La lotteria per vincere la cittadinanza svedese

Decisamente meno nota rispetto all’americana Green Card Lottery, la lotteria per vincere la cittadinanza soddisfa da un paio di lustri i sogni di persone provenienti dai paesi più disperati del mondo; persone che, grazie ad essa, hanno avuto l’opportunità di ricominciare una vita nel paese scandinavo.
Le regole, fino ad oggi, sono sempre state le stesse: i cittadini di paesi del terzo mondo, gli apolidi e gli appartenenti a minoranze perseguitate hanno avuto la possibilità di registrarsi gratuitamente sul sito di Migrationsverket e sperare di essere uno dei cento fortunati che, ogni anno, vincono cittadinanza e benefit in occasione dell’estrazione della Festa Nazionale del 6 giugno.

La grande novità dell’edizione 2014 della lotteria è che la Svezia ha deciso di dedicare trenta posti aggiuntivi per i comuni cittadini di paesi dell’Unione Europea. Per evitare polemiche, e finanziare in parte l’operazione, si è deciso però che i comunitari, e solo loro, dovranno pagare un “biglietto” virtuale da 500 corone (poco meno di 60 euro) al momento dell’iscrizione al sito. Ogni persona può, chiaramente, acquistare un solo biglietto.

Lotteriet

Ma quali sono i vantaggi per chi vince il premio? Beh, oltre all’ambita cittadinanza, che già di per sé dà accesso al normale welfare nazionale, la Svezia mette a disposizione una serie di benefit di non poco conto, per permettere a tutti di adattarsi alla nuova vita qui: due anni di sussidio di disoccupazione pieno (circa 1800 euro al mese netti), appartamento gratuito per lo stesso periodo, corsi di lingua, full immersion culturali (fra le cose più curiose: lezioni di danze di midsommar, corsi di caccia all’alce e di pesca dei kräftor), biglietti gratuiti per il Melodifestival, abbonamenti per i campionati di hockey, bandy e curling.
Per quanto riguarda l’alloggio, la scelta spetta esclusivamente alle autorità svedesi (in base a disponibilità e necessità), quindi non è impossibile ritrovarsi in un villaggio sperduto di pescatori: chiaramente, vi si può sempre rinunciare e cercare casa a pagamento in una grande città.
Da notare che, mentre la cittadinanza non può essere revocata, i benefit sono condizionati alla buona condotta legale e fiscale e al superamento dei (piuttosto facili) esami di lingua, esami da sostenere dopo ogni corso.
Peraltro, si è discusso a lungo in Parlamento della possibilità di non dare i benefit ai cittadini europei (considerati già fortunati di loro rispetto a chi arriva dai paesi in via di sviluppo) ma, alla fine, la linea dura del partito Femtorskar-rörelse non è passata: anche i comunitari potranno quindi godere di tutti gli extra.

Come fare quindi per partecipare? La procedura è molto semplice: basta andare su migrationsverket.se, cercare le parola chiave rödspätta-lotteriet (potrebbe bastare rödspätta, ma non ne sono sicuro) e apparirà la pagina di registrazione dalla quale sarà anche possibile allegare una scansione del documento d’identità e pagare con carta di credito.
Il processo di registrazione si apre oggi e si concluderà il 15 maggio, in tempo per preparare le scartoffie necessarie all’estrazione solenne alla presenza del Re: visto il costo piuttosto elevato del biglietto per gli europei, è però difficile pensare che l’operazione possa avere un qualche successo…

Le Colline

Se per la stragrande maggioranza degli Svedesi i giorni passati sono stati quelli di Midsommar, per me sono stati giorni di lavoro: l’unico scampolo di festa è stato rappresentato una piacevole (e immancabile) grigliata a casa di amici la sera del venerdi, graziata da un tempo davvero apprezzabile.
A parte questo, il venerdi sono stato uno dei pochi in tutta la nazione a doversi recare in ufficio, mentre nel resto del weekend sono stato impegnato con il proseguimento dei lavori successivi al trasloco, iniziato nel fine settimana precedente.

Quello in cui ci siamo trasferiti è il quarto appartamento in due anni, da quando ci siamo spostati a Malmö. Per fortuna è anche quello che ci piace di più, nonché quello da cui non ci sposteremo per un po´ di tempo, visto che, finalmente, abbiamo ottenuto un contratto di prima mano.

L’area di Kirseberg è appena ad est del centro esteso di Malmö, a 10 minuti a piedi dal punto nevralgico di Värnhem. Per molti versi, pur appartendendo a tutti gli effetti al comune di Malmö, è una vera e propria cittadina nella città, dotata di una particolare anima propria: non è un caso che il nucleo principale si chiami Kirsebergs-staden (staden è il vecchio termine svedese per “città”), a rimarcare il carattere proprio della zona.
Kirsebergs-staden sorge su due colline, cosa piuttosto inusuale per la piattissima Malmö: anche per questo l’area viene chiamata informalmente Backarna, “le colline” appunto.
Il nome Kirseberg (pronuncia approssimativa “scirseberi”) potrebbe derivare dalle piantagioni di ciliegie (körsbär) che un tempo si trovavano sulle colline o da un vecchio verbo, ormai non più utilizzato, che significa “scegliere” e imparentato con l’inglese to choose: pare che gli abitanti della zona eleggessero infatti i loro capi, cosa evidentemente non troppo comune nell’area durante il Rinascimento. Berg vuol dire “montagna”, ma può essere usato anche per “collina”.

Le Colline hanno iniziato a popolarsi in maniera intensiva sulla fine dell’800, diventando un’area per la classe operaia. Accanto alle piccole, e suggestive, casette monofamiliari risalenti più o meno al 1850 sono stati via via costruiti condominî e ville più moderne. Ad un certo punto, il crescente sviluppo della zona ha portato alla conversione in abitazioni della vecchia cisterna dell’acqua: la Tornet (“torre”) è ancora adesso uno degli elementi più caratteristici del panorama locale.
Nel corso del XX secolo Kirseberg ha avuto momenti di degrado: in particolare, negli anni ’70 e ’80 era una zona piuttosto malfamata, in cui pochi volevano vivere. A partire dagli anni ’90 è iniziata la rinascita del quartiere, rinascita che ha portato ad una progressiva valorizzazione dell’area.
Come gran parte di Malmö, escludendo giusto le area più centrali, Kirseberg è un’area multiculturale: il 28% dei residenti (più uno, contando il sottoscritto) è nata all’estero; questo valore è anche quello medio di Malmö. Oggi le Colline sono considerate un posto sicuro, anche se il furtarello occasionale in cantina è qualcosa che, di tanto in tanto, capita ancora.

Fare una passeggiata nella “staden” `può essere davvero intrigante: in particolare, la piccola microarea di Korngatan e dintorni, composta delle piccole casette dell’800 è davvero suggestiva, come può testimoniare una visita virtuale con Google Street View…

Attorno a questa zona ci sono piccoli condomini a pochi piani, più o meno moderni, che danno comunque una gran bella sensazione di vivibilità.
A due passi da casa abbiamo un piccolo supermercato Coop aperto ogni giorno fino alle 10 di sera, e un più grande, ma con orari più stretti, Netto (catena danese abbastanza simile alla Lidl): se si vuole qualcosa di meglio, l’area di Värnhem è decisamente fornita.
Attorno a noi ci sono comunque negozietti, alimentari, fioristi, centri di benessere e altri piccoli esercizi che rendono la zona molto viva. A pochi passi da casa abbiamo anche un pub/ristorante che, nel weekend, offre musica blues e jazz dal vivo fino a tardi. Non abbiamo ancora avuto modo di provarlo, ma l’atmosfera sembra quella giusta.
Dietro casa nostra c’è anche una gigantesca prigione, ma non contiamo di visitarla negli anni a venire. 😀
Uscendo dalla staden, a Kirseberg c’è anche altro: due grandi parchi (di cui uno ricavato dal vecchio e dismesso aeroporto di Bulltofta), piscine, aree sportive e tante altre cose che dobbiamo ancora scoprire. Avremo sicuramente modo e tempo per farlo…

Il nostro appartamento è al “terzo” piano (in Svezia si considera primo già quello che in Italia è il “terra”) di un piccolo edificio risalente probabilmente (ipotizzo) agli anni ´20 del ventesimo secolo. Il tutto è un po’ spartano: non abbiamo ascensore, la cucina è un po’ vecchiotta ma, almeno, il bagno è stato rifatto di recente. Anche la Tvättstuga, la sala condivisa con lavatrici e asciugatrici, è stata rimodernata da poco. L’appartamento è composto da ingresso, cucina abitabile, due camere, un interspazio e una sala con un piccolo terrazzino. Abbiamo finestre su tre lati, cosa che contribuisce a rendere la casa soleggiata. Sopra di noi abbiamo solo la soffitta con i förråd (“scantinati” è la traduzione che mi viene in mente, ma mi sembra strana trattandosi di soffitta), mentre nel seminterrato si trovano la tvättstuga e degli altri, più piccoli, ripostigli.
Nel complesso, anche se ci sarebbero alcuni lavoretti da fare, ci troviamo decisamente bene e sicuramente non abbiamo intenzione di muoverci da qui per lungo tempo.
Per quanto riguarda me, l’unico aspetto negativo è che dovrò contare una decina/quindicina di minuti in più, sia al mattino che la sera, per andare e tornare dal lavoro: già prima, per arrivare nell’area di Gunnesbo (ufficialmente parte di Lund, ma, in pratica, in tergis ad lupos) ci mettevo un’oretta scarsa, ora mi troverò a sforare. Abitare a Triangeln mi piaceva poco, ma era decisamente comodo, dato che avevo il treno a due passi.
Le Colline sono comunque ben servite da un paio di autobus che passano di frequente, anche se in questo periodo dell’anno in cui il numero di corse viene ridotto in maniera sensibile.
Adesso non ci resta che aspettare e vedere se, nei mesi a venire, cambieremo idea: per ora l’impatto è stato molto positivo!

Korngatan in Kirseberg

Festività religiose?

Una riflessione viene in mente quando si pensa alle festività in Svezia: il rapporto con le religioni.

Premessa: la Svezia è sicuramente un paese laico, con un’alta percentuale di ateismo e una visione religiosa mediamente più rilassata rispetto a quella di altri paesi.
Non bisogna comunque pensare che in questa nazione non esistano radici cristiane radicate e che non esistano aree (come lo Småland e il Blekinge) con una concentrazione di credenti relativamente elevata. Ci sono cristiani, fra l’altro, che rifiutano ogni forma di alcool e può capitare, quindi, di essere invitati a matrimoni in cui non viene servita una sola goccia di vino o altri alcolici.

In qualche modo, però, la conquista cristiana delle antiche tradizioni pagane (non bisogna infatti dimenticare che il Natale, la Pasqua, l’Assunzione a Ferragosto, Ognissanti e così via sono tutte riletture di feste pagane preesistenti) ha preso qui meno piede che in altri paesi, anche limitrofi, ed uno dei casi più evidenti è proprio il Natale.
Mentre in gran parte delle altre nazioni il nome della festa fa riferimento a Cristo, alla Santità o alla Natività, in Svezia il Natale si chiama semplicemente Jul. Proprio come la vecchia tradizione germanica di Yule, a cui la festa cristiana è stata sovrapposta.
La Svezia non è sola in questo: altri paesi nordici (e persino la Scozia) utilizzano varianti del nome, ma è innegabile che la rappresentazione iconografica del Natale svedese, con i suoi panorami fatati e con i suoi folletti, conservi ancora parecchio della tradizione pagana delle origini.

Midsommarstång
Midsommarstång moderno
Visto che siamo in estate, un caso ancora più evidente è quello della recente festa di Midsommar.
A differenza che nel resto di Europa, dove il cristianesimo è riuscito a sostituire l’antica festa nordica con la celebrazione di San Giovanni Battista (è così anche nelle confinanti Danimarca, Norvegia e Finlandia), in Svezia resiste sorprendentemente il vecchio concetto della celebrazione del solstizio d’estate.
Qualcosa, però è cambiato anche qui: il “moderno” midsommarstång a forma di croce ha infatti soppiantato quello tradizionale composto da un palo circondato da uno o più cerchi. Visto che Midsommar è anche una festa della fertilità, potete immaginare da soli quale sia il significato di tale simbolo. Curiosamente, Midsommar resta effettivamente una festa decisamente fertile, viste le cose che generalmente succedono alla fine dei festeggiamenti, quando il tasso alcolico è elevato. 🙂

Ci sono comunque alcune parti della nazione in cui resta, sia in forma di revival neopagano, sia semplicemente perché sopravvissuta alla storia, la vecchia usanza: a questo link, ad esempio, potete vedere foto di una celebrazione tenuta con il midsommarstång originale. Ho avuto il permesso di riprodurne qualcuna nel mio blog.

Foto: Carl Johan Rehbinder

Foto: Carl Johan Rehbinder

Foto: Carl Johan Rehbinder

Del Våffeldagen ho parlato qualche mese fa: il caso di una festa che ha completamente perso il significato originale cristiano, per vedere il nome storpiato in qualcosa di gaudentemente mangereccio.

Certo, anche in Italia molte feste hanno una forte radice pagana (chi ha detto “Befana?”) mentre altre si stanno dereligiosizzando. Il Natale è ormai una festività prettamente consumistica, ed ogni anno si sentono gli strali dei prelati che si lamentano per Halloween (derivato in parte da quel Samhain celtico cui furono sovrapposte Ognissanti e la Commemorazione dei Defunti)… ma la mia sensazione è che la situazione in Svezia sia differente, con le festività vissute in un mix tradizionale e radicato di ateismo, cristianesimo e paganesimo che conserva comunque una sua forma di spiritualità. Ma mi riservo ancora qualche anno per capirne qualcosa in più. 😀

Midsommar a Limhamn.

Nota: il maypole originario si vede anche nel celebre film horror britannico The Wicker Man:

Glad midsommar

E mentre tutta la Svezia festeggia, io sono uno dei pochi che lavora. 😀
Per le informazioni su Midsommar, vi rimando quindi al mio post dell’anno scorso.

Aggiornamento: non posso fare a meno di aggiungere questo meraviglioso video in inglese!

Midsommarsafton

Ovvero la festa del Solstizio d’Estate, una delle più sentite da parte del popolo svedese. Midsommarsafton, tecnicamente, significa “la vigilia di mezz’estate”: come già per il Natale, infatti, si preferisce celebrare la vigilia piuttosto che la festività stessa. Midsommar non cade in un giorno fisso, ma nel sabato più vicino al giorno del solstizio vero. La vigilia è quindi sempre di venerdì, ed è un giorno “rosso” (festivo) sul calendario svedese: la festa è fra le più importanti, al punto che persino i supermercati (solitamente una certezza aperta fino alle 21-22) chiudono nel pomeriggio. Buona parte della popolazione approfitta dell’occasione per una minivacanza in cottage in campagna o nelle isole, ed è quindi normale che la città si svuoti.

Il pranzo di midsommar è il tipico pranzo festivo svedese, a base di aringhe e patate con l’aggiunta eventuale delle solite köttbullar, o del salmone ed immancabili snaps (“Helan gåååår“). Ormai mi piace pensare che, mentre per le feste italiane si preparano i manicaretti più complicati, per quelle svedesi si aprono le scatolette di aringhe. Il tutto è, per carità, sempre delizioso.

Dopo il pranzo, arriva il vero e proprio momento di festa tanto amato dai bambini (spesso agghindati in abiti tradizionali e inghirlandati). Le famiglie si radunano in un prato, in cui viene issato il tipico midsommarstång, l’albero celebrativo attorno a cui si celebrerà l’evento.

Si issa l'albero

Una volta completata l’operazione, inizia il vecchio rito di origine pagana: i bimbi ed i genitori si riuniscono in circolo attorno all’albero, ed iniziano una serie di danze all’insegna di canzoncine tradizionali. La più divertente è sempre Björnen Sover (Dorme l’Orso): chi sta in mezzo deve stare fermo accucciato facendo finta di dormire fino a quando termina il brano… a quel punto dovrà correre a catturare la prima persona di fronte a lui o lei, cui spetterà il compito di stare in mezzo al prossimo turno.

Dorme l'orso

Molti di questi balli in circolo mi ricordano, personalmente, alcune scene del fantastico film horror Wicker Man, ovviamente in versione giocosa spogliate di ogni componente malsana. 😀

La festa

Per l’occasione, io mia moglie e mia suocera siamo stati nel prato nell’area di Gunnes Gård, a pochi passi da dove viviamo in Upplands Väsby. L’ente culturale dell’area ha anche provveduto ad organizzare esempi di balli folkloristici di tutta la Svezia (e non solo), che, personalmente, ho trovato un po’ noiosetti.

Danze
Bimbi

Ma Gunnes Gård è anche e soprattutto un’area di rievocazione storica, in cui si ha la possibilità di riscoprire il modo di vivere dei vichinghi, con la ricostruzione di abitazioni storiche ed animali allevati secondo le antiche usanze. In ogni caso, è un posto che vale la pena visitare, anche solo per rendersi conto che i vichinghi erano, per lo più, popolazioni pacifiche che vivano di allevamento: quelli che noi tendiamo a mitizzare, sono infatti per lo più gli esploratori e, soprattutto, i pirati.

Gunnes gård
Abitazione vichinga
Il pane tradizionale
Beeeee

Dopo la festa, si continua nuovamente a casa (o al cottage), con la cena… sempre a base di aringhe e patate, ma spesso accompagnata dal gusto ruvido dei Kräfta (in inglese crayfish, simili alle nostre Cicale di Mare ma, a mio avviso, meno buone). Ovviamente se ne approfitta per bere, cantare assieme e stare alzati fino a tardissimo, per godere della luminosissima (a Stoccolma si arriva a stento ad avere un po’ di buio) “notte più luminosa dell’anno”!