Hej då, Malmö!

Una camicia (almeno all’apparenza) insanguinata abbandonata fuori dal portone di casa a Kirseberg.

Lo avevamo deciso da tempo: a meno di vivere in uno dei quartieri davvero bene, Malmö non è una città in cui crescere bambini. Troppa violenza, troppe sparatorie, troppi accoltellamenti, troppi episodi anche di piccole dimensioni ma che comunque contribuiscono a rendere la città sempre meno vivibile.

Certo, la gente “normale” raramente viene colpita dai delitti più seri, e, nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di questioni interne alle gang, ma la sensazione di mancanza di sicurezza cresce ad ogni giorno di più, ad ogni nuovo episodio piccolo e grande. Tutto questo mentre la Polizia (e con lei lo Stato) sembra essere sempre più impotente, e limitarsi a piccole operazioni di facciata che non risolvono certo il problema alla radice.

ref=”https://insvezia.files.wordpress.com/2017/10/img_1043.jpg”> Alba su Lackalänga[/ca
Per questo, prima dell’estate, abbiamo iniziato a cercare un posto in affitto in campagna per provare come si vivesse e, per fortuna, siamo riusciti a trovarlo quasi subito.
Passati i tempi tecnici, lo scorso fine settimana ci siamo trasferiti in una meravigliosa moderna radhus (casa a schiera) a Lackalänga, piccolo villaggio da idillio alle porte di Furulund, cittadina inclusa nel comune di Kävlinge.
E stiamo alla grande, con la pace, la tranquillità e un ambiente decisamente più salutare.
Solo il tempo ce ne darà conferma, ma al momento sembra davvero improbabile che ci possiamo pentire della scelta.

Il mercatino di Caroli, più Santa Lucia a Kirseberg

In questi giorni siamo impegnati a goderci l’atmosfera natalizia della città.
Ieri siamo andati ad un altro mercatino, questa volta nel quartiere che prende il nome dalla chiesa tedesca (da qualche tempo sconsacrata) di Caroli. Oltre che nei locali del centro commerciale omonimo, la piccola fiera era estesa anche al confinante e affascinante blocco di edifici storici noto come Sankt Gertrud e alla chiesa stessa.

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In serata, poi, siamo invece andati alla chiesa di Kirseberg, a due passi da casa nostra, dove abbiamo potuto assistere ad una suggestiva rappresentazione della celebrazione di Santa Lucia, una delle esperienze più coinvolgenti cui si possa assistere in Svezia durante questo periodo dell’anno.

Accadde a Kirseberg

La vita nella ridente Kirseberg procede eccitante e piena di eventi interessanti.
Ecco alcune delle cose successe negli ultimi mesi nel nostro palazzo e dintorni:

  • Siringhe trovate appena fuori dalla sala lavanderia;
  • La porta del nostro dirimpettaio imbrattata di ketchup (?), quasi come una possibile minaccia;
  • Abbiano sorpreso un tossicodipendente (estraneo al palazzo) a  dormire  strafatto sul davanzale di una delle finestre (chiusa) del vano scale. Inutile dire che ad un certo punto è  anche caduto rumorosamente per terra;
  • Tentativo di effrazione nel nostro scantinato in soffitta. Per fortuna il lucchetto ha tenuto, anche se è rovinato e non riusciamo più ad aprirlo;
  • La polizia nelle nostre scale per raccogliere prove dopo un qualche atto violento;
  • Una macchina data alle fiamme, sotto la finestra del salotto, più altri 7 incendi nella zona nel giro di 48 ore.
  • Ripetuti schiamazzi notturni
  • La polizia spesso sotto il portone di casa: nell’ultima occasione, questo fine settimana, c’erano un auto borghese, tre auto “normali” e una camionetta

Insomma, dopo l’entusiasmo iniziale per il nostro sospirato appartamento di prima mano, siamo nella fase in cui stiamo decidendo il da farsi. La tentazione è di scappare dalla zona, se non da Malmö stessa, anche a costo di tornare a vivere in un subaffitto. Vedremo nei prossimi mesi…

Ketchup (?)
Ketchup (?)
Dopo le fiamme
Dopo le fiamme
Auto incendiata
Auto incendiata
La polizia sotto casa
La polizia sotto casa

C’è da spostare una macchina!

"entro il 5 agosto" (questa mattina era ancora lì, in ogni caso)
“entro il 5 agosto” (questa mattina era ancora lì, in ogni caso)
Nell’ultimo periodo, su molte auto parcheggiate nella mia zona è sbucato un minaccioso adesivo arancione che dice “spostala entro il giorno tale o te la rimuoviamo a tue spese”, accompagnato da una multa.
Le auto sono, nella maggior parte dei casi, posteggiate regolarmente, senza alcuna irregolarità apparente.
Il problema è un altro: come spiegato in passato, quando il posteggio è gratuito, a Malmö si ha l’obbligo di spostare la macchina ogni 24 ore.
Questo obbligo non è generalmente osservato in maniera stretta, ma evidentemente le cose hanno preso una piega fastidiosa: se, in queste ultime settimane, andare nelle zone centrali in auto è stata una pacchia, con tantissimi parcheggi liberi, posteggiare sotto casa ha spesso portato a dover girare a lungo prima di trovare un buco disponibile (e sia chiaro che io non ho problemi ad accontentarmi anche di buchi molto piccoli).
In pratica, tanti cittadini delle aree centrali sono andati in vacanza e hanno pensato bene di lasciare la macchina in aree più periferiche, dove non solo non devono pagare ma non hanno neanche il limite massimo (certificato dal tagliandino esposto sul cruscotto) di due settimane.
Non ho idea se il Gatukontoret abbia agito di sua iniziativa o se ci sia stata una qualche delazione da parte di cittadini residenziali esasperati per la mancanza di posti disponibili, fatto sta che, appunto, ultimamente sono sbucati fuori gli adesivi di cui sopra.
Non so neppure, peraltro, se gli addetti al traffico abbiano fatto selezione, limitandosi a colpire solo i non residenti dell’area (insomma, quelli che hanno fatto i furbi) chiudendo un’occhio per quelli che effettivamente abitano in zona.
Se così non è, questi nuovi sviluppi fanno scattare l’inevitabile domanda: dove la lascio l’auto quando vado in vacanza? I residenti delle zone centrali possono lasciarla sotto casa a tariffa stra-agevolata per due settimane, noi avremmo il limite delle 24 ore.
Problemi da primo mondo… 😀
Ed ecco la multa. Il bigliettino è giallo e impermeabile... per l'occasione si è ripiegato su se stesso mostrando solo il lato bianco.
Ed ecco la multa. Il bigliettino è giallo e impermeabile… per l’occasione si è ripiegato su se stesso mostrando solo il lato bianco.

Le Colline

Se per la stragrande maggioranza degli Svedesi i giorni passati sono stati quelli di Midsommar, per me sono stati giorni di lavoro: l’unico scampolo di festa è stato rappresentato una piacevole (e immancabile) grigliata a casa di amici la sera del venerdi, graziata da un tempo davvero apprezzabile.
A parte questo, il venerdi sono stato uno dei pochi in tutta la nazione a doversi recare in ufficio, mentre nel resto del weekend sono stato impegnato con il proseguimento dei lavori successivi al trasloco, iniziato nel fine settimana precedente.

Quello in cui ci siamo trasferiti è il quarto appartamento in due anni, da quando ci siamo spostati a Malmö. Per fortuna è anche quello che ci piace di più, nonché quello da cui non ci sposteremo per un po´ di tempo, visto che, finalmente, abbiamo ottenuto un contratto di prima mano.

L’area di Kirseberg è appena ad est del centro esteso di Malmö, a 10 minuti a piedi dal punto nevralgico di Värnhem. Per molti versi, pur appartendendo a tutti gli effetti al comune di Malmö, è una vera e propria cittadina nella città, dotata di una particolare anima propria: non è un caso che il nucleo principale si chiami Kirsebergs-staden (staden è il vecchio termine svedese per “città”), a rimarcare il carattere proprio della zona.
Kirsebergs-staden sorge su due colline, cosa piuttosto inusuale per la piattissima Malmö: anche per questo l’area viene chiamata informalmente Backarna, “le colline” appunto.
Il nome Kirseberg (pronuncia approssimativa “scirseberi”) potrebbe derivare dalle piantagioni di ciliegie (körsbär) che un tempo si trovavano sulle colline o da un vecchio verbo, ormai non più utilizzato, che significa “scegliere” e imparentato con l’inglese to choose: pare che gli abitanti della zona eleggessero infatti i loro capi, cosa evidentemente non troppo comune nell’area durante il Rinascimento. Berg vuol dire “montagna”, ma può essere usato anche per “collina”.

Le Colline hanno iniziato a popolarsi in maniera intensiva sulla fine dell’800, diventando un’area per la classe operaia. Accanto alle piccole, e suggestive, casette monofamiliari risalenti più o meno al 1850 sono stati via via costruiti condominî e ville più moderne. Ad un certo punto, il crescente sviluppo della zona ha portato alla conversione in abitazioni della vecchia cisterna dell’acqua: la Tornet (“torre”) è ancora adesso uno degli elementi più caratteristici del panorama locale.
Nel corso del XX secolo Kirseberg ha avuto momenti di degrado: in particolare, negli anni ’70 e ’80 era una zona piuttosto malfamata, in cui pochi volevano vivere. A partire dagli anni ’90 è iniziata la rinascita del quartiere, rinascita che ha portato ad una progressiva valorizzazione dell’area.
Come gran parte di Malmö, escludendo giusto le area più centrali, Kirseberg è un’area multiculturale: il 28% dei residenti (più uno, contando il sottoscritto) è nata all’estero; questo valore è anche quello medio di Malmö. Oggi le Colline sono considerate un posto sicuro, anche se il furtarello occasionale in cantina è qualcosa che, di tanto in tanto, capita ancora.

Fare una passeggiata nella “staden” `può essere davvero intrigante: in particolare, la piccola microarea di Korngatan e dintorni, composta delle piccole casette dell’800 è davvero suggestiva, come può testimoniare una visita virtuale con Google Street View…

Attorno a questa zona ci sono piccoli condomini a pochi piani, più o meno moderni, che danno comunque una gran bella sensazione di vivibilità.
A due passi da casa abbiamo un piccolo supermercato Coop aperto ogni giorno fino alle 10 di sera, e un più grande, ma con orari più stretti, Netto (catena danese abbastanza simile alla Lidl): se si vuole qualcosa di meglio, l’area di Värnhem è decisamente fornita.
Attorno a noi ci sono comunque negozietti, alimentari, fioristi, centri di benessere e altri piccoli esercizi che rendono la zona molto viva. A pochi passi da casa abbiamo anche un pub/ristorante che, nel weekend, offre musica blues e jazz dal vivo fino a tardi. Non abbiamo ancora avuto modo di provarlo, ma l’atmosfera sembra quella giusta.
Dietro casa nostra c’è anche una gigantesca prigione, ma non contiamo di visitarla negli anni a venire. 😀
Uscendo dalla staden, a Kirseberg c’è anche altro: due grandi parchi (di cui uno ricavato dal vecchio e dismesso aeroporto di Bulltofta), piscine, aree sportive e tante altre cose che dobbiamo ancora scoprire. Avremo sicuramente modo e tempo per farlo…

Il nostro appartamento è al “terzo” piano (in Svezia si considera primo già quello che in Italia è il “terra”) di un piccolo edificio risalente probabilmente (ipotizzo) agli anni ´20 del ventesimo secolo. Il tutto è un po’ spartano: non abbiamo ascensore, la cucina è un po’ vecchiotta ma, almeno, il bagno è stato rifatto di recente. Anche la Tvättstuga, la sala condivisa con lavatrici e asciugatrici, è stata rimodernata da poco. L’appartamento è composto da ingresso, cucina abitabile, due camere, un interspazio e una sala con un piccolo terrazzino. Abbiamo finestre su tre lati, cosa che contribuisce a rendere la casa soleggiata. Sopra di noi abbiamo solo la soffitta con i förråd (“scantinati” è la traduzione che mi viene in mente, ma mi sembra strana trattandosi di soffitta), mentre nel seminterrato si trovano la tvättstuga e degli altri, più piccoli, ripostigli.
Nel complesso, anche se ci sarebbero alcuni lavoretti da fare, ci troviamo decisamente bene e sicuramente non abbiamo intenzione di muoverci da qui per lungo tempo.
Per quanto riguarda me, l’unico aspetto negativo è che dovrò contare una decina/quindicina di minuti in più, sia al mattino che la sera, per andare e tornare dal lavoro: già prima, per arrivare nell’area di Gunnesbo (ufficialmente parte di Lund, ma, in pratica, in tergis ad lupos) ci mettevo un’oretta scarsa, ora mi troverò a sforare. Abitare a Triangeln mi piaceva poco, ma era decisamente comodo, dato che avevo il treno a due passi.
Le Colline sono comunque ben servite da un paio di autobus che passano di frequente, anche se in questo periodo dell’anno in cui il numero di corse viene ridotto in maniera sensibile.
Adesso non ci resta che aspettare e vedere se, nei mesi a venire, cambieremo idea: per ora l’impatto è stato molto positivo!

Korngatan in Kirseberg

Di sfratti e nuovi appartamenti

Ad inizio Aprile, quasi come fosse un pesce, ci siamo visti recapitare una bella lettera da parte dei proprietari dell’appartamento in cui viviamo ora: erano molto contenti di noi, ma la bostadsförening cui appartiene l’appartamento stesso non aveva autorizzato l’estensione del nostro contratto.
Anche in questo caso è emersa una delle peculiarità del sistema immobiliare svedese: come spiegato in passato, il proprietario dell’appartamento è, in realtà, solo proprietario del diritto a viverci (bostadsrätt) e non può quindi disporne completamente a piacimento. Certe operazioni, come gli affitti prolungati, devono essere autorizzati dalla compagnia che è la vera proprietaria del palazzo. La bostadsförening è, normalmente, una cooperativa senza fini di lucro che ha per soci i detentori del bostadsrätt stesso; regolarmente viene eletto dai soci un consiglio che ha il compito di decidere per il bene comune, gestire i soldi derivati dagli “affitti” (termine improprio per descrivere la quota associativa mensile) e prendere decisioni come quella che ha portato al nostro sfratto. Anche eventuali lavori interni strutturali devono essere approvati dalla compagnia.
Questo sistema, piuttosto socialista e di tipo rappresentativo, è sicuramente complicato e astruso, ma almeno ti risparmia, in gran parte, le beghe delle grandi liti di condominio all’italiana.

I sistemi alternativi al bostadsrätt sono sempre quelli dell’hyresrätt (quando affitti un appartamento da una compagnia immobiliare, proprietaria di palazzi) e della proprietà vera e propria, che vale però solo nel caso di villino indipendente.
Se subaffitti un appartamento da un titolare di hyresrätt, o anche solo se lo affitti da un titolare di bostadsrätt, il tuo contratto viene sempre considerato come “di seconda mano” (andra hand), ha durata necessariamente breve ed è molto limitativo nei confronti dell’inquilino.
I tre appartamenti in cui abbiamo vissuto fin’ora a Malmö sono tutti bostadsrätt (generalmente tenuti meglio rispetto agli hyresrätt, dato che il proprietario tende a valorizzarli), che affittavamo appunto i andra hand; la cosa è sintomatica della grande crisi del mercato immobiliare degli ultimi anni: i prezzi per la vendita si sono abbattuti per via delle difficoltà ad ottenere mutui e i proprietari preferiscono cercare di tenere più a lungo i loro vecchi appartamenti nella speranza di trovare il momento favorevole per venderli. Il bene comune, però, tende a privilegiare la situazione per cui chi vive in un appartamento ne sia l’effettivo titolare, così che possa avere maggiore rispetto delle strutture (visto che, tramite la cooperativa, ne è coproprietario) e da avere un rapporto diretto con la compagnia. Per questo, molte bostadsforening pongono un limite alla libertà di affitto e, ad un certo punto, mettono i titolari nella condizione di dover tenere l’appartamento vuoto o metterlo sul mercato.
Peraltro, fino allo scorso febbraio, la bostadsforening decideva il tetto massimo per il prezzo di subaffitto legandolo a quello della quota associativa, mentre solo di recente c’è stata una parziale liberalizzazione che ha portato, in tempi brevissimi, ad un sostanziale aumento delle cifre.

Un contratto di affitto di prima mano è, invece, molto ambito per il fatto di non avere termine, ma richiede spesso tempi di attesa lunghi, soprattutto nel centro delle grandi città. In particolare a Stoccolma, la cosa ha generato l’esplosione di un mercato nero con costi clamorosi e con situazioni al limite della legge (vendere un contratto è sicuramente illegale, mentre l’acquirente rischia sempre di buttare via i propri soldi perché non sempre c’è la garanzia che il cambio di titolarità vada in porto). Per chi non vuole ricorrere al mercato nero, l’alternativa è solo di aspettare; se migliore è la situazione per le periferie, dove i tempi, pur esistendo, si accorciano sensibilmente, per le aree più apprezzate l’attesa può essere invece eterna: clamoroso, ma neanche poco comune, il recente caso di una 64enne che ha atteso ventotto anni pur di avere il suo agognato appartamento nella splendida Strandvägen.

Noi siamo registrati presso diverse compagnie di affitto dall’autunno 2011 ma, fino a questo momento, avevamo sempre rimbalzato contro un muro (“l’appartamento è stato dato a qualcun altro”) ad ogni occasione in cui avevamo segnalato il nostro interesse; questo soprattutto perché cercavamo qualcosa nei quartieri centrali, dove, appunto, i tempi sono decisamente più lunghi.
La lettera di “sfratto” (comunque assolutamente informale) ci ha portati ad allargare i nostri orizzonti, visto che avremmo dovuto trovare il nuovo appartamento entro il primo luglio.
Un po’ a sorpresa, hanno quindi cominciato ad arrivare i primi inviti per partecipare alle visning collettive di appartamenti, riservate solo a una decina di famiglie, le più “in alto” nella lista di attesa. Dopo aver deciso di lasciare andare un appartamento senza neanche vederlo (dato che era in una cittadina limitrofa, mentre noi preferiamo restare a Malmö), abbiamo accettato l’invito per uno nella zona di Kirseberg (pronuncia “Scirseberi”), una delle aree più particolari del capoluogo, appena fuori dalla zona centrale, con un carattere molto definito (ve ne parlerò in un prossimo post) ed un feeling speciale di “cittadina nella città”. L’appartamento ci è piaciuto e abbiamo confermato il nostro interesse ad Heimstaden (la compagnia), anche qui attenendoci di essere in basso nella lista (tutto viene deciso esclusivamente basandosi sul tempo di attesa nella coda della compagnia, a patto che la situazione economica sia verificata) e quindi di vederci rifiutare la richiesta.
Invece, dopo neanche due giorni, ricevo la chiamata dell’agente di Heimstaden che mi dice che l’appartamento è nostro, a patto di inviare una copia dell’ultimo cedolino. Detto fatto, e ieri, in pausa pranzo, abbiamo firmato il contratto: riceveremo le chiavi il primo giugno, anche se c’è la possibilità che dovremo aspettare qualche giorno prima di prendere pieno possesso dell’appartamento per via di alcuni lavori di verniciatura. La cosa, ovviamente, non ci da alcun fastidio, visto che, dopo tre appartamenti dal luglio 2009, avremo finalmente un alloggio stabile a Malmö… Allelujah!