Pochissimi politici a tempo pieno.
Le schede elettorali prestampate. Notare le professioni. Pochissimi politici a tempo pieno.

Domenica nel tardo pomeriggio mi sono recato al seggio. A quattro anni e 650 km di distanza, poco è cambiato rispetto alla mia precedente esperienza: ambiente rilassato, niente forze dell’ordine a vista, “cabine” elettorali che sono dei semplici trespoli, schede elettorali prestampate che si possono prendere liberamente da un banchetto o che vengono distribuite da volontari (quasi in assenza di segretezza del voto), e tanti piccoli particolari che rendono tutto più tranquillo rispetto alle più tese situazioni italiane. Avendo già descritto tutto quattro anni fa, non vi tedio con le ripetizioni e vi rimando direttamente all’articolo che scrissi allora.

I risultati sono stati quelli che più o meno ci si attendeva, anche se il crollo dei Moderati e della loro maggioranza è stato davvero clamoroso. Bene il centrosinistra, mentre, dall’altra parte, si è purtroppo rinforzato il ruolo dei Democratici Svedesi. La novità di questa tornata è rappresentata da Iniziativa Femminista, che ha conquistato un seggio, mentre il Partito Pirata (che aveva fatto scalpore alle elezioni precedenti) questa volta non ce l’ha fatta.
Se i numeri saranno confermati alle prossime elezioni, probabilmente a settembre avremo un governo a guida socialdemocratica, con l’appoggio (esterno o interno) del Vänsterpartiet, dei Verdi e di almeno uno fra il Partito Popolare Liberale ed Iniziativa Femminista.
Ne riparleremo in autunno.

Chiudono i negozi

In Svezia la crisi si sente certamente meno che da altre parti, ma non mancano comunque problemi anche qua.
A Malmö, chi sta soffrendo particolarmente sono i piccoli esercenti delle zone centrali. Se le grandi strade dello shopping e del turismo, come Södra Förstadsgatan o Södergatan sembrano comunque tenere (ma anche un gigante come Pizza Hut si è dovuto spostare per via dei costi troppo elevati), nelle aree immediatamente adiacenti, da Baltzarsgatan a Triangeln passando per Davidshall, c’è una discreta moria di negozi che chiudono offrendo tutto a prezzi di saldo.
Se già prima la situazione non era brillantissima, l’apertura di Emporia ha dato la mazzata definitiva: il posto è una vera e propria città nella città, e gli abitanti di Malmö preferiscono passare il loro tempo lì piuttosto che nelle zone tradizionali dello shopping.
Ecco quindi che molti negozi chiudono, altri provano a spostarsi in cerca di fortuna, sperando magari di avere abbastanza passaggio e prezzi non proibitivi.
Uno dei problemi, peraltro, è che in molti casi ci sono contratti di affitto che vanno onorati, e non basta chiudere la società per liberarsene: fino a che non si trova una società disposta subentrare (e questa società deve essere comunque approvata dall’affittuario), non ci si libera del contratto.

Probabilmente, per chi vuole avere un’attività, oggi è decisamente più consigliato aprire all’interno di uno dei vari köpcentra, anche a costo di adattarsi alle loro regole ed esigenze. Meno indipendenza, costi più elevati, ma decisamente più gente di passaggio.
Noi, da parte nostra, ci siamo dovuti arrendere, e porre fine all’avventura della boutique di mia moglie: nonostante la zona centrale, letteralmente a pochi passi da Södra Förstadsgatan e nonostante una serie di recensioni entusiaste, non c’è mai stato il passaggio sufficiente a garantire i giusti introiti. E, dopo Emporia, le cose non sono certo migliorate.
Anche il Consolato Italiano, che ospitavamo gratis, si è dovuto spostare in altra sistemazione…
Adesso bisogna ricominciare, e per mia moglie si apriranno le strade della ricerca di un posto di lavoro. Non prima di un annetto e mezzo, però, dato che abbiamo importanti novità familiari in arrivo. Sarà dura, ma ce la faremo… 😀

Sconsolàti

Una delle prime cose che mi sono chiesto una volta ottenuta la cittadinanza svedese è: cosa mi converrebbe fare, se mi dovessi trovare in difficoltà all’estero? Contattare il consolato italiano o quello svedese?
Ho deciso quindi di paragonare la realtà a me nota (i consolati italiani in Svezia) ad una facilmente verificabile (i consolati svedesi in Italia).

In Svezia ci sono otto consolati italiani: quello principale è la cancelleria consolare a Stoccolma. Personalmente, la reputo valida e mi sono sempre trovato piuttosto bene.
Esistono poi sette consoli onorari sparsi un po’ per tutta la nazione (Göteborg, Malmö, Umeå, Sundsvall, Luleå, Karlstad, Visby), in maniera da coprire più o meno tutto il territorio; l’elenco completo si trova qui.

Nessuno di questi consolati offre servizio giornaliero: sono tutti aperti per poche ore alla settimana, divise su uno o due giorni.
Non ho esperienza di quelli di altri città, ma posso parlare di quello di Malmö: il console è un simpatico signore svedese che nella vita fa altro (giornalista, autore di libri di cucina e importatore di cibo italiano) e che riceve solo su appuntamento (inutile presentarsi senza, a meno che non abbiate intenzione di acquistare teiere o scatole porta cappelli) nel negozio di mia moglie.
I servizi offerti sono minimi, e per molte cose è comunque necessario recarsi a Stoccolma: per informazioni conviene sempre contattare la sede della capitale, in modo da avere risposte precise. Solo se dalla cancelleria consolare dicono che certe operazioni si possono svolgere in loco, allora è il caso di contattare il console (che, evidentemente, fa quello che può con le risorse che ha a disposizione).
Gli abitanti del sud della Svezia potrebbero, in teoria, recarsi alla vicina ambasciata di Copenaghen, ma chi lo fa viene, generalmente, respinto con la motivazione che i residenti svedesi non sono di loro competenza.

In Italia, oltre alla sede principale dell’ambasciata di Roma, ci sono quindici consolati svedesi, distribuiti su tutto lo Stivale e con particolare attenzione alle località turistiche (basti pensare che la Maremma, lo spezzino e Capri hanno un loro consolato specifico): l’elenco completo è qui.

Buona parte di questi offre servizio giornaliero feriale ma, in ogni caso, non si scende mai sotto di tre giorni alla settimana di apertura.
Per essere sicuro, ho chiamato il consolato che ha sede a Genova: una gentile signora mi ha confermato che sono aperti dal lunedi al venerdi ogni mattina, che non è necessario alcun appuntamento, che offrono tutti i tipi di servizi ai cittadini svedesi e persino informazioni agli Italiani che intendono recarsi in Svezia.

Non penso di dovere aggiungere altro: i numeri parlano già da soli.
A questo punto mi viene persino il dubbio, se mai dovessi smarrire i documenti in Italia, se non mi possa convenire cercare il primo consolato svedese piuttosto che rivolgermi ad un qualunque ufficio anagrafe locale…

Dovere effettuato

Schede elettoraliSecondo le indicazioni della Farnesina, l’ultimo giorno utile per spedire le schede elettorali agli aventi diritto, da parte delle cancellerie consolari, era il 6 febbraio.
Conoscendo la celerità delle Poste Svedesi, che consegnano tutto in un giorno, se il plico non mi fosse arrivato ieri avrei cominciato a preoccuparmi. Anzi, in realtà, un po’ preoccupato lo ero già: solo di recente mi sono ricordato di comunicare il mio ultimo cambio di residenza e temevo che qualche intoppo potesse complicare le cose.
Invece la cancelleria di Stoccolma ha fatto (come al solito, devo dire) bene il suo lavoro e ieri sera ho trovato il plico nella cassetta della posta.
Rispetto all’ultimo Referendum, la mia prima occasione di voto all’estero, è cambiato molto poco: nella busta c’erano due fogli in più, con l’elenco dei candidati di ogni lista, uno per la Camera, l’altro per il Senato. All’estero, a differenza che in Italia, si possono esprimere le preferenze.

Per il resto, le regole sono le stesse.
Le due schede vanno infilate dentro una busta bianca anonima (tutto il materiale è contenuto all’interno del plico), ovviamente dopo avere apposto la propria indicazione di voto: questa operazione può essere effettuata con una biro nera o blu. Non serve, quindi, la matita copiativa!
Un foglio è composto dal certificato elettorale e dal tagliando elettorale: quest’ultimo, che è anonimo ma contiene un identificativo numerico, va ritagliato e infilato, assieme alla busta bianca, dentro la più grande busta beige preaffrancata. Il certificato va conservato.
Ieri sera ho effettuato al volo l’operazione e, a partire da questa mattina, il tutto è già in viaggio con direzione Stoccolma.
Curiosità: l’intera operazione si effettua tramite posta ordinaria. Non è (solo, immagino) necessità di risparmio ma, soprattutto, di protezione dell’anonimato di chi vota.
Pena invalidazione, sulle due buste non va apposto alcun segno, tantomeno l’indirizzo del mittente.

Il Consolato d’Italia a Malmö

Momento MagicoIn seguito ad eventi che non vi sto a spiegare (anche perché non li ho capiti appieno pure io :-P), il Consolato Italiano a Malmö si è appena trasferito all’interno dei locali di una piccola boutique dal nome Italiano e dall’iconografia Francese, dedicata in particolare a vendere articoli da regalo d’ispirazione mediterranea.
Insomma, se avete bisogno di sbrigare pratiche burocratiche a Malmö, date un’occhiata in giro. 😉