Ieri a Malmö è successo questo

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Quando ieri sera è iniziata ad emergere la voce che lo squilibrato potesse essere italiano (o, quantomeno, provenire dall’Italia), sui gruppi di Italiani in Svezia su Facebook c’è stato un misto di:

  1. ilarità e sarcasmo (“basta con questi immigrati!”)
  2. dubbio (“probabilmente non è un vero italiano, sarà sicuramente arrivato dall’Uzbekistan”)
  3. sdegno (“perché se è dell’Uzbekistan non te lo dicono per non alimentare il razzismo*, mentre se è italiano sì? Questo è il vero razzismo!”)

A me pare semplicemente che il fatto che la Polizia e la stampa si siano affrettati a comunicare la cittadinanza, una volta appurata, sia semplicemente una testimonianza della buona reputazione degli italiani: con la comunicazione, e l’ho notato anche fra i miei colleghi, tanta gente si è tranquillizzata.

Meglio così.


* In realtà, in casi come questi, lo dicono lo stesso, ma vaglielo a spiegare.

Bambinate

A quanto pare, la comunità italocanadese di Montreal ha ancora difficoltà a sedersi dopo l’eliminazione da parte della Svezia ai play-off dei mondiali. Al punto di prendere la decisione di buttare dei soldi per comprare una pagina di pubblicità sul Metro di Gotemburgo per un “simpatico” sfottò.

Il testo dice:

“Cara Svezia,

Vi auguriamo un felice Giorno Nazionale! Il Giorno della Bandiera svedese!
Che il brännvin possa scorrere – abbastanza perché dimentichiate di non avere mai vinto un mondiale in quasi 100 anni…

Sì, siamo noi, i fan Italiani in Montreal che. semplicemente, scrivono per ricordarvi che ci avete tolto il piacere di cantare Forza Azzurri e tifare per i nostri…

Nelle lacrime e nel sudore, nel 1910 si formò la prima generazione di immmigrati italiani qui nel Nord America. Grazie ai nostri figli e nipoti Little Italy continua a vivere e ha tuttora un forte legame italiano. Dovete quindi sapere che la nostra passione per il calcio non è scomparsa solo perché viviamo in Nord America.

Sappiate che la nostra amarezza nei vostri confronti si esprimerà in grida di evviva per la Corea del Sud, il Messico e la Germania – i vostri avversari nei gironi di qualificazione – dato che siamo sicuri che, dopo quelle partite, sarete fuori dalla competizione!

Non è una cosa contro di voi…

No, il fatto è che… è proprio contro di voi!

In ogni caso, buona fortuna ai Mondiali!

La Little Italy di Montreal

Forza tutti quanti, tranne la Svezia!”

Insomma, una rosicata in piena regola!

Inutile dire che la cosa ha scatenato una bella serie di facepalm sul gruppo Facebook di Italiani in Svezia.

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Da parte mia, ho provato a contattare @petiteitalie via twitter sia in Italiano che in Inglese (il mio francese è troppo limitato), e tutto quello che ho ottenuto in risposta è una Gif animata di Buffon.

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Insomma, avremmo voluto tutti l’Italia al mondiale, ma non è stato possibile: il sorteggio è stato orribile, la prestazione degli azzurri al playoff anche peggio. La Svezia ha meritato, quindi… Heja Sverige!


Aggiornamento.

Grazie a Luca Romano per avermi segnalato questa pagina. L’associazione si sarebbe anche prodigata a preparare del merchandise contro la Svezia, inclusi degli asciugamani e decorazioni da mettere in tutti i locali. Inoltre invitano gli italiani in tutto il mondo a tifare contro la Svezia. La coordinatrice dell’organizzazione, contattata dallo stesso Luca, lo ha rimproverato di non capire l’ironia.

No, non è ironia. È semplicemente una cosa demenziale che vi sta qualificando per frustrati, oltre che rovinare la reputazione di noi italiani in Svezia. Complimenti, bello schifo!

Articolo 48 della costituzione (ovvero: avete rotto!)

Costituzione

Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.

Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.

Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

Non mi è mai piaciuto esprimere opinioni politiche tramite questo blog perché ritengo che non sia questo lo scopo dello stesso, e, quando qualcosa è trapelato, la cosa è sempre avvenuta in maniera misurata.

Al referendum io ho votato, come ogni volta che mi è stato possibile, esercitando il mio diritto/dovere. Cosa ho votato non è importante in questo contesto e non lo dirò qui: potrei tranquillamente aver votato per il sì come il per no. Potrei anche avere annullato la scheda (scelta che ho sempre ritenuto legittima).

Quello che però mi sta facendo sempre più imbufalire, negli ultimi anni, è il continuo tentativo di delegittimare il voto degli italiani all’estero. Allucinante poi, che questi tentativi di delegittimazione avvengano da esponenti politici che dovrebbero avere ben chiara la costituzione (che magari si vantano anche di difendere) e che dovrebbero invece rallegrarsi del fatto che i cittadini partecipino alla vita politica. Questa volta, quindi, mi sfogo.

Voti comprati

contro-salvini

La costituzione parla chiaro: leggetela qua sopra, stampatevela nella testa e fatevene una ragione.

Ora, non sta a me di spiegare perché la vita degli italiani all’estero sia comunque influenzata in maniera diretta dagli eventi che accadono in Italia. Potrei elencare le mie questioni personali, ma sarebbe comunque una delle mille sfaccettature dell’argomento. Potrei parlarvi della gestione della politica estera, delle tasse sulle proprietà, delle famiglie divise su due nazioni, della necessità di interfacciarsi con le autorità italiane e di mille altre cose… ma c’è tanta letteratura al riguardo che spiega queste cose meglio di quanto farei io, e vi invito a cercarla (e leggerla!) in rete.

Quello che però mi fa veramente incazzare è il concetto, ribadito spesso, per cui “se vincono gli altri col voto degli italiani all’estero è perché ci sono dei BROGLI

Dipende da chi vince!
Dipende da chi vince!
Gente che non ha assolutamente idea dei meccanismi elettorali e straparla di schede che votano in sedi di partito.
Gente che non ha assolutamente idea dei meccanismi elettorali e straparla di schede che votano in sedi di partito.
E quando vincono gli altri?
E quando vincono gli altri?

Ora, sinceramente, piantatela.
Tutti: destra, sinistra, sopra, sotto, in mezzo, si, no, boh, bla, non me ne frega nulla.

Gli italiani all’estero hanno tutto il diritto di votare e, di conseguenza, il loro voto ha il diritto di essere decisivo se le circostanze lo prevedranno. Rispettate il concetto di democrazia, per cui può vincere anche l’altra parte, evitate di fare vergognosi piagnistei e insinuare sospetti vergognosi e patetici quando i cittadini fanno il loro dovere.

Poi vogliamo discutere? Discutiamo.

  • Ius sanguinis: forse è vero. Forse l’Italia lo estende per troppo a lungo anche a generazioni che, ormai, hanno perso ogni contatto con la terra d’origine. Ricordatevene però anche quando la vostra squadra preferita compra il giocatore brasiliano grazie al passaporto italiano di mille generazioni fa, o quando si provano a proporre lo ius solis o una naturalizzazione facilitata (perché se i figli di uno che va all’estero devono perdere la cittadinanza, devono poi per forza potere acquistare quella del paese in cui vivono). La Svezia fa così: se i discendenti non fanno attivamente richiesta per mantenerla al compimento della maggiore età, possono perdere la cittadinanza. Però la Svezia concede la naturalizzazione molto più facilmente dell’Italia. Vi va bene?
  • Immagino che Gabriele, che scrive sulla pagina di Salvini, sia favorevole a dare il voto agli stranieri residenti in Italia, dato che devono preoccuparsi di dove vivono.
    Immagino che Gabriele, che scrive sulla pagina di Salvini, sia favorevole a dare il voto agli stranieri residenti in Italia, dato che devono preoccuparsi di dove vivono.
  • I cittadini all’estero non devono poter votare: è la costituzione, baby, ed è un diritto per cui ci si è battuti. Al limite si può fare come fanno altri paesi che, a intervalli regolari, prevedono che i residenti all’estero si ri-registrino come elettori, invece che mandare automaticamente tutto a casa anche a chi non se ne è mai curato. Parliamone.
  • Il voto per posta vuol dire che si possono fare brogli: il voto per posta si utilizza in tanti paesi (a volte anche internamente) per garantire ai cittadini la possibilità di esercitare un diritto. Il meccanismo utilizzato (l’ho già descritto in passato, evitate di parlare della bufala delle schede vidimate, che qui non si usano) è, tutto sommato, un compromesso abbastanza funzionale fra segretezza e certezza del voto. Tocca poi ai rappresentanti delle parti in gioco vigilare sull’operato degli scrutatori. Esattamente come in qualunque seggio. Dove i brogli non sono mai esistiti (sarcasmo). Al limite si può rivedere leggermente il meccanismo: in Svezia, ad esempio, c’è forse una maggiore certezza su cui abbia effettivamente votato (si firma la busta, e due testimoni controfirmano), ma di conseguenza c’è anche meno segretezza. Dai e togli, sempre un compromesso è.

Ma ripeto: non è una questione di cosa io abbia votato, perché in realtà non lo sapete. Questo post e i commenti ripresi da Facebook sono per difendere la legittimità del voto e solo per quello: difenderò il risultato qualunque sia, anche se non dovesse essere quello che ho espresso io. E, soprattutto…

SVEGLIAAAAA!
SVEGLIAAAAA!