Il Sistema Italia

Ieri sera, in un’intervista al canale televisivo tv4, il primo ministro Fredrik Reinfeldt ha illustrato i piani per i prossimi tre anni e mezzo del suo governo di centrodestra.

Reinfeldt ha insistito sulla necessità di collaborare strettamente con gli altri governi europei di centrodestra per operare riforme a livello comunitario e creare quindi un piano europeo di rinascita democratica.

A dimostrazione del fatto che, spesso, noi Italiani guardiamo nelle finestre degli altri e non ci rendiamo conto delle cose belle che abbiamo in casa, il primo ministro si è soffermato in maniera particolare sul “Sistema Italia” (in Italiano), elogiando la politica del nostro governo e facendone un esempio dichiarato da seguire. Del nostro esecutivo, Reinfeldt apprezza in particolare le politiche economiche (con il tagli agli sprechi del pubblico, dell’istruzione, della ricerca e del sistema sociale, definito “un retaggio del passato che non ci possiamo più permettere”), sociali (in particolare per quanto riguarda il ruolo della donna, con esponenti di sesso femminile in importanti ruoli ministeriali) e la via delle grandi opere, necessarie per rimettere in piedi l’economia del paese.
Reinfeldt si è inoltre dichiarato grande amico del nostro premier, definito come una persona “dinamica, cordiale e motivata, un degnissimo rappresentante dello splendido popolo italiano”.

Fra i punti principali del governo in carica si segnalano importanti riforme, ispirate proprio al Sistema Italia:

  • Privatizzazione delle autostrade (che diventeranno quindi a pagamento e, con i soldi incassati, potranno così essere ammodernate, creando occupazione);
  • Privatizzazione dell’acqua;
  • Tagli dei costi sull’istruzione pubblica (considerata spesso di parte) e finanziamenti maggiori alle scuole private;
  • Ad affiancare il colossale Ponte dell’Öresund, uno degli orgogli scandinavi, in arrivo due nuove grandi megaopere: il Ponte di Östersjön (che collegherà la città di Nynäshamn, sulla terra ferma, a Visby, nell’isola di Gotland) e, in collaborazione col governo finlandese, il Mariehamnstunnel, ad unire Stoccolma all’isola di Åland;
  • Tagli agli sprechi della ricerca (“non può essere slegata dal profitto”), agli aiuti sociali ai disoccupati (“con meno tasse si creeranno più posti di lavoro, a partire dal 2012 ogni sussidio sarà eliminato”), ai servizi pubblici in genere;
  • Liberalizzazione di tutto ciò che riguarda il mercato del lavoro, alleggerimento delle responsabilità sociali e civili delle aziende (“Mettere inutili freni al cuore produttivo del paese è solo deleterio”), depenalizzazione dei reati fiscali (“la pressione fiscale è ancora troppo elevata, gli imprenditori non arrivano a fine mese”) e contabili; smantellamento della legislazione ambientale (“riducendo i costi per le aziende, si creerà occupazione”).
  • Deregulation totale delle pari opportunità (“Basta quote rosa. Questo in maniera da stimolare la competitività fra le esponenti del gentil sesso e fare sì che le più determinate e meritevoli possano emergere”) ed eliminazione del concetto di licenza di paternità (“le mamme sono più brave a stare coi bambini e a casa, i papà rendono meglio sul lavoro”);
  • Cancellazione della legge sui matrimoni gay (“da che mondo è mondo i veri uomini sono attratti dalle belle donne”) e annullamento dei matrimoni gay occorsi nel periodo in cui la legge è stata in vigore (annullamento in stile Sacra Rota: l’unione sarà considerata come mai esistita).

Interrogato sulla questione dell’immigrazione, il premier ha poi ribadito che la sua coalizione ha intenzione di farsi carico del problema e non esclude una collaborazione (inizialmente solo a livello locale nella Scania) con Sverige Demokraterna, il partito nazionalista che già da tempo “sta dando importanti risposte alle esigenze dei cittadini”.

Reinfeldt ha quindi tracciato un quadro importante di ciò che la Svezia sarà nel giro di poco tempo. Per noi Italiani in Svezia, e per chi arriverà qui nei prossimi mesi, una notizia davvero rassicurante: ci ritroveremo a vivere in un paese molto più simile alla nostra amata Patria. Fra una sessione di pesca al salmone e l’altra, sentiremo quindi molta meno nostalgia di casa!


Aggiunta del 4 aprile 2011: nel caso qualcuno non lo avesse capito (qualcuno c’è cascato sonoramente), l’articolo in questione era un bel Pesce d’Aprile. 😀 Il governo di Reinfeldt è sì un governo di centro-destra, con una politica orientata ai tagli dei costi nel sociale, ma certe peculiarità tutte Italiane sono bel lungi, e per fortuna, dal prendere piede in Svezia!

La bandiera

No, non c’è in corso il mondiale di calcio, non gioca la nazionale di hockey, non siamo in edifici pubblici e non si sono riuniti gli ABBA.

Difficile crederlo, ma gli Svedesi (come la gran parte delle popolazioni mondiali, esclusi gli Italiani) espongono la bandiera nazionale senza una ragione particolare che non sia un senso di appartenenza. Per mettere sulla porta di casa la croce gialla su sfondo blu non bisogna essere di destra, né nazionalisti convinti: semplicemente la stragrande maggioranza degli Svedesi ha un senso di patriottismo “giusto”, magari talvolta un po’ ingenuo, ma che in noi italiani è decisamente assente.

In generale, gli Svedesi preferiscono sempre acquistare prodotti della propria terra (un po’ per orgoglio nazionale, un po’ perché sono sicuri che ci sono stretti controlli di qualità), sono felici di esportare aziende nel mondo e “tifano” sempre per artisti/attori/sportivi/squadre che si dovessero far valere all’estero (vedi i miei post su Zlatan). Tutto questo senza mai scendere (estrema destra a parte) nel nazionalismo becero.

Esiste anche un minimo di campanilismo (in particolare fra Stoccolma e le altre due “grandi” città Göteborg e Malmö), ma nulla di lontanamente paragonabile a quella che è la situazione italiana, dove (nel migliore dei casi) ci si schernisce fra paesi che distano dieci chilometri l’uno dall’altro. E, in ogni caso, nulla passa mai al di sopra dell’essere Svedesi.

Qualcuno disse che, fatta l’Italia, bisognava fare gli Italiani. Ecco: per molti versi, gli Italiani non esistono ancora.

In Svezia, e con gli Svedesi, nessuno si è mai posto il problema…