Il problema del pesto all’estero (ma anche in Italia)

Hanno fatto scalpore in Italia alcuni articoli britannici che, riprendendo i risultati di una ricerca, hanno identificato il pesto in vendita nel Regno Unito come “cibo spazzatura” poco salutare. 

Fra i commenti più comuni letti in giro c’è il tipico:  “sono inglesi, il pesto che fanno loro fa sicuramente schifo!”

Ecco, il problema è proprio questo: in genere il pesto venduto all’estero, non lo fanno “loro”. Lo facciamo “noi”. Ovvero, lo producono aziende italiane senza pudore che realizzano prodotti di bassa qualità e lontani dalla ricetta del vero pesto, per rivenderlo all’estero (ma anche in Italia) direttamente o attraverso un marchio locale. 

Gli inglesi se la prendono soprattutto con la Saclà, il marchio più diffuso da quelle parti… in Svezia ce ne sono di vari (incluso quello della stessa azienda italiana), ma il concetto non cambia. 

Il consumatore locale vede “prodotto in Italia” e si convince che il vero pesto sia davvero rappresentato da queste orribili salse verdi dai sapori improbabili con ingredienti assurdi come anacardi, limone e olio di semi di girasole. 

Queste aziende italiane contribuiscono quindi ad infangare il nome di quella che è un’eccellenza alimentare nazionale (ok, regionale), e meritano quindi di prendersi tutte le colpe per ogni sbeffeggiamento che può arrivare dall’estero.

Anche qui abbiamo la “fortuna” di avere il pesto Saclà, anche se non è fra i più diffusi.
Il Pesto Ecologico Zeta, “ispirato alla ricetta classica genovese”, con anacardi, olio di semi di girasole, polvere di latte…
Il Pesto Matilda, prodotto in Liguria con concentrato di basilico, amido di mais e aceto
Il pesto al limone ICA, ovviamente prodotto in Italia (con le direttive EU attuali non è più obbligatorio indicare l’azienda o l’indirizzo esatto)
E l’immancabile Barilla, da sempre sinonimo di pesto fatto con ingredienti discutibili.

7 pensieri riguardo “Il problema del pesto all’estero (ma anche in Italia)

  1. Avevo letto di questa faccenda del pesto, ma anche in Italia mi sembra uguale. Io, lombarda di origine, ho sempre comprato pesto Barilla. Non mi sembra che nei supermercati italiani i prodotti in scatola o vasetto siano tutto sommato di qualita’ migliore che all’estero, a parita’ di produttore. La questione secondo me e’ che mentre il sugo si tende a fare in casa, il pesto, anche in Italia, e’ maggiormente percepito come prodotto da acquistare gia’ pronto per cena veloce. Che poi in UK il pesto sia ubiquo e’ un’altra cosa, ormai da qualche anno e’ “di moda” e si trova ovunque, in Panini, su bruschetta, grissini, pollo e altre improbabili combinazioni,

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    1. Sì, il pesto industriale italiano fa schifo anche in Italia. Ma all’estero il danno di immagine è maggiore, perché poi considerano quello come vero pesto, coi risultati che vediamo.

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  2. Ciao, io vivo a Barcellona e qua ce la caviamo…
    Aggiungerei che c’è una sostanziale differenza tra i pesti industriali “a lunga conservazione” e quelli freschi che si trovano nel banco frigo. Qua in Spagna ci sono il pesto fresco Buitoni e l’ottimo pesto fresco Rana (oltre a marche locali ovviamente meno buone).
    Il Buitoni era buonino fino a poco tempo fa, ma credo abbiano da poco cambiato la ricetta ed è diventato pressoché immangiabile, almeno per noi italiani. Era da molto che non lo compravo e ho notato subito la differenza, anche dal colore “inspiegabilmente” diventato di un improbabile verdino chiaro.
    Il Rana invece è davvero buono, con pinoloni interi e il vasetto qua costa anche meno di 2 Euro. Qualche anno fa, quando sono “uscite” le salse fresche Rana qua in Spagna, c’era anche il pesto orginale con patate e fagiolini, fantastico.
    Un saluto dalla (ancora) Spagna
    Gaia

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    1. Ossignore e vabbè, mo’ un po’ di flessibilità! Ovviamente tutto è relativo, non c’è confronto con il pesto fresco fatto in casa. Però tra le varie opzioni disponibili nei supermercati, ripeto soprattutto ALL’ESTERO e in confronto ai pesti fuori frigo, a me il pesto fresco Rana sembra molto buono. Vivendo all’estero, non possiamo manco fare i talebani… è questione di sopravvivenza! Tra l’altro in Spagna, a differenza di ciò che si potrebbe pensare, mentre il prezzemolo è onnipresente e te lo tirano dietro a badilate, il basilico è merce rara e costosa, quindi per fare il pesto fresco ci vuole un mutuo. 😉

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