Quattro mesi dopo

Mi sono preso una pausa di riflessione dalla scrittura sul blog (e me ne prenderò altre) in attesa di verificare gli sviluppi della situazione covid-19.
Sono passati appunto quattro mesi, e molti si chiedono tuttora come sia andato il contagio in Svezia. Vedo spesso condividere link schierati che descrivono il paese come un paradiso che è riuscito a contenere il virus nella totale libertà, altri che lo descrivono come un inferno dove il governo ha deciso di sacrificare la popolazione nel nome dell’economia. Cosa c’è di vero? Proviamo a rispondere!

  1. È riuscita la Svezia a contenere il virus senza lockdown? Se, per contenere, intendiamo il riuscire a fermare la crescita di casi e di persone decedute… , ci è riuscita. La curva dei decessi parla chiaro: dopo il grande picco iniziale, già da metà aprile i numeri sono andati scemando, fino a raggiungere le poche unità giornaliere.
    Numero di decessi per giorno. La linea in rosso indica la media calcolata sui sette giorni precedenti. Nota: I dati degli ultimi 15 giorni non sono affidabili.
  2. È riuscita a farlo in termini accettabili? Se parliamo di vite umane, in questo momento, dobbiamo dire di no. La Svezia ha avuto 5783 vittime. Le vicine Danimarca, Norvegia e Finlandia ne hanno avute, rispettivamente, 621, 261 e 333. Ciascuno di questi paesi, fra l’altro, ha circa la metà della popolazione della Svezia.
  3. Ma i conti si faranno alla fine, no? I conti si faranno alla fine, ma, in questo momento, con diversi vaccini in arrivo, e cure che sono molto  migliori rispetto a quelle di aprile, appare molto improbabile che i numeri degli altri paesi nordici possano ad avvicinarsi a quelli svedesi. E PER FORTUNA, aggiungo!
  4. Ma almeno si è raggiunta l’immunità di gregge? Se parliamo di risultati di test degli anticorpi, la risposta è no. Ad esempio, i test effettuati a Stoccolma nella trentaduesima settimana dell’anno dimostrano che, a Stoccolma, solo l’11,4% del campione aveva anticorpi. È Stoccolma, da questo punto di vista, è messa molto meglio di altre aree. Folkhälsomyndigheten afferma però che gli anticorpi verrebbero sviluppati solo dalle persone che hanno avuto sintomi meno lievi. Per gli altri, sempre secondo FHM, ci sarebbe un livello di immunità conferito dai linfociti T. Non ci sono però dati al riguardo.
  5. Ma, quindi, l’immunità di gregge è parte della strategia svedese? Ufficialmente, la risposta è sempre no. Negli ultimi giorni è però emersa una verità che da tempo era sospettata: il giornalista freelance Emanuel Karlsten è entrato in possesso di diversi scambi di email, che dimostrano come Tegnell abbia suggerito di tenere aperte le scuole per permettere il propagarsi del virus e raggiungere quindi l’immunità di gregge.
  6. Quindi non bisogna fidarsi delle autorità svedesi? Se quanto emerso in questi giorni verrà confermato, allora si potrà dire che Tegnell e i suoi hanno apertamente mentito a tutta la nazione. Ci sarebbero altri punti oscuri nella gestione dell’epidemia da parte di FHM, come un controverso contratto per Johan Giesecke. L’ex mentore di Tegnell, ora consulente in pensione e personaggio molto controverso per via della sua aperta superbia, avrebbe evitato di menzionare un possibile conflitto di interessi riguardante la moglie. Inoltre, la sua influenza sulle scelte effettuate sarebbe stata molto più alta di quanto lasciato ufficialmente intendere. Giesecke è una persona piena di superbia, il cui atteggiamento saccente ha provocato non pochi problemi e incidenti: degno di nota, in particolare, uno scambio di comunicazioni con il capo epidemiologo norvegese, in cui Giesecke ha scritto apertamente che la loro strategia era sbagliata. Infine, molte email interne riguardanti le scelte strategiche, sarebbero state cancellate, e non sarebbero quindi disponibili per una revisione della gestione della pandemia. Al momento, FHM non ne sta uscendo molto bene.
  7. Qual è la giustificazione per l’elevato numero di decessi? Secondo FHM la giustificazione principale è sempre da trovare nella pessima gestione delle case di riposo e dello scaricabarile fra differenti parti coinvolte (prima che lo stato prendesse il controllo in una realtà fortemente devoluta), ma ci sono anche altri fattori. In un’intervista televisiva Tegnell ha detto che, anche se la Svezia avesse applicato le misure norvegesi, non avrebbe probabilmente raggiunto gli stessi risultati, perché `”la popolazione svedese `ha una composizione differente rispetto a quella norvegese”. Il riferimento è probabilmente ad uno studio che avrebbe dimostrato come l’eccesso di mortalità svedese fra i nati in Europa e negli Stati Uniti è del -1% (leggi: è morta meno gente rispetto al solito), mentre per chi è nato in altri paesi del mondo sarebbe arrivata anche al 220%. La Svezia ha un numero di persone di origine straniera decisamente più alto rispetto a quello dei paesi circostanti, e gli immigrati vivono in condizioni peggiori, hanno meno accesso alle notizie, e hanno usanze sociali differenti. Bastano queste considerazioni a spiegare la differenza di cifre?
  8. Qual è l’approccio svedese sulla questione mascherine? Tegnell continua a dire che, anche se è provato che le mascherine rallentino il virus in laboratorio, non è dimostrato che ci sia un effetto positivo nell’utilizzo quotidiano da parte della popolazione. Comportamenti errati e senso di falso sicurezza, con diminuzione delle distanze, secondo lui, potrebbero rivelarsi anzi controproducenti. Negli ultimi giorni, dopo che gli altri paesi nordici hanno iniziato a imporre o raccomandarne l’uso in determinate circostanze, FHM ha detto di stare tenendo d’occhio la situazione. In giro non le porta nessuno, neanche in posti come ambulatori od ospedali. Sì, il personale medico non porta mascherine e, se lo fai tu, la gente ti guarda terrorizzata (pensano che tu sia il malato) o si mette a ridere. Noi continuiamo sulla nostra strada!
    Non sono ancora morto!
  9. E le scuole? Le scuole riaprono questa settimana, con solo accorgimenti minori. Aurora inizia fra pochi giorni, e c’è tanta amarezza: avrei voluto che il suo primo giorno di scuola non fosse ammantato da questo livello di ansietà, da questa sensazione di preoccupazione. Visto che io sto lavorando da casa e mia moglie è a casa anche lei, avremmo sicuramente preferito l’insegnamento a distanza: in questi mesi ci siamo tenuti distanziati piuttosto bene, ma ora questo muro sta per crollare per scelta non nostra.
  10. Che aspettative ci sono per l’autunno? Sicuramente c’è preoccupazione per un ritorno di fiamma del contagio, quindi restano tutte le raccomandazioni date fino a questo momento: non uscire in presenza di sintomi, lavarsi le mani, mantenere la distanza, lavorare da casa se possibile, utilizzare la bicicletta (o andare a piedi) come alternativa ai mezzi pubblici. Restano, nonostante le pressioni, tutte le restrizioni per aziende, ristoranti, ed eventi. Nelle ultime settimane si è notato un aumento dei contagi che ha riguardato soprattutto la fascia dei giovani adulti, che si incontrano e vanno a divertirsi a stretto contatto, fregandosene delle conseguenze. La paura (come in altri paesi) è che questi comportamenti irresponsabili riaccendano il contagio, soprattutto nei confronti dei familiari e di altre persone più anziane.
  11. Ma almeno l’economia è andata bene? Secondo il Financial Times, l’approccio leggero svedese ha pagato. L’economia della Svezia ha sofferto meno di quella dell’Eurozona. Ufficialmente, però, la salvaguardia dell’economia non è mai stata la motivazione per il mancato lockdown, cosa che FHM e ministri vari ci hanno sempre tenuto a ribadire anche in maniera molto seccata.

11 pensieri riguardo “Quattro mesi dopo

  1. Ciao Daniele, in realtà l’articolo che citi riportava più l’opinione del CEO della SEB, che i risultati di una propria indipendente ricerca sull’economia svedese. Inoltre, dipendendo l’economia svedese tanto dall’export, é una situazione loose-loose . Correggimi se sbaglio…

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  2. Ciao Daniele!
    Innanzitutto, in bocca al lupo per l’inizio della scuola 🙂

    Ho letto l’analisi delle email tra Gisecke e Tegnell su Expressen la settimana scorsa. Confermo che Gisecke pare essere una persona abbastanza odiosa (nessun giudizio sulla competenza), ma non mi è parso di leggere alcuna teoria da parte di Tegnell sull’immunità di gregge, ho letto male?
    Tanto più che continuano a ripetere che i più giovani non sono un vettore rilevante nell’espansione della malattia…

    Insomma, continuo a fidarmi della direzione scelta (al netto del disastro iniziale nelle case di riposo, che comunque credo sarebbe successo anche in situazione di lockdown).

    Per quanto riguarda Gisecke, bisogna appurare cosa ci sia di irregolare in tutta la faccenda e far pagare le conseguenze a chi non si è comportato correttamente… 🙂

    Un saluto da Linköping!

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  3. È da sei mesi che, per motivi familiari, leggo i giornali svedesi e le bufale di Tegnell. Confermo che il suo fine era quello di una immunità di gregge, più volte ribadito. Dopo il fallimento ovviamente ha detto il contrario. Ma di falsità in questi mesi ne ha dette tante, idolatrato comunque dalle folle che lo volevano proporre Svedese dell’anno. Dopo quasi 6000 morti e più contagiati dell’Italia in proporzione, forse si sono svegliati.

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  4. A voler pero’ guardare da un punto di vista piu’ olistico la situazione, e’ vero che hanno avuto piu’ vittime rispetto ai paesi vicini (e comunque la spiegazione sugli errori nelle case di riposo e’ plausibile), ma hanno potuto fare moltissime attivita’ che ancora oggi, in gran parte dell’Europa sono precluse. Infatti bambini e ragazzi sono sempre potuti andare a scuola, le universita’ riprenderanno completamente in presenza, molta gente ha potuto sempre o a ripreso a lavorare in ufficio come si deve e ad avere il contatto continuo con i colleghi essenziale per la produttivita;, quasi tutte le attivita professionali, culturali ed eventi pubblici sono andati avanti senza problemi o con poche sospensioni. In altri paesi tutto questo non e’ vero, la gente continua di fatto ad essere chiusa in casa o a fare le poche attivita’ permesse con molte restrizioni. Senza discutere se le restrizioni siano o no valide, in Svezia la gente ha potuto vivere una vita sociale, professionale e culturale quasi normale, in Europa si sopravvive sperando in una terapia, che potrebbe arrivare solo tra decenni (per la SIDA ci e’ voluto un decennio per trovare la terapia antiretrovirale).

    Quindi, analizzando la risposta di Tegnell in base a questo ragionamento, e all’evidenza oggi disponibile per molte misure di precauzione come le mascherine, questa sembrerebbe estremamente plausibile. Ma molti piu’ sopra parlano di bufale e dichiarazioni senza senso, dove ho quindi sbagliato nell’analisi?

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    1. Se è vero che non possiamo sapere con certezza come sarebbero andate le cose con misure più stringenti (e non c’era bisogno di misure draconiane come quelle italiane o spagnole, bastavano quelle moderate di Danimarca e Norvegia), il punto fondamentale è la mancanza di trasparenza: hanno sempre negato in pubblico di cercare l’immunità di gregge, mentre dalle comunicazioni private si è capito che era il loro obiettivo. Insomma, hanno raccontato balle.

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  5. Tegnell ha raccontato balle fin dall’inizio. Teorie campate per aria con arrogante certezza e senza alcun fondamento scientifico. Mi ricordo bene poi cosa dichiarava in marzo sulla “curva piatta” svedese che era piatta solo per lui. Difendeva le sue affermazioni strampalate denigrando gli altri Paesi, l’Italia soprattutto, facendo intervenire due volte, e bello secco, il nostro ambasciatore.
    Con quasi 6000 morti direi che gli svedesi finalmente si sono svegliati: un tasso di mortalità altissimo, quasi pari a quello italiano. E con una situazione geografica e di popolazione, molto ben diversa. Paragonare la Svezia all’Italia o Francia o Spagna, significa non conoscere la geografia.

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    1. Mentre concordo con quanto ha detto Daniele, non sono molto d’accordo nel considerare, almeno per ora e in base alla mia conoscenza indiretta (non ho idea di quanto di piu’ sia emerso dalla stampa svedese), le teorie di Tegnell come balle. Da un lato infatti vari esperti come Gupta, Levitt, Ioannis e altri hanno appoggiato almeno in parte la linea di Tegnell, e di certo sono nomi molto piu’ autorevoli. Dall’altro lato potremmo ugualmente considerare le previsioni di Ferguson come balle, visto che anche in paesi come il Brasile che non hanno fatto nulla la crescita non e’ stata esponenziale e non ha raggiunto quell’entita’.

      Quanto alle dichiarazioni di Tegnell sull’Italia, ne so poco, ma da quello che ho letto sul sito del consolato tenderei a difenderlo. La Svezia e’ sicuramente un paese economicamente e tecnologicamente piu’ sviluppato dell’Italia, e non vedo nulla di male a fare dichiarazioni politiche ed esprimere le proprie idee, non necessariamente condivisibili, a livello europeo per cercare la migliore soluzione condivisa. Ma ripeto, ne so molto poco.

      Sul paragonare o no la Svezia agli altri paesi, non vorrei sia solo una scusa per evitare di fare una giusta valutazione del rischio in base a quello che sappiamo oggi (e non sei mesi fa). Io ad oggi vedo solo un dato di fatto, ovvero che in Svezia oggi si possono fare tutta una serie di attivita’ che altrove non sono permesse e forse non lo saranno per anni, con o senza maschera o ulteriori precauzioni, e quello che mi rattrista e’ che quasi nessuno sembra accorgersene.

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      1. Mi piace parlare con qualcuno con cui non sono d’accordo, ma che mi risponde gentile e pacato. Proprio alla svedese!
        Le affermazioni di Tegnell (e dei suoi) all’inizio della gestione della pandemia erano agghiaccianti (e false) e la cosa sta uscendo adesso allo scoperto. Dall’Italia si capiva, dagli svedesi lo rilevavano meno.
        Riguardo ai commenti inutili sulla sanità italiana dell’immunologo di Stato svedese, credo possano essere entrambi reperiti sul sito dell’ambasciata italiana in Svezia dove l’ambasciatore Cospito cita fonti da cui la Svezia esce malino: penultima in Europa, solo meglio del Portogallo.
        Rilevo poi che la Svezia non ha il territorio popolato dell’Italia (o Francia, Spagna, RU ecc…).
        Su una superficie di una volta e mezza l’Italia, ha gli abitanti della Lombardia. Per questo quasi 6000 morti sono il fallimento di una strategia.
        Un’altra cosa che non mi spiego è l’assenza totale di una strategia del Governo. Un epidemiologo non è un politico è solo un consulente.
        Ma dai, vediamo più avanti come va e magari ci sentiamo ancora!

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