Come previsto, il neonato governo minoritario di centro sinistra, non è durato e, per la prima volta in cinquant’anni la Svezia andrà incontro a delle rielezioni lampo.
Cosa è successo? Prima di tutto bisogna capire come funziona il sistema del budget di governo. Semplificando di molto le cose, alla fine di ogni anno le differenti forze politiche propongono il loro budget per l’anno a venire, che stabilisce quanto soldi verranno stanziati e, in linea di massima, in quali campi. Una cosa simile alla Finanziaria italiana, con la differenza fondamentale che ogni coalizione propone la sua.
Il sistema svedese, basato su un proporzionale con sbarramento, funzionava bene finché i grandi gruppi erano due ma, ora che sono tre (con gli Sverigedemokraterna a fare da ago della bilancia), tutto è diventato molto più instabile.
E, quello che è successo è questo: il partito di estrema destra ha “violato” la regola non scritta per cui una forza politica o vota il budget della propria colizione o si astiene. Dando il loro appoggio al budget dell’Alleanza di centrodestra, che diventa così maggioritario, hanno messo nei guai il governo socialdemocratico.
Löfven, si è ritrovato di fronte a scelte difficili: governare per come possibile con gli stanziamenti decisi dall’opposizione; rielaborare profondamente la propria proposta per renderla appetibile anche ad alcune forze di centrodestra in una sorta di Große Koalition alla tedesca o (orrore!) negoziare con gli Sverigedemokraterna. Vista la forte convinzione nella necessità di fare riforme che rinforzino il welfare, ha deciso invece di rischiare il tutto per tutto e provare a conquistare una maggioranza più solida a marzo, facendo cadere il parlamento (come da sua prerogativa). Il 29 dicembre ci dovrebbe essere l’annuncio ufficiale delle nuove elezioni.
Inutile dire che, come in tutte le situazioni simili, è partito il prevedibile teatrino delle accuse: l’Alleanza è stata accusata di irresponsabilità di fronte ad una situazione difficile che pregiudicherà la stabilità del paese; i Demokraterna di essere i soliti razzisti che badano solo a quello che interessa a loro; Löfven stesso (un sindacalista con poca esperienza politica ad alto livello) di essere un intransigente purista che ha rotto ogni dialogo con l’opposizione; SD dice che non si asterrà mai di fronte ad un governo che comprenda anche i Verdi e che non faccia abbastanza sforzi per ridurre i costi dell’immigrazione.
Ma che senso ha la scelta di Löfven? E se a marzo si presenterà lo stesso scenario? Löfven spera di no, per una serie di motivi.
Da un lato conta nel fatto che gli svedesi ritengano le proposte dei socialdemocratici effettivamente necessarie; dall’altro conta di un indebolimento dei Demokraterna, tacciati come forza irresponsabile (in Svezia le crisi di governo sono una cosa seria), e privi del loro leader carismatico Jimmie Åkesson, al momento fuori dalla vita politica a causa di un esaurimento nervoso. Il suo vicario, il più rude, Mattias Karlsson potrebbe non avere la stessa capacità di convincere gli elettori meno estremisti.
Una scommessa all’insegna del purismo, quindi: se pagherà è tutto da vedere!
Ma Sverigedemokraterna si è presentato in colazione con qualcuno ( con i liberlademocratici?) o da sola?
"Mi piace""Mi piace"
Da sola.
"Mi piace""Mi piace"