Ramlösa Hälsobrunn

A volte ti capita di finire in un posto quasi per caso, e di rimanerne meravigliosamente affascinato. Mercoledì sera ci siamo ritrovati a passeggiare velocemente per il Brunnpark di Ramlösa, un luogo meraviglioso che sembra essere rimasto fermo nel tempo.
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Ramlösa era una località che oggi è diventata un suggestivo sobborgo di Elsimburgo (Scania), e che è piuttosto famosa nel mondo per l’omonima marca di acqua minerale. Acqua minerale che nasce proprio in questo parco dalla storia particolare: intorno al 1677, mentre la Svezia era impegnata in guerra con la Danimarca, ci si rese conto che i soldati che si dissetavano a Ramlösa si rimettevano in forze riprendendosi da alcuni malanni. In un bosco della località, ad inizio ‘700 fu scoperta, in particolare, una sorgente di acqua ferrosa capace di ottime doti curative, cosa che diede il via a quello che fu un “centro benessere” frequentato da persone di tutto il regno. La fonte fu inaugurata nel 1707 e, pian piano, nuove strutture cominciarono a sorgerle intorno per aiutare e ospitare il crescente numero di pazienti e turisti desiderosi di benessere: persone di tutte le classi sociali si incontravano nel Parco durante i periodi di cura con l’acqua salutare. Ad inizio ‘800 il parco era un gran luogo di villeggiatura e festeggiamenti. Nel 1807 si costruì il primo Grand Hotel, una struttura con grandi sale e venti stanze totali. In seguito ad un incendio, sarà rimpiazzato dalla versione attuale (uno degli edifici in legno più grandi di Svezia) nel 1880. Attorno cominciarono a fiorire splendide ville, un centro termale e anche un “lazzaretto”, finanziato dal Re nel 1835 per permettere anche ai più poveri di potere godere delle acque curative di Ramlösa.  A fine ‘800 alcuni lavori di escavazione portarono alla scoperta di una seconda fonte, questa volta di un’acqua con poco calcare, ricca di minerali e leggermente alcalina. Questa nuova acqua fu molto apprezzata, al punto che si decise di iniziare a imbottigliarla e commercializzarla. Nacque l’acqua minerale Ramlösa, diffusa in tutto il mondo e oggi una parte importante del colosso Carlsberg. Il parco continuò la sua vita, ma dopo l’apice di fine ‘800 e inizio ‘900 (periodo nel quale si installarono brevemente anche delle attrazioni da parco divertimenti), arrivò l’inesorabile declino. Ad Elsimburgo fu costruito un Parco Popolare più adatto ad ospitare la voglia di sfogo dei locali, l’inesorabile accorciamento delle distanze globali portò i turisti a preferire destinazioni più esotiche, mentre le condizioni dei malati furono risolte da scienza e medicina meglio di quanto potesse fare la miracolosa acqua di Ramlösa. Durante la Seconda Guerra Mondiale il Parco fu utilizzato per ospitare 13000 rifugiati, operazione ripetuta a seguito della rivoluzione ungherese del 1956.  Dopo la guerra, mentre si impennava la vendita di acqua minerale, l’area perdette sempre più importanza, rischiando di cadere nelle mani di speculatori che progettavano di abbattere il Grand Hotel per costruire un centro commerciale attorniato da campi sportivi. Per fortuna prevalsero le proteste e il buon senso. Dichiarato come monumento protetto nel 1973, l’intero parco è stato quindi salvato e restituito alla collettività. Certo, il Grand Hotel è oggi sede di uffici e di un centro di riabilitazione, il centro termale è un condominio, le grandi feste e i balli sontuosi non esistono più, ma tutto è ancora bello come un tempo e le splendide ville in legno ottocentesche (di proprietà di privati, ma comunque protette) sono una gioia per gli occhi che ci portano indietro nei tempi. E mi dispiace tanto che non ci sia una Dear Miss Fletcher trapiantata in Svezia che possa immaginare e raccontare le vite delle persone che sono passate per quei prati e per quei viali sterrati!

Il parco oggi…

E ieri…

8 pensieri riguardo “Ramlösa Hälsobrunn

  1. Ma che meraviglia, la prima foto l’avevo vista postata da te su Facebook e mi è sembrata una casa da fiabe, non immaginato che potesse esserci tanto splendore tutto attorno.
    E tu lo hai raccontato benissimo, mi è proprio piaciuto il tuo post!
    Grazie della citazione, sei sempre gentile… buona giornata a te!

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  2. Belle foto non lontano da casa mia. Ma Helsingborg è Helsingborg, Elsimburgo non esiste☺. Non serve italianizzare i nomi delle città altrimenti Malmö la chiamamo “Isola del ferro”, Lund “Boschetto”, Kristianstad ” la città di Cristiano”. ….ciao!

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    1. Elsimburgo è il nome italiano della città, come è facilmente verificabile dai testi storici fino a buona parte del ventesimo secolo. Poi, negli ultimi decenni dello stesso, si è deciso di fare gli esterofili senza alcun motivo.
      Immagino che tu, quando parli in italiano, dica, pronunciandoli peraltro correttamente, London, Paris, Edinburgh, København, Stockholm, 北京, Москва́, München, Marseille e compagnia. Io no. 🙂

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      1. caro Daniele, Elsingburgo esiste nella terminologia della prima metá dell’ ottocento. Prendi qualsiasi carta geografica o informazioni turistiche o altro troverai Helsingborg. Se poi vai prima degli anni sessanta troverai Hälsingborg con la Ä. In ogni Modo chiamarla Elsingburgo è assurdo, anacronistico e sbagliato nel 2016. Poi ognuno è libero di scrivere quello che vuole. C’ è ancora chi dice Nuova York, Nuova Dheli e per me è ok. Comunque bel racconto su Ramlösa dove passeggio spesso in primavera. Ciao!

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