Burocrazia alcoolica svedese

Fino a un paio d’anni fa, nel bel mezzo di Folkets Park, c’era a Malmö il Debaser, filiale scanica del piuttosto noto locale stoccolmese.
Al Debaser si mangiava decisamente bene e si potevano vedere concerti e prendere parte a serate, per lo più in stile, indie/alternative.
Nell’estate 2013 il Debaser ha chiuso, pare “per la troppa concorrenza”, dato che il comune aveva rilasciato altri spazi in maniera gratuita ad altri operatori, con il fine di rilanciare Folkets Park.
A febbraio 2015 la notizia che, dove prima c’era il Debaser, aprirà ora un nuovo locale hard rock, a nome Dr Feelgood’s: via quindi i Pixie, entrino i Mötley Crüe!

Il nuovo proprietario è un ristoratore specializzato nel cibo indiano, Sanad Chowdhury, mentre ad occuparsi della programmazione saranno un ragazzo inglese e uno sleaze rocker locale, entrambi già piuttosto noti nella scena cittadina. La strana combinazione cibo indiano + musica hard rock funziona già da qualche tempo presso l’Häng Bar, un piccolo locale nell’adiacente zona multiculturale di Möllan gestito dallo stesso Chowdhury. È comunque probabile che il locale offra anche cibo più in linea con i piatti più classici di ogni locale rock svedese, hamburger in testa.
La notizia della riapertura è stata riportata da tutti i giornali locali (Sydsvenskan e Skånska Dagbladet in primis), dal momento che quello lasciato dalla chiusura del Debaser è un “buco” che si fa sentire, nel grande parco popolare cittadino.

Il logo (un po' bruttino e stereotipato) del Dr Feelgood's. ©  degli aventi diritto.
Il logo (un po’ bruttino e stereotipato) del Dr Feelgood’s.
© degli aventi diritto.

Tutto a posto, quindi? No, perché da febbraio ad oggi, il locale non è ancora riuscito ad aprire. Il motivo? Il famigerato “permesso per vendere alcool”, uno dei freni maggiori per l’avvio di qualunque attività serale o ristorante in Svezia. Per avere l’autorizzazione, bisogna infatti mettersi a posto dal punto di vista di alcuni regolamenti (che, sinceramente, non conosco, escluso il fatto che non puoi vendere alcool se non offri anche cibo cotto sul posto) e poi aspettare… e aspettare ancora.

Chiaramente, aprire un locale del genere senza potere avere la possibilità di vendere alcool sarebbe un suicidio (puoi mettere la musica migliore di questo mondo, ma nessuno svedese ci metterebbe piede) e, quindi, il trio si è messo pazientemente in attesa.
Un paio di settimane fa la grande notizia: finalmente tutto sarebbe stato a posto, e il 9 maggio il Dr Feelgod’s avrebbe aperto con un concerto dei locali Bonafide, una delle migliori band svedesi.

Ri-tutto a posto, quindi? No! Mentre già stavamo pensando alla serata, con tanto di nonna-babysitter a prendersi cura della piccola, lunedi sera è arrivata la doccia fredda: i proprietari avevano ricevuta una promessa a voce del fatto che questa settimana avrebbero avuto l’agognato permesso, ma… nulla da fare. Il permesso per il Dr Feelgood’s non era infatti all’ordine del giorno della riunione di oggi del Sociala resursnämndens myndighetsutskott, il comitato ufficiale per la “sostenibilità sociale a lungo termine”.
Per il trio e tutti i rocker di Malmö l’attesa si allunga. Fino a quando? Al mese prossimo, ovviamente! Pare che infatti il comitato si riunisca, appunto, una volta al mese, e il prossimo appuntamento è previsto per il tre giugno… cosa non si fa per proteggere i cittadini svedesi dall’alcoolismo!
I gestori non hanno potuto fare altro che chiedere scusa e dire “è tutto a posto, è solo che non ce l’abbiamo fatta in tempo per questa seduta”. Chissà, forse anche in Svezia bisogna essere bravi a “ungere le ruote”? O forse, semplicemente, non si fa e basta?

Kräftskiva e Malmöfestivalen 2012

Quelli di metà agosto sono tipicamente i giorni delle kräftskiva, le grandi feste a base di gamberoni d’acqua dolce.
Come da tipica usanza, gli svedesi si riuniscono per grandi mangiate in cui degustano il crostaceo, crostaceo che, storicamente, veniva pescato in grandi quantità nei primi giorni di agosto.
Oggi, a causa di problemi ambientali e malattie, il kräfta è un animale protetto in Svezia, e la gran parte di quelli che si mangiano sulle tavole svedesi vengono importati dalla Cina e dalla Turchia.

Come spesso capita, la kräftskiva (che è anche la festa che celebra la fine dell’estate) è accompagnata dagli immancabili bottiglini di snaps (la regola vuole che, per ogni gamberone, se ne debba bere un bicchierino), dalle canzoncine tradizionali (gli snapvisa) e dalle inevitabili patate bollite e aringhe.
Tipici della festa sono anche le decorazioni a forma di luna e i cappellini di carta, spesso decorati con disegni del gamberone.

E proprio “la più grande kräftskiva di Svezia” ha dato il via, come da tradizione al Malmöfestivalen 2012.
Migliaia di persone si sono adunate venerdi sera in Stortorget per l’abbuffata, mentre una fantastica band country alternava, dal grande palco, brani del proprio repertorio a riarrangiamenti di simpatici snappvisor.
Per l’occasione, la solitamente rigida polizia svedese, pur dispiegata in forza, ha ovviamente chiuso un occhio sul consumo pubblico di alcool in piazza, proibito per legge.

Kräftskiva in Stortorget

Il cavallo addobbato

Un “festeggiante” con gamberoni e cappellino

Tutto ciò ha dato il la, appunto, al Festivalen, grande evento cittadino fatto di concerti su concerti (nella tenda dietro l’angolo ti può capitare di trovare una big band swing), bancarelle, eventi culturali, un luna park in mezzo alle case, e tanto altro ancora.

And the band plays on.

Peraltro, questi giorni sono anche graziati da giornate splendide con temperature elevate, al punto da potere girare in maniche corte anche di notte, cosa piuttosto inusuale per un paese in cui, quando finisce la luce del sole, bisogna immediatamente coprirsi.
Malmö, nei giorni del Festivalen, offre proprio il meglio di sé: l’atmosfera è rilassata e festiva al tempo stesso, ed è proprio un piacere gironzolare per le strade, magari mangiando un Lángos ungherese, un kebab di cinghiale o un gyros di alce comprati in uno degli innumerevoli botteghini sparsi per la bella Gustav Adolfs Torg.
Come già scritto l’anno scorso, se mai doveste pensare di farvi un viaggio a Malmö, quelli del Festivalen sono sicuramente i giorni migliori!

In giro per bancarelle

Sweden Rock Festival

La settimana passata io e mia moglie siamo stati per un po’ al confine fra Blekinge e Scania, per godere di uno dei più importanti happening rock d’Europa, lo Sweden Rock Festival.
Non starò qui a parlare delle band e della musica, ma mi piace dedicare un po’ di spazio alla fantastica organizzazione svedese di questo festival, che frequento dal 2004.

Il SRF, giunto al 20esimo anniversario, è un festival a prevalenza hard rock ed heavy metal, ma lascia comunque tanto spazio ad altri generi come prog, country o blues.
Viene organizzato nei pressi di Sölvesborg, deliziosa cittadina del Blekinge. Lontano, quindi, dalle due grandi città Stoccolma e Göteborg ma non distantissimo (un paio d’ore) dall’asse Malmö/Copenaghen.

Al festival ci sono sempre famiglie e tanti bimbi
Il più cool
Un abituè

Il Festival, della durata di tre giorni e mezzo, è indipendente: non è organizzato dai grandi promoter internazionali come Live Nation, ma dal magazine locale che gli dà il nome.
Nonostante ciò, l’evento è cresciuto nel corso degli anni conquistandosi sponsorizzazioni fondamentali, a partire dalla televisione di stato, dalle più importanti radio rock della nazione, compagnie di telecomunicazioni, bevande alcooliche, produttori di motociclette ed altro ancora.
Questo ha permesso al festival di affermarsi a livello internazionale: è uno dei tre o quattro festival europei cui gli artisti danno la priorità quando si tratta di arrangiare il proprio tour, ed annovera sempre alcune importanti esclusive per il vecchio continente. Ci sono davvero molti artisti che vedi solo qui oppure devi volare negli States.
Una volta il Blekinge era famoso soprattutto come Sveriges trädgård, il Giardino di Svezia, mentre oggi è il Festivalenl’evento che ha più risonanza nel paese. I giornali nazionali e locali ne parlano sempre con largo anticipo, e non mancano di dare spazio all’evento. D’altronde stiamo parlando di un paese con una grande cultura rock, e se parli di Ozzy, Gary Moore, Dio o Deep Purple (tanto per citare qualcuno degli artisti visti in questi anni), è molto probabile che la gente non ti guardi come se fossi un alieno.

I bagni ben segnalati e le pedane per disabili

Nonostante i cinque palchi siano distribuiti su un’area pressoché sterminata, l’organizzazione ha deciso da sempre da limitare a 33.000 il numero di biglietti vendibili, al fine di rendere l’esperienza più vivibile per tutti.
E proprio la vivibilità è la cosa che più colpisce di quest’organizzazione: abituati ai festival-carnaio organizzati in Italia su spazi inadeguati e in palese carenza di strutture adeguate da parte di organizzatori senza scrupoli (se a qualcuno fischiano le orecchie… sì, sto parlando di voi), lo SRF è davvero una pacchia.

C'è anche la pasta... a richiesta col ketchup!

La prima cosa che colpisce quando si entra, al di là della musica, è la quantità enorme di baracchini per il cibo, distribuiti su tutta l’area ad offrire un incredibile varietà alimentare. Si va dalla carne d’alce al thai wok passando per il kebab di cinghiale, l’indiano, la pizza, il messicano e le prelibatezze ungheresi. Non solo non ti capita di fare una coda se non per pochi minuti (quando va male), ma i prezzi sono anche davvero eccellenti (fra le 50 e le 70 corone per un pasto).
Enorme è anche il dispiegamento di gabinetti (i vecchi “chimici” dei primi anni sono ormai stati per lo più rimpiazzati da dei veri e propri container con file di wc e acqua corrente nei lavandini, puliti più volte nel corso del giorno) e di acqua potabile, per cui, anche qui, le file sono ridotte all’osso.
Intorno all’area del festival c’è inoltre una serie di attrezzatissimi campeggi divisi per tipologia (moto, auto, caravan, tende singole), provvisti di tutte le facilitydel caso.
Per i meno fortunati che si muovono su una sedia a rotelle sono allestite, all’interno dell’area concerti, alcune pedane rialzate che permettono di assistere comunque ai concerti.

Lassù ci sono io!

Oltre agli stand per il cibo, c’è da sempre una nutritissima serie di banchi di abbigliamento, cd, articoli speciali e tutto quello che può interessare ad ogni rocker che si rispetti.
A partire di quest’anno è stato anche aggiunto, sorprendentemente, un mini Tivoli(il nostro “Luna Park”) con giostre ed attrazioni. Insomma, se, in quel momento, non c’è una sola band che ti possa interessare su nessuno dei palchi, comunque non hai modo di annoiarti.

I palchi, dicevamo, sono 5, distribuiti e orientati in modo di non darsi fastidio a vicenda (salvo casi particolari). I quattro palchi più grandi funzionano in doppia alternanza fra loro: due band suonano su due palchi, mentre in quelli di fronte ad essi si prepara la scena per chi deve arrivare.

Il pubblico, di tutte le età ed equamente distribuito fra maschi e femmine, è spesso parte dello spettacolo: oltre a personaggi strambi, fa sempre piacere vedere tante famiglie, sfilze di rocker che si godono in pace (magari sulle seggioline sdraio, che è consentito portare nell’area) le band, o che magari ballano e festeggiano in pura atmosfera da party.
L’alcool fa ovviamente la sua parte, e non è raro trovare qualcuno completamente riverso a terra in condizioni non proprio eccellenti. L’organizzazione è comunque severa, e quelli conciati proprio male male vengono allontanati dall’area ed eventualmente privati del prezioso braccialetto-pass.

Insomma: è davvero difficile trovare un difetto a questo evento. Forse, volendo, solo il tempo, che nelle ultime due edizioni è stato un po’ inclemente… ma, in tutta sincerità, non me la sento di fare di questo una colpa all’organizzazione! 😀

Non mancano i "personaggi"
Party, party, party!

C'è anche un po' di country...

The boys are back in town

Kötbullar

Oggi, per la prima volta, mi sono cucinato da solo le köttbullar (pronuncia approssimativa “sciòtbulla”), le celebri polpettine di carne svedesi note in Italia come “polpettine dell’IKEA”.
Tenendo conto che erano surgelate (Findus), che non avevo un microonde per scongelarle, che mi mancavano sia le patate che la salsa che la marmellata di lingonberry (mirtillo rosso), che ho dovuto cuocerle in una vecchia padella con dell’italianissimo olio extravergine di oliva, alla fine non mi posso lamentare. Erano buone.

Nota per il futuro: trovare un posto che venda padelle decenti, più qualche altro attrezzo da cucina (una griglia, ad esempio).

Nel pomeriggio, dopo avere riconsegnato la macchina che avevo utilizzato ieri sera per andare a Västerås, sono ripassato al supermercato sotto casa.
Fra le altre cose, penso di avere comprato – ma non ne sono troppo sicuro – della carta da forno.
Quello che fa piacere è notare la presenza di notissime marche italiane (vedi foto) 😉

Facendo un salto indietro nel tempo, ieri sera sono andato a vedere i Deep Purple a Västerås, a circa un’ora e mezza di macchina da Stoccolma. La venue, era un posto relativamente piccolo (2500 persone, direi), ma ottimamente congegnata con struttura ad anfiteatro, ben equipaggiata, e appositamente studiata per la musica. Roba che in Italia ci sogniamo.

P.S.: I panini nordici con i semini saranno la mia rovina alimentare!