Piccolo appello ai giornalisti italiani

Mi piacerebbe che i giornalisti italiani facessero più attenzione nello scrivere i nomi svedesi e, in generale, stranieri.

Per carità: forse in passato, scrivendo di musica, la cosa ha riguardato anche me, ma col tempo mi sono reso conto che mi piacerebbe vedere una maggiore professionalità e attenzione, in particolare da chi è pagato per fare il suo lavoro.

Probabilmente ancora molti non se ne rendono conto, forse per superficialità o semplice mancanza di abitudine, ma le varie dieresi o anelli diacritici non sono dei simboletti messi a casaccio: hanno invece un motivo di esistere, e vale quindi la pena sbattersi per imparare le combinazioni di tastiera necessarie per scriverli.

Innanzitutto, quantomeno per la lingua svedese, i simboli in questione non sono solo dei semplici accenti o caratteri diacritici: quando usiamo, per esempio, la å o la ö non siamo di fronte a versioni modificate della a o della o. Si tratta infatti di lettere indipendenti, che hanno un proprio posto specifico nell’alfabeto svedese (che, per chi non lo sapesse, si definisce “dalla a alla ö”).
É chiaro che questo aspetto può essere ignorato, e ci mancherebbe altro, da chi non conosce le specifiche della lingua, ma dovrebbe quantomeno sorgere il sospetto che quei simbolini una qualche importanza ce l’abbiano, e per questo dovrebbero essere rispettati.
L’importanza sta tutta nella pronuncia, che cambia radicalmente a seconda che quei simbolini ci siano o meno.

Mi capita spesso, ad esempio, di leggere Malmoe, quando il nome della città e della squadra di calcio, in qualunque lingua, è Malmö. L’escamotage di utilizzare Malmoe (che, letto in Italiano, ha una pronuncia diversa da quella reale) andava bene per le vecchie macchine da scrivere o quando, negli anni ’80, i computer avevano un set di caratteri limitato. Ora, però, siamo nel 2012: qualunque PC, Mac, tablet o smartphone permette di scrivere correttamente la ö, e la scusa non ha più motivo di esistere. Soprattutto da parte di professionisti del settore.

Qualche giorno fa sono rimasto spiazzato dal leggere sul sito del più celebre giornale sportivo nazionale il nome Kallstrom. Il motivo è che la pronuncia di Källström (come andrebbe scritto) è molto più simile a “sciellstrem” che non a “callstrom”, e leggere Kallstrom risulta, ai miei occhi allenati alla lingua, decisamente strano.
Eppure pare che sia piuttosto normale, in Italia, scrivere così: tutti gli altri quotidiani, sportivi e non, riportano esattamente la stessa grafia priva di dieresi, nonostante i giornalisti ricevano sicuramente le informazioni corrette da chi di dovere.
Quello di cui, probabilmente, il giornalista medio non si rende conto è che così facendo si storpia il nome, esattamente come se si scrivesse Baffon o Gariboldi, Barlusconi o Melano, Rumazzotti o Pelermo.
Il mio appello ai professionisti della carta stampata (reale o virtuale) è quindi questo: che scriviate di cronaca, sport, musica, politica o quant’altro, impegnatevi ad imparare le scorciatoie di tastiera necessarie, e non solo la vostra professionalità ne trarrà guadagno, ma non contribuirete neppure alla diffusione dell’ignoranza.

Qui in Svezia c’è sicuramente meno approssimazione al riguardo: i nomi stranieri, almeno dai professionisti, vengono generalmente scritti in maniera corretta. Ed è così anche per quelli naturalizzati: di tanto in tanto capita di vedere ancora qualche Ibrahimovic, ma il più delle volte si trova il corretto Ibrahimović, e questo nonostante la c accentata bosniaca non faccia certo parte dell’alfabeto svedese.

Quegli scandinavi dei Finlandesi!

Parliamo delle polazioni scandinave: gli Svedesi, i Danesi, i Norvegesi, i Finlan… Fermi tutti! 😀
In Italia (e non solo) abbiamo la visione di una Scandinavia molto allargata, che include Finlandia, isole Far Øer, Islanda, persino la Groenlandia…
Ecco: che non vi capiti mai di tirare fuori questo argomento quando parli con uno svedese, perché, alla meglio, ti prenderà per scemo, alla peggio litigherete.

La Scandinavia è composta da solo tre paesi (Svezia, Norvegia e Danimarca) ed è una vera e propria identità geo-social-politica.

Tutto il resto è qualcosa di diverso: qui li chiamano Norden (i paesi del Nord), una comunità internazionale precedente all’Unione Europea, di cui ha anticipato molte delle tematiche. Il Consiglio Nordico dei Ministri ha perso oggi importanza rispetto al passato (soprattutto con l’adesione di Danimarca, Svezia e Finlandia all’UE), ma resta comunque un’entità politica rilevante.

Quindi non fate il mio stesso errore: è vero che molte di queste nazioni condividono un ceppo linguistico comune (non la Finlandia, però), è vero che i rapporti sono generalmente ultra-amichevoli ed è vero che il paese di Jari Litmanen, Mika Aaltonen, degli Hanoi Rocks e dei Nightwish occupa una piccola parte delle penisola scandinava ed è stato a lungo sotto la dominazione svedese… ma sulla Scandinavia non potete più sbagliare!

Tutto questo, sia chiaro, senza che da parte svedese (né danese o norvegese) ci sia alcun disprezzo o altro… semplicemente, vogliono che si chiamino le cose col loro nome.