E la Sicilia ritorna “normanna”

Le notizie di questi giorni, con la dichiarazione dell’illegittimità dell’atto di conquista della Sicilia da parte di Enrico VI di Svevia e Costanza di Altavilla (1194), hanno causato uno scossone nei rapporti fra l’Italia e i paesi scandinavi. Di fatto, tutti gli eventi successi a detto atto, inclusi il passaggio della Sicilia alle case di Angiò, Aragona e Borbone vengono ora annullati a tavolino. Persino il passaggio finale, quello dai Borbone ai Savoia, è considerato nullo, nonostante Garibaldi, i Mille e i Savoia.

Di conseguenza, secondo l’ONU, l’isola dovrà essere restituita ai suoi legittimi proprietari: i Normanni. E “Normanni”, oggigiorno, vuol dire Svezia, Danimarca e Norvegia.

Quest’ultima ha però immediatamente dichiarato di non essere interessata all’isola: una sua annessione implicherebbe infatti l’ingresso nell’Unione Europea, ipotesi fortemente avversata dalla popolazione norvegese. Restano quindi i governi svedesi e danesi, assolutamente ben felici di conquistare un posto al sole per la propria rispettiva nazione, con conseguenze positive per l’agricoltura, il turismo e, soprattutto, la pesca.

Sono quindi iniziate le trattative febbrili per la transizione: da parte italiana, la Presidenza del Consiglio ha deciso di fare buon viso a cattivo gioco, smentendo che la decisione delle Nazioni Unite sia un problema, ed anzi evidenziando gli aspetti positivi della cessione forzata. Un portavoce del governo ha affermato: “a Palermo ci sono troppi problemi di traffico, i Danesi risolveranno tutto grazie alle elevate tasse sull’auto ed invogliando la gente ad andare in bicicletta!”

Il piano iniziale prevede una spartizione dell’isola in due: la Svezia, forte delle sue migliori politiche d’accoglienza, si prenderà la parte meridionale (più esposta agli sbarchi di rifugiati), mentre la Danimarca si accaparrerà la parte tirrenica. 

Sicilia scandinava 
La prima priorità di entrambi i Paesi è di assicurarsi che tutto funzioni senza interruzioni, ma al contempo bisogna accertarsi che la transizione verso la via scandìnava sia celere.

Il primo passo prevede corsi di lingua obbligatori per le forze dell’ordine, in modo che poi le stesse possano dedicarsi ad apprendere il corpo giuridico dei rispettivi nuovi paesi nel minore tempo possibile. 

Per sopperire ad eventuali carenze durante questa fase, Svezia e Danimarca richiederanno alle forze di volontari note come “Soldati di Odino” di trasferirsi temporaneamente in Sicilia per coadiuvare le forze di polizia nel mantenimento dell’ordine pubblico. 

L’acquisizione della Sicilia sarà una manna anche dal punto di vista della forza lavoro: nei paesi scandinavi c’è bisogno di impiegati pubblici, che in Trinacria non mancano di sicuro. Ecco quindi che molti impiegati statali e regionali riceveranno una lettera di trasferimento, dopo il solito, obbligatorio, corso di lingua. Per loro una grande opportunità per conoscere nuove culture e sfuggire dal caldo torrido di posti come Taormina e Cefalù, andando a godere del clima temperato di Linköping e Skagen. 

Svedese e danese diventeranno le nuove lingue nazionali della Sicilia, ma, in nome del rispetto delle minorità linguistiche, alla parte meridionale dell’isola sarà comunque garantita la possibilità di usare italiano e, novità, siciliano negli atti pubblici.  Più complicata la situazione per la parte settentrionale, dove l’opposizione del Dansk Folkeparti costringerà per ora all’utilizzo della sola lingua scandinava. Si sta comunque trattando, al riguardo. 

Quello che è certo è che, fra un anno, dopo il 31 marzo 2017, tutte le scuole dovranno passare a lezioni tenute con le nuove lingue, e quindi anche per gli insegnanti si annunciano giorni frenetici. 
Inutile dire che anche l’Euro sarà sostituito dalle due Corone, e presto potranno partire le operazioni per sostituire o modificare tutti i distributori automatici dell’isola!

Piccole complicazioni, certo, che saranno poca cosa rispetto ai vantaggi: tutti quelli che, ad oggi, sono residenti legalmente in Sicilia riceveranno automaticamente la cittadinanza del nuovo paese scandinavo, con tutti i vantaggi che ne conseguono (in particolare i neodanesi che riceveranno, come tutti sanno, il reddito di cittadinanza da parte dal loro nuovo stato). 
Haj Röding, il politico svedese da più parti indicato come governatore incaricato della fase di transizione, ha già annunciato di essere entusiasta all’idea di trasferirsi sull’isola e di potere godere del sole e del rinomato cibo locale.

In tutta la Sicilia oggi è un giorno di festa, celebrato con grandi grigliate di pesce in tutta la regione. Se anche voi fate parte della popolazione siciliana non posso che dirvi: benvenuti in Scandinavia!!!

Sconsolàti

Una delle prime cose che mi sono chiesto una volta ottenuta la cittadinanza svedese è: cosa mi converrebbe fare, se mi dovessi trovare in difficoltà all’estero? Contattare il consolato italiano o quello svedese?
Ho deciso quindi di paragonare la realtà a me nota (i consolati italiani in Svezia) ad una facilmente verificabile (i consolati svedesi in Italia).

In Svezia ci sono otto consolati italiani: quello principale è la cancelleria consolare a Stoccolma. Personalmente, la reputo valida e mi sono sempre trovato piuttosto bene.
Esistono poi sette consoli onorari sparsi un po’ per tutta la nazione (Göteborg, Malmö, Umeå, Sundsvall, Luleå, Karlstad, Visby), in maniera da coprire più o meno tutto il territorio; l’elenco completo si trova qui.

Nessuno di questi consolati offre servizio giornaliero: sono tutti aperti per poche ore alla settimana, divise su uno o due giorni.
Non ho esperienza di quelli di altri città, ma posso parlare di quello di Malmö: il console è un simpatico signore svedese che nella vita fa altro (giornalista, autore di libri di cucina e importatore di cibo italiano) e che riceve solo su appuntamento (inutile presentarsi senza, a meno che non abbiate intenzione di acquistare teiere o scatole porta cappelli) nel negozio di mia moglie.
I servizi offerti sono minimi, e per molte cose è comunque necessario recarsi a Stoccolma: per informazioni conviene sempre contattare la sede della capitale, in modo da avere risposte precise. Solo se dalla cancelleria consolare dicono che certe operazioni si possono svolgere in loco, allora è il caso di contattare il console (che, evidentemente, fa quello che può con le risorse che ha a disposizione).
Gli abitanti del sud della Svezia potrebbero, in teoria, recarsi alla vicina ambasciata di Copenaghen, ma chi lo fa viene, generalmente, respinto con la motivazione che i residenti svedesi non sono di loro competenza.

In Italia, oltre alla sede principale dell’ambasciata di Roma, ci sono quindici consolati svedesi, distribuiti su tutto lo Stivale e con particolare attenzione alle località turistiche (basti pensare che la Maremma, lo spezzino e Capri hanno un loro consolato specifico): l’elenco completo è qui.

Buona parte di questi offre servizio giornaliero feriale ma, in ogni caso, non si scende mai sotto di tre giorni alla settimana di apertura.
Per essere sicuro, ho chiamato il consolato che ha sede a Genova: una gentile signora mi ha confermato che sono aperti dal lunedi al venerdi ogni mattina, che non è necessario alcun appuntamento, che offrono tutti i tipi di servizi ai cittadini svedesi e persino informazioni agli Italiani che intendono recarsi in Svezia.

Non penso di dovere aggiungere altro: i numeri parlano già da soli.
A questo punto mi viene persino il dubbio, se mai dovessi smarrire i documenti in Italia, se non mi possa convenire cercare il primo consolato svedese piuttosto che rivolgermi ad un qualunque ufficio anagrafe locale…