Una cosa che mi ha decisamente sorpreso nel passaggio da Drottningtorget (la zona della nostra prima casa in Malmö) a Triangeln (la zona della “city” in cui viviamo ora) è il gran numero di ciclisti, incuranti di pioggia, freddo e vento.
Un promessa doverosa: il centro di Malmö non è particolarmente dotato di piste ciclabili, quantomeno se paragonato a Stoccolma o altre città del nord.
In Italia i ciclisti si riversano sui marciapiedi, qui sono più civili e vanno in strada.
Il problema è il come: vanno noncuranti di tutto nell’oscurità più totale (anche se non ai livelli di Stoccolma, in questo periodo le ore di buio non mancano), spesso con lumini flebili e altrettanto spesso senza alcuna forma di illuminazione frontale, senza giubbotti ad alta visibilità e il più delle volte vestiti addirittura di nero.
Vederli è il più delle volte davvero un’impresa e, visto che raramente si fermano o rallentano agli incroci, mi sono trovato spesso a dover inchiodare all’ultimo momento per evitare il peggio.
Forse è solo una questione di abitudine da parte mia, ma mi sorprende davvero non poco notare come nella “sicura” Svezia non si prendano provvedimenti davvero elementari in termini di sicurezza. Basterebbero un corpetto e delle luci adeguate per ridurre parecchio i rischi…
