Ieri ho avuto la mia prima esperienza con l’apparato sanitario svedese.
Sono andato infatti a fare (come già facevo regolarmente in Italia) il test per l’H.I.V., da cui, visto il mio atteggiamento generale, non mi aspetto – in realtà – alcuna sorpresa.
L’unico vero aspetto negativo di tutta la storia è che non sono riuscito a trovare un modo di fare il test in maniera anonima. Sembra che qui lo si debba fare per forza di cose con nome e cognome.
La cosa, per me, non è assolutamente un problema: in realtà avevo paura che, non essendo ancora in regola con la burocrazia, ci potessero essere lungaggini e menate, e per questo volevo optare per la soluzione anonima.
Ma non solo non c’è stato alcun problema, tutto è stato molto veloce e ben organizzato: è chiaro che qui la questione è infatti molto sentita.
Mi è bastato recarmi a Sesam City (il centro dedicato alle malattie infettive) e presentare la tessera sanitaria europea: mi è stato assegnato una sorta di personnumer temporaneo (valido solo per questioni sanitarie), e, nel giro di pochi minuti, ho potuto effettuare i test.
L’infermiera che si è occupata dei prelievi mi ha fra l’altro cortesemente “invitato” (insomma, era chiaro che ci teneva) a fare anche i test per Clamidia, Gonorrea (ouch!) e Sifilide. Nessun problema da parte mia.
In particolare mi è stato spiegato che la Clamidia è il problema più grosso in Svezia, parecchio diffuso fra la popolazione giovanile. In realtà, nel 99% dei casi, sembrerebbe essere nulla più che una grossa scocciatura, ma è sempre meglio tenerla d’occhio.
Parlandone in seguito con una persona, si è dimostrata molto sorpresa del fatto che sapessi così poco della questione: in Svezia la questione Clamidia è molto presente nelle lezioni di educazione sessuale a scuola, già da parecchi decenni a questa parte. Inutile stare a spiegare che, nella Repubblica Italiana del Vaticano, l’educazione sessuale è una materia praticamente inesistente (volete mettere quanto sia più importante l’insegnamento della religione cattolica?).
Comunque, ho effettuato velocemente i test (due prelievi del sangue per HIV e Sifilide; analisi urine per la Clamidia; prelievo di una parte di tessuto dell’uretra per la Gonorrea), e, nel giro di una settimana, mi basterà presentarmi nello stesso posto (con documento e quella specie di personnumer) per avere i risultati in forma scritta. In alternativa posso telefonare al numero che mi è stato dato, e loro mi richiameranno al mio numero (quello che gli ho fornito al momento dell’esame) per fornirmi, a voce, le informazioni. Inoltre, nella malaugurata ipotesi dovesse risultare qualcosa, mi chiameranno loro prima della fine della settimana, così che possa andare in ambulatorio ed iniziare immediatamente le terapie del caso.
La cosa mi porta anche ad accennare brevemente alla “mutua” svedese: non conosco tutti i dettagli, ma anche se il sistema ambulatoriale pare essere parecchio efficiente, la cassa malattia sembra essere meno efficiente che da noi: qui, se ti ammali, non prendi una lira (né una corona) in busta paga alla fine del mese. Devi aspettare che i soldi ti vengano corrisposti dallo stato, e possono volerci anche tre mesi o più.
In compenso, sembra che tu possa autodichiararti malato per una settimana senza bisogno di alcun certificato medico: solo a quel punto sarà necessario andare dal dottore e farsi dare il pezzo di carta…
Confermo l’ultima riga… puoi darti malato come e quando vuoi, se poi superi i 7 giorni allora ti serve il certificato.
Il primo giorno di malattia non é pagato e gli altri sono all’80%.
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Ciao, non so se controlli ancora le email, sono arrivato al tuo blog attraverso una ricerca google, ho letto tutti gli articoli, l’argomento mi interessa, posso chiederti come mai hai smesso improvvisamente di raccontare gli avvenimenti?
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Per tutti quelli che se lo chiedevano: ovviamente il test era andato bene! 😉
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