Lo scorso inverno mi sono giocato una nuova grande scommessa della mia vita: con una bimba in arrivo, ho rinunciato ad un impiego a tempo indeterminato con Atea per accettare un contratto di sei mesi in Qlik.
Le motivazioni erano molteplici: il livello tecnico del lavoro da consulente in Tetra Pak era troppo basso rispetto alle mie competenze e capacità, lo stipendio era sotto la media e, come consulente, ero comunque un lavoratore di “Serie B” rispetto ai colleghi direttamente assunti da Tetra Pak.
Ovviamente è stata una decisione che ho dovuto ponderare per bene, ma quando è stato il momento ho deciso di correre il rischio. La possibilità di essere confermati era comunque concreta e, a pensarci, un qualunque contratto standard svedese prevede comunque un periodo di prova di sei mesi, che può essere concluso in qualunque momento senza motivo.
Questi mesi in Qlik sono stati magnifici: il lavoro mi piace parecchio, ho uno stipendio vero, le mie capacità sono apprezzate e i colleghi sono meravigliosi. Mi trovo immerso in una vera realtà multiculturale con persone provenienti da tutto il mondo. La lingua utilizzata nelle conversazioni (ma anche nelle comunicazioni ufficiali) è l’inglese: lo svedese si utilizza solo quando si ha la certezza che nessuno abbia problemi di comprensione, cosa che favorisce l’inserimento di tutti. In Svezia questa è l’eccezione.
Insomma… Se la fortuna aiuta gli audaci, nel mio caso ha proprio colto nel segno.
Ieri la conferma ufficiale: ho firmato il contratto che trasforma il mio impiego temporaneo in uno a tempo indeterminato.
E sono un lavoratore felice.