Dato che mi si chiede continuamente lo stato della situazione coronavirus in Svezia, cerco di fare un riassunto della situazione. Mi limiterò a riportare i fatti per come sono riportati, senza considerazioni di merito sulle dichiarazioni e le scelte del governo e di Folkhälsomyndigheten (d’ora in poi, FHM). Questo perché, come detto in precedenza, non ho le competenze per esprimere giudizi.
Ricapitolando:
- SÌ: è vero che in Svezia non ci sono grandi restrizioni. Le scuole e i ristoranti sono aperti. E anche le aziende, quantomeno quelle che non sono andate in difficoltà.
- NO: non è vero che tutto è come prima. Ci sono comunque delle micro-restrizioni. Gli eventi pubblici con più di 50 persone sono proibiti. I ristoranti possono solo servire al tavolo e assicurandosi che le distanze siano mantenute. A partire da ieri, il governo si riserva la possibilità di fare chiudere i ristoranti che non rispetteranno le regole.
- NO: non è vero che non c’è un impatto economico. I consumi non essenziali sono crollati, molte aziende hanno visto i propri ricavi crollati e tanti lavoratori sono rimasti a casa. Lo stato ha dovuto preparare delle misure per permettere di lavorare con orario ridotto, prendendosi carico esso stesso di gran parte della differenza di salario.
- SÌ: è vero che non ci sono restrizioni personali sulle persone. FHM non ha nulla in contrario al fatto che la gente esca di casa, anzi incoraggia la cosa in determinati casi (“se ci si deve incontrare e stare in compagnia è meglio farlo all’aperto, a patto di mantenere le distanze”). Si chiede agli anziani e alle persone a rischio a restare a casa, e si chiede di evitare di andare in vacanza. Chi può lavorare da casa deve farlo. Non sono obblighi ma, secondo il governo, neanche semplici consigli: sono doveri civili.
- SÌ: è vero che si fanno pochissimi tamponi. FHM continua ad insistere che il rischio di essere contagiati da persone senza sintomi, pur presente, è relativamente basso, quindi si limita a chiedere alle persone che hanno sintomi di stare a casa fino a un paio giorni dopo la fine degli stessi.
- NÌ: è solo parzialmente vero che la gente faccia finta di niente. È vero che molti ignorano le raccomandazioni del governo, ma è anche vero che molti le seguono. Il governo e FHM sono abbastanza soddisfatti del comportamento della popolazione, anche se sicuramente non apprezzano chi non rispetta le raccomandazioni. Ci sono probabilmente grandi differenze fra le zone ad alto contagio (soprattutto Stoccolma) e quelle al momento meno coinvolte.
- SÌ: si è valutata l’opzione di impedire la possibilità di uscire dalla contea di Stoccolma durante i periodi di vacanza (come Pasqua), per evitare che le persone che abitano nel focolaio più grande di Svezia possano andare in giro per il paese a diffondere il virus. Sì è scelto comunque di non proibire nulla, almeno per Pasqua. Resta l’indicazione del governo di non muoversi, intesa come dovere civico. Nelle località turistiche preferite dagli Stoccolmesi i cittadini si sono divisi fra chi “restate a casa, non vi vogliamo” e chi “venite comunque, che se no andiamo in difficoltà”. Non saprei dire in che percentuali.
- SÌ: è vero che quasi nessuno indossa la mascherina. FHM continua a dire che i vantaggi sono minimi e che sia meglio lasciare la mascherine alla sanità e agli operatori delle case di riposo, che altrimenti rischiano di restare senza. Restano sempre le raccomandazioni di lavarsi le mani e non uscire se si hanno sintomi.
- SÌ: al supermercato non sembra essere cambiato granché. Il governo chiede ai gestori di assicurarsi che non entrino troppe persone e che si mantengano le distanze in prossimità delle casse (in genere, le code qui sono sempre state minime). Tantissimi, comunque, si fanno recapitare la spesa a casa: dalle mie parti, prima della crisi, si poteva ordinare una consegna per il giorno dopo, ora capita di dovere aspettare una settimana o più.
- SÌ: le scuole sono aperte, e c’è una seria possibilità che continuino a restarlo. Secondo FHM, questo sistema farà meno danni sulla lunga distanza, mentre i paesi che chiuderanno le scuole per riaprirle più avanti rischiano di avere conseguenze più gravi quando questo avverrà. (EDIT: mi è stato giustamente fatto notare che ho dimenticato di dire che le scuole superiori e le università, quantomeno per la parte di insegnamento, sono chiuse e procedono con corsi a distanza).
- SÌ: c’era anche il problema che, lasciando a casa i bambini, i genitori impiegati in professioni necessarie (sanità, ma non solo) avrebbero avuto il diritto di restare a casa a loro volta. Il governo ha preparato la strada per un’eventuale, possibile, chiusura, con soluzioni alternative per chi è impiegato in quelle professioni. Ma la chiusura resta comunque solo una possibilità.
- SÌ: i bambini di famiglie diverse di incontrano e giocano assieme senza problemi. Sono abituati a farlo a scuola, quindi non fanno differenza al di fuori della stessa.
- SÌ: ci sono comunque genitori (non so dire in che percentuale) che hanno deciso di tenere a casa da scuola i bambini, con il rischio di andare in contro a parte a sanzioni. Perché se le scuole sono aperte e i bambini non sono malati è proibito tenerli a casa.
- NO: nonostante quello che vi dicono alcuni giornali, il governo svedese non ha “cambiato idea”, o non sta per farlo. Sin dall’inizio, FHM ha detto che un’epidemia ha fasi differenti che richiedono misure differenti, che andranno valutate di volta in volta. Se e quando implementeranno misure più strette lo faranno perché riterranno che l’epidemia avrà raggiunto una fase che richieda queste misure.
- SÌ: il governo ha chiesto alle opposizioni (con cui doveva trovare l’accordo, essendo un governo di minoranza) poteri più grandi per avere la possibilità di agire velocemente quando necessario. L’accordo è stato trovato e, per tre mesi, il governo potrà emanare direttive esecutive prima di discuterle in parlamento. Non si tratterà di leggi, ma di opzioni come chiudere specifici centri commerciali o punti d’incontro, proibire i raduni di persone, consentire limitazioni alle libertà, favorire l’acquisto di materiali di protezione e medicine. Si dovrà trattate solo di opzioni mirate e a tempo determinato e, fra tre mesi, il parlamento dovrà decidere se prolungare queste deleghe.
- SÌ: l’opposizione di centrodestra si sta comportando in maniera molto responsabile. Ha sicuramente le sue proposte economico-sociali, ma ha un approccio costruttivo nei confronti del governo e di FHM, e i suoi rappresentanti principali non vanno starnazzando in giro sui media per cercare di attirare l’attenzione.
- NO: il governo non sta “facendo finta di nulla” per permettere che l’economia non crolli. FHM sta gestendo la crisi secondo modelli che loro ritengono essere scientifici. Sono modelli basati su un’analisi della società svedese e su esperienze pregresse (come l’epidemia spagnola). Ritengono che l’approccio svedese possa, sì, risentire di un impatto maggiore nella prima fase, ma mitigare gli effetti della pandemia sulla distanza.
- SÌ: la comunità scientifica svedese è divisa fra chi appoggia il piano di FHM e fra chi lo contesta pubblicamente. Non ho idea dei numeri, ma l’impressione non verificata è che i primi siano decisamente più dei secondi.
- NO: non si parla di immunità di gregge. FHM ritiene che sarebbe disastroso cercare di arrivare a quel 60/70% di contagiati che rappresenterebbe il presupposto di questa immunità. Affermano invece di fare di tutto per evitare che il contagio si diffonda velocemente, abbattendo la curva dello stesso. Solo che vogliono farlo con misure che siano sostenibili per la popolazione. Anche se non detto apertamente, c’è sicuramente la paura che un lockdown porti ad un aumento esponenziale di casi di alcolismo e suicidio: quando, negli anni ‘90, ci furono licenziamenti di massa, queste casistiche esplosero. Inoltre c’è sempre il rischio che, ad un certo punto, sempre più gente inizi a violare le restrizioni. Si cerca quindi l’approccio opposto: convincere sempre più gente a restare a casa.
- No: FHM non è Anders Tegnell. Anche se l’epidemiologo di stato è la persona più in vista, e l’uomo “immagine”, quelli dell’ente ci assicurano di essere una squadra di scienziati che lavora assieme nel prendere le decisioni. Visto il modello orizzontale tipico del lavoro in Svezia, non mi sento di contraddire questa affermazione.
- SÌ: al momento i numeri sono molto peggiori, ad esempio, di quelli della vicina Norvegia, che invece ha adottato misure di quarantena. FHM afferma che, analizzando i dati in loro possesso, la differenza più grande fra i due paesi sembra essere nei decessi fra i residenti delle case di riposo. Soprattutto a Stoccolma, queste si sono rivelate essere essere delle bombe ad orologeria, dove, una volta entrato il virus, ha iniziato a fare stragi. Per ammissione di Tegnell, non si sa cosa abbia funzionato meglio in Norvegia al riguardo, e stanno cercando di capirlo.
- NO: la situazione globale dei morti non è, in proporzione, peggiore che in Italia. Mettendo a confronto i decessi dal primo rispettivo giorno (quantomeno secondo i dati ufficiali dell’ECDC) si vede che, nei periodi equivalenti, la Svezia ha numeri leggermente migliori. Siamo nel trentesimo giorno dal primo decesso e siamo attualmente a quota 793 decessi, corrispondenti a 4739 con la popolazione rapportata a quella italiana. Nello stesso periodo, in Italia, ci sono stati 5476 decessi. L’andamento è comunque molto simile, ed è da vedere se, in mancanza di misure restrittive, questo rapporto si confermerà o meno.
(EDIT: l’amico Emanuele, che ringrazio, mi ha fatto notare che, utilizzando i numeri dei ministeri anziché quelli dell’ECDC, c’è un leggero sfasamento delle curve, per cui la situazione sarebbe lievemente peggiore in Svezia. Il discorso non cambia più di tanto: gli andamenti restano comunque molto simili. Avevo visto girare curve decisamente più sballate che mostravano una situazione decisamente peggiore per la Svezia. Al momento non è così). - SÌ: anche nella Contea di Stoccolma ci sono grosse differenze di numeri, a seconda delle differenti aree: si è notato che le cifre sono molto peggiori nelle aree in cui vivono cittadini di origine extracomunitaria, come Rinkeby. In particolare, ci sono stati parecchi decessi nella comunità somalo-svedese. Si ritiene che la cosa sia dovuta alle differenti condizioni e usanze sociali, sia al fatto che la gran parte della comunicazione sia stata effettuata, da principio, in lingua svedese.
- SÌ: FHM vede qualcosa di positivo nella situazione attuale. Affermano che la crescita sarebbe al momento stabile e non esponenziale; si ritiene, quindi, che si stia riuscendo a tenere la situazione sotto controllo. In particolare, la curva dei nuovi contagi avrebbe negli ultimi giorni raggiunto un plateau, e questo fa loro ritenere che il sistema sanitario riuscirà a reggere l’impatto della crisi. Chi vivrà (letteralmente) vedrà.
Spero che questo aiuti a chiarire molte idee su quello che sta succedendo qui.
Già che ci sono, ne approfitto per riportare alcune interviste che ho fatto in questo periodo, per chi abbia voglia di perdere tempo a vedere la mia brutta faccia:
Patrimonio Italiano TV – 5 Marzo
Casabresi (Mario Calabresi) – 29 Marzo
Radio Cusano TV – 3 Aprile
Onda TV – 8 Aprile