L’Accordo di Dicembre: niente elezioni a Marzo!

Come scritto poche settimane fa, il 29 dicembre ci sarebbe stato, da parte del primo ministro Stefan Löfven, l’annuncio ufficiale dello scioglimento delle camere, per indire, per la prima volta in cinquant’anni, delle elezioni anticipate.

Invece, non se ne farà nulla.

In questi giorni, i due grandi blocchi (i Rossoverdi e l’Alleanza) hanno infatti tenuto fitti colloqui per risolvere la crisi. In una grande conferenza che ha riunito tutti i partiti del parlamento, esclusi Sverigedemokraterna e la Sinistra, è stato appena annunciato quello che è stato definito come Decemberöverenskommelsen, l’Accordo di Dicembre.

Questo accordo porterà a questa situazione:

  • i due gruppi non si pesteranno i piedi: in primavera ci sarà una nuova votazione sul budget, e l’Alleanza si asterrà. La cosa permetterà al budget di centrosinistra di passare.
  • ci sarà un cambio delle regole. Dal momento che, con l’ingresso in Parlamento dell’estrema destra, il sistema proporzionale puro non garantisce più governabilità, si troverà un sistema per permettere ad un governo di minoranza di poter durare.

L’accordo è stato accolto con molta soddisfazione dalle due parti e, con più moderazione, anche dalla Sinistra, che appoggerà il nuovo budget primaverile.
Meno contenti, ovviamente, i Demokraterna, che hanno annunciato una mozione di sfiducia verso il governo. Inutile dire che non passerà.

Cosa c’è dietro quello che in Italia verrebbe chiamato “inciucio”? L’aspetto fondamentale è quello della governabilità: gli svedesi hanno sempre voluto (e avuto) una situazione di stabilità. Qui è praticamente un dogma: si accetta la vittoria degli altri, si protesta, ma li si lascia governare, nel rispetto delle regole democratiche.
Più realisticamente, c’è poi la paura che i Demokraterna continuino a fare il pieno di voti, confermandosi forza di ricatto che possa pregiudicare il governo di ciascuna delle due parti.
I due grandi blocchi hanno annunciato di avere trovato un accordo sulle politiche dell’immigrazione, ed è da vedere se questo contribuirà a ridurre il successo dell’estrema destra.
Ne riparleremo, però, fra quattro anni.