Il pericolo nell’oscurità

Una cosa che mi ha decisamente sorpreso nel passaggio da Drottningtorget (la zona della nostra prima casa in Malmö) a Triangeln (la zona della “city” in cui viviamo ora) è il gran numero di ciclisti, incuranti di pioggia, freddo e vento.

Un promessa doverosa: il centro di Malmö non è particolarmente dotato di piste ciclabili, quantomeno se paragonato a Stoccolma o altre città del nord.

In Italia i ciclisti si riversano sui marciapiedi, qui sono più civili e vanno in strada.

Il problema è il come: vanno noncuranti di tutto nell’oscurità più totale (anche se non ai livelli di Stoccolma, in questo periodo le ore di buio non mancano), spesso con lumini flebili e altrettanto spesso senza alcuna forma di illuminazione frontale, senza giubbotti ad alta visibilità e il più delle volte vestiti addirittura di nero.

Vederli è il più delle volte davvero un’impresa e, visto che raramente si fermano o rallentano agli incroci, mi sono trovato spesso a dover inchiodare all’ultimo momento per evitare il peggio.

Forse è solo una questione di abitudine da parte mia, ma mi sorprende davvero non poco notare come nella “sicura” Svezia non si prendano provvedimenti davvero elementari in termini di sicurezza. Basterebbero un corpetto e delle luci adeguate per ridurre parecchio i rischi…

E qui ci sono almeno le luminarie...

Lost & Found

Questa mattina ho involontariamente deciso di separarmi dal mio solitamente inseparabile Cybook Gen3, dimenticandomelo sull’autobus a Väsby.
Appena resomi conto della situazione, ma già sul treno per Stoccolma, chiamo sconsolato mia moglie, chiedendole di verificare qual è la procedura per gli oggetti smarriti. Lei è molto più ottimista di me, e mi dice che chiamerà l’apposito ufficio.
Ormai convinto di dover dire per sempre addio al mio lettore di e-book, mi abbandono allo sconforto dell’informatico privato del suo giocattolino tecnologico e del suo contenuto narrativo-letterario (ma questo è un problema relativo, dato che, da informatico serio, ho il backup).
Nel pomeriggio sento mia moglie, e lei mi conferma di aver telefonato subito: i tipi di Arriva (la compagnia britannica che ha in gestione il traffico bus dalle parti di Väsby in collaborazione con SL) le hanno detto di aver preso nota di tutto e che, se lo troveranno, richiameranno. Continuo a non illudermi.
Intorno alle 16:30 mia moglie riceve la fatidica telefonata: il piccolo è stato trovato e mi aspetta nella rimessa di Märsta/Arlandastad… devo solo andarlo a prendere.
Sono appena rientrato a casa felice, contento e letteralmente stupefatto. Avete mai dimenticato qualcosa su un autobus in Italia?