Quando le aziende italiane si adattano… un po’ come capita!

Makaroner
I makaroner sono un tipo di pasta piuttosto diffuso nella cucina svedese. Il loro utilizzo più tipico è quello di contorno, in sostituzione dell’altrimenti onnipresente patata, talvolta con l’accompagnamento del (pronti ad inorridire?) ketchup.
A questo prodotto è dedicato spazio in abbondanza negli scaffali dei supermercati svedesi, con le marche locali a farla da padrone.

I makaroner non sono altro che le nostre lumachine, pastina utilizzata soprattutto per minestre.
Non sorprende che una grande azienda italiana decida di mettere sul mercato svedese la propria versione di un prodotto qui così utilizzato (che siano le nostre lumachine è testimoniato dal fatto che il codice identificativo è sempre “n.42”). Non sorprende neppure che si decida di non utilizzare il qui sconosciuto nome italiano, anche se dobbiamo ammettere che il vedere una storpiatura di maccheroni utilizzata per un tipo di pasta differente – da parte di una delle aziende italiane più celebri – ci fa senza dubbio sorridere.
Quello che stupisce, però, è la scelta finale: perché non utilizzare Makaroner (o una delle sue varianti nordiche, tutte contenenti la k)? Il Macaroni che si vede sulla scatola è infatti quello tipico dei paesi di lingua inglese! Abbiamo quindi un’azienda italiana che vende in Svezia un prodotto italiano utilizzando un nome anglo-americano. Misteri del marketing internazionale…

Kräftskiva e Malmöfestivalen 2012

Quelli di metà agosto sono tipicamente i giorni delle kräftskiva, le grandi feste a base di gamberoni d’acqua dolce.
Come da tipica usanza, gli svedesi si riuniscono per grandi mangiate in cui degustano il crostaceo, crostaceo che, storicamente, veniva pescato in grandi quantità nei primi giorni di agosto.
Oggi, a causa di problemi ambientali e malattie, il kräfta è un animale protetto in Svezia, e la gran parte di quelli che si mangiano sulle tavole svedesi vengono importati dalla Cina e dalla Turchia.

Come spesso capita, la kräftskiva (che è anche la festa che celebra la fine dell’estate) è accompagnata dagli immancabili bottiglini di snaps (la regola vuole che, per ogni gamberone, se ne debba bere un bicchierino), dalle canzoncine tradizionali (gli snapvisa) e dalle inevitabili patate bollite e aringhe.
Tipici della festa sono anche le decorazioni a forma di luna e i cappellini di carta, spesso decorati con disegni del gamberone.

E proprio “la più grande kräftskiva di Svezia” ha dato il via, come da tradizione al Malmöfestivalen 2012.
Migliaia di persone si sono adunate venerdi sera in Stortorget per l’abbuffata, mentre una fantastica band country alternava, dal grande palco, brani del proprio repertorio a riarrangiamenti di simpatici snappvisor.
Per l’occasione, la solitamente rigida polizia svedese, pur dispiegata in forza, ha ovviamente chiuso un occhio sul consumo pubblico di alcool in piazza, proibito per legge.

Kräftskiva in Stortorget

Il cavallo addobbato

Un “festeggiante” con gamberoni e cappellino

Tutto ciò ha dato il la, appunto, al Festivalen, grande evento cittadino fatto di concerti su concerti (nella tenda dietro l’angolo ti può capitare di trovare una big band swing), bancarelle, eventi culturali, un luna park in mezzo alle case, e tanto altro ancora.

And the band plays on.

Peraltro, questi giorni sono anche graziati da giornate splendide con temperature elevate, al punto da potere girare in maniche corte anche di notte, cosa piuttosto inusuale per un paese in cui, quando finisce la luce del sole, bisogna immediatamente coprirsi.
Malmö, nei giorni del Festivalen, offre proprio il meglio di sé: l’atmosfera è rilassata e festiva al tempo stesso, ed è proprio un piacere gironzolare per le strade, magari mangiando un Lángos ungherese, un kebab di cinghiale o un gyros di alce comprati in uno degli innumerevoli botteghini sparsi per la bella Gustav Adolfs Torg.
Come già scritto l’anno scorso, se mai doveste pensare di farvi un viaggio a Malmö, quelli del Festivalen sono sicuramente i giorni migliori!

In giro per bancarelle

La patata in Svezia

Una cosa che si nota subito, quando si comincia ad avere a che fare con la cucina svedese, è il ruolo preponderante della patata.
Gli svedesi amano la patata: ne hanno fatto un elemento principale della propria dieta e te la propongono praticamente in qualunque piatto. Il tubero svolge la funzione che, nella cucina mediterranea, è tipico del pane, ovvero quello di offrire carboidrati.

La preparazione del Knäckebröd (pane biscottato) nel 1911, da Wikipedia

I motivi sono ovviamente storici e climatici: nel freddo della Svezia è sempre stato difficile avere pane fresco per tutta la stagione (qui sono molto diffuse forme di “cracker” e pane biscottato, che potevano essere conservate per qualche mese), mentre le patate riescono a crescere in condizioni più difficili.
Anche l’assenza di verdure nel nord del paese, ha portato alla diffusione della patata come contorno.

Patate bollite (fotografo: Erik Forsberg)

Gli svedesi amano la patata in ogni sua forma, dall’eccellente e diffusissimo potatisgratäng (un gratin di patate, formaggi, spezie e verdure) alle klyftopotatis (i grossi “spicchi”, in inglese wedges), passando per quelle al forno e quelle fritte.
Ma, in particolare, sono amate le semplicissime patate bollite (con buccia o senza), che si accompagnano a tanti piatti. Quando vanno all’estero, molti svedesi si lamentano perché questo contorno non è contemplato.
Ho sentito dire più volte: “La patata bollita è il modo per assaggiare il vero gusto della patata. Neanche la versione in brodo è la stessa cosa”. Curioso che, invece, non possano fare a meno di insaporire le carni (che qui sono comunque eccellenti) con salse, spezie, marinature varie, anche quando una semplicissima bistecca grigliata un po’ al sangue sarebbe una meraviglia, senza l’aggiunta di altro che non sia il sale.

La preparazione
Tutto ciò ha portato, in ogni caso, ad una conseguenza fondamentale: la patata svedese è sempre di alta qualità. Non importa in quale supermercato te la procuri, non importa quale sia il ristorante, non importa la tipologia (dura, farinosa, novella, etc.)… qui, con la patata, caschi sempre in piedi!
Già in Danimarca, ad esempio, non è la stessa cosa: mangiando nei ristoranti di Copenaghen mi è capitato di vedermi servite patate cotte in maniera superficiale o che erano surgelate all’origine.

Il consiglio è quindi inevitabile: quando venite in Svezia, evitate di fare gli Italiani che vanno in pizzeria e lasciatevi tentare dalla patata locale. Non ne resterete delusi!