Auto = Bil

Fino a ieri, Malmö è stata graziata per una settimana abbondante da quella che, da queste parti, si chiama brittsommar, l’equivalente (anticipato di un mese abbondante) della nostra Estate di San Martino. In pratica, per un po’ di giorni, abbiamo potuto mettere da parte giacchette e camicie e tornare a girare in maniche corte. La pacchia sembra però finita, e la pioggia e la foschia di questa mattina non mettevano certo di buon umore, anche se poi la situazione si è parzialmente risistemata.

Il bel tempo, mi ha portato ieri a completare un’operazione che avevo lasciato in sospeso per qualche settimana, un po’ per pigrizia un po’ perché avevo bisogno di mettermi a trovare un’assicurazione: la “svedesizzazione” dell’auto.
Come qualcuno ricorderà, qualche mese fa avevo fatto richiesta di reimmatricolazione dell’auto: dopo avere pagato una tassa, mi è stato fissato un appuntamento per i primi di settembre presso un’autofficina.
Dato che quel giorno lavoravo, mia moglie si è occupata di portare la macchina per me: tutto è andato liscio, a parte il fatto che l’officina ci ha fatto pagare, e neanche poco, il controllo, mentre noi eravamo convinti che il costo fosse già coperto dalle tasse pagate.

In ogni caso le targhe nuove sono arrivate in tempi brevi assieme al libretto di circolazione svedese. Prima di montarle, ho però dovuto procedere a trovare un’assicurazione temporanea (a giorni mi arriveranno a casa le condizioni, avrò due settimane per disdirla nel caso non mi soddisfino), dato che quella italiana non sarebbe più valida.
Ieri abbiamo proceduto all’operazione di sostituzione vera e propria che, un po’ perchè non avevamo gli attrezzi giusti, un po’ perchè le vecchie viti erano completamente arrugginite, ha richieso molto più tempo del previsto. Comunque, ora l’operazione è conclusa, e la mia Ypsilon mostra orgogliosa la nuova targa con la piccola S bianca in campo blu.

Più complicata la questione della restituzione delle targhe italiane…
In pratica devo rispedire all’ambasciata italiana il certificato di proprietà (o foglio complementare che dir si voglia), le targhe vecchie e la ricevuta della tassa di radiazione.
Il problema è che, per un eccesso di zelo mio, avevo spedito il primo in versione originale al Transportstyrelsen, al momento di fare la richiesta di immatricolazione. Un paio di settimane fa li ho chiamati per chiedere se potessero farmelo riavere e la risposta è stata sorprendente: “certo, lo spediamo oggi stesso!”.
Quando, però, non finisci mai di stupirti di certe cose, ecco il pasticcio, per colpa delle solitamente impeccabili Poste svedesi. La lettera è stata spedita al mio indirizzo di Väsby, ma… invece di essere inoltrata all’attuale residenza di Malmö (servizio che pago), è finita all’abitazione estiva di alcuni miei vicini di Väsby, addirittura nell’isola di Öland! Loro, che gentilmente mi hanno contattato in mail, dicono di avere provveduto a farmela riavere, fatto sta che sono passati dieci giorni e non ce n’è ancora traccia…

La svedesizzazione dell’auto

Le pratiche per la svedesizzazione dell’auto proseguono a passo lento. Nei giorni passati ho ricevuto dal Tansportstyrelsen l’autorizzazione a procedere con l’importazione e, a questo punto, dovrò far controllare l’auto da un’officina autorizzata. Il controllo è prenotabile tramite il sito swedac.se. Swedac dovrebbe essere l’equivalente del nostro Rina, società che si occupa di certificazioni in genere.
Il sito ti rimanda a quello di Bilprovningen, che si occupa, nello specifico, delle auto.

Ho provveduto a chiamare già una prima volta giovedi: mi hanno risposto che, nell’area di Stoccolma, tutto è completamente prenotato fino a settembre. C’era una possibilità, però, che stamattina alle otto, che si liberassero nel sistema delle nuove date, e mi hanno consigliato di richiamare, appunto, oggi.

Ovviamente, alla chiamata, non si era liberata alcuna nuova data.
Nell’impossibilità di fare la visita a Stoccolma in tempi brevi, ho chiesto di farla a Malmö. Anche lì, però, tutto strapieno fino al 6 settembre, per il primo appuntamento disponibile.
Per ora ho accettato quella data: è ancora da vedere se prenderemo casa a Malmö o Lund, ed eventualmente potrei cercare qualcosa di alternativo nella più piccola cittadina universitaria.
Ancora per un po’, dovrò girare con l’auto sprovvista di documenti (ho solo una fotocopia nel cruscotto), cosa che rende difficoltosa anche la possibilità di fare un salto a Copenaghen senza avere troppi problemi.
Per carità: in Svezia, ai pur numerosi controlli anti-alcool, non mi hanno mai chiesto una volta la carta di circolazione, né verificato l’assicurazione (il contrassegno non va esposto), quindi non mi aspetto troppi casini… staremo a vedere.

Posteggio alla Genovese

L’essere nato e cresciuto a Genova dà sicuramente un grosso vantaggio nella vita: puoi praticamente guidare (e posteggiare!) ovunque. D’altronde essere abituati alle strade strette, in salita o discesa, in una città carente di spazi, ti fa sembrare tutto il resto comodo come un’autostrada a cinque corsie. Quando poi ti ritrovi a mollare la macchina in qualche posto “impossibile” a Stoccolma, ti capita davvero di lasciare la gente a bocca aperta: queste cose, qui, sono quasi fuori dal mondo.

La prima volta che ho posteggiato in un parcheggio come quello della foto, mia moglie non ci voleva credere. Era convinta che non fosse neppure un parcheggio.
Ieri sera la scena si è ripetuta: il lavaggio strada del mattino porta, certe volte, a carenze di posti in serata in alcune aree del centro città. A differenza di quanto succede a Milano, nessuno pensa, neanche alla lontana, di posteggiare sul marciapiede. La situazione comunque non è tragica: girando qualche minuto, si trova tranquillamente un posto nelle vicinanze. Ieri, stavamo uscendo con amici, non avevo voglia di girare troppo e mi sono infilato, senza troppi problemi, nel pertugio della foto: sono stato fortunato perché l’auto di fronte a me è una di quelle, in minoranza qui, che non hanno il gancio da traino installato.
Una volta uscito dall’auto, una ragazza di passaggio sul marciapiede mi guarda sorpresa: “Ma cos’è successo, ti hanno chiuso e non riesci ad uscire?” “No, no… ho appena parcheggiato” (faccia stupitissima della ragazza) “Snyggt!“. Io e mia moglie abbiamo riso a lungo!

Cambio gomme per l'estate

Tutto questo per parlare della mia auto che, proprio in questi giorni, sta prendendo la cittadinanza svedese. Prima ho dovuto compilare un form sul sito web del Transportstyrelsen, dopo di che ho dovuto pagare 700 corone e spedire, tramite raccomandata, una serie di documenti: carta di circolazione e foglio complementare in originale, fotocopia della fattura di acquisto del veicolo (i miei sono dovuti andare al concessionario a Genova per averla), carte varie firmate.
A breve dovrei essere chiamato per un controllo (prima devo fare sistemare la luce posteriore destra, che non funziona correttamente), simile alla revisione, dopo di che dovrei ricevere le targhe svedesi. Ancora non ho capito cosa succedere con quelle italiane… lo scoprirò nei prossimi giorni.

Stockholmia caput mundi?

Riuscireste ad immaginare gli uffici centrali di un importante ente pubblico nazionale in città come Taranto, Verona o Ancona?
Ecco, in Svezia va esattamente così! Il Transportstyrelsen (l’interfaccia al pubblico del ministero dei trasporti) ha sede in Örebro, il Radiotjänst (l’ente che si occupa della riscossione del canone televisivo) a Kiruna, la famigerata Försäkringskassan (la “mutua”) a Östersund, è così via.
I motivi certi di questa delocalizzazione non li conosco, ma posso pensare che abbiano alla base, fra le altre cose, la necessità di creare occupazione in tutta la nazione riducendo la centralizzazione (tenendo conto che già due dei nove milioni di abitanti della popolazione nazionale abitano nella Stockholms län).

Resta il fatto che la cosa fa comunque impressione, soprattutto se pensiamo che nessuna delle città in oggetto è fra le cinque più popolose della nazione!

Due piccola curiosità riguardano però Kiruna: fino agli anni ’70, quando il termine “città” è stato legalmente abolito, era “la città più grande del mondo”, per via della sua enorme estensione territoriale. Non solo: negli anni 2000, a causa di problemi di subsidenza, il centro della città è stato progressivamente spostato. Vecchi edifici sono stati demoliti e rimpiazzati, mentre quelli di interesse storico sono stati smontati e ricollocati nella nuova posizione.