Per questioni economiche e di prossimità, qualche mese fa avevo deciso di provare i corsi di svedese offerti gratuitamente su iniziativa dello stato, nella sede di Upplands Väsby. Fino a questo momento, avevo seguito tre corsi alla Folkuniversetet, ma il mio Svedese è ancora indietro oltre che un po’ arrugginito.
Al momento ho ancora strada da fare, capisco abbastanza (quantomeno nell’ambito di discorsi a me non del tutto estranei), ma lo parlo ancora pochissimo, anche in famiglia. Con mia moglie usiamo infatti quasi esclusivamente l’inglese (e già così le incomprensioni capitano… a volte anche solo i gesti possono avere significati differenti fra Italia e Svezia!)
Al riguardo di SFI (Svenskundervisning far Invandrare/Swedish For Immigrants) avevo sentito pareri differenti: la qualità dei corsi dipende dal luogo, dall’ente che li organizza e, ovviamente, dall’insegnante. Ero comunque tentato di dare una chance all’SFI di Väsby.
Il primo impatto è stato, quantomeno, smorzato: fra formalità burocratiche, moduli mancanti, errori dell’addetta ci sono voluti quasi due mesi da quando mi sono presentato la prima volta alla prima lezione. Il secondo impatto, quello con il corso vero proprio è stato devastante: sarò stato sfortunato io, ma quelle in cui sono stato coinvolto sono state davvero tre ore e mezza della mia vita che nessuno mi restituirà mai. L’ “insegnante” ha fatto davvero poco, ci ha dato dei fogli con compiti da fare da noi (in classe), ha fatto un riassunto di circa dieci minuti della lezione precedente (sì, perché sono stato inserito in un corso già attivo, non in uno nuovo) e poi ha lasciato che facessimo tutto per i fatti nostri, praticamente senza alcun interscambio fra gli studenti. Cose che potevo tranquillamente fare a casa, senza nessun bisogno di andare ad una lezione, visto anche che non c’è stata alcuna opera di correzione. Non solo: sicuramente c’è stato un errore di piazzamento e di valutazione del mio livello (io avevo detto di aver completato alla Folk Universitet il corso B1, che è uno standard), per cui tutto era troppo facile per me… e, come se non bastasse, l’insegnante stessa ha deciso di interrompere la lezione venti minuti prima perché aveva altro da fare.
Deciso, chiaramente, a non passare più un solo minuto in quella situazione, ho passato i giorni successivi a cercare di farmi cambiare di corso, senza riuscire mai a parlare di persona (al telefono mi aveva detto “vieni qui e chiedi di me”) con la persona addetta all’organizzazione. Con questa situazione, ho deciso chiaramente di gettare la spugna e tornare ai corsi a pagamento della Folk, corsi che non sono certo economici ma ti permettono veramente di imparare qualcosa.
Intendiamoci, in assoluto SFI non deve fare così schifo, dato che c’è chi si trova bene e chi riesce ad imparare effettivamente lo svedese con esso. Ma la gestione in Upplands Väsby (a cura di Lernia) è, a mio giudizio, davvero pessima.
Oggi ho tenuto la mia prima lezione del corso B1+ (un intermedio non strettamente necessario, ma ne avevo bisogno per via della ruggine) presso la Folk, e mi è sembrato di essere in paradiso. Insegnante bravissima (Sofi, la conoscevo già, era la supplente dei corsi “A”), nessuna perdita di tempo e tanto “scambio” con gli altri iscritti al corso. Insomma, finalmente l’impressione di spendere bene il proprio tempo e non di buttarlo via!
Lo Stato svedese offre sicuramente un’infinità di servizi ai cittadini (e non), e il 90% di questi servizi sono, a dir poco buoni: con l’ottica di un italiano, però, è quasi consolante vedere che qualcosa non funziona anche qui…