No, la scuola svedese non torna al 1950

Da ieri leggo diverse idiozie su come la Svezia abbia deciso di buttare i tablet nelle scuole, e tornare a carta, penna e calamaio. Esultano conservatori e neoluddisti italiani che, senza capire un tubo, dicono: “visto? avevamo ragione noi!”

Ovviamente, la notizia, messa in questi termini, è una clamorosa bufala.

Il solito giornalismo italiano di “qualità” condiviso in maniera acritica sui social network.

Quello che è successo è semplicemente questo: qualche tempo fa, Skolverket (l’agenzia indipendente che si occupa di pianificare l’educazione) ha fatto una proposta per un piano di digitalizzazione per il 2023-2027, proposta che prevede una spinta sempre maggiore verso la tecnologia e l’introduzione del digitale nella scuola per l’infanzia.

La ministra della scuola Lotta Edholm e il ministro dell’educazione Mats Persson (entrambi liberali) considerano il piano troppo affrettato e hanno chiesto di rivederlo, prendendo in considerazione più pareri, inclusi gli esperti di ricerca cognitiva. La Edholm ha anche chiesto che le scuole non manchino di stanziare fondi per libri “fisici”, carta e penna.

Punto.

Nessun tablet è stato buttato via, e l’utilizzo delle tecnologie digitali in Svezia resta assolutamente elevato. Sin dalle elementari, ogni alunno ha a disposizione un laptop, e continuerà ad averlo. Una parte consistente dell’educazione viene tuttora, e continuerà ad esserlo, impartita per via digitale.

Che poi ci sia una discussione sul fatto che il livello di alfabetizzazione dei bambini svedesi sia calato, è vero. Ma non ci sono conclusioni definitive su quale sia la causa di questo calo, che peraltro è stato registrato anche in paesi che utilizzano molto poco le tecnologie digitali a scuola. E il livello di alfabetizzazione dei bambini svedesi resta fra i più alti in Europa.
Che ci sia un dibattito serio al riguardo, e che eventualmente si decida di rallentare aspettando dati scientifici e pareri di esperti è solo una cosa positiva.

Chi, però, ha atteggiamento da tifoso esultante di fronte ad una bufala dimostra solo una cosa: l’educazione che quella persona ha ricevuto non è stata adeguata a farle capire una notizia o, in caso di malafede da parte degli organi di stampa, di ricercare fonti serie che spieghino come stia esattamente la questione.

2 pensieri riguardo “No, la scuola svedese non torna al 1950

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